Il Sorriso inclusivo di Antonio

La Tecnodid in due soli anni perde il fondatore ed il direttore aziendale: Umberto Crusco ed Antonio Crusco.

Occorre salutarli e ringraziarli ancora, e ancora, e ancora …

Certe cose le capisci solo con gli anni, quando compare qualche capello bianco e non sempre le ossa ti aiutano a camminare veloce o alzarti di scatto…

Impari a misurare meglio il tempo, non solo le energie e, proprio per quello, i ricordi si rinforzano….

Tecnodid, Tecnodid, Tecnodid …

Era il mese di ottobre del 1979, lavoravo in Manifattura tabacchi e venni a conoscenza dell’indizione del concorso per maestre di scuola materna. Alcune amiche, conoscendo il mio percorso formativo, in verità da autodidatta, le mie letture e le mie attitudini a stare con i bambini, mi dissero che avrei potuto farlo grazie ad una legge del 1978 e mi diedero informazioni.

Un giorno passeggiavo per piazza Garibaldi e, superata Porta Capuana, vidi una grande edicola che esponeva un grande manifesto riquadrato in verde bandiera con una scritta nera su fondo bianco “concorso per maestre di scuola materna”. Accanto al manifesto una serie di bustoni bianchi appesi a un filo con altrettante mollette a pinza. Acquistai una di quelle buste: era della Tecnodid di Napoli. Il materiale preparato, la domanda, lo schema, le informazioni mi aiutarono in una procedura specifica del settore scolastico di cui conoscevo poco.

Vinsi il concorso e divenni maestro di scuola materna, lasciai cadere la cosa perché pensavo che la Tecnodid si occupasse bene solo di amministrazione e di procedure scolastiche.

Nel 1995 fu bandito il concorso a Direttore Didattico e il prezioso aiuto di alcuni numeri di Notizie della Scuola della Tecnodid mi aiutò ad organizzare il mio materiale di studio. Vinsi il concorso e fui assegnato ad una scuola di San Giorgio a Cremano dal 1° settembre 1996.

Ero, dopo tanti anni in mezzo ai bambini, dietro la scrivania. La posta e le circolari all’epoca (solo 30 anni fa) erano stampate al ciclostile in ogni provincia e inviate in bustoni alle scuole. Per quanto lavorassi molto nei vari plessi, tra maestre e maestri e collaborando con i genitori mi aiutò tanto il ritorno di quei preziosi libretti con la copertina dal riquadro verde menta. Proprio nel 1999, essendo interessato ad alcuni testi citati negli eleganti opuscoli, telefonai alla Tecnodid ed andai a piazza Carlo III. Trovai tante brave persone a lavorare, tante copie di Notizie della scuola e libri di amministrazione scolastica. Pochi testi di didattica. Conobbi molto di sfuggita Antonio Crusco, uomo forte, alto, robusto che mi guardò e non seppi cosa dire. Acquistai un po’ di libri ed andai via.

Dal 1999 partì il processo di autonomia scolastica e, sempre più, il ruolo didattico del direttore, che stava diventando dirigente scolastico, doveva mutuarsi in una persona competente nell’organizzare gruppi e relazioni dentro e fuori la scuola.

Così più volte, nei primi anni 2000, ritornai per acquistare i volumi interessantissimi di “Voci della Scuola”: dieci volumi curati da Mariella Spinosi e dall’amico di sempre Giancarlo Cerini, incontrato fin dal 1984 col CIDI, di cui ero un responsabile regionale e nazionale per la scuola dell’infanzia.

Andando negli uffici della Tecnodid a volte incrociai Umberto Crusco ed anche chi, di lì a poco, sarebbe diventato il mio caro amico Antonio.

Ma il tempo decide quando le cose devono accadere davvero.

Così nella primavera del 2009, in un convegno dell’Andis a Castellammare, un sabato mattina un collega, spesso con fare comico con me, mi disse: «Gugliè vieni ’ccà, ca te presento Antonio Crusco» poi girandosi mi disse: «Ma come nun cunusce a Antonio?».

Antonio mi guardò, sicuramente non si ricordò di avermi intravisto, mi presentai con la timidezza che mi ha sempre caratterizzato nel primo incontro con le persone e, aiutato dal mio collega: «Antò, chist è Guglielmo Rispoli».

Antonio sembrava distratto ma seguì il mio sguardo, mi offrì un caffè e – mentre io continuavo a dargli del voi – mi disse subito: «Guglielmo quando hai tempo, vieni a trovarmi a piazza Carlo III e chiedi di me, ci facciamo una chiacchierata».

 Non feci caso al tutto se non con la sensazione di aver deluso la Tecnodid a cui avrei dovuto chiedere altro e allo stesso Antonio Crusco a cui avrei dovuto chiedere qualcosa nella sede della Tecnodid invece che limitarmi ad acquistare libri.

Tentennai ed attesi mesi prima di andare.

