Spazi educativi innovativi

Come costruire gli ambienti di apprendimento

Negli ultimi decenni la ricerca educativa si è occupata frequentemente del rapporto tra l’apprendimento e il contesto di apprendimento. Le stesse Indicazioni per il curricolo del 2012[1] dedicano a questo tema un paragrafo molto significativo che, anche alla luce delle più recenti innovazioni, costituisce un punto di riferimento ineludibile. Chi intende innovare la propria scuola attraverso una diversa organizzazione degli spazi, una diversa collocazione delle attrezzature e un diverso uso dei materiali didattici non può prescindere dai sei punti “suggellati” nelle Indicazioni.

  1. Valorizzare l’esperienza e le conoscenze degli alunni
  2. Attuare interventi adeguati nei riguardi delle diversità
  3. Favorire l’esplorazione e la scoperta
  4. Incoraggiare l’apprendimento collaborativo
  5. Promuovere la consapevolezza del proprio modo di apprendere
  6. Realizzare attività didattiche in forma di laboratorio

La scuola che vorrei: gli spazi educativi innovativi

L’innovazione a scuola passa necessariamente attraverso una diversa organizzazione degli spazi.

Quando si parla di spazi educativi innovativi ci si riferisce ad ambienti progettati per favorire l’apprendimento creativo e collaborativo. Solitamente sono dotati di tecnologie avanzate, arredi flessibili e materiali didattici interattivi che permettono agli studenti di sperimentare e di lavorare insieme in modo più efficace. Tali spazi includono laboratori digitali, aule flessibili, open space, aree all’aperto, stanze dedicate alle idee e al movimento (makerspace), biblioteche digitali e aule virtuali. Sono spazi che integrano le tecnologie avanzate, i più moderni materiali educativi con le metodologie e con le didattiche innovative, offrendo un’esperienza di apprendimento più coinvolgente e stimolante.

Un ambiente così articolato favorisce, soprattutto, la personalizzazione dell’insegnamento in quanto aiuta il docente a capire meglio le esigenze specifiche degli studenti e ad orientarne le scelte: incoraggia, quindi, l’interazione e la partecipazione attiva.

La creazione di spazi educativi innovativi è fondamentale per preparare i giovani alle sfide del futuro e per promuovere l’acquisizione di competenze chiave come la creatività, la collaborazione, il problem solving, soprattutto la capacità di adattamento ai rapidi cambiamenti tecnologici e sociali.

Le caratteristiche degli spazi educativi innovativi

Sono trascorsi alcuni anni da quando l’allora Ministro del Dicastero dell’istruzione con il DM 762 del 22 novembre 2018 intese sollecitare la realizzazione di “ambienti di apprendimento innovativi”, vale a dire di spazi di apprendimento attrezzati con risorse tecnologiche innovative, capaci di integrare nella didattica l’utilizzo delle tecnologie. Tali spazi si configuravano, nelle stesse indicazioni ministeriali, come ambienti smart per la didattica, come ecosistemi volti a rafforzare l’interazione tra studenti e docenti. Ci sono alcune caratteristiche che distinguono tali ambienti da quelli tradizionali.

  • Flessibilità: perché progettati in modo da poter essere facilmente adattati per supportare diversi tipi di attività educative, permettendo agli studenti di scegliere lo scenario più adatto alle proprie esigenze di apprendimento.
  • Tecnologia d’avanguardia: perché dotati di dispositivi e strumenti tecnologici avanzati, come tablet, lavagne interattive, stampanti 3D che favoriscono l’interazione e la sperimentazione da parte degli studenti.
  • Collaborazione: perché pensati per promuovere attivamente la collaborazione tra studenti, per incoraggiare il lavoro di gruppo, la condivisione di idee e la costruzione di soluzioni innovative ai problemi.
  • Creatività: perché concepiti con lo scopo di sviluppare la creatività e l’immaginazione degli studenti, offrendo opportunità per esplorare nuove idee, per sviluppare progetti originali e mettere in pratica le proprie capacità creative.
  • Multidisciplinarietà: perché ideati per favorire l’integrazione di diverse discipline, incoraggiando gli studenti ad acquisire una visione olistica del sapere e a mettere in relazione concetti e idee provenienti da ambiti diversi.

Orientamento pedagogico dello spazio

Come si può esplicare, quindi, un orientamento pedagogico dello spazio? Sicuramente attraverso una buona organizzazione degli spazi educativi, anche con l’obiettivo di favorire il benessere degli studenti, oltre che l’apprendimento. Per questo scopo, gli spazi fisici devono permettere sia ai bambini più piccoli sia ai giovani adolescenti di esplorare, sperimentare e interagire con il mondo circostante.

E, come abbiamo precedentemente sottolineato, bisogna tenere in debito conto la disposizione degli arredi, la scelta dei materiali, la creazione di zone specifiche per attività diverse. Né va sottovalutata l’importanza dell’illuminazione, della ventilazione e dell’acustica. Come è altrettanto importante curare gli accessi alle diverse tipologie di ambienti proprio per garantire un contesto inclusivo e accogliente.

Quando si parla di flessibilità, che costituisce uno dei criteri fondamentali per la qualità dell’ambiente, si intende tener conto delle diverse esigenze fisiche degli alunni che si diversificano in relazione alle loro caratteristiche e che si modificano progressivamente col passare degli anni. Ma non solo, un ambiente flessibile è quello che consente ai docenti di utilizzare quelle forme di mediazione didattica in sintonia con le esigenze di apprendimento degli studenti. Inoltre, non va dimenticata l’importanza del coinvolgimento degli alunni nel processo di progettazione del loro contesto di vita. È una modalità vincente per favorire il senso di appartenenza e la responsabilità verso l’ambiente scolastico.

Le ricerche dell’OCSE: Innovative Learning Environment (ILE)

Possiamo quindi parlare di ambiente innovativo come spazio in grado di evolversi e di adattarsi in relazione con il cambiamento delle pratiche educative. Lo possiamo sintetizzare con la sigla ILE, Innovative Learning Environment, cioè ambiente innovativo che sostiene l’insegnamento e l’apprendimento garantendo, agli studenti e agli insegnanti, tutte le condizioni che permettono di insegnare e di apprendere guardando il futuro.

Il termine, coniato dall’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) nel 2010, individua nella ricerca sull’apprendere la chiave per la trasformazione dell’istruzione nella direzione delle competenze per il 21° secolo definendo altresì sette principi chiave che connotano un vero ambiente di apprendimento innovativo;

1. Learners at the centre
2. The social nature of learning
3. Emotions are integral to learning
4. Recognising individual differences
5. Stretching all students
6. Assessment for learning
7. Building horizontal connections

Tali principi vengono definiti a partire da una ricerca di alcuni studiosi di spicco dell’OCSE provenienti dal Nord America e dall’Europa[2]. La ricerca partiva da alcuni interrogativi sulla natura dell’apprendimento e sulle diverse applicazioni educative:

  • che cosa sappiamo di come le persone imparano?
  • in che modo le motivazioni e le emozioni dei giovani influenzano il loro apprendimento?
  • quali sono i vantaggi del lavoro di gruppo, delle valutazioni formative, delle applicazioni tecnologiche o dell’apprendimento basato su progetti e quando sono più efficaci?
  • in che modo l’apprendimento è influenzato dal contesto familiare?

Il tema è stato poi sviluppato, negli anni subito a seguire, nell’ambito dell’Unione Europea dai rispettivi Paesi.

Le ricerche dell’INDIRE 

Per l’Italia sono particolarmente significative le ricerche condotte dall’INDIRE. Per la collana “Quaderni di scuola” di LetteraVentidue. Sono disponibili gratuitamente online due pubblicazioni in merito, entrambe a cura di Elena Mosa[3]:

  • Architetture pedagogiche: oltre l’aula
  • Documentare l’innovazione degli ambienti di apprendimento.

Il primo Quaderno affronta il concetto di abitabilità delle scuole dove gli studenti e tutto il personale della scuola non vengono visti come fruitori passivi, ma diventano attori importanti nel costruire e nel vivere uno spazio sempre dinamico e in continuo cambiamento. Esplorando l’idea di una scuola come un luogo da abitare, attraverso il Manifesto 1+4 di INDIRE[4], il Quaderno presenta varie modalità di concepire l’aula anche oltre le sue tradizionali configurazioni materiali e concettuali in un’ottica di flessibilità e polifunzionalità[5].

Il secondo Quaderno “Documentare l’innovazione degli ambienti di apprendimento” presenta diverse modalità e declinazioni di documentazione, tutte funzionali a supportare i processi di innovazione e a creare un dialogo reciproco tra pedagogia e architettura. In particolare, individua le grammatiche idonee a far comprendere come il rapporto tra testo e immagine si esplica in un equilibrio che deve essere di volta in volta nuovamente negoziato[6].

Per concludere

Possiamo dire in estrema sintesi che un apprendimento significativo e autentico passa anche attraverso una diversa organizzazione degli spazi. Si devono, però, connotare come accoglienti, stimolanti, sicuri e rispettosi delle diversità e delle specificità di ciascuno.

Un apprendimento significativo e autentico può essere favorito se uno studente può fruire di strumenti semplici, di una vasta gamma di software, di contenuti sempre aggiornati, se può condividere agevolmente le informazioni, se è facilitato nell’esplorare diversi campi del sapere, ma anche se è stimolato nell’immaginazione e nella creatività.


[1] Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione. “Scuola del primo ciclo. L’ambiente di apprendimento”, pag. 26.

[2] H. Dumont, D. Istance, F. Benavides Educational Research and Innovation. The Nature of Learning: Using Research to Inspire Practice, OECD Publishing (20 settembre 2010).

[3] Elena Mosa è ricercatrice INDIRE. Si occupa di innovazione scolastica e di alcune metodologie didattiche attive in relazione alla configurazione dell’ambiente di apprendimento e all’adozione di forme di flessibilità oraria. 

[4] Vedi: Il modello 1+4 spazi educativi.

[5] Vedi: Architetture pedagogiche: oltre l’aula.

[6] Vedi: Documentare l’innovazione degli ambienti di apprendimento.