Scuola dell’infanzia e nuove Indicazioni 2025

Consultazioni in corso

Martedì 11 marzo, sul sito del Ministero dell’istruzione e del merito è stato pubblicato il documento titolato ‘Nuove Indicazioni 2025, Scuola dell’infanzia e primo ciclo di istruzione- Materiali per il dibattito pubblico’[1].

Il testo si presenta ricco e articolato considerato che si sviluppa in 153 pagine; è apprezzabile l’attenzione posta al dibattito pubblico come le audizioni che la commissione ha svolto e svolgerà in questo periodo per meglio rifinire il documento, renderlo coerente nell’impostazione epistemologica e didattica, ridurre eventuali ridondanze o ripetizioni affinché possa essere uno strumento utile per le scuole dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione.

Un questionario per favorire la consultazione

In coerenza con la consuetudine di svolgere azioni di auditing su documenti di tale valore educativo e didattico, il 20 marzo è stata pubblicata una nota del MIM[2] avente ad oggetto la consultazione per le scuole statali e paritarie, in cui si legge: “La Commissione ha preparato alcune domande su aspetti del documento ritenuti di particolare rilevanza. Quindi, è stato predisposto il questionario che potrà essere compilato dal 21 marzo 2025 al 10 aprile 2025 esclusivamente on line collegandosi al link che verrà fornito alle singole istituzioni scolastiche tramite l’invio di una e-mail proveniente dalla casella noreply.comunicazioni@istruzione.it MI-Ministero dell’istruzione e del merito. (…) Si ritiene opportuno che le modalità di compilazione adottate siano condivise dai docenti nei modi e nelle forme che ogni istituzione scolastica riterrà più opportune. Per tale ragione, si rappresenta che il questionario può essere compilato in momenti differenti e che le risposte fornite verranno memorizzate ad ogni sessione di collegamento”.

Il richiamo ad avviare momenti di discussione e studio in gruppo nelle scuole coinvolgendo gruppi di docenti dei diversi gradi, fino all’intero collegio, è particolarmente rilevante proprio per la necessità di coinvolgere chi ogni giorno svolge il lavoro nelle sezioni e nelle aule al fine di comprendere se il documento si intreccia con la realtà delle scuole e con le azioni didattiche collegate agli attuali curricoli delle Istituzioni scolastiche. L’invito va colto dai Dirigenti scolastici e dai docenti per poter fornire proposte, pareri, eventuali sollecitazioni ai componenti della Commissione.

Scuola dell’infanzia e Indicazioni 2025

Il testo, come i precedenti del 2004, 2007, 2012 e 2018, analizza la scuola dell’infanzia con il primo ciclo di istruzione per fornire criteri, suggerimenti e riferimenti su come costruire i curricoli delle diverse istituzioni scolastiche autonome del territorio nazionale.

È un segnale di consolidamento della fascia tresei nel sistema scolastico, nonostante sia un segmento non soggetto all’obbligo di istruzione ma inteso come cruciale per realizzare il successo formativo, tant’è che nella Raccomandazione UE[3] del 2022, si auspica si possa raggiungere almeno il 96% di frequenza per tutti i 27 stati membri. In particolare si legge: “Gli Stati membri dovrebbero incoraggiare la partecipazione femminile al mercato del lavoro, fornendo servizi di educazione e cura della prima infanzia (ECEC) di alta qualità conformemente ai modelli nazionali di offerta di cure, garantendo che entro il 2030: (a) almeno il 50 % dei bambini di età inferiore ai 3 anni partecipi all’ECEC; e (b) almeno il 96 % dei bambini di età compresa tra i 3 anni e l’età di inizio dell’istruzione primaria obbligatoria partecipi all’ECEC”.

Le Nuove Indicazioni 2025 per la scuola dell’infanzia e il primo ciclo d’istruzione rappresentano un aggiornamento significativo rispetto a quelle del 2012. La redazione si concentra su una visione pedagogica che pone al centro il soggetto inteso come persona, promuovendo uno sviluppo armonico e integrale attraverso i cinque campi di esperienza per la scuola dell’infanzia. Questi campi non sono rigidi, ma integrano competenze sociali e cognitive, favorendo l’apprendimento tramite il gioco, l’esplorazione e la scoperta.

