La precarietà è uno dei grandi cambiamenti osservabili nel mondo del lavoro moderno: chi inizia a lavorare in questi anni prima di arrivare alla pensione avrà probabilmente cambiato più volte professione. Ne deriva l’esigenza, per i giovani in particolare ma per tutta la popolazione attiva, di acquisire strumenti e competenze che aiutino ad adattarsi alle necessità di un mondo del lavoro in veloce mutamento. Negli ultimi anni l’introduzione di nuove tecnologie non solo ha favorito la nascita di nuove professioni, ma ha anche contribuito a modificare quelle tradizionali.
Educazione orientativa
Le indicazioni veicolate dalle nuove “Linee guida per l’orientamento” spingono ad attuare un’educazione orientativa già nei primi anni di scuola. Ciò trova fondamento nei cambiamenti in atto che richiedono capacità di adattamento, flessibilità e competenze idonee e che ribadiscono il diritto di ognuno a costruire un proprio progetto di vita che consenta di “stare bene nel mondo” e di sentirsi realizzato. Di conseguenza, l’orientamento praticato nella scuola non può più limitarsi a individuare e/o consigliare la scelta del segmento successivo di scuola immaginando un percorso sostanzialmente lineare e stabile nel tempo. Esso è diventato un processo composito che deve accompagnare la persona per tutta la sua vita lavorativa.
La scuola è chiamata non solo ad istruire, ma a guidare verso una formazione più complessa per costruire conoscenza di sé, della realtà sociale in cui si vive e del mondo, per diventare responsabili e capaci di agire secondo i principi della convivenza civile.
Importanza dell’adattabilità
Alla luce di questo scenario, diventa fondamentale avviare percorsi già a partire dalla scuola dell’infanzia, consapevoli che interventi preventivi forniscano strumenti più efficaci per affrontare i futuri cambiamenti e realizzare il proprio progetto di vita. Ciò implica, però, che fin dall’inizio bisogna educare all’adattabilità. Molte ricerche confermano, infatti, che le persone dotate di adattabilità sono quelle più capaci di affrontare l’incertezza del mondo del lavoro attuale. L’adattabilità si configura come un insieme di abilità particolarmente utili nei momenti di transizione e di cambiamento e fanno parte di quelle competenze trasversali (soft skill) raccomandate dall’Unione europea perché considerate fondamentali nel mercato del lavoro.
Approccio precoce all’orientamento
Sono molti gli studiosi ad affermare che le soft skill si costruiscono a partire dal primo ciclo d’istruzione. Ci sono molte prove a sostegno del fatto che aiutare gli studenti, fin dai primi anni di scuola, ad arricchire le loro conoscenze sulle professioni permette loro di ampliare l’orizzonte sul proprio futuro, li aiuta a prendere decisioni, a pianificare formazione e carriera. L’apprendimento nelle “prime fasi della carriera” (early career learning) fa emergere le possibilità, favorisce la costruzione di idee, aumenta le aspirazioni. Proporre, quindi, un’ampia gamma di esperienze lavorative aiuta i bambini ad estendere i loro desideri e a promuovere quelle competenze che saranno fondamentali poi nella pianificazione delle scelte future a livello di scuola e di carriera; soprattutto aiuta a contrastare il rischio di dispersione scolastica.
Spesso le conoscenze del mondo dei più giovani sono limitate all’ambito familiare o alla cerchia dei conoscenti più intimi. Favorire incontri con adulti che possano far conoscere professioni e mestieri diversi da quelli noti diventa molto importante per superare, fin da piccoli, gli stereotipi di genere e per costruire una rappresentazione del mondo del lavoro più articolata rispetto a quella limitata alle esperienze di vita familiare.
Orientamento nella scuola dell’infanzia
Innanzitutto bisogna partire dalla conoscenza di sé stessi, acquisire consapevolezza delle proprie attitudini, prendere atto dei propri punti di forza e di debolezza. È il punto di partenza per affrontare, al momento giusto, le scelte sul futuro di studio e di lavoro. L’autonomia e un buon livello di autostima sono requisiti indispensabili per avviare un proprio progetto di vita. Nella scuola dell’infanzia, i campi di esperienza descritti nelle Indicazioni Nazionali contribuiscono a maturare la consapevolezza di sé nella società e a comprendere il mondo in cui si vive. Il campo di esperienza “il sé e l’altro” suggerisce una serie di attività volte proprio a promuovere la prima coscienza della propria identità: il bambino inizia ad accorgersi di aspetti che lo rendono diverso e unico e comincia ad avere consapevolezza della sua personalità. Il campo di esperienza “I discorsi e le parole” sollecita l’incontro con la lettura tramite il racconto di storie, ma soprattutto attraverso l’esplorazione di nuove realtà che aiutano i bambini a conoscere anche il mondo degli adulti, dei mestieri e delle professioni: sono le nuove esperienze che essi vivono anche attraverso giochi di ruolo ad arricchire il loro immaginario e la loro rappresentazione del mondo. Il gioco simbolico, ad esempio, è fondamentale per far capire, seppure a livello embrionale, quanto sia importante il lavoro nella società.
