L’Intelligenza Artificiale (ChaptGPT, Gemini, Copilot, Claude) è entrata prepotentemente nella nostra vita e conseguentemente è iniziato un dibattito sul suo utilizzo nella didattica e nell’educazione.
L’Unesco, nell’ottobre 2023, gli ha dedicato un numero di Le Courrier de l’Unesco[1]. La Vicedirettrice Stefania Giannini pone l’accento sul fatto che l’IA rappresenta una rivoluzione inevitabile nel campo dell’istruzione, ma che è necessario un approccio cauto e regolamentato per gestire l’adozione di queste tecnologie. L’IA può offrire benefici significativi, come il supporto all’apprendimento personalizzato e l’inclusione di studenti in situazioni di svantaggio, fragilità o con disabilità. Nel contempo il rapido ritmo di diffusione di queste tecnologie nel sistema educativo richiede un sistema di controllo e regolamentazione.
L’IA e il contrasto alla dispersione scolastica
In un altro articolo[2] della medesima rivista, si rintraccia l’idea di come l’IA diviene uno strumento contro la dispersione scolastica. Il riferimento è alla provincia di Mendoza, in Argentina, in cui si è sperimentato l’uso di un algoritmo per combattere il fenomeno dell’abbandono scolastico. Dal 2022, le scuole hanno adottato un sistema d’allerta per identificare gli studenti che sono a rischio d’abbandono degli studi. L’algoritmo, messo a punto dall’Università di Buenos Aires, monitora diverse variabili: i risultati scolastici, le assenze, il livello d’istruzione familiare e i ritardi scolastici. Il sistema fornisce informazioni dettagliate che consentono di agire tempestivamente e mette a disposizione degli insegnanti dati per stabilire un rapporto più empatico con gli studenti a rischio.
Pensiamo alla sua applicazione per combattere la dispersione in Europa ed in Italia: basti pensare che nel 2022 il 9,6% degli Europei tra 18 e 24 anni ha lasciato la scuola senza conseguire ulteriori titoli di studio di secondo grado o qualifiche professionali e sempre, secondo dati Eurostat, l’Italia è il quinto Paese europeo con più abbandoni (11,5%), dopo Romania (15,6%), Spagna (13,9%), Ungheria (12,4%) e Germania (12,2%)[3].
L’esperienza di una rete di scuole in Friuli-Venezia Giulia
Nell’a.s. 2023/2024, in Friuli-Venezia Giulia, si è costituita una rete di scuole che ha redatto un documento titolato: “Costruire il Futuro”, linee guida per l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale in ambito scolastico[4], promuovendo un approccio collaborativo tra le cinquantacinque scuole per integrare l’IA nell’insegnamento e nell’apprendimento. L’idea è di supportare gli studenti alle sfide future, esplorando le potenzialità e i rischi dell’IA attraverso formazione, creatività e miglioramento didattico. Le scuole mirano a sviluppare competenze nell’uso responsabile dell’IA, incoraggiando l’innovazione e promuovendo riflessioni ragionate sull’utilizzo etico di queste tecnologie.
Gli aspetti principali evidenziati sono:
- trasparenza e comprensione dell’IA (gli algoritmi utilizzati devono essere comprensibili e trasparenti, per evitare pregiudizi e discriminazioni);
- privacy e protezione dei dati (è cruciale proteggere i dati personali degli studenti, assicurando che l’IA non comprometta la loro riservatezza);
- inclusione ed equità (gli strumenti basati su IA devono essere accessibili a tutti, inclusi gli studenti con disabilità, e promuovere un ambiente inclusivo e rispettoso delle diversità);
- responsabilità umana, nel senso della necessità dell’integrazione dell’IA nei programmi scolastici, mantenendo la centralità del ruolo umano e professionale dell’insegnante.
Un lavoro approfondito che può essere utilizzato come esemplificativo a livello nazionale e già viene preso a modello da molte realtà scolastiche.
Le iniziative sperimentali a livello nazionale
Il MIM, nel corrente anno scolastico, ha avviato una sperimentazione con 15 istituti scolastici in quattro regioni con la volontà di estendere l’iniziativa nell’a.s. 2025-2026[5].
Tra gli istituti selezionati vi sono due istituti della Calabria, in un’area che manifesta significative problematiche socio-economiche. Si coglie che la scelta del MIM è orientata a ridurre i divari proponendo sperimentazioni didattiche capaci di potenziare e migliorare l’offerta formativa in aree delicate per il rischio di abbandoni.
