Il lavoro nell’era dell’IA

Come orientare verso un futuro ignoto

Rohit Talwar, futurista globale britannico, CEO di Fast Future, circa 15 anni fa, ha coordinato una ricerca, con 62 futurologi del pianeta, per cercare di definire gli scenari socio-economici-ambientali che il mondo dovrà affrontare.

Scenari di un futuro assai prossimo

Questi “esperti del futuro”, partendo dall’analisi dell’innovazione scientifica e tecnologica, raggiunta finora, nonché dalla previsione dei mutamenti dell’ambiente e dell’andamento dell’incremento della speranza di vita, sono arrivati alla conclusione che gli attuali giovani ventenni potrebbero riuscire a vivere fino a 120 anni e che potrebbero lavorare fino a all’età di 100 anni. Gli attuali giovani, nella loro vita, potrebbero cambiare circa 40 attività lavorative, anche in ambiti differenti, ma potrebbero anche non avere esperienze lavorative. Il tutto in un mercato del lavoro completamente stravolto rispetto a quello attuale, segnato dalla crescente automazione, grazie anche all’uso dell’Intelligenza Artificiale. Così, in una percentuale che va tra il 30 e l’80%, gli attuali lavori non esisteranno più e saranno sostituiti dall’uso di robot e processi elettronici basati sull’IA. In questo scenario sarà difficile porre agli alunni di una scuola, come si faceva fino al secolo passato, la fatidica domanda “cosa vorrai fare da grande?”.

Non si può non considerare che in tale prospettiva, aggravata dalla riduzione del welfare nei vari stati, il dovere procacciarsi risorse economiche sufficienti per l’acquisto di beni e servizi, consisterà nel continuare a lavorare, anche se part-time, per l’intero arco della vita o quantomeno fino ad una età molto avanzata, del post lavoro, al fine di poter assicurare i mezzi di sostentamento minimi nel possibile periodo della non autosufficienza.

I nuovi orizzonti educativi

Sarebbe superfluo ma è necessario ricordare che, dinnanzi a tale scenario, nuovi sentieri e responsabilità educative devono costituire l’orizzonte dell’istruzione e dell’educazione delle nuove generazioni. A poco servirà una didattica basata sul tradizionale disciplinarismo. È necessario abituare i giovani alla complessità sempre più aggrovigliata, allenare a gestire tale complessità, a riflettere osservando ciò che circonda, ad imparare ad imparare attraverso un problem solving continuo ed inedito che svilupperà un approccio decision making con notevoli margini di incertezza. Per dirla con Edgar Morin, bisogna affrontare le sfide partendo dagli insegnanti che hanno la responsabilità di costruire “… una testa ben fatta che una testa ben piena” al fine di far raggiungere quella libertà e quell’autonomia di pensiero, che è la più importante ed urgente finalità del sistema di istruzione: favorire, quindi, lo sviluppo globale della Persona affinché possegga gli strumenti per risolvere i problemi che si gli porranno dinnanzi.

Da Jules Verne ai futuri di domani

Il prossimo anno ricorrerà il 120° anniversario della morte di Jules Verne che con i suoi racconti fantascientifici e di avventura, in una età di profondi cambiamenti, riuscì ad immaginare tante invenzioni che sono diventate realtà: il sottomarino, il telefono e le videoconferenze, le navicelle spaziali che raggiungono la luna, le guerre batteriologiche, le capitali sovrappopolate…

Nell’era dell’IA non è semplice prevedere quali saranno i lavori nel futuro. Saranno reali i viaggi nello spazio con le guide turistiche spaziali? Saranno reali le automobili volanti con autoguida? Potremo veramente sostituire delle parti del nostro corpo con delle “protesi” bioniche? Saranno realtà i “nanomedici” anti-cancro o i chirurghi della memoria? L’agricoltura sarà veramente verticale nelle città? Gli insegnanti virtuali (avatar di insegnanti veri) sostituiranno realmente le persone in carne ed ossa? Il manager virtuale gestirà i nostri dati (profili social, email, password…)? Il lavoro umano rimarrà? Mangeremo veramente proteine sintetiche? Il metaverso sarà la realtà del futuro?

L’ISTAT ha svolto una indagine intitolata “L’impatto sul mercato del lavoro della quarta rivoluzione industriale”. In tale indagine, l’ISTAT ha individuato alcune professioni che nei prossimi anni godranno dell’aumento dei posti di lavoro.

