Elezioni 2024 in Francia

La scuola terreno di scontro

Lo scioglimento dell’Assemblea Nazionale ha sorpreso tutti in Francia. Dato l’appuntamento anticipato, nei programmi elettorali sono confluiti i temi più accesi del momento, la riproposta di alcune soluzioni di bandiera e l’introduzione di qualche recente sollecitazione. Nei manifesti dei due maggiori blocchi in campo, la scuola ha visto fronteggiarsi visioni diverse dell’educazione.

Due filosofie a confronto

La filosofia dell’autorità (selezione precoce, ricorso alla sanzione, la scuola come trasmissione di saperi e assimilazione alla civilizzazione francese, disciplina contro il lassismo) dell’estrema destra si contrappone a quella dell’emancipazione come finalità educativa, della lotta alle disuguaglianze, della “excellence pour tous”, della mixitè sociale e della libertà pedagogica degli insegnanti, propria del campo progressista[1].

Seppur da prospettive opposte la rottura con il presente e il recente passato è un tratto che accomuna la restaurazione perseguita dal Rassemblement National (RN) e la svolta propugnata dal Nouveau Front Populaire (NFP), così come è pure condivisa la rimozione dell’agenda del primo ministro Gabriel Attal varata nel dicembre 2023.

L’incognita degli esiti del 7 luglio, mai così fluidi, rende utile evidenziare le poste in gioco per un paese con un’eredità pedagogica di pregio. Le intenzioni di voto avevano premiato Jordan Bardella, candidato primo ministro del RN con oltre il 35,5%, e avevano dato il 29,5% all’NFP, l’aggregazione della sinistra[2]. Tali previsioni non sono state smentite dai primi exit poll.

“Big bang de l’autorité”: la scuola del Rassemblement National

Jordan Bardella ha riassunto in un “bigbang de l’autorité” il terremoto che intende scatenare per “Restaurer l’excellence de l’école française et de la formation”. Pur reinterpretando misure proprie della macronie, lo chamboulement, già anticipatonel programma sull’educazione di Marine Le Pen per le ultime elezioni presidenziali, è ben più profondo. Forse sotto tono rispetto al marketing comunicativo di Emmanuel Macron e Gabriel Attal, il programma redatto in collaborazione con Roger Chudeau, ministro in pectore dell’éducation national e parlamentare di lungo corso ed esperto del sistema dell’istruzione, traccia il profilo di una scuola basato sul recupero dell’autorità, della sicurezza, della serietà e costruito sul ritorno di soluzioni del passato ritenute sorpassate.

Le direzioni di lavoro

Jordan Bardella intende ricentrare l’insegnamento sui saperi fondamentali (scienze, lingua e storia[3])andando oltre la formula dello “scrivere, leggere e far di conto” e attribuendo alla storia un ruolo formativo strategico. Il sistema educativo deve ritrovare la missione di trasmissione dei saperi. La scuola deve sostenere gli studenti che scelgono l’alternanza o l’apprendistato e adattare la formazione iniziale e continua ai bisogni reali dei vari settori professionali.

A questo scopo occorre rivalorizzazione gli stipendi degli insegnanti e ridisegnare la loro formazione; ristabilire l’autorità dell’istituzione scolasticaesanzionare i comportamenti incivili.é necessario “supprimer la bureaucratie de l’Education nationale pour libérer des moyens financiers, réduire les effectifs des classes et arrêter les fermetures d’écoles.”[4]

I cambiamenti istituzionali

Il Rassemblement National (RN) intende sostituire il collège unique, avviato nel 1977 con il “collège modulaire” al fine di poter orientare efficacemente e precocemente, già dai 14 anni, gli studenti in difficoltà, verso l’apprendistato o i percorsi vocazionali. Per i licei intende ripristinare le tipologie dei percorsi generalisti (Lingua, Scienze, Economia) sostituiti nel 2019-2020 da un tronco comune di discipline e dagli insegnamenti speciali. Per il Baccalauréat (BAC)[5] con il superamento della riforma recente si ritorna all’esame su tutte le discipline studiate.