INDIRE ha proposto il progetto Paths (Philosophical Approach to THinking Skills) sull’IA[6] e a Fiera Didacta Puglia, svolta dal 16 al 18 ottobre 2024, è stato presentato il workshop “Scenari futuri: l’IA per le piccole scuole” durante il quale si è cercato di comprendere quali tecnologie possono meglio sincronizzarsi con le necessità di un contesto didattico-educativo particolare con classi e numeri di alunni contenuti.
Sempre nel corrente anno 2024, è stato pubblicato IA pour les enseignants. Un manuel ouvert[7], (poi tradotto in italiano). Questo contributo ribadisce il concetto che l’IA può facilitare l’apprendimento, attraverso sistemi adattivi, analisi dei dati educativi e personalizzazione.
I docenti possono ottimizzare la gestione delle classi e identificare gli studenti a rischio, migliorandone il livello di inclusione. Va tenuto presente che l’IA non sostituisce l’insegnante ma ne potenzia le capacità, garantendo un apprendimento più mirato e personalizzato.
Come supportare un approccio critico
Nella Giornata mondiale per la Sicurezza in Rete del 2024, l’IA è al centro dell’evento di Generazioni Connesse, il Safer Internet Centre italiano, coordinato dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, a conferma dell’interesse su questa area innovativa per gli scenari futuri in termini di supporto all’apprendimento.
Tra le iniziative è utile segnalare anche il Progetto DIG4Future – Digital competencies, Inclusion and Growth for Future generations di Save The Children[8]. Si tratta di un progetto Erasmus+ co-finanziato dalla Commissione Europea che vede la partecipazione di quattro partner in altri Paesi europei (Italia, Romania, Bulgaria e Grecia), che mira a migliorare le competenze digitali dei giovani ‘digitalmente esclusi’, di età compresa tra gli 11 e i 14 anni, che vivono in contesti svantaggiati di aree urbane/rurali.
Nei moduli 1 e 3 si riflette sull’utilizzo dell’IA approfondendo i falsi miti e le aspettative non realistiche come pure le applicazioni di intelligenza artificiale e machine learning per accompagnare lo studente a riflettere su vantaggi e limiti di tale tecnologia.
In tutte queste progettualità emerge in modo chiaro la prudenza nell’utilizzare questa opportunità affinché le possibili applicazioni possano divenire risorsa per chi apprende e supporto per le attività di insegnamento.
L’IA è già nel presente e nel futuro dei giovani
L’idea della convivenza con l’intelligenza artificiale da parte dei giovani trova motivo di conferme in un documento, collegato al DM 41/2024[9] redatto dal Gruppo PNRR dell’USR Marche, in cui l’IA viene vista ancora una volta come uno strumento fondamentale per migliorare l’inclusività e l’accessibilità nel contesto educativo e lavorativo, soprattutto per le persone con disabilità, a riprova della valenza educativa dell’IA se ben utilizzata.
Basti ricordare che gli ambienti di apprendimento virtuali offrono moltissime applicazioni che possono aiutare gli studenti nel loro percorso di apprendimento: da sistemi di digitazione vocale a lettura digitale per citare quelli ad alto impatto compensativo per i disturbi specifici di apprendimento e non solo.
Lo stesso browser EDGE ha introdotto la funzione “leggi ad alta voce” che legge in tutte le lingue quanto è scritto nella pagina aperta (compresi i file pdf) utilizzando l’IA.
La sfida nuova del nostro secolo mostra che le tecnologie artificiali diventeranno parte rilevante nella costruzione delle competenze di cittadine e cittadini, tanto che le numerose iniziative formative e ordinamentali la considerano come elemento imprescindibile.
A titolo esemplificativo, nell’a.s. 2022/23 é stata istituita la Rete Nazionale dei Licei curvatura Scienza dei dati e Intelligenza Artificiale[10], la scuola capofila è il Liceo Buonarroti di Monfalcone, a cui hanno aderito istituti di tutta Italia, un segnale che l’istruzione liceale utilizza questi apporti come possibili curvature del curricolo.
Ambienti didattici derivati dall’IA
Sono molteplici gli ambienti di apprendimento virtuali che sfruttano l’IA per l’attività in aula, per l’organizzazione e per la progettazione didattica, come Magic School (una delle più diffuse a livello mondiale con oltre 60 Tools), School.ai etc.
