Italia, terra di cultura, di tradizioni millenarie, di arte, di creatività , di inventori e ingegneria. Il popolo italiano, primo al mondo in tanti settori, eccelle anche nell’educazione per l’infanzia con il suo sistema ECEC 0-6, riconosciuto a livello internazionale. Eh sì! Noi italiani partiamo bene, primi, assolutamente primi, con Reggio Children di Loris Malaguzzi a fare scuola nel mondo, offrendo ambienti di apprendimento unici ed innovativi.
Ma se il modello per l’educazione per l’infanzia funziona ed è un orgoglio nazionale, con l’avanzare dell’età il sistema educativo italiano mostra difficoltà a raggiungere i primi posti nelle rilevazioni internazionali, un obiettivo invece conseguito da paesi asiatici, in particolare Singapore.
Collocare l’istruzione al centro dello sviluppo nazionale
Porsi come obiettivo Singapore significa imparare dai migliori per tornare protagonisti, non per imitare passivamente, ma valorizzando i nostri punti di forza. L’assunto da cui occorre partire è considerare l’istruzione il cuore pulsante dell’economia e della rilevanza globale di un paese. L’Italia ha il potenziale per tornare al vertice, grazie a fondamenta solide nell’educazione per l’infanzia, come intuì brillantemente il compianto Giancarlo Cerini e altri grandi pedagogisti italiani che hanno fatto scuola.
Quando si parla di sistemi educativi, Singapore si distingue come uno dei modelli di maggiore successo a livello mondiale, grazie a un approccio che combina innovazione, rigore e una visione strategica a lungo termine. I risultati del Paese nelle principali rilevazioni internazionali, come il Programme for International Student Assessment (PISA) dell’OCSE e le indagini dell’IEA, testimoniano una performance straordinaria e costante. Nel PISA 2022, Singapore ha raggiunto risultati eccezionali in scienze, lettura e matematica, confermandosi un riferimento globale. Questo successo non è casuale, ma frutto di politiche deliberate che pongono l’educazione al centro dello sviluppo nazionale. Ma quali sono le caratteristiche specifiche di questo sistema che hanno attirato l’attenzione internazionale e in che modo l’Italia potrebbe trarne ispirazione?
Dati OCSE-PISA a confronto
Le rilevazioni OCSE-PISA (Programme for International Student Assessment) sono indagini triennali condotte dall’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) per valutare le competenze degli studenti quindicenni in tre ambiti principali: matematica, lettura e scienze. Queste indagini mirano a fornire una visione comparativa delle performance educative a livello globale, coinvolgendo oltre 80 paesi e una rappresentativa selezione di studenti. I risultati permettono di identificare i punti di forza e le criticità nei sistemi educativi internazionali, favorendo un dialogo basato sui dati.
Nel PISA 2022, Singapore si è confermata tra i migliori paesi al mondo:
- in matematica ha ottenuto un punteggio medio di 561, con il 41% degli studenti che ha raggiunto i livelli più alti di competenza (Livello 5 o 6);
- in lettura, Singapore ha registrato un punteggio di 543;
- in scienze ha totalizzato 561, dimostrando una preparazione eccezionale in tutte le aree.
L’Italia, invece, si è attestata su punteggi medi di 471 in matematica, 482 in lettura e 477 in scienze, evidenziando una distanza significativa rispetto ai livelli di eccellenza raggiunti da Singapore.
Le rilevazioni IEA TIMSS e PIRLS
Le rilevazioni IEA (International Association for the Evaluation of Educational Achievement) sono indagini internazionali che valutano le competenze degli studenti nelle aree fondamentali di matematica, scienze e lettura. Tra le principali troviamo il TIMSS (Trends in International Mathematics and Science Study), rivolto agli studenti di quarta primaria e terza secondaria di primo grado, e il PIRLS (Progress in International Reading Literacy Study), che si concentra sulle competenze di lettura degli studenti di quarta primaria. Questi studi permettono di analizzare le differenze nei sistemi educativi globali, fornendo indicazioni preziose per migliorare le politiche scolastiche.
