Anche quest’anno il 10 febbraio si sono concluse le iscrizioni nelle scuole di ogni ordine e grado. Il Ministero, nel suo comunicato stampa del 12 febbraio scorso[1], ha voluto mettere in evidenza la crescita, seppure lieve, delle iscrizioni negli istituti tecnici e professionali e nella Filiera professionalizzante 4+2. I Licei restano comunque le scuole preferite dalle famiglie italiane (55,63%).
Il quadro delle iscrizioni
Al di là del comunicato, l’analisi dei dati suddivisi per regione, riportati nell’Allegato 2[2], mostra un quadro diversificato. In realtà l’istruzione liceale rimane il percorso scelto da oltre la metà delle studentesse e degli studenti con percentuali diverse nei singoli territori regionali, profilando un rapporto inversamente proporzionale al tasso di presenza imprenditoriale.
In particolare, a livello nazionale sembra esserci un andamento in leggera crescita rispetto al precedente anno scolastico con lo 0,76% in più per l’istruzione tecnica e lo 0,62% per l’istruzione professionale.
La sperimentazione della filiera tecnico professionale “4+2″[3], appena avviata, ha registrato 5.449 iscritti al primo anno, un risultato che segna un aumento consistente rispetto ai 1.669 iscritti dello scorso anno. È un dato che sembra indicare una certa attrazione per la proposta che consente di abbreviare il percorso per il conseguimento del diploma e di facilitare il passaggio, peraltro non obbligatorio ma collegato, ai percorsi post-diploma degli Istituti tecnici superiori (ITS Academy).
Mente il numero degli iscritti (375) ai nuovi licei del “Made in Italy” appare ancora piuttosto deludente.
I nuovi percorsi
Il percorso del 4+2 potrebbe costituire una forma innovativa interessante per formare i quadri intermedi di aziende e settori produttivi che risentono maggiormente della mancanza di personale qualificato. Nel contempo, se i passaggi tra i diversi piani di studio saranno ben costruiti, questa opzione potrebbe meglio aiutare gli studenti ad acquisire competenze attraverso contesti di apprendimento di tipo operativo e fornire contestualmente maggiori possibilità di successo a coloro che hanno stili cognitivi diversi e intelligenze di tipo pratico[4].
Ci si riferisce agli studi sulle intelligenze multiple di H. Gardner (musicale, spaziale, corporeo-cinestesica, intrapersonale, interpersonale, naturalistica e esistenziale) oltre all’intelligenza linguistica e logico-matematica. I nuovi percorsi professionalizzanti costituiscono i contesti giusti per formare giovani su settori diversi partendo da approcci formativi non tradizionali.
Per quanto riguarda il liceo del Made in Italy[5], si tratta di una proposta attivata all’interno dell’indirizzo Scienze Umane (opzione Economico-sociale) pensata per una formazione tesa a valorizzare l’eccellenza italiana e, anche in questo caso, mirata a formare figure intermedie nel mondo imprenditoriale e dei servizi. Ma, occorrerà del tempo, data la tiepidezza con cui è stata accolta, per capire l’impatto di questo percorso nel prosieguo degli studi e dell’effettiva ricaduta sul piano dell’occupabilità.
Sarebbe, comunque, opportuno un riesame delle tipologie di studio nelle scuole secondarie di secondo grado. Sappiamo che il riordino generale è avvenuto nel 2010[6], che per l’istruzione professionale sono intervenuti successivamente il D.lgs. 61/2017[7] e il DM 23 agosto 2019, n. 766[8], che nei percorsi liceali è stato introdotto il liceo sportivo[9] e il liceo del made in Italy oltre alle diverse curvature che le Istituzioni scolastiche possono realizzare ai sensi del Regolamento dell’autonomia e di altri Regolamenti specifici. Tale situazione insieme ai cambiamenti repentini della società attuale suggeriscono di rivedere i piani di studio con attenzione ai saperi culturali di base. Sappiamo, dalle rilevazioni internazionali e nazionali, che ci sono ancora molte criticità.
