A margine della Summer School Tecnodid 2024 di Ischia “l’intelligenza artificiale va a scuola – La nuova frontiera dell’educazione”, nella splendida cornice del Grand Hotel Continental delle Terme, appare opportuno analizzare un Disegno di Legge (Senato 1116) attualmente in esame a palazzo Madama[1] che ha come primo firmatario il Senatore Giorgio Maria Bergesio.
Negli ultimi anni, peraltro, l’intelligenza artificiale (IA) ha assunto un ruolo sempre più centrale nel panorama tecnologico globale, influenzando vari settori, dall’industria alla sanità, dall’istruzione ai servizi finanziari.
In questo contesto l’Italia si sta preparando a lanciare un regime di sperimentazione normativa per l’IA: è un’iniziativa che mira a promuovere l’innovazione e a garantire un utilizzo responsabile delle nuove tecnologie. Proviamo ad esplorare i dettagli del disegno di legge, le esperienze internazionali e le implicazioni future per il paese.
Il Contesto normativo
Il disegno di legge italiano, come delineato nel “Programma strategico Intelligenza Artificiale 2022-2024”, prevede la creazione di uno spazio tecnico-normativo di carattere sperimentale. Questo sistema di sperimentazione, che avrà una durata massima di diciotto mesi, con la possibilità di proroga, è concepito per facilitare l’innovazione in settori prioritari, in linea con le normative europee e i principi di proporzionalità.
L’articolo 2 del disegno di legge stabilisce che il Presidente del Consiglio dei ministri, in consultazione con l’Agenzia per l’Italia digitale e altre autorità competenti, avrà il compito di adottare regolamenti specifici per definire le modalità di attuazione della sperimentazione.
Con questo approccio si vuole garantire che le misure siano adeguate alle peculiarità delle diverse fattispecie e che siano temporanee, accompagnate da adeguate forme di informazione e protezione per i consumatori e gli investitori.
Creare sandbox sulla scia di esperienze internazionali
Le esperienze Internazionali sono già avanzate e dimostrano la necessità di uno spazio di sperimentazione anche in Italia.
L’idea di creare sandbox[2] regolamentari non è nuova e ha già trovato applicazione in vari paesi. Ad esempio, il Regno Unito ha implementato un progetto di sandbox attraverso la Financial Conduct Authority, che consente alle aziende di testare i loro prodotti in un ambiente controllato. Allo stesso modo, Singapore ha avviato iniziative simili con la Monetary Authority of Singapore, puntando decisamente, vista la natura della propria economia, all’innovazione nel settore finanziario.
In Europa, la Spagna ha creato un sandbox per l’IA, con l’obiettivo di connettere operatori del settore e enti regolatori, fornendo un ambiente sicuro per lo sviluppo e la validazione di sistemi innovativi.
Queste esperienze internazionali offrono un modello utile per l’Italia, evidenziando l’importanza di un approccio collaborativo tra pubblico e privato.
Obiettivi della sperimentazione
La sperimentazione dell’IA in Italia si propone di raggiungere diversi obiettivi chiave. In primo luogo si propone di promuovere l’Innovazione creando un ambiente favorevole per lo sviluppo di nuove tecnologie e servizi basati sull’IA, stimolando la competitività delle imprese italiane sempre più protese ad affrontare la concorrenza internazionale.
È altresì opportuno sviluppare un Quadro Normativo coerente ed articolato, raccogliendo dati e feedback durante la fase sperimentale per informare future politiche e regolamenti, garantendo che siano adeguati alle esigenze del mercato e della società.
La protezione dei Diritti dei Cittadini è altro obiettivo prioritario. È necessario assicurare che l’adozione dell’IA avvenga nel rispetto dei diritti fondamentali, della privacy e della sicurezza dei dati, in linea con le normative europee. Questo punto appare assai delicato e richiede molta attenzione da parte del legislatore ma è anche un gravoso onere per gli attuatori che dovranno prestare la massima attenzione verso i dati disponibili.
Un obiettivo irrinunciabile mira a promuovere la cooperazione tra enti pubblici, privati e accademici per massimizzare l’impatto delle iniziative di sperimentazione.
Fasi della sperimentazione, diverse ed articolate
La sperimentazione dell’intelligenza artificiale potrà essere avviata da diversi soggetti, tra cui:
- Agenzia per l’Italia digitale
- Garante per la protezione dei dati personali
- Autorità garante della concorrenza e del mercato.