Il TIMSS ha mostrato nel 2023 risultati impressionanti per Singapore: 615 punti medi in matematica e 607 in scienze per la quarta primaria, e rispettivamente 605 e 606 punti per la terza secondaria. L’Italia, pur superando le medie internazionali, ha registrato punteggi di 513 in matematica e 511 in scienze per la quarta primaria, mentre per la terza secondaria ha ottenuto 501 in entrambe le discipline.
Questi dati mettono in evidenza il rigore del sistema educativo di Singapore e la necessità per l’Italia di rafforzare le competenze STEM e ridurre i divari territoriali. Per affrontare queste sfide, l’Italia potrebbe adottare strategie mirate, come l’incremento degli investimenti nelle discipline scientifiche e tecnologiche, la creazione di piani pluriennali per la formazione degli insegnanti e l’introduzione di programmi educativi innovativi volti a colmare le disparità tra le diverse regioni. Inoltre, sarebbe fondamentale incentivare una maggiore collaborazione tra scuole, università e industria per preparare gli studenti alle esigenze del mercato globale.
Un modello pedagogico efficace
Singapore adotta un approccio altamente strutturato e centralizzato, fondato su una visione a lungo termine dell’educazione. Tra le pratiche di maggior successo vi sono il reclutamento rigoroso e il supporto continuo agli insegnanti. Solo il 20% dei laureati migliori viene accettato nei programmi di formazione, finanziati dal Governo e caratterizzati da standard estremamente selettivi. Questo sistema valorizza il ruolo dell’insegnante con percorsi di carriera specifici, inclusi il percorso didattico, quello specialistico e quello di leadership. Ogni percorso offre opportunità di crescita professionale e garantisce che alcuni dei migliori talenti rimangano a contatto diretto con gli studenti, rafforzando l’intero sistema educativo.
Un altro elemento fondamentale è la pianificazione del curriculum, che viene stabilito per sei anni e regolarmente rivisto da esperti attraverso un processo sistematico. Questo approccio consente di integrare costantemente le migliori pratiche e adattarsi alle esigenze emergenti degli studenti e del mercato del lavoro.
Un modello per la leadership
La leadership collaborativa è un altro pilastro distintivo: i dirigenti scolastici vengono trasferiti ogni sette anni, un meccanismo progettato per assicurare un miglioramento uniforme delle scuole. Inoltre, la responsabilità collettiva è rafforzata dal coinvolgimento diretto dei dirigenti scolastici nella definizione delle politiche educative, creando un sistema che integra Governo, istituzioni scolastiche e comunità locale.
Dal punto di vista pedagogico, l’importanza data alla formazione pratica degli insegnanti – inclusi tirocini significativi e periodi di osservazione prima di entrare in servizio – rappresenta una pratica che potrebbe essere adottata anche in Italia. Questo modello è ulteriormente potenziato da un investimento costante in risorse tecnologiche e digitali, che garantisce agli studenti un accesso equo a strumenti innovativi e promuove la preparazione per le sfide di un’economia globale basata sulla conoscenza. Singapore dimostra come una strategia educativa coerente possa tradursi in risultati positivi su scala internazionale.
Un’analisi neuroscientifica del modello di Singapore
Le neuroscienze confermano che un ambiente educativo ben strutturato e supportato da insegnanti motivati può migliorare significativamente l’apprendimento. A Singapore, il sistema centralizzato consente una coerenza nei metodi di insegnamento che facilita lo sviluppo di competenze cognitive fondamentali, come la memoria di lavoro, il problem solving e il pensiero critico. La formazione degli insegnanti si basa su approcci neurodidattici che incorporano la comprensione del funzionamento cerebrale nell’elaborazione delle informazioni, promuovendo metodologie che rafforzano l’attenzione, la memoria e la motivazione intrinseca.
Le pratiche inclusive, pur limitate rispetto ad altri paesi, mostrano come l’attenzione a gruppi specifici possa favorire un apprendimento più equo. La centralità delle neuroscienze si riflette anche nell’uso mirato delle tecnologie educative: strumenti digitali e piattaforme interattive sono progettati per stimolare sia le aree legate alla creatività che alla flessibilità cognitiva, favorendo un apprendimento personalizzato e attivo. Inoltre, le neuroscienze evidenziano l’importanza di pause regolari e pratiche mindful per contrastare gli effetti negativi della pressione accademica, contribuendo a un maggiore equilibrio psicofisico negli studenti.