Torniamo ai dati
I Licei – Rispetto alla scelta dell’istruzione liceale, le regioni del Nord registrano percentuali più basse rispetto al dato nazionale del 55,63%; particolarmente il Veneto con il 45,19%, seguito dall’Emilia Romagna con il 46,38% e la Lombardia con il 49,64%. Con percentuali di poco superiori al 50% si trovano il Friuli-Venezia Giulia e il Piemonte.
Al contrario, le regioni con dati di scelta superiori alla media nazionale sono in ordine: il Lazio con il 69,48%, l’Abruzzo con il 62,84%, il Molise con il 62,52%, la Sicilia con il 61,63%, la Campania con il 61,25%.
Lo scarto tra il Nord e il Sud sulle scelte rispetto all’istruzione liceale è evidente: vuoi per una maggiore tradizione di occupabilità nei settori della amministrazione pubblica, vuoi per una presenza meno diffusa e capillare di realtà produttive. Va anche considerato che i tassi di dispersione scolastica sono più elevati in queste regioni, a significare che non sempre la risposta dell’istruzione liceale incrocia le esigenze e le competenze degli studenti.
Istituti tecnici e professionali – I dati dell’istruzione tecnica raggiungono percentuali elevate nelle regioni del Nord, con alcune punte nel Veneto (39,81%) e nel Friuli-Venezia Giulia (38,90%).
Anche l’istruzione professionale registra percentuali maggiori della media nazionale nelle regioni dell’area settentrionale con maggior rilevanza per l’Emilia-Romagna con il 17,34%, il Veneto con il 15%, la Lombardia con il 14,02%, un dato interessante lo raccoglie la Basilicata con il 13,09%.
Probabilmente, laddove sono presenti imprese e attività produttive di diversa tipologia, famiglie e studenti si indirizzano non solo ai licei avendo compreso che un diploma tecnico-professionale non ha minor valore e permette maggiori opportunità occupazionali senza inibire l’accesso agli studi universitari o post-diploma.
Una lettura rispetto alle scelte
Un secondo livello di lettura potrebbe risiedere nelle azioni orientative realizzate per accompagnare gli alunni a scegliere percorsi a propria misura, in linea con i propri interessi, potenzialità, stili cognitivi, facendo emergere la capacità di prediligere quello che veramente si vuole conseguire.
Si hanno diverse evidenze che la riduzione della dispersione scolastica e il contrasto all’abbandono dipendono anche dalla qualità delle scuole: ci sono scuole in cui si raccolgono successi, in cui gli studenti riescono a seguire le proposte didattiche, in cui i linguaggi risultano comprensibili, in cui le esercitazioni servono a fondare maggiormente i saperi; ci sono scuole inclusive, scuole attrattive, scuole stimolanti.
Se manca un buon orientamento si rischia di fare scelte sovrastimando o sottovalutando le caratteristiche e le esigenze degli allievi, da cui possono dipendere gli stessi insuccessi negli studi successivi. Sarebbe utile analizzare i dati delle iscrizioni e rapportarli subito agli esiti in uscita dal primo anno delle scuole secondarie di secondo grado e non rimandare tale studio al termine del biennio.
Gli indirizzi preferiti
Iscriversi a un liceo, a un istituto tecnico o professionale significa anche scegliere poi un indirizzo. La scelta delle opzioni può essere influenzata dalle specificità territoriali, dalla presenza di atenei, di percorsi ITS Academy vicini. Sul piano nazionale:
- per l’istruzione liceale il percorso maggiormente scelto è quello del liceo scientifico, in particolare dell’opzione scienze applicate. Anche il liceo sportivo risulta piuttosto attrattivo;
- nell’istruzione tecnica il settore tecnologico è quello preferito, ma le scelte poi si suddividono nei diversi indirizzi e in genere quello di informatica e telecomunicazioni raccoglie maggiori preferenze. Il settore economico è ugualmente richiesto con una leggera preferenza per amministrazione, finanza e marketing;
- per l’istruzione professionale l’indirizzo maggiormente presente nelle diverse regioni è “Enogastronomia e Ospitalità Alberghiera”, a riprova che il nostro paese ha una vocazione di eccellenza per l’accoglienza turistica e la ristorazione.
Alcuni esempi
La consultazione dell’allegato 2, pubblicato sul sito del MIM, permette letture analitiche per ogni regione in cui le vocazioni professionali e le presenze di percorsi universitari caratterizzanti sembrano canalizzare alcune preferenze di indirizzo. Si riportano alcuni esempi per meglio comprendere la maggiore quantità di iscrizioni in settori particolari.
- L’Emilia-Romagna registra una percentuale pari al 4,06% per i servizi commerciali nell’istruzione professionale unitamente alla percentuale del 3,67 per l’enogastronomia e ospitalità alberghiera essendo una regione a forte trazione turistica e imprenditoriale.
- La regione Lazio si caratterizza per un elevato numero di iscrizioni ai licei, particolarmente al liceo scientifico, linguistico e classico; relativamente all’istruzione tecnica, le percentuali maggiori sono per Amministrazione-finanza e marketing; per gli istituti professionali primeggia l’enogastronomia e ospitalità alberghiera. Probabilmente la presenza delle istituzioni dello Stato orienta a percorsi collegati al proseguimento degli studi e sono meno scelti percorsi collegati direttamente al mondo del lavoro e dei servizi.
- La Liguria raccoglie iscrizioni in percentuali discrete per il settore tecnico dei trasporti e logistica con il 3,59% e per i settori professionali della manutenzione e assistenza tecnica, servizi commerciali con il 2,37% per entrambi; compare con un 1,39% servizi per la sanità e l’assistenza sociale. Quest’ultimo percorso viene scelto con il 3,91% anche dagli studenti lombardi, probabilmente per la diffusione di presidi sanitari e per le possibilità occupazionali derivanti.
- La Lombardia registra attenzione per il settore tecnico di Meccanica, Meccatronica ed Energia con il 3,08% e per Costruzioni, Ambiente e Territorio con il 2,97%.
- Chimica, Materiali e Biotecnologie con il 3,60% è scelto in misura maggiore tra i tecnici nelle Marche, una regione a vocazione calzaturiera e di lavorazione dei materiali. Trasporti e Logistica trovano una certa attenzione nelle regioni Sardegna e Sicilia rispettivamente con il 2,92% e il 2,75%.
- Il Veneto registra percentuali sopra il 3% nei settori tecnici di Meccanica, Meccatronica ed Energia con il 3,70%, Chimica, Materiali e Biotecnologie con il 3,08%, Costruzioni, Ambiente e Territorio con il 3,18%; i servizi per la Sanità e l’assistenza sociale con il 2,86% tra i professionali.
Infine è da rilevare una contrazione delle iscrizioni per il percorso del liceo classico, a vantaggio dello scientifico e dell’opzione scienze applicate. Le regioni del Sud, ma anche alcune del centro, registrano le percentuali maggiori: il Lazio con l’8,80%, seguito dalla Sicilia con l’8,59%, dalla Calabria con l’8,52%. Le Regioni invece che registrano basse percentuali sono in ordine: il Friuli-Venezia Giulia con il 3,01%; Lombardia con il 3.22%; Veneto con il 3,08%; Toscana con il 3,99%.
Orientamento e scelte
La domanda implicita che scaturisce da questa sintetica rassegna di dati è: quale ruolo hanno avuto le azioni orientative delle scuole e delle reti di scuole che da anni nei diversi territori si occupano di supportare la prima scelta del percorso scolastico?
