La nota della Direzione generale per lo studente, l’inclusione e l’orientamento scolastico prot. n. 2560 del 29 agosto 2024 ha invitato le scuole ad indire nel corrente anno scolastico 2024/2025 le elezioni suppletive o le surroghe dei rappresentanti delle Consulte provinciali degli Studenti (CPS) eletti per il biennio scolastico 2023-2025. Analizziamo, in questo contributo, la storia ed il ruolo di quest’organo rappresentativo degli studenti, strategico per la reale e piena partecipazione delle rappresentanze istituzionali degli studenti alla vita della comunità scolastica.
Il rinnovo delle Consulte provinciali degli studenti
In concomitanza con le elezioni per il rinnovo degli Organi collegiali, gli studenti delle scuole secondarie di II grado saranno impegnati, entro la fine del mese di ottobre, a ridefinire la compagine dei rappresentanti – due per ogni scuola – delle Consulte provinciali degli studenti (Cps). Ce lo ricorda la nota MIM 2560/2024, prima citata, che invita le scuole a procedere alle elezioni suppletive o alla surroga di quei rappresentanti che, eletti per il biennio scolastico 2023-25, “abbiano cessato l’incarico per qualsiasi causa o che abbiano perso i requisiti di eleggibilità, anche per aver conseguito il diploma”.
La nota fa presente che si potrà ricorrere alla nomina per surroga solo nel caso in cui nella lista dello studente decaduto dall’incarico siano presenti altri candidati risultati primi non eletti; in caso contrario, si dovrà procedere ad elezioni.
Rappresentanze studentesche ed educazione civica
Ormai prossime alla soglia dei 30 anni, le Consulte vivono oggi un momento particolarmente favorevole sotto il profilo del riconoscimento e del dialogo istituzionale, fortemente promosso dal Ministero di viale Trastevere. La legittimazione dell’impegno dei giovani studenti del secondo ciclo di istruzione nell’esercizio della rappresentanza studentesca in tutte le sue forme trova infatti conferma anche nel recente DM 183/2024 “Linee guida per l’insegnamento trasversale dell’educazione civica”, dove la partecipazione alle attività delle Consulte – al pari dei Consigli di classe e dei Consigli di Istituto – è riconosciuta tra gli obiettivi di apprendimento della competenza n. 1 destinata a “Sviluppare atteggiamenti e adottare comportamenti fondati sul rispetto verso ogni persona, sulla responsabilità individuale, sulla legalità, sulla partecipazione e la solidarietà, sulla importanza del lavoro”.
Se ne desume che ciascuna Istituzione scolastica, nella autonoma progettazione dei percorsi di Educazione civica, può promuovere nei giovani il valore della rappresentanza, come percorso di crescita nell’esercizio della cittadinanza attiva, avvalendosi al contempo dello sguardo critico e attento che caratterizza le giovani generazioni alla ricerca di delineare il proprio futuro attraverso il miglioramento della proposta educativa.
Un po’ di storia e di norme
Le Consulte provinciali studentesche rappresentano dunque un importante tassello nella partecipazione attiva degli studenti alla vita scolastica. La loro istituzione e organizzazione è disciplinata dal D.P.R. 567 del 10 ottobre 1996, emanato a seguito della direttiva MPI 133 del 3 aprile 1996 sulle iniziative complementari e integrative all’interno delle istituzioni scolastiche. Le successive modifiche e integrazioni al DPR hanno via via adeguato il ruolo e l’impegno delle Consulte alle istanze di una società in continuo cambiamento.
I due rappresentanti eletti in ciascuna scuola di una stessa provincia si riuniscono periodicamente (in genere una volta al mese) per discutere, confrontarsi, approfondire tematiche, articolando il loro lavoro in commissioni e affidando le loro richieste ad un presidente eletto al loro interno.
Il benessere scolastico, la sicurezza nelle scuole, la dispersione sia esplicita che implicita, l’inclusione sono solo alcuni dei temi trattati in questi ultimi tempi dalle Consulte nei loro incontri provinciali, temi che costituiscono poi la base del confronto all’interno dell’organismo di Coordinamento regionale dei Presidenti delle Consulte provinciali di ciascuna regione.