Principali novità rispetto al testo delle Indicazioni Nazionali 2012

Rispetto alle Indicazioni del 2012, che già miravano a un approccio educativo inclusivo e multidisciplinare, le nuove del 2025 sembrano enfatizzare maggiormente la personalizzazione dell’apprendimento e l’allineamento con le competenze chiave europee. Tuttavia, alcune riflessioni critiche emergono riguardo alla visione individualistica e occidentale dell’identità umana, che potrebbe ridurre l’attenzione alla dimensione collettiva e alla cooperazione interculturale.

In generale, tra i cambiamenti principali si nota un’attenzione maggiore verso l’integrazione delle competenze digitali e l’educazione alla cittadinanza, anche per i più piccoli. Viene rafforzata l’importanza del gioco come strumento educativo, con un approccio più strutturato per favorire lo sviluppo delle competenze sociali, emotive e cognitive.

Un altro elemento interessante è l’accento posto sull’inclusione e sulla personalizzazione dell’apprendimento, per rispondere meglio alle esigenze individuali dei bambini. Questo si traduce in una maggiore flessibilità nell’organizzazione delle attività e nella valorizzazione delle esperienze quotidiane come momenti di apprendimento.

La parte che precede la declinazione dei campi di esperienza è impostata in modo diverso dal testo del 2012 e alcune affermazioni andrebbero forse riviste anche raccordando meglio i testi delle Linee pedagogiche zerosei e degli Orientamenti nazionali per i servizi educativi dell’infanzia.

Alcuni elementi di riflessione

I riferimenti alle Linee pedagogiche sembrano essere presenti in modo frammentario, con agganci sparsi piuttosto che con un’attenzione centrale e approfondita. Questo approccio potrebbe essere stato scelto per lasciare maggiore libertà interpretativa agli insegnanti, consentendo loro di adattare i principi pedagogici alle specificità del contesto educativo.

Tuttavia, questa scelta potrebbe anche rappresentare una sfida, poiché rischia di rendere meno chiara la visione complessiva e il filo conduttore pedagogico che si è voluto curare con particolare attenzione nei due documenti afferenti al sistema integrato zerosei. Una maggiore coerenza e un’integrazione più esplicita delle linee pedagogiche potrebbero aiutare gli educatori a comprendere meglio come applicare le nuove Indicazioni nella pratica quotidiana.

In generale si evince l’idea della rilevanza della scuola dell’infanzia, che è il primo grado[4] di scuola all’interno del sistema scolastico considerato che il paragrafo di apertura è titolato “la centralità della scuola dell’infanzia” in cui si riprende un concetto già enunciato a pag. 15 del documento che tratta della continuità educativa orizzontale e verticale in relazione alle finalità educative, peraltro individuate dagli Orientamenti ’91 e sempre confermate nelle precedenti Indicazioni nazionali.

I paragrafi successivi cercano di focalizzare alcune idee su una visione concreta dell’infanzia, sui mutamenti della società fino a occuparsi dell’accoglienza e ambientamento, del gioco, dei campi di esperienza e della professionalità dell’insegnante di scuola dell’infanzia.

I contenuti espressi sono talvolta generici e non sempre chiari, alcune scelte lessicali appaiono non sempre calzanti come pure l’introduzione di riferimenti ad autori e autrici che, seppur legittimi, forse non forniscono un apporto significativo nei passaggi del testo.

Introdurre riferimenti a pedagogisti, educatori, filosofi, in questi documenti costituisce una scelta che va ponderata per l’orientamento che indirettamente si compie, non a caso dagli Orientamenti ’91 alle Indicazioni 2004, 2007 e 2012, alle Linee pedagogiche non si rintracciano riferimenti espliciti ad autori proprio per lasciare spazio a riflessioni pedagogiche utilizzabili in forma operativa dalle singole scuole nella elaborazione dei singoli curricoli.

