Filiera tecnologico professionale

Opportunità e scenari di applicazione

In questo breve articolo non vengono presi in esame, per ragioni di spazio, pronunciamenti favorevoli, critici o contrari, delle diverse forze politiche e sociali, relativamente all’istituzione della filiera tecnologico-professionale[1].

Tre sono gli obiettivi su cui si intende riflettere: le condizioni di contesto; le innovazioni normative del cosiddetto 4+2; il mutamento di paradigma e le piste operative

Condizioni di contesto

Si prendono in esame tre condizioni di contesto che evidenziano la necessità di intervenire sull’istruzione secondaria e terziaria VET (vocational education and training): il drastico innalzamento della dispersione scolastica in coincidenza con i percorsi secondari di secondo grado (dati Emilia-Romagna); il tasso di abbandono longitudinale e l’incidenza per cittadinanza (dati nazionali); il basso livello di VET secondaria e terziaria professionalizzante e di VET terziaria professionalizzante in Italia, rispetto agli altri Paesi europei e ai target UE[2].

Inizio della dispersione in Emilia Romagna

La dispersione nella scuola

Tasso di abbandono dopo la scuola secondaria di I grado

(TAL – tasso abbandono longitudinale – studenti diplomati nella scuola sec di I grado nell’a.s. 2014/2015, che entro il 2021/2022 sono usciti dal sistema scolastico e formativo senza conseguire diploma di scuola secondaria di II grado, né attestato di qualifica professionale o diploma professionale di tecnico, né sono approdati ai percorsi IeFP regionali o in sussidiarietà – ER 16,1%)

Per quel che riguarda il genere degli alunni, l’abbandono longitudinale registrato dagli alunni a livello nazionale, prossimo al 17,2%, risulta più elevato rispetto a quello registrato dalle alunne, pari al 12%. Per cittadinanza viene quantificato un tasso di abbandono nettamente più elevato per gli alunni stranieri rispetto a quello riportato dagli alunni italiani: 13,9% contro il 12,9%.

Diplomati VET (vocational education and training) tra i 25 e i 34 anni

Nell’immagine successiva è rappresentata la percentuale di giovani tra i 25 e i 34 anni con livello massimo di studio nell’istruzione VET (istruzione secondaria superiore, oppure post secondaria non terziaria IFTS, oppure terziaria breve ITS Academy). La media OECD di giovani con massimo livello VET IFTS + ITS è quasi il 10%. In Italia è invece l’1%[3]: una differenza di un ordine di grandezza in meno!

La normativa

La legge 8 agosto 2024, n. 121 (d’ora in poi legge[4]) istituisce la filiera formativa tecnologico professionale. È stata preceduta da alcuni atti formali. Il Disegno di legge (DDL):

  • è stato presentato dal ministro Valditara il 27 ottobre 2023;
  • è stato approvato in prima lettura dal Senato il 31 gennaio 2024;
  • l’approvazione definitiva alla Camera risale al 31 luglio 2024.

Il comma 1 dell’articolo 1 della legge definisce il fine e la composizione della filiera tecnologico-professionale.

“Al fine di rispondere alle esigenze educative, culturali e professionali delle giovani generazioni e alle esigenze del settore produttivo nazionale secondo gli obiettivi del Piano nazionale “Industria 4.0”, è istituita, a decorrere dall’anno scolastico e formativo 2024/2025, la filiera formativa tecnologico-professionale”.

Tale filiera è costituita

  • dai percorsi sperimentali quadriennali secondari tecnici e professionali;
  • dai percorsi di istruzione e formazione professionale regionali (IeFP);
  • dai percorsi di istruzione e formazione tecnica superiore (IFTS);
  • dai percorsi formativi terziari degli Istituti tecnologici superiori (ITS Academy).

Le sperimentazioni

Nell’ambito della filiera tecnologico-professionale sono attivati percorsi quadriennali sperimentali di istruzione secondaria di secondo grado (è quanto previsto dal comma 2 dell’articolo 1) con lo scopo di assicurare agli studenti il conseguimento delle competenze di cui al profilo educativo, culturale e professionale dei percorsi di istruzione secondaria di secondo grado, nonché delle conoscenze e delle abilità previste dall’indirizzo di studi di riferimento. Restano ferme le disposizioni vigenti in materia di esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione e di rilascio dei titoli di studio finali.