Poi fu Antonio stesso a telefonarmi ed a chiedermi di andare ad un convegno sul dirigente scolastico che Tecnodid aveva organizzato a Napoli. Fui colpito da questo invito e, conclusa la telefonata, propria la mia brava segretaria Tania mi ricordò «Direttore vi avevo detto che era arrivato l’invito» e prese dalla mia stessa scrivania, pieno di disegni dei bambini e di caramelle, una bella busta molto elegante con la scritta Tecnodid ed il mio nome scritto a mano. Dentro un biglietto rettangolare che mi invitava al convegno di due giorni.

Era l’inverno tra 2009 e 2010: il convegno aveva relatori importanti e conoscevo solo Giancarlo Cerini che arrivò di fretta e con la stessa modalità andò via. Io trascorsi due giorni intensi. Antonio mi invitò al pranzo finale del secondo giorno e mentre salutava tutti mi disse: «Hai da fare? Hai impegni per oggi pomeriggio?», lo guardai senza rispondere e lui cortesemente e di seguito mi disse: «Accompagnami a Taurasi, non mi piace andarci da solo».

Quell’uomo semplice e imponente, napoletano e gentile, responsabile di una delle più importanti case editrici per il settore scuola mi aveva già capito, solo che io non lo sapevo.

Fu un pomeriggio bellissimo. Parlammo continuamente, stavo andando a vedere, con lui, lo stato dei lavori in una casa che stava completando a Taurasi, cittadina che conoscevo poco… Faceva freddo ma non lo sentivo. Mi accompagnò giù al piano terra di un piccolo giardino in cui, utilizzando varie tegole, aveva fatto costruire una sorta di cantina ordinata con tantissime bottiglie di vino, molte prodotte dal vino dell’uva delle campagne di Taurasi.

Da quel pomeriggio andò tutto in crescendo dal 2010 al 2012, dal 2013 al 2015, dal 2016 al 2022. Dodici anni di momenti di confronto, presentazione e condivisione di idee e progetti.

Parallelamente la scuola italiana andava avanti.

Nel 2012 fui chiamato direttamente dal sottosegretario a rivedere le Indicazioni Nazionali del 2007 in quelle che sarebbero diventate le Indicazioni Nazionali del 2012. Eravamo solo in diciotto componenti. Antonio volle condividere con me le sue sensazioni di quel particolare momento in cui il lavoro sulle indicazioni era importantissimo, vista la discontinuità dei ministri ed i cambi di governo. Come sempre, mi aiutò.

Con l’autonomia scolastica comparve, con l’autonomia il POF, piano dell’offerta formativa, e con quello l’esigenza di un testo che Tecnodid decise di produrre.

«Profili della dirigenza scolastica», era il primo libro organizzativo, normativo e psicodidattico sulla formazione degli aspiranti dirigenti scolastici nel 2012.

Poi negli anni, i tanti seminari, articoli e scritti chiesti e redatti per Notizie della scuola, i libri collettanei, i convegni di Ischia e di Scanno prima di tutto: le telefonate e i consigli di Antonio.

In tutto questo continuo procedere c’era da parte di Antonio la continua voglia di coinvolgermi, farmi condividere le sue aspettative, le ansie, i dubbi e con tutto questo anche la voglia di tenere il gruppo dei collaboratori della Tecnodid.

Per questo mi chiamava, mi raccontava e mi chiedeva; forse per questo Flavia, moglie e compagna di vita di Antonio, mi guardava per sollecitare semplicemente la mia presenza.

PiĂą di una volta abbiamo concluso le sere di Scanno o Taurasi o di Ischia bevendo, a seconda del caso, vino rosso di ottima gradazione e ben strutturato come i bianchi nei mesi caldi.

PiĂą di una volta nel salone di studio ed incontro della sua stessa dimora di Taurasi Antonio ha voluto ospitare importanti dirigenti del Ministero ed esperti di Didattica e psicopedagogia.

Fu così che incontrai nuovamente Mario Dutto, autore di un bellissimo testo per Tecnodid sulla Leadership che avevo conosciuto tanti anni prima col progetto Alice in Campania. 

Antonio usava spesso il silenzio per dimostrarci e dimostrarmi il suo affetto, bastava spesso uno sguardo, magari complice.

Grazie ad Antonio, così come era avvenuto con Umberto Crusco, la Tecnodid è stata una grande casa ed un po’ anche famiglia.

Antonio aveva una capacitĂ  magica di gestire le persone ed i suoi “autori“.

Correttezza, gentilezza, educazione, ascolto, e – all’occorrenza – pazienza e mediazione.
Antonio amava il mare così come, allo stesso modo, la campagna aperta dove andava a rilassarsi. E poi meglio stare insieme, magari con un buon vino che collezionava, regalava, beveva con tanti amici.

Voglio ricordare Antonio che era amato da tutti proprio per questa semplice grande umanità che attraversava tutti noi, così come, allo stesso modo, aveva sempre investito tanto emotivamente nelle cose che insieme con tanti di noi andava costruendo.

Grazie Antonio per avermi reso tuo amico, grazie, soprattutto, di essermi stato amico, sempre con una cortesia ed una gentilezza oggi quasi introvabili.