Inoltre, il Comitato permanente per l’intelligenza artificiale, istituito presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, avrà un ruolo nel definire gli obiettivi e le azioni per favorire lo sviluppo dei sistemi di intelligenza artificiale, facilitando il contatto tra gli operatori del settore e le istituzioni
La prima fase riguarderà la selezione dei partecipanti. In questo momento iniziale le aziende e le organizzazioni interessate a partecipare alla sperimentazione dovranno presentare progetti che dimostrino l’uso innovativo dell’IA.
I partecipanti selezionati potranno avviare i loro progetti in un ambiente controllato, con procedure autorizzative semplificate e requisiti patrimoniali ridotti.
I progetti saranno monitorati raccogliendo dati e feedback per valutare l’efficacia delle misure adottate, prevedendo, al termine della sperimentazione, una relazione che analizzerà i risultati ottenuti e che proporrà eventuali modifiche normative necessarie per il futuro.
La sperimentazione dell’intelligenza artificiale avrà una durata massima di diciotto mesi, con la possibilità di proroga per un massimo di ulteriori dodici mesi. Questo significa che, in totale, la sperimentazione potrebbe durare fino a trenta mesi, a condizione che vengano rispettate le condizioni stabilite dalla legge.
Implicazioni future
Il successo della sperimentazione dell’IA in Italia potrebbe avere diverse implicazioni positive tra le quali anche la crescita economica. Si pensa, infatti, che l’adozione di tecnologie innovative possa stimolare la creazione di nuovi posti di lavoro e di opportunità di business. L’IA ha il potenziale di migliorare l’efficienza e la qualità dei servizi pubblici e privati, dalla sanità all’istruzione, fino ai servizi finanziari. Un approccio proattivo alla regolamentazione dell’IA potrebbe posizionare l’Italia come leader nel settore tecnologico europeo, attirando investimenti e talenti.
Dopo la fase di sperimentazione dell’intelligenza artificiale, sono annunciate diverse azioni e sviluppi. L’Agenzia per l’Italia digitale, il Garante per la protezione dei dati personali e l’Autorità garante della concorrenza e del mercato dovranno produrre annualmente relazioni d’analisi sull’impiego dei sistemi di IA, relative ai risultati ottenuti durante la sperimentazione.
Le relazioni potrebbero evidenziare la necessità di modifiche normative o regolamentari per favorire lo sviluppo del settore e promuovere l’innovazione nei settori prioritari. Infatti, sulla base dei risultati della sperimentazione, potrebbero essere adottati regolamenti permanenti che stabiliscano le condizioni e le modalità di utilizzo dei sistemi di IA, garantendo, al contempo, la protezione dei diritti dei cittadini e la concorrenza leale nel mercato.
Il Comitato permanente per l’intelligenza artificiale avrà il compito di individuare obiettivi e programmi per favorire ulteriormente lo sviluppo dei sistemi, anche in cooperazione con soggetti esteri.
La fase post-sperimentazione sarà cruciale per integrare le esperienze acquisite nel quadro normativo e per promuovere un uso responsabile e innovativo dell’intelligenza artificiale.
Una normativa al passo con i tempi
La creazione di uno spazio tecnico-normativo sperimentale per l’IA rappresenta un passo significativo per l’Italia verso l’innovazione e la modernizzazione. L’approccio collaborativo e responsabile, potrà consentire al Paese di sfruttare le opportunità offerte dall’intelligenza artificiale, garantendo al contempo la protezione dei diritti dei cittadini e la competitività nel mercato globale. La sperimentazione non è solo un’opportunità per testare nuove tecnologie, ma anche un’occasione per costruire un futuro sostenibile e inclusivo, in cui l’innovazione e la responsabilità vadano di pari passo.
[1] Atto Senato n. 1116: “Disposizioni concernenti l’adozione di una disciplina temporanea per la sperimentazione dell’impiego di sistemi di intelligenza artificiale”.
[2] Con il termine sandbox, nel mondo della sicurezza informatica, si intende un ambiente sterile costituito da una macchina virtuale isolata dal resto del computer, in cui è possibile lanciare software potenzialmente dannosi, senza rischiare di danneggiare il computer o la rete.