La continuità educativa

Le Indicazioni 2025 sembrano enfatizzare maggiormente la continuità educativa, proponendo un approccio più fluido tra i due gradi di scuola. Questo si riflette in una maggiore attenzione alla personalizzazione dell’apprendimento e all’inclusione, con l’obiettivo di garantire che ogni bambino possa affrontare il passaggio in modo sereno e graduale. Inoltre, viene data più importanza alle competenze trasversali, come la capacità di collaborare e il pensiero critico, che iniziano a essere sviluppate già nella scuola dell’infanzia. Quindi viene attribuita particolare rilevanza alla continuità verticale e anche in questo caso si poteva far tesoro di quanto le Linee pedagogiche e gli Orientamenti nazionali contengono rispetto al tema delle conquiste possibili[5] nella fascia zerotre e al valore del gruppo di lavoro per la continuità[6].

Si parla anche di continuità orizzontale in forma enunciata e collegata alle finalità e anche in tal caso forse si poteva meglio chiarire la prospettiva di sviluppo poiché queste enunciazioni potrebbero risultare più complesse da attuare nella pratica, a causa di una visione meno chiara rispetto al quadro d’insieme delle progettualità.

Scuola dell’infanzia e sistema integrato zerosei

Le nuove Indicazioni sembrano occuparsi in forma residuale del sistema integrato zerosei con pochi riferimenti e più di natura ordinamentale che sostanziale; l’unica eccezione è su un passaggio all’interno dei campi di esperienza e sulle dimensioni della professionalità. Sulle dimensioni della professionalità, tra l’altro, si parla di “profilo di un adulto” e non di “posture pedagogiche” così come si trovano nelle Linee pedagogiche.

Va ricordato che il sistema integrato 0-6, introdotto dal Decreto Legislativo 65/2017, ha come obiettivo quello di creare un percorso educativo coerente dalla nascita fino ai sei anni, promuovendo pari opportunità e superando disuguaglianze, per garantire continuità educativa e inclusione fin dai primi anni di vita.

La mancata menzione potrebbe riflettere una scelta di focalizzarsi su altri aspetti o potrebbe essere interpretata come un’opportunità persa per rafforzare ulteriormente il legame tra i servizi educativi per l’infanzia e la scuola dell’infanzia. Tuttavia, il sistema integrato rimane un quadro normativo e pedagogico fondamentale, che può continuare a essere applicato e valorizzato a livello locale e regionale.

Le Indicazioni 2012 avevano il merito di fungere da base solida per le Linee pedagogiche e gli Orientamenti nazionali, creando un raccordo chiaro tra i diversi documenti e le azioni educative. Questa coerenza offriva agli educatori un quadro di riferimento ben definito per progettare percorsi educativi integrati. Sarebbe importante tenerne conto nella eventuale revisione di questa parte del documento.

Alcune proposte per rendere operative le Indicazioni 2025

Questo documento introduce con maggiore enfasi l’attenzione, anche per i più piccoli, ad aspetti come:

  • l’educazione alla cittadinanza, promuovendo valori come il rispetto, la sostenibilità e la consapevolezza sociale;
  • le competenze digitali con un uso consapevole delle tecnologie, anche nella scuola dell’infanzia, per preparare i bambini a un mondo sempre più digitale;
  • la personalizzazione dell’apprendimento in quanto si sottolinea l’importanza di adattare le attività educative alle esigenze individuali di ogni bambino, favorendo un approccio più inclusivo;
  • lo sviluppo delle competenze trasversali, dando valore alla creatività, alla collaborazione e al pensiero critico, integrate nei campi di esperienza.

In relazione a queste considerazioni sarà necessario investire nella formazione in servizio degli insegnanti con corsi di aggiornamento sulle metodologie innovative derivanti per meglio integrare le proposte pedagogiche delle Indicazioni 2025 con le loro pratiche.