Il comma 6 dell’articolo 1 indica le modalità di realizzazione delle sperimentazioni:

a) adeguamento e ampliamento dell’offerta formativa, con particolare riferimento alle competenze linguistiche e logico-matematiche e alle discipline di base, ai nuovi percorsi sperimentali, funzionali alle esigenze specifiche dei territori, anche attraverso accordi di partenariato (per l’attuazione PCTO, comma 7, lettera b), nei limiti della quota di flessibilità didattica e organizzativa dei soggetti partecipanti alla filiera;

b) promozione dei passaggi fra percorsi diversi, anche attraverso l’orientamento individualizzato di studentesse e studenti (personalizzazione);

c) quadriennalità del percorso di istruzione secondaria di secondo grado;

d) flessibilità didattica e organizzativa, didattica laboratoriale, adozione di metodologie innovative, utilizzo in rete di tutte le risorse professionali, logistiche e strumentali disponibili;

e) stipula di contratti di prestazione d’opera per attività di insegnamento e di formazione nonché di addestramento nell’ambito delle attività laboratoriali e dei percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento (PCTO), con soggetti del sistema delle imprese e delle professioni;

f) certificazione delle competenze trasversali e tecniche, al fine di orientare gli studenti nei percorsi sperimentali e di favorire il loro inserimento in contesti lavorativi

Il comma 7 dello stesso articolo prevede anche la possibilità di introduzione nelle sperimentazioni quadriennali di attività formative programmate in lingua straniera veicolare (CLIL) e di compresenze con il conversatore di lingua straniera; accordi di partenariato per l’attuazione dei PCTO; nonché valorizzazione delle opere dell’ingegno realizzate all’interno dei percorsi formativi.

Chi può accedere alla sperimentazione

Alle condizioni previste dalla legge, per gli studenti che provengono dagli istituti tecnici e da quelli professionali (statali e paritari) aderenti alla sperimentazione, è possibile sostenere l’esame di Stato con percorso quadriennale, poi accedere direttamente agli ITS Academy.

Gli studenti che invece provengono dai percorsi dell’IeFP (regionale), aderenti alla filiera tecnologico-professionale e con valutazione Invalsi, al conseguimento del diploma professionale quadriennale possono accedere direttamente agli ITS Academy, senza obbligo di sostenere esame di stato, oppure possono accedere direttamente all’esame di Stato (art. 1, commi 2, 4 e 5).

I Campus e le competenze regionali

I Campus sono reti che possono afferire ai poli tecnico-professionali, con finalità di integrazione dell’offerta formativa erogata. Per la loro realizzazione possono anche essere previsti interventi infrastrutturali. Sono istituiti previ accordi fra Regioni e Uffici scolastici regionali (art. 1 comma 3 e art. 4). Possono farne parte diverse istituzioni:

  • istituti che erogano i percorsi sperimentali,
  • altre istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado,
  • istruzione e formazione professionale
  • IFTS,
  • ITS Academy,
  • Università, (ecc.),

Le Regioni, quindi, oltre alle loro specifiche competenze, possono stipulare intese con gli Uffici scolastici regionali: per aderire alla filiera formativa tecnologico-professionale, assicurando la programmazione dei percorsi e definendone le modalità realizzative, ferme restando le competenze statali in materia di istruzione (art. 1 co 1); per integrare e ampliare l’offerta formativa dei percorsi sperimentali e dei percorsi di istruzione e formazione professionale (art. 1 co 3); infine, per istituire i Campus (art. 1 co 3). Partecipano inoltre con proprio rappresentante al Comitato di monitoraggio nazionale (art. 1 co 2).

I prossimi decreti

Per la piena attuazione della legge occorre, comunque, che siano emanati alcuni specifici decreti ministeriali. In particolar modo:

1. per l’istituzione di un sistema di valutazione dell’offerta formativa erogata dagli istituti regionali, basato sugli esiti delle rilevazioni degli apprendimenti predisposte dall’INVALSI, di concerto con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, previa intesa in sede di Conferenza unificata (art. 1 co 4b);

2. per la definizione dei criteri di stipula degli accordi, le modalità di adesione alle reti (Campus), le relative modalità di monitoraggio e valutazione, l’individuazione del numero massimo di istituzioni coinvolte nella sperimentazione, raccordi con il sistema universitario (art. 1 co 8);

3. per l’istituzione del Comitato di monitoraggio nazionale per la filiera formativa tecnologico-professionale (art. 3);

4. per la definizione dei criteri di valutazione delle proposte progettuali per la realizzazione di interventi infrastrutturali relativi ai “campus” (art. 4).

Struttura tecnica di missione e comitato di monitoraggio

L’articolo 2 della legge prevede l’istituzione, presso il Ministero dell’istruzione e del merito, di una struttura tecnica di missione di livello dirigenziale generale, denominata «Struttura tecnica per la promozione della filiera formativa tecnologico-professionale», allo scopo di:

a) promuovere sinergie tra la filiera formativa tecnologico-professionale e il settore imprenditoriale, industriale e scientifico-tecnologico;

b) migliorare e ampliare la progettazione di percorsi didattici innovativi;

c) favorire la progressiva adesione del sistema IeFP al sistema nazionale di valutazione INVALSI.

