Il 26 settembre scorso è stato firmato il nuovo CCNl sul Fondo per il miglioramento dell’offerta formativa per l’anno scolastico 2024/2025. Le risorse a disposizione del Fondo ammontano a 844,360 milioni di euro, cui si devono aggiungere i 3 milioni destinati a remunerare la continuità nelle scuole delle piccole isole, per un totale di 847,360 milioni di euro.
Si tratta di una cifra superiore di 46,5 milioni rispetto alFondo dell’anno scolastico precedente. Gli incrementi comprendono i 3 milioni di euro stanziati con la legge di bilancio per il 2022 finalizzati ad incentivare la continuità didattica nelle istituzioni scolastiche situate nelle piccole isole, i 6 milioni di euro previsti per la c.d. “Agenda sud” destinati al contrasto alla dispersione e a valorizzare la continuità in servizio nelle aree di maggiore disagio ed infine i 30 milioni previsti per la valorizzazione della professionalità docente.
Cos’è il Fondo MOF
Il Fondo per il miglioramento dell’offerta formativa è stato istituito con l’articolo 39 bis del CCNL Scuola 2016-2018 ed è entrato in vigore con l’anno scolastico 2018/2019.
Nel FMOF sono contenuti i compensi accessori per retribuire le prestazioni rese dal personale docente, educativo ed ATA per potenziare il processo di autonomia scolastica, in riferimento alla realizzazione delle azioni e dei progetti contenuti nel P.T.O.F. (piano triennale offerta formativa), e in relazione alle richieste del territorio e del contesto in cui opera l’istituzione scolastica. Annualmente lo stato, ad inizio anno scolastico, eroga tali finanziamenti alle Istituzioni Scolastiche.
All’interno del FMOF è inserito il FIS, il Fondo dell’istituzione scolastica, che ne rappresenta una sorta di sottoinsieme. Ciò si evince, nello specifico, andando a visualizzare l’articolo 40 del CCNL 2016/2018 comparto istruzione e ricerca.
Quali attività sono retribuite con il FIS
Con il FIS le istituzioni scolastiche retribuiscono tutte quelle attività relative ad aspetti didattici, organizzativi, di ricerca e di valutazione che sono essenziali nella scuola dell’autonomia, talvolta tramite compensi forfettari, per il personale, definiti con la contrattazione d’istituto.
Nello specifico, per i docenti:
- compensi per le ore aggiuntive di insegnamento, recupero e potenziamento;
- compensi per i collaboratori del Dirigente scolastico in base all’art. 25 del D.lgs. 165/2001.
Per il personale ATA:
- sostituzione DSGA;
- indennità di direzione DSGA;
- intensificazione per maggior carico di lavoro e piccole manutenzioni;
- compensi per ogni altra attività deliberata dal consiglio di istituto nell’ambito del PTOF.
I parametri rispetto ai quali il MIM assegna le ricorse economiche sono i seguenti:
- numero di punti di erogazione del servizio/istituto, plesso, corso o succursale;
- dotazione organica/totale numero personale docente e ATA;
- aree soggette a maggiore rischio educativo;
- ulteriori parametri dimensionali e di struttura utili per tenere conto della specificità e della complessità di particolari tipologie di istituzioni scolastiche ed educative.
Le ulteriori risorse
L’ampliamento dell’offerta formativa, così come previsto nel PTOF e come declinato nelle scuole dell’autonomia, deve essere necessariamente supportato da risorse economiche incentivanti e cosi, accanto a quelle previste dal FIS, altre voci ampliano il FMOF:
- risorse destinate ai compensi per le ore eccedenti del personale docente di educazione fisica nell’avviamento alla pratica sportiva;
- le risorse destinate alle funzioni strumentali al piano triennale dell’offerta formativa. Le funzioni strumentali (F.S.) sono incarichi che il Dirigente scolastico affida a docenti che ne hanno fatto domanda e che, secondo il loro curriculo, possiedono le specifiche competenze e capacità nelle aree di intervento individuate dal collegio docenti per favorire, a livello progettuale ed organizzativo, l’attuazione di quanto indicato nel piano triennale dell’offerta formativa;
- le risorse destinate agli incarichi specifici del personale ATA. Sono quegli incarichi che per il loro svolgimento richiedono un maggior impegno e pertanto il contratto nazionale ha previsto che vengano compensati. La contrattazione di istituto decide i criteri di attribuzione degli incarichi al personale ed i compensi da dare a ciascuno incarico. Sono ritenuti incarichi specifici: a) attività oltre l’orario d’obbligo dovute ad esigenze imprevedibili e improrogabili (progetti, manifestazioni, ecc.); b) piccola manutenzione arredi; c) pulizia gravosa e lavori disagiati (mensa / traslochi / pulizie straordinarie ecc.);
d) spostamento tra i vari punti di erogazione del servizio; - le risorse destinate alle misure incentivanti per progetti relativi alle aree a rischio, a forte processo immigratorio e contro l’emarginazione scolastica. Sono fondi destinati alle istituzioni scolastiche sulla base dei relativi indicatori afferenti alla dispersione scolastica e alla presenza di alunni stranieri. L’assegnazione è effettuata in maniera proporzionale all’indicatore percentuale risultante a livello di singola scuola;
- le risorse destinate alle ore eccedenti per la sostituzione dei colleghi assenti e quelle per la valorizzazione dei docenti; l’assegnazione di tali risorse è direttamente proporzionale all’entità dell’organico della singola istituzione scolastica.
Le novità: le attività di formazione
Il FMOF 2024/2025 contiene le novità per i nuovi istituti contrattuali previsti dal CCNL 2019/2021 (attività di formazione, incarichi specifici del personale ATA, indennità di disagio per il personale assistente tecnico del primo ciclo), rispetto al precedente a.s. 2023/2024.
È stato incrementato il FIS per retribuire le ore di formazione dei docenti eccedenti le 40+ 40 ore di attività funzionali all’insegnamento. Si tratta sicuramente di una misura incentivante e indispensabile per il miglioramento dell’offerta formativa. Una scuola di qualità deve puntare sulla formazione continua dei propri insegnanti e questa particolare attenzione, considerato il carico di lavoro non indifferente del corpo insegnante, è senza dubbio un segnale importante.
La quota disponibile è distribuita in proporzione all’organico dell’autonomia, inclusi i docenti di sostegno e il personale educativo. Sarà cura delle scuole attivare azioni di monitoraggio delle ore spese nelle ore di carattere collegiale, per determinare il monte ore rimanente per attività di formazione e l’eventuale fabbisogno da remunerare.
Indennità per gli Assistenti tecnici
È stata introdotta una indennità (sino a un tetto massimo di 800 euro) per gli assistenti tecnici delle scuole del primo ciclo.
La figura dell’assistente tecnico al primo ciclo è stata introdotta durante il periodo pandemico, proprio per agevolare la DDI ed il ritorno a scuola, dopo il periodo funesto del lockdown nell’a.s. 2020/2021. Ad ogni assistente tecnico sono state affidate più scuole da seguire e ciò ha comportato un disagio non indifferente nel cercare di soddisfare al meglio le richieste dei diversi istituti assegnati.
Indennità di direzione
È stata incrementata anche l’indennità di direzione-parte variabile dei DSGA, tenuto conto che l’importo di tale indennità è fermo da più di 15 anni.
È un primo passo in avanti per valorizzare una figura che ormai riveste un ruolo determinante nella governance scolastica. Negli ultimi anni le funzioni e le competenze dei DSGA sono notevolmente aumentate, in considerazione della complessità del lavoro svolto soprattutto in merito a tutte le attività connesse al PNRR.
Indennità di servizio nelle zone disagiate e nelle piccole isole
Viene valorizzata la figura dei docenti (di ruolo e supplenti) che hanno prestato servizio in scuole situate nelle aree socialmente disagiate per almeno tre anni continuativi, così come è prevista la regolazione dell’indennità di disagio ai docenti (di ruolo e supplenti) che prestano servizio nelle piccole isole.