Orientamento nella scuola primaria
La scuola primaria, in continuità con quella dell’infanzia, propone attività che consentono all’alunno di sviluppare la consapevolezza di sé, di esprimere le proprie inclinazioni, di comprendere le proprie attitudini, di iniziare a delineare un personale percorso di formazione. In questi anni gli alunni devono essere messi, in maniera operativa, di fronte ad esperienze di apprendimento, diverse e stimolanti, tali da suscitare in loro curiosità ed interesse. Tali attività devono aiutarli anche a mettere alla prova le loro capacità comprendendo anche i propri limiti. È in questi anni che si incomincia a lavorare sulle competenze chiave per l’apprendimento permanente. La combinazione dinamica delle competenze di cittadinanza ed imprenditoriale unite alle soft skill aiutano l’alunno ad imparare e interagire nella società in maniera corretta, ad acquisire autonomia e capacità nell’affrontare i problemi. Ciò significa incominciare ad acquisire la capacità di lavorare con gli altri, di organizzarsi e di prendere decisioni: sono tutte caratteristiche necessarie per affrontare il futuro lavorativo.
In questa fase di crescita, l’alunno deve, soprattutto, imparare a partecipare alla vita sociale in maniera attiva. I percorsi da proporre potrebbero partire, come per l’infanzia, dalla narrativa perché è lo strumento ideale che permette di compiere esperienze attraverso l’immaginazione, che consente l’incontro con sé e con la diversità, che aiuta ad esplorare il mondo circostante. Dalle letture possono scaturire discussioni guidate sul lavoro e sulla sua utilità, racconti individuali e/o di gruppo che raccontano come ci si immagina da adulti. Tutte le storie favoriscono l’ampliamento lessicale ma, nello specifico, anche quello relativo alle professioni e ai mestieri; possono suscitare la curiosità di saperne di più incontrando le persone che rappresentano il mondo del lavoro; consentono anche di mettere in risalto la componente femminile al fine di contrastare gli stereotipi di genere.
Scuola secondaria di primo grado e PNRR
Le Linee guida per l’orientamento ribadiscono la necessità e l’importanza dell’orientamento continuo rispetto alle scelte formative, alle attività lavorative, alla vita sociale e ribadiscono la necessità di organizzare l’attività didattica in ottica orientativa fin dall’inizio del percorso scolastico dell’alunno. Richiamano gli obiettivi europei sull’orientamento e alcune piste privilegiate, come per esempio:
- l’innovazione metodologica e la valorizzazione della didattica cooperativa e laboratoriale per aumentare la motivazione, migliorare l’autostima, superare le difficoltà dei processi di apprendimento;
- la valorizzazione delle discipline scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche (STEM) soprattutto nelle donne, contrastando la discriminazione di genere;
- il precoce accompagnamento all’acquisizione delle life skill e della capacità di adattabilità professionale (adaptability).
Gli obiettivi europei sono richiamati nelle azioni veicolate dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). In particolare, il DM 170/2022[1] (contrasto alla dispersione), il DM 19/2024[2] (Riduzione dei divari territoriali), il DM 65/2023[3] (competenze STEM e multilinguistiche) prevedono azioni di tipo metodologico, didattico e innovativo e azioni finalizzate ad orientare gli alunni verso le discipline scientifiche.
Nel loro insieme, questi interventi dal fine dichiaratamente orientativo tendono a colmare le lacune negli apprendimenti, consentono di mettere in luce le attitudini degli studenti, li abituano all’autovalutazione e li accompagnano ad una scelta della scuola superiore quanto più consapevole e ponderata possibile.
Come orientare alla scelta della scuola superiore
A partire dall’anno scolastico 2023/2024, le scuole secondarie di primo grado hanno dovuto attivare in tutte le classi moduli di orientamento formativo di almeno 30 ore per anno scolastico, anche in orario extracurricolare. Il percorso di orientamento, rivolto agli alunni delle classi prime, deve partire, anche qui, dall’approfondimento della conoscenza di sé anche allo scopo di aiutare lo studente ad acquisire un metodo di studio efficace e coerente con il proprio stile di apprendimento. Nel passaggio da un ordine all’altro di scuola, sapersi orientare vuol dire sapersi confrontare con persone nuove, imparare a gestire un’organizzazione oraria e materiale più articolata, strutturare il tempo extrascolastico in funzione di nuove richieste. Nelle classi seconde e terze il percorso di orientamento prosegue con attività che permettono a ciascun alunno di acquisire consapevolezza delle proprie inclinazioni e attitudini anche attraverso l’analisi dei propri interessi; viene valorizzata la metacognizione e le attività di autovalutazione. Sono azioni importantissime per poter scegliere con consapevolezza.
Naturalmente, gli studenti devono conoscere bene gli istituti superiori del territorio e devono essere in grado di capire le diverse offerte formative. Su questo aspetto è utile anche la collaborazione con associazioni di settore. I genitori qui acquisiscono un ruolo fondamentale perché devono essere consapevoli sia delle vocazioni territoriali sia delle potenzialità e competenze reali dei propri figli perché possano sostenerli nelle scelte.