Resistere al cambiamento per sopravvivere

Possiamo solo cercare di capire a che punto siamo nell’era dell’Industria 4.0 e della IA tenendo presente che la digitalizzazione, unitamente all’IA e alla robotica, coprirà circa il 50% dei processi, pertanto, lo sviluppo tecnologico sarà il fattore determinante della trasformazione delle professioni. I leader politici dovranno gestire contemporaneamente l’elevata trasformazione tecnologica, il velocissimo cambiamento del mondo del lavoro e le nuove leadership. Charles Darwin asseriva che “non è la più forte delle specie che sopravvive, né la più intelligente, ma quella più reattiva ai cambiamenti”. Quindi caratteristiche fondamentali della nuova leadership sono capacità innovative, capacità adattive e capacità collaborative.

La generazione Alpha

L’attuale progresso tecnologico, quindi, cambierà il modo con cui le organizzazioni imposteranno il loro lavoro basandosi quasi completamente su l’Internet of Things, il Cloud, l’IA e l’apprendimento automatico. Dal “Rapporto International Business Report (IBR) 2019”[1], sembrerebbe che i giovani della generazione Alpha, quella dei nati intorno al 2010 che entreranno nel mondo del lavoro tra poco meno di 10 anni, oltre al salario, dovranno definire uno scopo specifico verso cui tendere. Pertanto, i futuri lavoratori della Generazione Alpha avranno la necessità di un approccio non più “gerarchico” bensì “condiviso”, anche in virtù degli strumenti tecnologici che utilizzeranno e che li terranno in contatto. In tale trasformazione non si deve sottovalutare l’incremento della speranza di vita degli uomini che trasformerà la flessibilità organizzativa e culturale e determinerà la trasformazione delle organizzazioni sociali del personale.

I lavori che subiranno stravolgimenti minori

Volendo analizzare quali attività lavorative sono investite dalla rivoluzione tecnologica 4.0 e dall’IA, si può iniziare cercando di identificare le professioni che potrebbero essere coinvolte in maniera meno intensa dall’IA. Va, però, considerato che il quadro complessivo è in continuo cambiamento (regolarmente vengono lanciate le nuove applicazioni basate su IA) e potrebbe, quindi, succedere, le professioni che oggi meno coinvolte nelle innovazioni dell’IA, potrebbero, invece, subire, un’accelerazione o anche una un forte laceramento.

Tendenzialmente, possiamo comunque asserire che le professioni basate sulla costruzione di una relazione di empatia tra persone dovrebbero essere le meno condizionate da questa rivoluzione tecnologica.

Professioni come lo psicologo, lo psicoterapeuta, il counselor potrebbero essere meno investite dall’innovazione. Anche la parte non nozionistica dell’insegnamento, quella basata sulle esperienze emotive, per ora, non dovrebbe subire drasticamente l’innovazione. Così le professioni basate sulla creatività artistica e musicale, potrebbero rientrare nel novero di queste professioni, ma bisogna ricordare che ci sono già applicazioni che prevedono l’intervento umano solo nella fase di ideazione, mentre la fase di esecuzione è eseguita dalla struttura tecnologica. Ricerca scientifica, lavoro di cura e lavori sociali, sono lavori la cui esecuzione è difficilmente demandabile all’automazione dei processi. Operatori del settore dell’ospitalità, cuochi, e tutte le professioni relative all’analisi del “cliente” potrebbero essere, almeno nel futuro immediato, meno investite dai sistemi automatici.

I settori più investiti dall’IA

Al contrario, l’IA e la rivoluzione industriale 4.0 intervengono pesantemente nella pubblica amministrazione e nei settori produttivi, cancellando i vecchi sistemi e creando nuovi approcci professionali.

Nel campo della medicina, l’IA è già una realtà sia per il supporto nelle diagnosi che per il supporto nell’interventistica: tale uso chiederà sempre una maggiore utilizzazione di figure specifiche professionali, già da subito. Ugualmente nell’ingegneria del software, nella costruzione delle interfacce utenti, nella sicurezza informatica e nella gestione dei processi con IA, sono necessarie, già oggi, figure professionali altamente specializzate. Sarà, per esempio, molto importante la figura del “prompter”, cioè del professionista che si occupa del modo con cui bisogna rivolgere le domande all’IA al fine di ricevere una risposta quanto più aderente possibile alle proprie esigenze.