Per l’accesso al collège, al fine garantire l’acquisizione dei saperi, si vuole ripristinare l’esame obbligatorio (introdotto nel 1934 e di fatto abolito nel 1963) facendo ripetere la classe all’alunno in caso di insuccesso, o inserendolo in una classe di nuova creazione (sixièmes d’adaptation)[6]. Come già previsto da Attal il conseguimento del Diplôme national de brevet (DNB) al termine del collège diventa la condizione per accedere al liceo; si aggiunge la funzione di orientamento rispetto alle opportunità che si aprono. Con la prevista soppressione del Parcoursup (la piattaforma nazionale di preiscrizione all’insegnamento superiore avviata nel 2018) l’ammissione all’università può avvenire solo dopo l’ottenimento del diploma sulla base delle richieste dello studente, tenendo conto dell’ordine delle preferenze e dei risultati ottenuti al BAC.

Sulla strategia di maggior impegno nel contrasto allo svantaggio sociale, economico e culturale si abbatte un vero e proprio tsunami con l’abolizione dei Réseaux d’éducation prioritaire (REP)[7]. Secondo Roger Chudeau a questa abolizione si accompagna la rivisitazione dei Réseaux d’éducation Prioritaire Renforcés (REP+) le cui scuole potranno adattare i programmi, aumentare gli orari delle discipline fondamentali e conservare la posizione di priorità nell’assegnazione di assistenti sociali e di personale infermieristico.

I programmi da ripensare

L’insegnamento, dalla scuola primaria alla secondaria, va ripensato con nuovi programmi definiti direttamente dal Parlamento, quindi come espressione delle maggioranze politiche, con rilievo alle discipline fondamentali. La definizione di obiettivi annuali e l’adozione di manuali certificati assicureranno l’uniformità delle conoscenze insegnate. Da rafforzare è “l’exigence de neutralité absolue (sic) des membres du corps enseignant en matière politique, idéologique et religieuse” con un potenziamento del potere di controllo del corpo ispettivo.

Il sostegno e la protezione degli insegnanti

Il sostegno agli insegnanti e la loro protezione verranno assicurati. Anzitutto con la rivalutazione stipendiale degli insegnanti che, promessa al 3% già nel 2022, sarà messa in pratica tenendo conto dell’audit finanziario che dovrà essere condotto sullo stato delle risorse disponibili.

La messa in opera, inoltre, di una “protection automatique” per gli insegnanti in caso di denuncia per violenze, per minacce o per ingiurie ne rafforzerà l’autorevolezza e il rispetto nella società civile.

Per la funzionalità dell’insegnamento verranno garantite le sostituzioni degli insegnanti assenti.

IL RN prevede, inoltre, la soppressione dell’Institut national supérieur des professionnels de l’éducation (INSPE) sostituito da una “formazione sul posto di lavoro” con l’accompagnamento di colleghi esperti.

Le modifiche organizzative

Il programma del Rassemblement National prevede di vietare l’uso del cellulare in tutte le scuole, inclusi i licei e di rendere obbligatorio il registro formale nell’interazione degli studenti con gli insegnanti (vouvoiement). Dal punto di vista disciplinare si introducono dei criteri soglia per i consigli di disciplina e l’attivazione di centri specializzati per gli studenti “perturbateurs ou harceleurs“.

Jordan Bardella è favorevole alla sperimentazione dell’uniforme scolastica già avviata nel 2023 con l’estensione dalle scuole primarie al collège, seppur progressivamente, come un segnale della laicità. Intende, inoltre, ripristinare la norma, già presente in passato ma poi abrogata, che prevedeva la sospensione di sussidi familiari o di borse di studio in caso di assenteismo e di gravi e ripetuti comportamenti asociali. Nelle aule scolastiche va affissa una carta geografica della Francia accanto a un prospetto cronologico che tracci la narrazione nazionale da “Clodoveo o da Vercingetorige” ai giorni nostri. Si introduce il prolungamento di un’ora al giorno nella scuola primaria per rafforzare gli insegnamenti fondamentali.

Non è escluso il mantenimento dei gruppi di livello, ma lasciando la decisione alle singole scuole per rispettare la loro autonomia e quella degli insegnanti. Si prevede anche di porre fine allo sdoppiamento e di fissare lo standard nella composizione delle classi: 20 per la scuola primaria e 30 per i collèges e i licei.

Il RN concorda sulla proibizione di vestiti a connotazione religiosa nelle scuole da estendere alle donne che accompagnano gli alunni in occasione di visite di istruzione e di attività esterne alla scuola. Intende inoltre introdurre come criterio prioritario la nazionalità nell’attribuzione di borse di studio.