Piattaforma Unica e E-Portfolio
La piattaforma UNICA del MIM è attiva dall’11 ottobre 2023, si tratta di un supporto per gli studenti, ma anche per le famiglie. Offre servizi digitali per semplificare le comunicazioni scuola-famiglia fornendo informazioni e strumenti per una scelta consapevole del percorso scolastico. È uno strumento che non solo aiuta ad individuare le inclinazioni, a valorizzare i talenti di ciascuno, ma anche a superare le disuguaglianze e a promuovere il merito.
Nella secondaria di primo grado non è stata ancora introdotta in maniera formale la figura del docente tutor e dell’orientatore, ma gli studenti delle medie possono usare l’E-Portfolio personale, cioè uno strumento digitale all’interno della Piattaforma Unica, che consente di gestire e monitorare il proprio percorso d’istruzione, seguire lo sviluppo delle competenze acquisite attraverso l’apprendimento formale, non formale e informale e visionare la certificazione delle competenze e il consiglio orientativo. Al termine di ogni anno scolastico lo studente può caricare un elaborato ritenuto particolarmente significativo del percorso fatto e dei risultati raggiunti. In questo modo si promuove la capacità di autovalutazione e di spirito critico indispensabili per compiere scelte equilibrate per il proprio futuro.
Contatto sistematico tra le scuole
Il percorso orientativo della scuola del primo ciclo termina idealmente con il consiglio orientativo compilato dal Consiglio di classe di fine ciclo e con l’iscrizione dello studente alla scuola superiore o al percorso di istruzione e formazione professionale.
Il contatto sistematico tra le scuole potrebbe costituire una delle azioni più importanti per un migliore inserimento nella scuola che accoglie. Avere informazioni sui percorsi effettuati nella scuola secondaria di primo grado e sulle capacità maturate dagli studenti possono aiutare a migliorare l’inserimento nella nuova scuola, ma anche ad evitare scelte sbagliate. Sappiamo infatti che tra le cause di dispersione c’è anche la scelta errata della scuola superiore oltre alle aspettative troppo alte delle famiglie. A volte sono proprio i genitori che spingono il minore verso scuole superiori non adatte con il risultato di far sentire l’alunno incapace. A volte sono però le ambizioni nascoste dello studente, che non ha maturato la piena consapevolezza di sé, a spingerlo ad affrontare percorsi superiori alle proprie capacità che possono, poi, generare fallimenti e sfiducia in sé stessi.
È auspicabile che anche nella secondaria di primo grado venga formalizzata la figura del tutor e dell’orientatore e che questi referenti possano utilmente dare continuità al curricolo dell’orientamento del primo e del secondo ciclo.
Alcuni riferimenti
- G. Del Gobbo, D. Frison, G. Galeotti: Early Career Education. Strategie e prospettive di orientamento, Collana: “Pedagogical Perspective for Lifelong Lifewide Guidance”, 2021.
- M. Savickas, Career Adaptability, Mark L. Savickas, 2021.
- Life skill education in schools, OMS 1993.
- DM n. 328 del 22 dicembre 2022 Decreti di adozione delle Linee guida per l’orientamento, relative alla riforma 1.4 “Riforma del sistema di orientamento”, nell’ambito della Missione 4 – Componente 1 – del Piano nazionale Linee guida per l’orientamento.
- Disegno di legge sull’introduzione dello sviluppo di competenze non cognitive nei percorsi delle istituzioni scolastiche approvato l’11 gennaio 2022.
[1] DM 170 del 24 giugno 2022. Definizione dei criteri di riparto delle risorse per le azioni di prevenzione e contrasto della dispersione scolastica in attuazione della linea di investimento 1.4. “Intervento straordinario finalizzato alla riduzione dei divari territoriali nel I e II ciclo della scuola secondaria e alla lotta alla dispersione scolastica”nell’ambito della Missione 4 – Componente 1 – del Piano nazionale di ripresa e resilienza, finanziato dall’Unione europea – Next Generation EU.
[2] DM 19 del 2 febbraio 2024. Riparto delle risorse per la riduzione dei divari territoriali e il contrasto alla dispersione scolastica, in attuazione della Missione 4 – Istruzione e Ricerca – Componente 1 – Potenziamento dell’offerta dei servizi di istruzione: dagli asili nido alle Università – Investimento 1.4 “Intervento straordinario finalizzato alla riduzione dei divari territoriali nella scuola secondaria di primo e secondo grado e alla lotta alla dispersione scolastica” del Piano nazionale di ripresa e resilienza, finanziato dall’Unione europea – Next Generation EU.
[3] DM 65 del 12 aprile 2023. Decreto di riparto delle risorse alle istituzioni scolastiche in attuazione della linea di investimento 3.1 “Nuove competenze e nuovi linguaggi” nell’ambito della Missione 4 – Istruzione e Ricerca – Componente 1 – “Potenziamento dell’offerta dei servizi all’istruzione: dagli asili nido all’Università” del Piano nazionale di ripresa e resilienza finanziato dall’Unione europea – Next Generation EU.