ECER, congresso europeo di ricerca educativa, 2024

L’Educazione in un’era di incertezza: memoria e speranza per il futuro

Si è svolto a Nicosia dal 27 al 30 agosto scorso, ospitato dall’Università di Cipro, il 24° Congresso Europeo di Ricerca Educativa (ECER), preceduto (il 26 ed il 27 agosto) dalla Conferenza dei ricercatori emergenti (ERC). Il tema centrale scelto per l’edizione congressuale 2024 ha permesso a educatori e ricercatori provenienti da tutta Europa e non solo di approfondire gli innumerevoli cambiamenti in ambito sociale, politico ed economico che stanno incidendo sul panorama educativo attuale.

Che cos’è l’ECER e qual è la sua mission

La Conferenza europea sulla ricerca educativa, nota con l’acronimo ECER, è il luogo in cui viene favorito l’incontro ed il confronto tra ricercatori che provengono da un campo molto ampio di tradizioni accademiche e background culturali, per discutere e riflettere su una serie di temi attinenti alla ricerca educativa. Nel tempo, è cresciuta notevolmente, fino a diventare una delle conferenze annuali di ricerca educativa in Europa più seguite[1]. L’ECER è organizzato dall’EERA (European Educational Research Association) in collaborazione con università e associazioni di ricerca nazionali e regionali. Obiettivo prioritario della Conferenza è creare una piattaforma, in senso figurato, che sia inclusiva e che permetta di promuovere la ricerca educativa di alta qualità, attraverso il confronto ed il riconoscimento dei singoli contesti, ma in una prospettiva transnazionale, che valorizzi somiglianze e differenze sociali, culturali e politiche. L’approccio dell’ECER è caratterizzato da complessità, globalità e completezza in ordine a teorie, metodi, argomentazioni, risultati ed etica della ricerca. Ricercatori esperti ed emergenti hanno la possibilità di dialogare in maniera aperta e libera, discutendo sulle tematiche di volta in volta oggetto di riflessione in modo critico ed approfondito.

Intenti e attività dell’EERA

La ricerca a beneficio dell’istruzione e della società è lo scopo primario dell’European Educational Research Association, fondata nel 1994 e che ha festeggiato il trentennale proprio nel corso del recente evento congressuale. Le attività curate dall’associazione europea vertono non solo sulla conferenza annuale, ma riguardano anche scuole stagionali per ricercatori emergenti e una serie di pubblicazioni, con l’intento di:

  • favorire a tutto campo la ricerca educativa prioritariamente in Europa, ma con uno sguardo largo nel mondo;
  • incoraggiare la cooperazione tra associazioni di ricercatori in campo educativo;
  • migliorare la comunicazione tra ricercatori educativi europei e organizzazioni governative internazionali come l’UE, il Consiglio d’Europa, l’OCSE e l’UNESCO;
  • offrire una consulenza indipendente sulla ricerca educativa a professionisti, decisori politici e amministratori di tutta Europa.

Attualmente sono oltre 40 le associazioni nazionali e regionali di ricerca educativa aderenti all’EERA e provengono da tutte le parti del continente europeo. Un Consiglio ed un Comitato esecutivo governano l’associazione, che è stata costituita come organizzazione non-profit di diritto britannico, con sede in Scozia, dal 1994 al 2008. Dall’anno 2008 l’EERA ha sede a Berlino ed è costituita come organizzazione non-profit di diritto tedesco.

Le reti tematiche dell’EERA

Il lavoro accademico dell’associazione è organizzato in reti tematiche e, ad oggi, risultano attive ben 34 reti, tutte particolarmente interessanti e che riguardano il panorama complessivo della ricerca educativa[2]. Solo a titolo esemplificativo se ne menzionano alcune relative a temi che potrebbero alimentare riflessioni già in atto, a vari livelli, anche nel nostro Paese:

Rete tematicaParole chiave
Formazione e istruzione professionale (VETNET)Apprendimento professionale, sviluppo professionale; sviluppo della leadership; comunità di apprendimento professionale; tutoraggio e coaching; ricerca professionale; modelli, politiche e pratiche; valutazione e impatto.
Bambini e giovani a rischio e istruzione urbanaIstruzione urbana; bambini, giovani e scuole a rischio; prevenzione dell’abbandono scolastico e miglioramento dei risultati per bambini e giovani; collaborazione interprofessionale; partnership nell’istruzione; politiche efficaci per l’istruzione e i giovani.
Apprendimento aperto: media, ambienti e cultureEducazione ai media, apprendimento aperto, culture dei media, media convergenti, multimodalità nell’insegnamento, formazione a distanza.
Giustizia sociale ed educazione interculturaleGiustizia sociale; educazione interculturale; sviluppo dell’identità; (im)migrazione; relazioni di potere; voci delle minoranze e delle persone emarginate; ricerca educativa contestualizzata; lingua e cultura.
Valutazione, verifica, test e misurazioneValutazione; verifica; misurazione; monitoraggio del sistema; qualità della valutazione; impatto su politiche e pratiche.
Ricerca sulla formazione degli insegnantiFormazione iniziale degli insegnanti; sviluppo professionale; inserimento degli insegnanti; qualificazione degli insegnanti; approcci pedagogici; identità degli insegnanti formatori; sviluppo delle capacità di ricerca.
Miglioramento dell’istruzione e garanzia della qualitàApprocci alla qualità; modelli di qualità; miglioramento educativo; predittori di qualità; indicatori di qualità; certificazione di qualità; impatto sulla qualità dell’istruzione; qualità dei sistemi educativi; qualità delle istituzioni o enti educativi; qualità dei processi educativi.
Comunità, famiglie e istruzione nella ricerca educativaIstruzione rurale; istruzione urbana; istruzione basata sul territorio e consapevole del territorio; percorsi e transizioni educative; legami scuola-famiglia-comunità; coinvolgimento dei genitori e della famiglia nelle scuole.
Le TIC nell’istruzione e nella formazioneIstruzione basata sulle TIC; apprendimento e formazione; insegnamento basato sulle TIC; innovazione basata sulle TIC; valutazione basata sulle TIC; ricerca valutativa.
Ricerca in ambienti di apprendimento interculturale innovativiStrategie innovative per l’insegnamento interculturale e il suo apprendimento; discorsi interculturali e ruolo dell’educazione inclusiva e interculturale; identità locali e cittadinanza europea.
Leadership educativaLeadership educativa; preside; leadership; governance; governare; gestione e leadership di livello intermedio; sovrintendenza; gestione; amministrazione educativa; professionalizzazione; leadership di sistema; amministrazione; preparazione alla leadership; leadership degli insegnanti; leadership in relazione all’efficacia; responsabilità; autonomia e salute.
Ricerca sull’educazione ambientale e sulla sostenibilità, ESEREducazione ambientale e alla sostenibilità, educazione ambientale, educazione allo sviluppo sostenibile, educazione globale, educazione all’aria aperta e questioni socio-scientifiche nell’educazione scientifica, politica educativa, sviluppo istituzionale e curriculare, pratica pedagogica, sviluppo professionale e responsabilizzazione degli studenti.
Formazione organizzativaEicerca educativa sulle organizzazioni, apprendimento organizzativo, gestione educativa, gestione della conoscenza, cultura organizzativa, cultura dell’apprendimento.
Ricerca sull’educazione alla cittadinanzaEducazione civica e alla cittadinanza; educazione alla cittadinanza democratica; educazione civica; educazione politica; educazione alla cittadinanza globale; cittadinanza digitale.

Il tema dell’ECER 2024

L’ECER si è da sempre caratterizzato per essere all’avanguardia nella promozione di sviluppi significativi nella ricerca e nella pratica educativa non solo in Europa, ma anche a livello globale. L’impegno che viene profuso nella ricerca educativa di alta qualità ha insite speranza e resilienza perché l’obiettivo principale è quello di contribuire al miglioramento della società stessa in senso ampio. In ragione di ciò, la scelta del tema per l’edizione 2024 – dedicata a “L’istruzione nell’epoca dell’incertezza: memoria e speranza per il futuro” – si fonda sulla consapevolezza che educatori e ricercatori educativi sono chiamati ad essere in prima linea oggi più che mai, per contribuire a dare risposte adeguate ai repentini cambiamenti sociali. D’altra parte, gli ultimi anni hanno messo a dura prova i sistemi educativi sia europei, sia del resto del mondo. Crisi economiche, pandemia, migrazioni di massa ed eventi bellici in atto rappresentano sfide complesse che impattano a livello globale e, dunque, anche in Europa. Sono sfide che fanno risentire il peso della loro complessità, mettendo in discussione non solo ciò che fanno i ricercatori e i professionisti dell’educazione, ma anche il loro ruolo. Per trovare nuove e più efficaci risposte, l’ECER 2024 ha focalizzato la sua attenzione sul momento storico attuale, con l’intento di proseguire attraverso la promozione di una ricerca educativa finalizzata ad un processo continuo di miglioramento. Tale processo, partendo dalle conquiste del passato, procede verso un’esplorazione mirata nel presente e si proietta in un futuro su cui provare ad incidere. Da questo punto di vista, anche la scelta dell’isola di Cipro, quale luogo dove realizzare la conferenza ha un suo perché. Così si legge, infatti, nella presentazione dell’edizione ECER di quest’anno nel sito dell’EERA: “L’isola offre siti archeologici risalenti a decine di migliaia di anni fa, ha una storia affascinante e ci offre l’opportunità di riflettere sulle nostre realtà attuali rispetto a un più ampio contesto sociale e storico. Questa opportunità di fare un passo indietro, riflettere e sfidare noi stessi ad andare oltre le preoccupazioni del momento e considerare le tendenze, le speranze e le possibilità più ampie è al centro del nostro tema”[3].

Una Conferenza con un nutrito programma

Anche per l’ECER 2024 è stato previsto un programma particolarmente articolato. Le varie sessioni hanno offerto l’opportunità di scandagliare le principali problematiche, tra tendenze, successi e sfide caratterizzanti la ricerca educativa degli ultimi decenni, con l’intento di una loro approfondita disamina atta a individuare possibili risposte alle molteplici esigenze di oggi e di domani. Sono stati ospitati cinque relatori principali[4], che – oltre a presentare una specifica relazione su nuclei tematici cruciali e rappresentativa delle loro ricerche e delle loro intuizioni – hanno animato un panel, attraverso il quale hanno discusso tra loro e dialogato con il pubblico. Si sono susseguite attività diversificate (tra simposi, tavole rotonde, workshop e seminari), tutte di notevole spessore.

Il simposio su “Apprendimento e sviluppo dei professionisti dell’istruzione: verso una prospettiva eco logica”, ad esempio, ha esaminato la diffusa situazione di complessità e di incertezza dei contesti scolastici, i diversi tipi di professionalità (dirigenti scolastici e docenti nei diversi gradi di scuola), ma anche le prospettive del loro sviluppo professionale in un momento storico di grandi cambiamenti (sviluppi tecnologici e intelligenza artificiale) e di notevole instabilità (anche in temini di finanziamenti).

È stato trattato anche un tema di particolare attualità, quello del rapporto tra istruzione e conflitti bellici[5]. È emerso che bisogna prendere atto che non esistono modelli di istruzione che possano gestire le sfide pedagogiche in situazioni di particolare incertezza, come quella generata da una guerra. L’unico assunto è che il processo di istruzione non può interrompersi, anche se non si può prevedere quanto dureranno i conflitti. Resta il fatto che i tanti bambini, che vivono nelle zone di guerra, diventano adulti molto più in fretta. In merito, sono stati analizzati casi di studio sulla scuola in Afghanistan, Armenia, Ucraina, Iraq e della situazione post-migrazione in Polonia.    

La partecipazione di INDIRE e CNR-IRPPS

Da anni l’ECER accoglie contributi del gruppo di ricerca dell’INDIRE. Anche quest’anno, pertanto, non è mancata la presenza di ricercatrici dell’Istituto Nazionale Documentazione Innovazione Ricerca Educativa[6], in considerazione di quanto posto in essere rispetto ai processi, agli strumenti, alle nuove visioni di scuola, per promuovere e supportare l’innovazione della didattica e del Sistema educativo di istruzione e di formazione nel suo complesso. L’intervento delle ricercatrici di INDIRE, Giuseppina Rita Jose Mangione e Giuseppina Cannella, a Nicosia, si è svolto nell’ambito del Network 14, in rappresentanza dei gruppi di ricerca che si occupano delle forme di “scuola estesa e di prossimità” e sugli “strumenti pattizi che interpretano la pedagogia del contratto e il tema del contratto educativo sociale”[7]. Inoltre, hanno presentato, in collaborazione con il CNR-IRPPS (Consiglio Nazionale delle Ricerche – Istituto di Ricerche sulla Popolazione e le Politiche Sociali), un percorso di ricerca che mira a comprendere come sostenere in Italia uno degli scenari di futuro dell’OECD (La scuola come Learning hub), in una più ampia prospettiva che parta dalla sociologia dei “futuri” di scuola.

In rappresentanza del CNR-IRPPS, è intervenuto Paolo Landri nell’ambito di “EERJ Moot. L’era del Teacherbot: l’intelligenza artificiale come nuova disruption educativa”. Il tema della discussione si è incentrato sull’accelerato dinamismo che sta caratterizzando oggi l’insegnamento, anche alla luce del successo dell’intelligenza artificiale generativa, che sta dando un nuovo impulso alla professione docente.