Questa rivoluzione tecnologica che stiamo vivendo implica un adattamento ai mutamenti tecnologici al fine di non perire professionalmente e lavoristicamente: basti considerare che, in virtù di quanto si è detto finora, gli alunni che vanno a diplomarsi/laurearsi, svolgeranno lavori attualmente inesistenti.

Non possiamo ignorare, né sottovalutare che tale orizzonte, non socialmente identificabile, possa creare scompiglio e insicurezza, proprio perché non è possibile assicurare certezze e prospettive.

Le nuove figure professionali.

Rohit Talwar, in “The Future of Business”[2], afferma che “L’automazione porterà alla creazione di nuovi posti di lavoro legati al mondo digitale e alle nuove tecnologie: è ciò che già conosciamo come economia creativa. Le nuove professioni su Internet creano circa 100.000 nuovi posti di lavoro ogni anno. D’altra parte, negli ultimi anni abbiamo visto anche la nascita di nuovi modelli di business e di start-up che hanno bisogno di quel tipo di competenze per il loro business”. Così R. Talwar, spingendo nell’analisi del nostro futuro, elenca una serie di nuove figure professionali, di cui già oggi vi è necessità.

  • BIG DATA ANALYST: professionisti che analizzano grandissima quantità di dati digitali con lo scopo di ottimizzarli e venderli alle imprese per il raggiungimento del loro scopo aziendale.
  • RESPONSABILE DELLA GESTIONE E DELL’ORGANIZZAZIONE DELLA VITA DIGITALE: professionista a cui vengono affidati totalmente le vite digitali dei singoli cittadini.
  • ASSISTENTE SOCIALE PER SOCIAL NETWORK: professionisti che aiutano gli utenti dei social network nella ottimizzazione nell’uso di tali strumenti.
  • NARROWCASTER: professionista che si occupa di diffusione di informazioni indirizzata ad una platea ristretta di utenti e quindi professionisti che personalizzeranno la ricezione dell’informazioni.
  • CHIRURGO PER L’AUMENTO DELLA MEMORIA: professionista chirurgo in grado di ampliare la capacità di memoria e di ottimizzare la corretta archiviazione delle informazioni.
  • NANOMEDICO: professionista dei trattamenti molecolari attraverso le nanotecnologie che stanno sviluppandosi sempre più.
  • AVVOCATO VIRTUALE: professionisti, che come quelli attuali, sono specializzati nella risoluzione delle controversie internazionali che potrebbero crearsi nel web a causa dell’esistenza di normative differenti nei diversi stati di residenza degli utenti.
  • FORMATORI E TRAINER: professionisti che avranno il compito di formare operai ed impiegati alle nuove competenze visto che il mondo lavoristico è in continua evoluzione e non può mai terminare il dover imparare.
  • BUSINESS CELEBRITY BUILDER E PERSONAL BRANDER: porofessionisti del marketing e della comunicazione che dovrebbero occuparsi della costruzione dell’immagine di un marchio.
  • MANAGER DI AVATAR PER L’INSEGNAMENTO: professionisti che aiutano a gestire gli avatar intelligenti e automatizzati nel rapporto con i sistemi informatici e gli studenti.
  • SPECIALISTA PER LA RIDUZIONE DEGLI EFFETTI DEI CAMBIAMENTI CLIMATICI: professionisti a cui viene affidato lo studio del clima e la creazione di specifici metodi per invertire gli effetti del cambiamento climatico.
  • AGRICOLTORE VERTICALE: professionisti dell’agricoltura sviluppata nei grattacieli delle città alla cui base vi è un’alta specializzazione scientifica.
  • BROKER DEL TEMPO: professionisti dediti alla gestione del tempo che si ipotizza sarà una nuova unità monetaria.

Oggi possiamo solo essere in sintonia con le parole di Papa Giovanni Paolo II quando ebbe ad affermare che “il futuro inizia oggi, non domani” o, ancora, con le parole di Malcolm X “Il futuro appartiene a coloro che si preparano per esso oggi” anche perché, ce lo ricorda Michelangelo, “Il futuro ci corre incontro a braccia spalancate ma non ci dà il tempo di abbracciarlo”.


[1] International Business Registers Report

[2] Rohit Talwar, The Future of Business: Critical Insights into a Rapidly Changing World from 60 Future Thinkers, Edited by Rohit Talwar 2015.