In entrambe le situazioni, aree di disagio o piccole isole, l’incentivo è importante poiché tende ad arginare il fenomeno, purtroppo frequente, del turn–over degli insegnanti nelle scuole particolarmente disagiate o a rischio.
Gli incentivi previsti possono contribuire alla stabilità di organico all’interno rendendo maggiormente attrattive quelle istituzioni scolastiche e magari facendo in modo che le migliori professionalità siano invogliate a rimanere stabilmente nelle sedi, favorendo la continuità necessaria a costruire una comunità educante legata al contesto e al territorio.
Le risorse per i collaboratori scolastici e le economie
È stato anche previsto un compenso ulteriore di 700 euro (da parametrare alla posizione economica) per i collaboratori scolastici con incarico per l’assistenza agli alunni, con priorità all’infanzia e per gli alunni con disabilità.
È stata, inoltre, sottoscritta una dichiarazione congiunta tra Ministero e sindacati, che definisce le priorità per l’assegnazione delle risorse non utilizzate negli anni precedenti, che saranno oggetto di trattativa a breve.
Nella dichiarazione è incluso anche l’impegno dell’Amministrazione a garantire la corretta applicazione del contratto, attraverso la creazione di un sistema di FAQ redatto con la collaborazione delle parti firmatarie.
E per il futuro?
Le somme previste per questo nuovo anno scolastico appena avviato, ci fanno ben sperare. Certo è che, se viste dalla prospettiva della singola istituzione scolastica, non possono costituire l’ancora di salvataggio rispetto ad annose criticità. Tralasciando le problematiche legate alla sicurezza degli edifici, ai disagi provenienti da un reclutamento docenti ancora lungi dall’essere risolto, una maggiore attenzione rivolta a quei docenti che lavorano in contesti difficili, deprivati culturalmente e socialmente, sembra essere la strada da perseguire per costruire una scuola di qualità. Bisogna salvaguardare quelle scuole, che pur se di piccola entità o difficili e a rischio, sono luoghi di prossimità per la popolazione e rappresentano l’identità culturale di una comunità.
Oggi la scuola è investita da tante critiche: non funziona, vi è poco riconoscimento sociale degli insegnanti, non rappresenta più un ascensore sociale. La scuola vive sempre tra costanti dilemmi: innovazione e tradizione, eguaglianza e differenza, selezione o integrazione degli alunni.
Inoltre, assolve ad una pluralità di funzioni: educazione, istruzione, formazione. Indubbiamente i mutamenti sociali hanno reso sempre più difficile perseguire tutte queste funzioni e a ciò si aggiungono: una forte resistenza al cambiamento, risorse limitate (eccezion fatta per i finanziamenti del PNRR), bassi salari degli insegnanti. Infine, una classe docente anziana, la più anziana d’Europa, e un susseguirsi di riforme con scarsi risultati.
Andare oltre le ideologie
Ogni volta che si presenta una riforma vi è sempre una polarizzazione ideologica. Su cosa agire allora? Forse occorre puntare sulla formazione degli insegnanti, vero filtro e amplificatore delle riforme. Gli incentivi ulteriori da attivare per la formazione, oltre le 40+40 ore previsti dalla normativa, sono una boccata di ossigeno per una scuola al passo con il vero cambiamento, in cui diventa necessaria una formazione continua e rigorosa.
Sarebbe anche auspicabile la previsione di una vera progressione di carriera e un ascolto al cambiamento reale che parte dalle scuole. Bisogna deburocratizzarne compiti e attività: meno carte e più didattica. Fare leva su quegli insegnanti, e ce ne sono parecchi, motivati, che svolgono il loro ruolo a costo zero. Un reale sviluppo, ad esempio, del middle management consentirebbe di rendere più attrattiva la carriera dell’insegnante.