Nella seduta del 5 novembre u.s., in Commissione parlamentare per l’infanzia e per l’adolescenza è stata sentita Carla Garlatti, l’Autorità Garante, nell’ambito dell’indagine conoscitiva sui disturbi dell’alimentazione in età infantile e adolescenziale e sulle strategie di prevenzione[1]. Qui è stato sottolineato che le nuove emergenze per bambini e adolescenti riguardano soprattutto i disturbi alimentari, dall’anoressia all’obesità.
L’Autorità Garante è un’amministrazione indipendente dello Stato, che affonda le sue radici nella Convenzione ONU sui diritti del fanciullo, ratificata dallo Stato italiano nel 1991. Nell’articolo 24 della Convenzione si legge che “gli Stati riconoscono il diritto del minore di godere del miglior stato di salute possibile”, intendendo per salute non soltanto l’assenza di malattia, ma soprattutto il benessere complessivo del bambino. Mentre nell’articolo 27 si mette in evidenza la necessità degli Stati di riconoscere “il diritto di ogni fanciullo ad un livello di vita sufficiente per consentire il suo sviluppo fisico, mentale, spirituale, morale e sociale”.
Cause e rischi: come cogliere i segnali
Secondo il DSM-5, cioè il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, quelli relativi al comportamento alimentare presentano un rischio di mortalità molto alto, non soltanto perché il disturbo alimentare di per sé va ad incidere sui singoli organi compromettendone la funzionalità, ma perché a questi rischi si associano anche atti di autolesionismo ed azioni suicidarie.
I disturbi alimentari possono avere diverse cause: sociali, psicologiche, ambientali, familiari. L’ambiente, nel quale l’adolescente o il bambino si trova a vivere, sembra comunque un fattore di alta rilevanza. Non può essere ignorato il dato che nel 2022 ci sono stati 3.158 decessi di adolescenti per cause collegate a disturbi dell’alimentazione e della nutrizione.
Uno degli aspetti più preoccupanti è il ritardo nella individuazione dei primi segni, forse perché non si ha ancora la percezione reale della gravità del disturbo. Secondo un’indagine che è stata condotta negli Stati Uniti, questa patologia è stata definita «silente». Sembra che molti adolescenti, che si presentano ai centri per sottoporsi alle cure, abbiano manifestato i primi segnali nei due anni precedenti. Anche se non sempre è facile coglierli, è bene che tra tutti gli adulti di riferimento, ma anche tra gli stessi compagni di classe, ci sia una maggiore attenzione a cogliere le particolarità che possono indicare un problema, come l’ossessività per le calorie, l’infagottarsi per non far vedere un dimagrimento eccessivo, la perdita del ciclo mestruale nelle ragazze.
Il disturbo alimentare è uno dei cinque disturbi di natura psichiatrica o, comunque, che attiene all’area psichica, a maggior rischio di mortalità. Da una consultazione pubblica dell’Autorità Garante di ragazzi dai 16 ai 19-20 anni è emerso che durante il periodo pandemico sono sorti squilibri nelle abitudini alimentari nel 31,7% dei casi. Da una indagine condotta in 9 regioni dalla Società italiana di pediatria è stato rilevato un aumento dei disturbi della condotta alimentare del 78,4%.
Tipi di disturbo della condotta alimentare
Ci sono diversi disturbi della condotta alimentare, i più noti sono: anoressia, bulimia nervosa, binge eating, obesità.
Anoressia
È una malattia complessa, determinata da condizioni di disagio psicologico ed emotivo, richiede un trattamento sia del problema alimentare in sé sia della sua natura psichica. L’obiettivo è quello di portare il paziente, attraverso terapie mirate a modificare alcuni comportamenti, ad adottare soluzioni di gestione degli stress emotivi e a ristabilire un equilibrato comportamento alimentare. Spesso, dall’ossessione per il fisico perfetto, secondo canoni di bellezza irraggiungibili, si finisce per perdere la percezione del proprio corpo e, in molti casi, gli esiti sono infausti. È uno di quei disturbi che colpisce prevalentemente le ragazze (9 a 1) anche se negli ultimi anni, soprattutto nel periodo pandemico, sembra che anche la percentuale dei ragazzi sia aumentata in maniera rilevante. Allo stato attuale, nelle ragazze dai 12 ai 17 anni l’anoressia è la seconda causa di morte.