Promuovere il lavoro di squadra tra insegnanti di diversi gradi scolastici e discipline può favorire un approccio più coeso e integrato senza lasciare in disparte le esperienze formative nei Coordinamenti pedagogici territoriali di questi ultimi anni scolastici.

Una sfida nuova sarà quella di accompagnare all’utilizzo consapevole delle tecnologie per integrare strumenti digitali in modo mirato per supportare l’apprendimento e la personalizzazione delle attività educative.

Resta centrale anche la cura del coinvolgimento delle famiglie e della comunità per realizzare un dialogo costante con i genitori, collaborare con enti locali e professionisti esterni al fine di arricchire l’esperienza educativa e rafforzare il senso di comunità. Infine monitorare regolarmente l’efficacia delle strategie adottate e apportare modifiche basate sulle risposte dei bambini e delle famiglie oltre alle riflessioni interne del gruppo docente consentirà di trovare nessi e coerenze tra le proposte contenute nelle Indicazioni 2025 e le reali ricadute.

Alcune prime considerazioni di sintesi

L’impostazione delle Indicazioni 2025 può essere vista in due modi: da una parte appare moderna, poiché introduce temi rilevanti come le competenze digitali, la cittadinanza globale e la personalizzazione dell’apprendimento, allineandosi alle esigenze di una società in continua evoluzione. Dall’altra, alcuni potrebbero percepirla come retorica, in quanto l’effettiva applicazione di questi principi dipende molto dalle risorse disponibili e dalla formazione degli insegnanti, elementi che non sempre accompagnano tali cambiamenti.

L’efficacia di questo documento, per la parte della scuola dell’infanzia, si misurerà nella capacità di traduzione in pratiche quotidiane concrete e significative dei contenuti suggeriti, evitando che restino solo dichiarazioni di intenti.

Una prima ricerca di coerenza dovrà trovarsi tra le competenze attese al termine del primo ciclo di istruzione e l’articolazione dei campi di esperienza nella scuola dell’infanzia. Questo disallineamento può creare difficoltà nella progettazione educativa, soprattutto per gli insegnanti che cercano di costruire un percorso continuo e armonico.

Si avverte anche il rischio di leggere alcuni passaggi sulla scuola dell’infanzia come una sorta di percorso preparatorio alla scuola primaria e non come un segmento identitario, specifico per la fascia tresei anni, focalizzato sulla valorizzazione delle dimensioni di sviluppo in relazione ai sistemi simbolico-culturali, in cui i campi di esperienza costituiscono gli strumenti di esplorazione ed esperienza.

Nelle Indicazioni 2025, come già evidenziato, sembra mancare un collegamento esplicito e strutturato con le Linee pedagogiche e gli Orientamenti nazionali. Questo potrebbe generare una certa frammentazione, rendendo più complesso per gli insegnanti individuare un filo conduttore che unisca i diversi livelli e documenti. È possibile che questa scelta sia stata fatta per lasciare maggiore autonomia alle scuole, ma rischia di creare incertezza nella pratica educativa.


[1] https://www.mim.gov.it/-/pubblicato-il-testo-delle-nuove-indicazioni-per-la-scuola-dell-infanzia-e-primo-ciclo-di-istruzione-materiali-per-il-dibattito-pubblico

[2] Nota DGOSV n. 11544 del 20.03.2025.

[3]  Raccomandazione relativa alla revisione degli obiettivi di Barcellona in materia di educazione e cura della prima infanzia del 7.09.2022.

[4] Il documento a pag. 22 parla di ordine e a pag. 25 di gradi come fossero sinonimi, si ricorda che i gradi sono i diversi segmenti scolastici: infanzia-primaria e secondaria di primo grado; gli ordini si riferiscono agli indirizzi di studio della scuola secondaria di secondo grado, ossia il percorso liceale, tecnico e professionale.

[5] D.M. 24 febbraio 2022, n. 43, Orientamenti nazionali per i servizi educativi per l’infanzia, una discussione aperta: finalità, curricolo e progettazione, punto 3.

[6] D.M. 22 novembre 2021, n. 334, Linee pedagogiche per il sistema integrato zerosei, parte V, punto 1.