Il supporto della scuola e dell’organizzazione scolastica territoriale
Come disciplinato dal D.P.R. 268 del 29 novembre 2007 e dalla circolare ministeriale n. 1725/2008, i giovani delle Consulte possono contare, nella loro attività, sui docenti referenti di Istituto e sul supporto dei Referenti regionali e provinciali, di norma dirigenti scolastici e docenti in servizio rispettivamente presso gli Uffici scolastici regionali e gli Ambiti Territoriali, che insieme con gli Ispettori tecnici coadiuvano il loro percorso garantendo il corretto funzionamento di tale organismo, sia per quanto attiene all’osservanza del Regolamento interno sia per il rispetto delle norme amministrativo-finanziarie. I referenti esprimono infatti pareri tecnici sulle deliberazioni della Consulta, assicurando così la correttezza, la democraticità e il buon andamento dei lavori, ma soprattutto sostenendo la più ampia partecipazione dei giovani e il loro esercizio di democrazia diretta e di cittadinanza attiva.
L’impegno del Ministero
È stato proprio il Ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, a ribadire l’importanza delle Consulte Provinciali Studentesche nel contesto dell’istruzione italiana. Il Ministro ha riconosciuto il valore del coinvolgimento degli studenti nella vita scolastica, sottolineando come la loro partecipazione debba essere vista non solo come un diritto, ma anche come un dovere civico, di servizio, quello che contribuisce a rendere una scuola più democratica.
Già agli inizi del corrente mese di ottobre (2024) i Coordinatori e i rispettivi Referenti regionali sono stati perciò convocati a viale Trastevere, per formulare proposte, a margine delle attività finora svolte.
I giovani hanno avuto così modo di esporre le tematiche emerse nel corso dell’ultimo Consiglio Nazionale – che ha visto radunati a Tivoli i Presidenti delle Consulte studentesche e i referenti di tutte le province d’Italia – e di confrontarsi con i vertici istituzionali sulla riforma degli ITS, sulle soft skills, sull’educazione alla rappresentanza, sull’orientamento e sui trasporti.
Una fitta agenda di appuntamenti
L’incontro di ottobre, primo di una serie di appuntamenti in agenda per il nuovo anno scolastico, segue di fatto altre iniziative già messe in campo dal MIM.
Nel mese di giugno, in concomitanza con il G7 Istruzione che si è svolto a Trieste, i componenti dell’Ufficio di Coordinamento Nazionale, che raccoglie i coordinatori e i referenti di tutte le regioni d’Italia, sono stati infatti invitati a partecipare alle giornate conclusive dell’iniziativa nazionale “YoungG7 for education – Scuola Futura”, a Lignano Sabbiadoro. Inserita nell’ambito del percorso di formazione sull’innovazione didattica e digitale del PNRR, la manifestazione ha dato ai giovani l’opportunità di confrontarsi sui temi dell’intelligenza artificiale e, dal punto di vista dell’educazione civica, sulle modalità di svolgimento dei lavori del G7 e delle deliberazioni.
Coordinatori e referenti regionali sono stati invitati dalla Commissione di studio per la revisione delle Indicazioni nazionali e delle Linee guida a partecipare anche ad un incontro on-line per portare il loro contributo su temi quali:
- i nuovi bisogni emergenti nella realtà quotidiana del ‘fare scuola’;
- l’acquisizione a scuola delle competenze per il lavoro e per lo svolgimento delle professioni del futuro;
- le strategie per il miglioramento dei percorsi di orientamento al lavoro.
Più di recente, i componenti l’Ufficio di Coordinamento Nazionale (UCN) delle Consulte studentesche sono stati invitati alla Cerimonia d’inaugurazione del nuovo anno scolastico che si è svolta a Cagliari, alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella e del ministro Valditara.
Un ruolo da valorizzare per l’esercizio della partecipazione
È fondamentale, dunque, che la cultura della partecipazione sia vissuta in tutte le aule scolastiche, in modo da rendere consapevoli gli studenti che l’esperienza della Consulta è parte integrante della loro formazione e della crescita di un’autentica coscienza civica.
Le scuole del secondo ciclo sono perciò chiamate a promuovere azioni efficaci di informazione e disseminazione, anche ai fini di una valutazione positiva della proposta progettuale offerta all’utenza.