L’investimento sui ricercatori educativi emergenti

L’EERA ((European Educational Research Association) offre occasioni di crescita e sviluppo professionale a tutti coloro i quali, entro cinque anni dal completamento di un dottorato di ricerca o durante gli studi di dottorato o di master o di ricerca, siano disponibili a:

  • incrementare le esperienze di formazione alla ricerca e di sviluppo professionale a livello internazionale;
  • confrontarsi su esperienze e idee concernenti la ricerca e la formazione alla ricerca;
  • lavorare allo sviluppo di progetti di ricerca in collaborazione con ricercatori di diversi paesi;
  • partecipare attivamente alla comunità di ricerca europea per ricercatori emergenti[8].

Ai ricercatori emergenti, pertanto, è data l’opportunità di partecipare all’Emerging Researchers’ Conference (ERC), che precede l’ECER e viene organizzata dall‘Emerging Researchers’ Group dell’EERA. L’ERC permette, difatti, di impegnarsi nella ricerca educativa a livello mondiale e prevede attività e workshop esclusivamente dedicati ai ricercatori emergenti, a cui sono offerte anche una serie di premialità (borse di studio, premio per il miglior articolo e per il miglior poster), oltre che occasioni di networking e di possibili connessioni globali, con confronti, scambi e condivisione di esperienze e intuizioni su temi di particolare interesse.

Il prossimo ECER già in cantiere

L’ECER è già proiettato nella realizzazione delle prossime conferenze: nel 2025 si svolgerà a Belgrado, in Serbia, e nel 2026 a Tampere, in Finlandia. Anche sulla scia della tematica affrontata nell’edizione di quest’anno, il tema per la conferenza di Belgrado verterà su “Tracciare la strada da seguire: istruzione, ricerca, potenzialità e prospettive”. L’idea di fondo è rendere l’ECER 2025 un meeting grazie al quale, con spirito collaborativo, si riescano a individuare le prospettive attraverso cui l’istruzione possa promuovere efficacemente il potenziale e il benessere di ogni individuo, caratterizzandosi ulteriormente come un’istituzione sociale capace di creare comunità nel rispetto delle differenze. D’altra parte, è nella natura dell’ECER accogliere favorevolmente proposte che favoriscano uno sguardo in avanti con speranza rispetto ad un futuro ignoto, “esplorando il modo in cui i nostri sforzi passati, le realtà attuali e le speranze future influiscono sull’istruzione, la scuola e la ricerca educativa in Europa e oltre”[9].


[1] Le conferenze si sono susseguite annualmente dal 2000 ad oggi. In precedenza, dal 1992 al 1999, sono state realizzati sei eventi, con una periodicità annuale dal 1995 al 1999. Il Congresso ECER dello scorso anno, realizzato a Glasgow è risultato il più grande ECER fino ad oggi: con oltre 3200 partecipanti, provenienti da 76 paesi; con circa 2770 presentazioni, tra cui circa 500 contributi presentati in 160 simposi, che si sono tenuti in 1095 sessioni. La pandemia ha reso impossibile realizzare l’ECER 2020, previsto proprio a Glasgow, mentre l’ECER 2021 si è svolto online, con punto di riferimento Ginevra.

[2] Varrebbe la pena menzionare e analizzare nel dettaglio ogni rete tematica per la loro singola valenza, ma per economicità si rimanda alla consultazione dell’elenco direttamente alla pagina dedicata del sito dell’EERA.

[3] Cfr. Theme: Education in an Age of Uncertainty: memory and hope for the future EERA – Conference ECER 2024.

[4] I principali relatori dovevano essere inizialmente sei, ma vi è stata una defezione. I cinque relatori presenti sono di seguito riportati, con l’indicazione del focus trattato: Andreas Demetriou, dell’Università di Cipro (Educare la mente in via di sviluppo in tempi incerti e instabili: le nostre scuole possono farcela?); Susana Padeliadu, dell’Università Aristotele di Salonicco (Educazione inclusiva e identificazione precoce della disabilità: il caso della dislessia); Marianna Papastephanou, dell’Università di Cipro (L’istruzione, l’“era dell’incertezza” e la politica di tali metafore temporali); Antoni Verger, dell’Università Autonoma di Barcellona (Riforma dell’istruzione in tempi di movimento e crescita politica: svelare le micro-fondamenta del cambiamento politico); Michalinos Zembylas, dell’Università Aperta di Cipro (Educare all’anti-complicità nell’era delle crisi globali: una risposta affettiva alla violenza politica)

[5] Per saperne di più vedi la “Ricerca sull’istruzione nell’incertezza: gestire l’istruzione attraverso la guerra e il conflitto” in EERA – Conference ECER 2024/Programma

[6] Cfr. nella pagina dedicata nel sito di INDIRE: “L’educazione in un’era di incertezza: memoria e speranza per il futuro. A Cipro il congresso ECER 2024”.

[7] Idem

[8] Cfr. Definizione di ricercatore emergente

[9] Cfr. ECER 2024 Nicosia