L’articolo 3 della legge prevede l’istituzione di un comitato di monitoraggio, presieduto dal coordinatore della Struttura tecnica, il quale può proporre l’aggiornamento dei profili di uscita e dei risultati di apprendimento dei percorsi sperimentali anche in relazione ai mutamenti del sistema delle imprese e in funzione delle esigenze specifiche dei territori.

Con l’articolo 4 viene istituito il «Fondo per la promozione dei campus» destinato alla progettazione di fattibilità tecnico-economica volta alla realizzazione degli interventi infrastrutturali. La dotazione per l’anno 2024 è di 10 milioni di euro, mentre per ciascuno degli anni successivi, 2025 e 2026, e di 5 milioni di euro.

Il cambio di paradigma

La filiera tecnologico-professionale era nei fatti pre-esistente alla legge, seppure frammentata. La legge 121/2024 tuttavia ne formalizza l’istituzione, dando origine ad un sistema scolastico e formativo integrato, secondario e terziario professionalizzante. Questo prefigura un cambio di paradigma, con precise caratteristiche:

  • percorso integrato (non 4+2 ma 6);
  • innalzamento competenze: non un anno in meno, ma un anno in più (da 5 a 6);
  • promozione del talento di ciascuno;
  • contrasto abbandoni e dispersione scolastica e formativa;
  • più formazione post-secondaria non terziaria (IFTS) e terziaria (ITS Academy);
  • continuità orizzontale (Campus) e verticale (ITS Academy).

Dallo storytelling del sistema integrato 0-6 si passa ad un nuovo storytelling: quello del sistema integrato 14-20.

Alcune piste per incominciare

La prima pista di lavoro è quella della comunità professionale: urge accrescere sia le proprie competenze disciplinari e per l’insegnamento, che le capacità di confronto. Ciò richiede una nuova postura riflessiva degli adulti educatori e la capacità di rispecchiamento attraverso l’osservazione e il rapporto empatico. Serve altresì il confronto e la socializzazione non solo dei migliori percorsi, ma anche dei problemi e delle preoccupazioni, degli orizzonti e delle prospettive. Il reciproco accompagnamento nella comunità di pratiche, ad intra e ad extra dei propri contesti formativi, permette di acquisire maggiori competenze professionali.

La seconda pista di lavoro è la formazione: per abilitare adeguatamente i docenti (sia dei percorsi secondari che di quelli terziari) nelle competenze necessarie per realizzare il sistema integrato 14-20. Percorsi formativi diffusi e di qualità, con tutoraggio e feedback costanti, sviluppando la peer education fra i formatori. Questo consente la costruzione di comunità professionali competenti e coese, per rispondere alle sfide della realtà.

Una terza pista di lavoro concerne i “quarti anni” della sperimentazione. Si tratta di prestare particolare attenzione ad implementare:

  • competenze disciplinari di base e trasversali;
  • co-progettazione con l’ITS fin dal primo anno (dei 6 previsti) del curricolo dei quadriennali;
  • realizzazione con l’ITS di co-insegnamenti di approfondimento orientativo, almeno dal terzo anno;
  • attivazione di reti con le istituzioni aderenti (IeFP, IFTS, ITS).

Infine, ma non l’ultima pista, l’autovalutazione dei percorsi IeFP. Nell’attesa dei decreti applicativi e della progressiva adesione dell’IeFP alla valutazione Invalsi, si rende necessario l’avvio di una autovalutazione che sia “rigorosa ma mite”[5], approfondendo gli elementi già forniti dalla recente sperimentazione nazionale dei RAV per l’istruzione e la formazione professionale[6].


[1] Questo intervento è stato presentato al convegno organizzato da ITS Academy FITSTIC il 22 agosto 2024 al Meeting di Rimini.

[2] COUNCIL RECOMMENDATION of 24 November 2020 on vocational education and training (VET) for sustainable competitiveness, social fairness and resilience (2020/C 417/01)

https://eur-lex.europa.eu/legal-content/EN/TXT/PDF/?uri=CELEX:32020H1202(01)

[3] Cfr OECD, Education at a Glance 2023, Country note, Italy.

[4] https://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:legge:2024;121

[5] in analogia allo zerosei, cfr. G. Cerini, L’atlante delle riforme (im)possibili, Tecnodid, 2021.

[6] https://www.invalsiopen.it/rav-istruzione-formazione-professionale/