Lasciarsi ispirare reciprocamente
In un approfondimento, Zofia Niemtus, Una scrittrice e redattrice inglese, analizza i punti di forza del sistema educativo di Singapore, ma mette anche in guardia contro un’imitazione pedissequa. L’approccio “copia e incolla” non è efficace poiché ogni sistema educativo è profondamente radicato nella propria cultura, nei valori sociali e nelle priorità nazionali. La complessità di trasferire metodologie educative richiede un’analisi approfondita delle condizioni locali per adattarle in modo efficace.
L’Italia potrebbe apprendere molto su come valorizzare gli insegnanti, dalla pianificazione a lungo termine delle carriere al rigore del reclutamento, ma deve farlo tenendo conto delle peculiarità socio-culturali. Ad esempio, mentre Singapore investe massicciamente nella centralizzazione e nella formazione continua, l’Italia potrebbe puntare su una maggiore autonomia scolastica, accompagnata da risorse adeguate, per stimolare innovazione e personalizzazione didattica.
D’altro canto, l’inclusività – un punto di forza del sistema italiano – rappresenta un aspetto che Singapore potrebbe migliorare, dimostrando che anche i Paesi leader hanno margini di crescita. La capacità italiana di integrare alunni con bisogni educativi speciali e valorizzare le diversità culturali offre un modello prezioso di cui Singapore, nonostante i risultati complessivamente lusinghieri raggiunti, potrebbe beneficiare. Il confronto internazionale, come suggerito dal programma Building Educational Bridges, non dovrebbe essere una strada unidirezionale, ma un dialogo continuo per stimolare innovazione e riflessione reciproca.
Replicabilità in Italia: cosa possiamo imparare
L’Italia può ispirarsi a Singapore in alcuni aspetti chiave per rinnovare il proprio sistema educativo.
- Valorizzazione degli insegnanti: Singapore adotta percorsi di carriera chiari e differenziati, valorizzando non solo i dirigenti scolastici, ma anche i docenti esperti che rimangono in classe. L’Italia potrebbe implementare un modello simile, con incentivi economici e professionali per attrarre e trattenere i migliori talenti.
- Pianificazione a lungo termine: una delle peculiarità di Singapore è la capacità di pianificare obiettivi educativi su base pluriennale, includendo la revisione sistematica dei curricula ogni sei anni. Questo approccio garantisce coerenza e adattabilità , un modello che l’Italia potrebbe adottare per superare la frammentazione spesso presente nel sistema scolastico.
- Innovazione digitale: Singapore investe significativamente nella trasformazione digitale delle scuole, promuovendo una strategia nazionale uniforme. L’Italia potrebbe puntare su una digitalizzazione capillare, accompagnata da programmi di formazione specifici per docenti e studenti, garantendo un accesso equo alle tecnologie avanzate in tutto il territorio.
Tuttavia, è cruciale che il modello italiano di inclusività e la creatività didattica rimangano elementi distintivi, integrando le buone pratiche di Singapore senza snaturare l’identità del sistema educativo. Questo significa valorizzare le diversità regionali e il ricco patrimonio culturale, promuovendo al contempo una visione unitaria e innovativa per affrontare le sfide future.
Una possibile sfida educativa
Le scuole di Singapore rappresentano un esempio di eccellenza educativa, ma la loro replicabilità dipende dalla capacità di adattamento al contesto locale. L’Italia avrebbe molto da guadagnare dall’esempio singaporiano, ma occorrerebbe comunque agire con prudenza per integrare queste pratiche in modo organico, valorizzando i propri punti di forza e rispettando la propria tradizione educativa.
Questo dialogo tra sistemi, se basato su uno scambio costruttivo e continuo, può non solo arricchire entrambe le realtà , ma fungere da modello per altre nazioni. In un mondo sempre più globalizzato, costruire un sistema scolastico che combini innovazione, inclusività e tradizione è non solo possibile, ma necessario per formare cittadini capaci di affrontare le complessità del XXI secolo. È nell’equilibrio tra apertura al cambiamento e radicamento culturale che risiede la vera forza dell’educazione.
Raggiungere e superare Singapore non è solo un sogno, ma un obiettivo concreto che l’Italia potrebbe perseguire, unendo tradizione e innovazione.