Spazi educativi e spazi per l’apprendimento

Dai primi documenti OCSE alle nuove Linee guida

Gli spazi educativi sono gli ambienti fisici, virtuali o concettuali in cui avviene l’apprendimento e la formazione delle persone.

Possono essere rappresentati dalle aule scolastiche, dai laboratori, dalle biblioteche, ma anche da piattaforme online o da attività di formazione sul campo.

L’OCSE definisce gli “spazi educativi” come uno spazio fisico che supporta i molteplici programmi di insegnamento e apprendimento, come pure i metodi didattici diversi e le attuali tecnologie. Uno spazio educativo è quello che incoraggia la partecipazione sociale, cha fornisce un contesto sicuro e che stimola coloro che lo vivono. Un edificio scolastico, per esempio, deve avere caratteristiche funzionali e performanti, con un buon rapporto costo-efficacia durevole nel tempo; deve essere in armonia con l’ambiente e rispettarlo.

In senso stretto, un ambiente di apprendimento fisico è visto come un’aula convenzionale mentre, in senso ampio, è inteso come un insieme di contesti educativi formali e informali in cui l’apprendimento si svolge sia all’interno che all’esterno delle scuole (Manninen et al., 2007)[1].

Gli spazi per l’apprendimento

Lo spazio dell’apprendimento può diventare uno spazio per l’apprendimento? Processi di questa natura sono spesso complessi e richiedono risorse ma risultano quanto mai fondamentali se si vuole parlare di una scuola per competenze.  Gli spazi sono fondamentali per creare un ambiente stimolante e favorevole per la crescita e per il miglioramento delle competenze. I motivi sono molteplici e dettati da alcune necessità, come quella di:

  • aggiornarsi e adattarsi alle nuove tecnologie e alle nuove modalità di insegnamento e apprendimento;
  • creare un ambiente più stimolante e accogliente per gli studenti, che favorisca la concentrazione e la motivazione;
  • ottimizzare lo spazio disponibile e renderlo più funzionale e flessibile, in modo da favorire la collaborazione e la creatività;
  • adattare gli spazi alle esigenze specifiche dei diversi contesti e delle diverse metodologie didattiche;
  • creare spazi sicuri e confortevoli, che favoriscano il benessere e la salute degli studenti.

In generale, cambiare gli spazi di apprendimento può contribuire a migliorare l’efficacia e l’efficienza del processo educativo, soddisfacendo al contempo le esigenze e le aspettative degli studenti e dei docenti.

Le cinque prospettive dell’OCSE

I criteri che sono alla base degli studi condotti dall’OCSE sugli ambienti di apprendimento partono da cinque prospettive dalle quali si analizzano gli ambienti di apprendimento che rappresentano nello stesso tempo delle opportunità per docenti e studenti (Manninen et al., 2007)[2].

1. La configurazione dello spazio fisico della scuola può rappresentare per insegnanti e studenti l’opportunità di svolgere attività didattiche utilizzando diverse modalità organizzative come ad esempio lavorare in gruppo, in maniera individuale o comunque lasciare all’insegnante la possibilità di identificare l’organizzazione più opportuna per raggiungere gli obiettivi didattici prefissati.

2. Gli aspetti sociali dell’ambiente di apprendimento sono rappresentati dalla complessa relazione insegnante-studente.

3. Gli strumenti tecnologici presenti nell’ambiente, che integrati nel processo di apprendimento, costituiscono un supporto alla costruzione della conoscenza.

4. Il contesto locale (cioè quando il territorio fa scuola) è costituito dal rapporto tra gli spazi delle scuole e le istituzioni del territorio (musei, biblioteche o altri spazi pubblici).

5. Gli spazi didattici veri e propri, come la configurazione spaziale, possono rappresentare uno strumento pedagogico, in questo caso lo spazio diventa strumento didattico.

Linee guida del 2018

In Italia, nel 2018, sono state pubblicate le “Linee guida per il ripensamento e l’adattamento degli ambienti di apprendimento a scuola”, un documento redatto con il contributo dei Ministeri dell’istruzione facenti parte dell’Interactive Classroom Working Group (ICWG) di European Schoolnet (EUN)[3].

Questo documento fornisce indicazioni e strumenti pratici per le scuole che desiderano ripensare e adattare i propri ambienti di apprendimento per renderli più innovativi, inclusivi e sostenibili. Le linee guida si concentrano su diversi aspetti, tra cui la progettazione degli spazi, l’integrazione delle tecnologie digitali, l’organizzazione del tempo e delle attività, la partecipazione degli studenti e la collaborazione con la comunità.

Le Linee guida sono state sviluppate in risposta ai rapidi cambiamenti che stava vivendo il settore dell’istruzione, con l’obiettivo di promuovere modelli educativi più centrati sugli studenti, volti a favorire la creatività, la collaborazione e l’apprendimento attivo.

Il documento è stato rivolto a dirigenti scolastici, insegnanti, genitori, designers e altri professionisti interessati a trasformare gli ambienti di apprendimento e a rispondere alle esigenze dei giovani studenti del XXI secolo.