È difficile trovare correlazioni attendibili se non si aprono ricerche mirate in tal senso, né possono essere utili eventuali correlazioni tra rilevazioni nel RAV sugli esiti a distanza e sugli esiti al primo anno di scuola secondaria di primo grado e i consigli orientativi. Possiamo avanzare l’ipotesi che laddove le scelte si distribuiscono su più tipologie e indirizzi le azioni orientative incidono maggiormente, nel senso che la conoscenza (soprattutto la presenza) di più opzioni dovrebbe consentire una migliore sintonia tra le caratteristiche dei soggetti e la scelta in base alle proprie aspirazioni e competenze. Rimane aperta la necessità di generare momenti formativi e figure di accompagnamento nelle scuole secondarie di primo grado, come i tutor attivati nella secondaria di secondo grado[10], proprio per favorire scelte mirate al successo formativo. Un obiettivo importante è quello di evitare stereotipi e condizionamenti familiari, sociali e amicali.
[1] Comunicato del Ministro Valditara.
[2] Allegato 2: Iscrizioni online Scuole Secondarie di II grado a.s. 2024/2025.
Dati-iscrizioni-on-line-2025-2026-dettaglio-II-grado-regioni_ (2).pdf
[3] La Legge 8 settembre 2024, n. 121 modifica il DL 144/2022 e, introducendo l’articolo 25-bis (Misure per lo sviluppo della filiera formativa tecnologico-professionale) istituisce la filiera tecnologico-professionale (il cosiddetto 4+2).
[4] H. Gardner, Formae mentis, Feltrinelli 2013.
[5] Legge 27 dicembre 2023, n. 206, “Disposizioni organiche per la valorizzazione, la promozione e la tutela del made in Italy”. Articolo 18, “Liceo del made in Italy”.
[6] D.P.R. 88/2010 Regolamento recante norme per il riordino degli istituti tecnici a norma dell’art. 64, comma 4, del decreto legge 112/2008, convertito, con modificazioni, dalla legge 133/2008.
D.P.R. 89 del 15/03/2010. Regolamento recante revisione dell’assetto ordinamentale, organizzativo e didattico dei licei.
[7] D.lgs. 61/2017 Revisione dei percorsi dell’istruzione professionale nel rispetto dell’articolo 117 della Costituzione, nonché raccordo con i percorsi dell’istruzione e formazione professionale, a norma dell’articolo 1, commi 180 e 181, lettera d), della legge 13 luglio 2015, n. 107.
[8] Il DM 23 agosto 2019, n. 766 è l’atto che veicola le linee guida per favorire e sostenere l’adozione del nuovo assetto didattico e organizzativo dei percorsi di Istruzione professionale. Nell’articolo 3 troviamo alcune novità. Il biennio è considerato nella sua struttura unitaria tale da favorire il raggiungere degli obiettivi dell’obbligo d’istruzione e della personalizzazione dei percorsi. Vengono introdotti i “periodi didattici” per incoraggiare l’avanzamento degli apprendimenti; funzionale al contenimento della dispersione scolastica è l’anticipo a 15 anni delle attività di alternanza scuola lavoro. È una maniera semplificata per realizzare il sistema duale. Il triennio non è più scandito in secondo biennio + quinto anno: ogni anno viene considerato nella sua specificità dei risultati di apprendimento anche per favorire eventuali passaggi dal sistema della formazione a quello dell’istruzione.
[9] D.P.R. n.52/2013 recante “Regolamento di organizzazione dei percorsi della sezione ad indirizzo sportivo del sistema dei licei” a norma dell’articolo 3, comma 2, del decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n. 89.
[10] D.M. n. 328 del 22 dicembre 2022, concernente l’adozione delle Linee guida per l’orientamento, relative alla riforma 1.4 “Riforma del sistema di orientamento”, nell’ambito della Missione 4 – Componente 1- del Piano nazionale di ripresa e resilienza.