Le piattaforme Magic School o School.ai supportano l’inclusività e il potenziamento degli studenti offrendo strumenti d’IA che facilitano l’apprendimento personalizzato. Grazie a funzionalità come tutor virtuali, feedback in tempo reale e analisi dei dati degli studenti, Magic School adatta i contenuti alle esigenze individuali e mette a disposizione un coach didattico virtuale Raina. Queste soluzioni supportano gli studenti con bisogni educativi speciali, garantendo loro un percorso formativo su misura, migliorando la loro partecipazione e motivazione, per quelli con competenze elevate le potenziano con proposte calibrate sulle specifiche capacità.
Anche Khan Academy ha la piattaforma Khamingo che utilizza l’IA con una proiezione che fa diventare chatbot[11] il tutor per gli studenti.
Google Workspace for Education e Office 365 education propongono l’interazione delle app con le rispettive AI.
Le sfide dell’avanzamento tecnologico
Il proliferare di ambienti virtuali e di proposte interattive per la didattica rappresentano una sfida nella sfida per la formazione dei docenti e per l’aggiornamento delle metodologie di insegnamento-apprendimento. Serve quindi un investimento sulla formazione iniziale e in servizio del personale docente proprio per essere garantiti nell’utilizzo pro-attivo dell’IA in un continuo interscambio con gli studenti e con l’evoluzione di questi strumenti.
La sfida per la scuola italiana consiste anche nell’utilizzare l’IA nella progettazione didattica e nella redazione dei documenti di competenza dei docenti.
Anche il lavoro amministrativo del personale ATA e degli uffici preposti al funzionamento del sistema scolastico deve essere messo in grado di beneficiare dei vantaggi offerti dall’IA, ad esempio per facilitare le procedure e semplificare passaggi operativi.
Come spesso accade, mentre la scuola si avvicina cautamente a questa novità, il 65% degli studenti, nell’a.s. 2023/2024, già ha utilizzato l’IA per svolgere i compiti[12] e la fascia giovane è la più esperta nell’interazione con queste nuove opportunità tecnologiche. Proprio per questo occorre che la scuola tenga conto della velocità dei cambiamenti in atto, potenziando le competenze dei giovani che affronteranno tutto il XXI secolo senza perdere di vista l’assunzione di comportamenti responsabili e ancorati alla dimensione della realtà.
[1] En classe, l’IA doit rester à sa place in L’école à l’heure de l’intelligence artificielle, Le Courrier de l’UNESCO octobre-décembre 2023, pp. 6-8.
[2] En Argentine, un algorithme pour lutter contre le décrochage scolaire, in L’école à l’heure de l’intelligence artificielle, Le Courrier de l’UNESCO octobre-décembre 2023, pp. 22-23.
[3] L’Italia è quinta in Europa per abbandono precoce degli studi
[4] Intelligenza Artificiale: pubblicate le Linee Guida della Rete di Scuole FVG. Si può scaricare le Linee Guida
[5] Il Ministro Valditara a New York per la 79ª Settimana di Alto Livello dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite: focus su Intelligenza Artificiale (IA), digitalizzazione e innovazione nell’istruzione
[6] Blockchain e intelligenza artificiale sbarcano in aula in La scuola riparte il nuovo anno scolastico, I Libri del Sole 24 Ore Settimanale – n. 28/2024 – Settembre 2024, pp.21-22.
[7] DIG4Future – Digital competencies, Inclusion and Growth for Future generations
[8] Éducation, numérique et recherche Veille et diffusion des travaux de recherche sur le numérique dans l’éducation
[9] Gruppo supporto PNNR (consultabile in “Azioni e attuazione del PNRR 2024”: la presentazione per gli incontri territoriali sul tema rivolti ai dirigenti scolastici e ai direttori dei servizi generali e amministrativi della regione”)
[10] Rete Nazionale dei Licei. Scienza dei dati e Intelligenza Artificiale.
[11] Un chatbot è un programma informatico che simula la conversazione umana con un utente finale. Non tutti i chatbot sono dotati di AI ma i chatbot moderni utilizzano sempre più le tecniche di AI conversazionale come l’elaborazione del linguaggio naturale (NLP) per comprendere le domande degli utenti e automatizzare le risposte. Cfr. Che cos’è un chatbot? | IBM.
[12] Cresce l’uso intelligenza artificiale nelle scuole: il 65% degli studenti la utilizza per i compiti. La ricerca condotta da Tgm Research per conto di NoPlagio