Future Classroom lab

Le Linee guida offrono suggerimenti pratici, casi studio e risorse utili per supportare le scuole. Danno indicazioni per l’ideazione e l’impostazione di un Future Classroom Lab con la creazione di sei zone di lavoro per sperimentare diversi approcci all’insegnamento-apprendimento, nelle quali le studentesse e gli studenti devono diversificare le loro attività.

  • La zona 1, è la zona di indagine ed esplorazione. Gli studenti sono invitati a un brainstorming per scoprire autonomamente cose e per essere partecipanti attivi e non ascoltatori passivi. I docenti utilizzano questo spazio per sperimentare approcci esplorativi basati su progetti e aiutare a potenziare il pensiero critico degli studenti.
  • La zona 2, denominata «Creare». È la zona della creatività e del maker: progettata per supportare l’innovazione degli studenti.  Gli studenti sono incoraggiati a scoprire da soli, ad imparare a trovare risorse di qualità e gestire le informazioni. Daranno, quindi, spazio alla loro immaginazione per pianificare, progettare e produrre le loro opere.
  • La zona 3 del «Presentare», progettata per supportare la presentazione delle conoscenze acquisite dagli studenti. È qui che avviene la condivisione e la socializzazione dei loro risultati e dei loro prodotti.
  • La zona 4 dell’«Interagire». I docenti sperimentano diverse configurazioni dell’aula, anche tradizionale, per migliorare l’interattività e la partecipazione degli studenti. È la zona, quindi, progettata per supportare la collaborazione e la comunicazione tra gli studenti. È dotato di tavoli e sedie che possono essere facilmente riconfigurati per gruppi di diverse dimensioni, oltre a strumenti tecnologici come lavagne interattive e tablet che possono essere utilizzati per supportare il lavoro di squadra e la collaborazione digitale.
  • La zona 5 dello «Scambiare». È pensata per supportare l’apprendimento tra pari e la condivisione delle conoscenze. È dotata di tavoli e sedie per il lavoro di gruppo, così come di strumenti tecnologici per la condivisione delle informazioni e la collaborazione a distanza. Aiuta gli insegnanti a sperimentare come le tecnologie possano aiutare e favorire un modo di comunicare e collaborare più efficace.
  • La zona 6 «Sviluppare». È qui che si cerca di supportare lo sviluppo di nuove competenze. È anche lo spazio per l’apprendimento informale e della riflessione. permette agli studenti di svolgere lavori scolastici in modo indipendente, secondo il loro ritmo[4].

FUTURA – Progettare, costruire e abitare la scuola

Le nuove Linee guida trasmesse con il DM prot. n. 106 del 26 aprile 2022 inerente alla Missione 2 del PNRR[5], configurano una nuova idea di scuola attraverso 10 punti:

  1. 1. una scuola di qualità con una buona architettura come condizione per apprendimenti migliori e segno riconoscibile per la comunità;
  2. 2. una scuola a basso consumo con edifici a impatto minimo;
  3. 3. una scuola sostenibile costruita con materiali e strutture sostenibili;
  4. 4. una scuola aperta con spazi accoglienti per la comunità;
  5. 5. una scuola fra dentro e fuori dove ogni spazio è importante;
  6. 6. una scuola per apprendere meglio dove gli spazi sono progettati in chiave pedagogica;
  7. 7. una scuola per chi ci lavora dove gli spazi diventano una risorsa dell’azione educativa;
  8. 8. una scuola per i cinque sensi promotrice dell’apprendimento per tutti;
  9. 9. una scuola attrezzata con un equilibrio tra spazi e arredi;
  10. 10. una scuola connessa con le nuove tecnologie utili per l’apprendimento.

Tali Linee guida rivestono carattere di indicazioni generali e orientative e non hanno carattere prescrittivo, ma evidenziano essenzialmente gli aspetti didattico-innovativi relativi alla progettazione dei nuovi ambienti di apprendimento delle scuole.

In sintesi

La riflessione sulla scuola come luogo di relazione, dove gli spazi possono avere valore didattico ed educativo, apre a nuovi significati e a nuove funzioni, soprattutto in una prospettiva sostenibile, innovativa e inclusiva. Si tratta di una sfida per tutti gli attori coinvolti nel processo educativo e formativo delle generazioni future, affinché gli spazi educativi diventino spazi per l’apprendimento, in una dimensione dialogante che possa accomunare la medesima idea di scuola.


[1] Manninen et al., 2007, citato in Kuuskorpi M. e Gonzales N.C., The Future of the Physical Learning Environment: School Facilities that Support the User. lez, n. 2011.

[2] Ivi.

[3] Alla stesura del testo hanno partecipato Austria, Repubblica Ceca, Estonia, Irlanda, Italia, Norvegia, Portogallo e Svizzera.

[4] Vedi anche Le 6 differenti zone del Future Classroom.

[5] DM prot. n. 106 del 26 aprile 2022, Approvazione linee guida orientative per gli ambienti di apprendimento e per la didattica nell’ambito della linea di investimento 1.1 “Costruzione di nuove scuole mediante sostituzione edilizia” della Missione 2 – Componente 3 – del Piano nazionale di ripresa e resilienza”.