Bulimia nervosa
Consiste nell’assimilare moltissimo cibo, salvo poi volersene liberare provocando il vomito. I soggetti con bulimia nervosa tipicamente si vergognano delle loro abitudini alimentari patologiche e tentano di nasconderle. Le crisi bulimiche avvengono, in genere, quanto più segretamente possibile. L’episodio può essere più o meno pianificato, ed è di solito caratterizzato (anche se non sempre) dalla rapidità dell’ingestione del cibo. L’abbuffata spesso continua finché l’individuo bulimico non si sente “così pieno da star male”. Ha stati umorali negativi, sentimenti di insoddisfazione per il peso, la forma del corpo o per lo stesso cibo che ingoia.
Binge eating
Sgnifica letteralmente ‘abbuffata di cibo’. Chi ne soffre vive situazioni ricorrenti in cui assume grandi quantità di cibo in un tempo relativamente breve, perdendo il controllo su cosa e quanto stia accadendo. La patologia non riguarda un’abbuffata occasionale, il fenomeno si ripete almeno una volta a settimana, a volte anche di più, e si protrae per mesi. È pure diverso dalla scarsa, ma consapevole, igiene nutrizionale che è tipica dei grandi obesi, perché implica una componente di “discontrollo”. Anche questo caso reca in sé un senso di colpa e di vergogna.
Obesità
Qui, come in altri disturbi della condotta alimentare, i primi segnali cominciano a manifestarsi precocemente, intorno ai 7-9 anni. Secondo un’indagine del Ministero della Salute, già all’età di 9 anni circa il 21,3% dei bambini è in sovrappeso e il 9,3% è obeso, al punto che si è parlato di una nuova pandemia. L’indagine ha rilevato anche che l’obesità si manifesta in maniera più severa al Sud rispetto al Nord. Sembrerebbe esserci una correlazione tra obesità, marginalità e disagio sociale. Va ricordato, comunque, che l’Italia è uno dei Paesi d’Europa con il maggior numero di bambini e adolescenti obesi.
Cosa fare
Se l’obesità aumenta con il diminuire della condizione di benessere e del grado di istruzione dei genitori, c’è un grande problema sociale. È importante che la cultura dell’alimentazione e della nutrizione sia maggiormente diffusa, tuttavia resta abbastanza difficile educare le famiglie e gli adulti in genere a stare lontani dai cibi spazzatura, se i cibi sani sono quelli maggiormente costosi e di difficile accesso per un grande numero di famiglie.
Un fattore di rischio è anche la navigazione in internet senza supervisione dell’adulto. L’Autorità Garante dell’infanzia e dell’adolescenza mette bene in evidenza le diverse percezioni di pericolo degli adulti: «C’è una diffusa preoccupazione di non consentire ai minorenni l’accesso ai siti per adulti, che propongono immagini di violenza o pornografiche, ma non ci si rende conto che ci sono anche altri siti, molto pericolosi, come quelli che agevolano i disturbi alimentari. La ragazzina che va a contare le calorie sul suo smartphone viene immediatamente profilata, anche se dovrebbe essere vietato, e indirizzata a siti dove magro è bello». L’Autorità Garante propone di rendere inaccessibili queste pagine ai minori e di consentire ai ragazzi che hanno più di 14 anni, come già previsto dalla legge contro il cyberbullismo, di chiedere da soli la rimozione di foto pubblicate da altri, genitori inclusi, nelle quali si percepiscano come in sovrappeso.
Una ulteriore attenzione va rivolta anche agli ambienti sportivi dove, in mancanza di una guida corretta, lo schema alimentare potrebbe essere applicato senza il giusto equilibrio per ottenere una migliore performance o un corpo più snello.
[1] La maggior parte delle informazioni contenute in questo articolo sono tratte dal “Resoconto stenografico” della Seduta n. 28 di martedì 5 novembre 2024 in Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza.