Nei giorni 25, 26 e 27 ottobre 2024, Vicenza, con il suo teatro comunale, è stata protagonista del XXIII Convegno nazionale Nidi e Infanzia[1] dedicato al sistema integrato 0-6 sul tema continuità e coerenza educativa. Si tratta di una tre giorni a tutto campo per fare il punto sull’andamento dei servizi educativi e sulle scuole dell’infanzia statali e paritarie. L’obiettivo è quello di approfondire e discutere gli apporti degli studi sociologici, pedagogici, organizzativo-didattici nell’area dello 0-6, ma anche per cogliere i cambiamenti in atto alla luce dei documenti relativi alle Linee pedagogiche e agli Orientamenti Nazionali. All’iniziativa sono stati invitati i componenti della Commissione nazionale per il sistema integrato 0-6[2].
La Commissione nazionale 0-6
La Commissione nazionale infanzia per il sistema integrato 0-6 era stata presieduta dal Dirigente tecnico, Giancarlo Cerini, fino al 20 aprile 2021, data della sua scomparsa. Grazie al suo prezioso lavoro sono state realizzate le Linee pedagogiche pubblicate il 22 novembre dello stesso anno (DM 334 del 22 novembre 20219). Successivamente, sotto la presidenza di Susanna Mantovani, professore onorario di Pedagogia generale e sociale dell’Università di Milano Bicocca, è stato portato a buon fine il documento Orientamenti nazionali per i servizi educativi per l’infanzia (DM 24 febbraio 2022, n. 43).
I lavori della Commissione hanno avuto una grande ripercussione a livello nazionale e hanno contribuito a dare gambe al sistema integrato 0-6 che, come è noto, nasce dal D.lgs. 65/2017. Oggi possiamo parlare con maggiore competenza di cura e sostegno all’infanzia grazie soprattutto al lavoro della commissione e ai due documenti, già citati, che delineano un percorso di riattualizzazione delle progettualità educative a partire dagli studi più recenti e dalle esperienze innovative nel settore dell’ECEC (Sistemi di educazione e cura della prima infanzia).
Il convegno di Vicenza si pone come momento di riflessione e di sintesi con l’obiettivo di assicurare qualità nei servizi e, soprattutto, di garantire la formazione delle nuove generazioni.
I temi di studio
L’apertura del convegno, per l’aspetto culturale, è stata dedicata alla questione dei diritti all’educazione e ai relativi doveri. Gli approfondimenti successivi hanno riguardato l’attuazione dei diritti specifici dell’infanzia in Italia, la visione europea, l’attenzione alla sostenibilità. Lo sviluppo del pensiero nella prospettiva delle neuroscienze ha costituito un settore privilegiato per dare solidità a tutte le azioni volte alla cura dell’infanzia.
La parte centrale del convegno è stata quella della seconda giornata, svoltasi sabato 26 ottobre 2024, organizzata per sessioni parallele su temi interconnessi; qui i diversi componenti del gruppo nazionale Nidi e Infanzia si sono succeduti nel coordinamento dei lavori. L’obiettivo del convegno era proprio quello di portare in evidenza, tramite la presentazione di esperienze e di approfondimenti sugli specifici aspetti, le linee di coerenza nel sistema integrato 0-6 sul piano pedagogico generale e sulla governance.
Le cinque sessioni si sono occupate di:
- professionalità che si interfacciano nello 0-6;
- poli per l’infanzia con la presentazione di alcune esperienze in corso;
- coordinamenti pedagogici territoriali, intesi come strumenti di governance e promozione di qualità;
- dimensione della cura in correlazione con l’educazione;
- relazione educativa con la progettazione di contesti di apprendimento per bambini che imparano stando insieme.
La sintesi è stata una riflessione condivisa su questioni tuttora aperte, sulle azioni in corso d’opera e sulle sue prospettive future.
L’obiettivo fondamentale di questa iniziativa, e di tutte quelle che si realizzeranno in merito, è proprio quello di creare uno spazio di riflessione e di operatività riservato a tutti coloro che, in misura diversa, sono stati chiamati ad occuparsi di questo segmento di scuola, proprio allo scopo di mantenere e rafforzare gli investimenti che servono ad aumentare i servizi, a ridurre i costi alle famiglie e ad assicurare la diffusione del sistema integrato 0-6.
I poli per l’infanzia: una chiave per la continuità e la coerenza
La continuità è un aspetto rilevante nel sistema integrato 0-6. innanzitutto perché ci riferiamo ad un sistema che tiene insieme due segmenti 0-3 e 3-6 anni che hanno avuto, da sempre, una diversa gestione sul piano sociale, culturale e organizzativo, ma soprattutto per la valenza educativa che assume all’interno del percorso di sviluppo di ogni soggetto.
Nell’ambito della continuità si possono rintracciare alcuni aspetti portanti. In primis: l’attenzione ai bambini che crescono; il dialogo tra educatori dell’infanzia e docenti di scuola dell’infanzia; lo scambio con le famiglie.
I poli per l’infanzia racchiudono questa istanza di continuità proprio nella loro idea costitutiva: prevedono, infatti, in un unico plesso o in edifici vicini, più strutture di educazione e di istruzione che siano adatte sia alla prima sia alla seconda infanzia. Il quadro di riferimento è un percorso educativo che tenga conto dell’età e nel rispetto dei tempi e degli stili di apprendimento di ciascuno. Si caratterizzano quali laboratori permanenti di ricerca, innovazione, partecipazione e apertura al territorio, anche al fine di favorire la massima flessibilità e diversificazione per il miglior utilizzo delle risorse, condividendo servizi generali, spazi collettivi e risorse professionali. Uno studio recente[3] sui poli si è occupato, a questo proposito, dei modelli di implementazione nelle diverse regioni unitamente alla ricerca sul significato che sottende ogni modello.
Le Linee pedagogiche, sopra citate, richiamano il concetto del lavoro svolto nei Poli per l’infanzia «rinforza la conoscenza reciproca e la comunicazione tra il personale educativo e insegnante operante nel percorso 0-6, sollecita uno scambio continuativo di riflessioni ed esperienze e crea occasioni di attività di lavoro educativo e di formazione in comune… facilita l’impegno di educatori/insegnanti nella progettazione e realizzazione di percorsi educativi coerenti da 0 a 6 anni»[4].
Coordinamenti pedagogici e profili professionali
Anche i coordinamenti pedagogici territoriali risultano strategici (laddove sono stati istituiti e funzionano) in quanto rappresentano organismi di governance e di promozione di percorsi formativi impostati sulla continuità. Non si tratta solo di progettare insieme azioni intenzionali e calibrate sulle caratteristiche di bambini e bambine, ma anche di quella continuità di modi di porsi nei confronti dell’atto educativo.
Se si affronta il tema della coerenza non si può prescindere dai profili delle professionalità coinvolte nel sistema integrato 0-6, dalla necessità di condividere i linguaggi, ma anche le stesse idee di bambino e di scuola a cui ognuno fa riferimento nel processo educativo. È una condivisione necessaria per costruire un patto educativo tra educatrici e insegnanti da condividere con le famiglie.
La coerenza educativa è uno degli aspetti rilevanti nella crescita dei bambini perché fornisce fiducia ai soggetti che si rafforzano nella curiosità verso le cose e le persone, nella scoperta del mondo, nelle relazioni tra pari e con gli adulti. Le posture pedagogiche[5], per utilizzare un lessico delle stesse Linee Pedagogiche, sono fondate sulla cura e sul riconoscimento dell’altro e sugli atteggiamenti condivisi. Tali posture, sintetizzate in cinque parole che caratterizzano i modi di essere dell’adulto (accogliente, incoraggiante, regista, responsabile, partecipe), rappresentano un ulteriore aspetto chiamato in causa quando si parla di coerenza educativa; richiedono ascolto reciproco, dialogo sincero e confronto aperto.
Un altro aspetto importante sulla progettazione di contesti di apprendimento è il gioco e l’esplorazione, modi di essere che assumono importanza fondamentale per l’apprendimento sia individuale sia nel piccolo sia nel grande gruppo.
Questioni aperte
Il sistema integrato 0-6 resta un ambito di forte traino per il sostegno alla natalità e per il contrasto al decremento demografico. Il sostegno risulterà sempre maggiore se si arriverà a ampliare i servizi in tutte le regioni in maniera equa e fondati su sistemi di alta qualità. Allargare la frequenza dei bambini ai nidi, ai servizi integrativi per l’infanzia, alle scuole dell’infanzia costituisce un investimento sia della società in generale, sia delle comunità locali nello specifico.
Il dialogo che si è aperto, e che si sta lentamente espandendo nei due segmenti 0-3 e 3-6, sta facendo crescere la cultura dell’infanzia: madri e padri sono oggi sufficientemente consapevoli che l’inserimento dei propri figli all’interno di questo sistema educativo è fondamentale per il loro sviluppo cognitivo, affettivo e sociale. C’è, però, ancora bisogno che tali convincimenti siano alla portata di tutti e che tutti possano contare sulla presenza nel proprio territorio di nidi e scuole per l’infanzia adeguati ed accessibili per tutte le tipologie di famiglie, soprattutto per quelle della fascia più debole, proprio per poter superare, alla radice, i gap socio-culturali.
Per queste ragioni occorre ancora mettere a punto la formazione iniziale e quella in sevizio, valorizzare le forme diversificate di coordinamento, favorire la costruzione di Poli per l’infanzia diffondendo ovunque, e con tutti i sistemi, quanto sia importante per la società investire sull’infanzia.
[1] https://grupponidiinfanzia.it/: è un’associazione che vuole offrire occasioni di incontro e discussione tra persone che operano nel settore dell’educazione della prima infanzia, in luoghi diversi e in diverse situazioni professionali, attorno ai temi della vita e della condizione sociale dei bambini piccoli, della cura ed educazione nella prima infanzia, della qualità e delle prospettive delle scuole e dei servizi per l’infanzia.
[2] La Commissione 0-6, costituita ai sensi dell’articolo 10 del D.lgs 65/2017, è formata da esperti in materia di educazione e di istruzione dei bambini da zero a sei anni designati dal Ministro dell’istruzione e del merito, dalle Regioni e dagli Enti Locali, ha compiti consultivi e propositivi. La Commissione, che dura in carica tre anni, è in attesa di una nuova riformulazione da parte dal MIM avendo completato il mandato il 31 agosto 2024.
[3] C. Stringher, U. Sandre, L. Donà, Nodi critici nella costituzione dei Poli per l’infanzia: un’analisi comparativa dei modelli regionali di implementazione e una rassegna sistematica qualitativa, in Q TIMES n. 3, 2024.
[4] DM 22 novembre 2021, n. 334, Adozione delle “Linee pedagogiche per il sistema integrato 0-0” ai sensi dell’articolo 10, comma 4 del D.lgs. 13 aprile 2017, n. 65. Vedi Parte VI (Le Garanzie della Governance), paragrafo 5 (I Poli per l’infanzia), p. 40.
[5] L. Donà, Posture pedagogiche. Il fondamento della relazione educativa, in Scuola 7 n. 374 del 10 marzo 2024