“L’école de la République” del Nouveau Front Populaire

Dopo giorni di serrate interazioni e di intenso lavoro si è composto con un nome evocativo il Nouveau Front Populaire (NFP) basato sull’aggregazione di più forze, da Place publique a Insoumis, passando per gli Écologistes, il Parti comuniste français (PCF) e il Parti socialiste. Il Contrat de legislature sottoscritto articola un programma di aperta e decisa rottura rispetto al presente per ridare alla scuola pubblica il suo obiettivo di emancipazione.

Un progetto controcorrente d’emancipazione

Il progetto del NFP impone discontinuità nelle politiche educative: la lotta per l’uguaglianza tra tutti gli alunni e gli studenti e un servizio educativo pubblico di qualità per tutti, qualunque sia l’origine sociale, etnica o religiosa e senza alcuna discriminazione o preferenza nazionale[8]. Questi valori guida sono incompatibili con le posizioni dell’estrema destra considerata “autoritariste et liberticide”.

I segnali dell’autentica rottura del NFP

La svolta non è retorica ma puntuale: abrogazione dello ‘choc des savoirs’, soppressione de Parcoursup e del Service national universel, riduzione del numero di studenti per classe, rivalorizzazione stipendiale per gli insegnanti, stabilizzazione degli assistenti per gli studenti in situazione di handicap, servizio pubblico di accompagnamento in caso di disabilità. In sintesi lo spettro delle proposte emerse nel lavoro degli ultimi anni è l’asse portante della sterzata che si intende imprimere alla scuola francese.

Di particolare significato è la ripresa del collegamento da realizzare tra le dotazioni delle scuole e il rispetto degli obiettivi di mixité sociale nella scuola pubblica e in quella privata convenzionata. Altrettanto caratterizzante è la prevista presa in carico delle difficoltà dei genitori privi di mezzi sufficienti. Particolare è, altresì, la previsione di un rafforzamento della medicina scolastica con l’aumento dei relativi organici. Per nulla rituale è anche il richiamo valoriale alla lotta contro il razzismo, l’antisemitismo e a favore dei diritti delle donne e delle persone LGBTQI+…

La gratuità completa della scuola

Per il NFP un principio generale da tradurre in obiettivi e realizzare attraverso misure dedicate è la gratuità completa della scuola: dalla mensa ai trasporti, dalle attività integrative alle uscite didattiche. Già presenti nei programmi di precedenti elezioni si tratta di interventi contro le iniquità attuali che penalizzano alcuni studenti. Interventi che possono convincere genitori e comunità scolastiche fin dall’inizio del prossimo anno scolastico che qualcosa va cambiando.

L’indicazione della gratuità non è ingenua. La direzione di lavoro è da imboccare subito con una realizzazione progressiva. “Faire les premier pas pour la gratuité intégrale à l’école”, si precisa nel programma elettorale.

Nei primi 15 e 100 giorni

Nei primi 15 giorni l’azione per “Réparer les services publics” mette in primo piano l’obiettivo di fondo per la scuola (“Redonner à l’école publique son objectif d’émancipation”) abrogando l’agenda “choc des savoirs” di Macrone rivendicando la specificità dell’insegnare (“… préserver la liberté pédagogique”).

I primi 100 giorni, definiti come “l’été des bifurcations” saranno dedicati a importanti interventi legislativi per la ricostruzione dei due servizi pubblici più cruciali: la sanità e la scuola. Fare una legge importante sull’educazione comporta alcune decisioni fondamentali. Anzitutto per migliorare le qualità dell’apprendimento e facilitare il lavoro degli insegnanti occorre ridurre la numerosità nelle classi a 19 studenti. Inoltre per democratizzare l’università va abolito il Parcoursup, la piattaforma per l’ammissione all’insegnamento superiore, oggetto di forti critiche per lo stress generato negli studenti e per la ricreazione di disuguaglianze che comporta, sostituendolo con uno strumento informatico meno selettivo e abolendo ogni selezione per l’accesso all’università. Sempre nei primi 100 giorni dopo le elezioni il NFP prevede di investire nell’educazione nazionale in relazione ai bisogni con la rivalorizzazione delle griglie degli stipendi, il miglioramento dei locali scolastici, il rafforzamento degli organici per la medicina scolastica e la creazione di un servizio pubblico di accompagnamento degli studenti in situazione di handicap formando e mettendo in ruolo gli attuali assistenti.

Nei mesi successivi

L’impegno nei mesi successive (“Les trasformations. Le service public est de retour”) è rivolto a garantire a ogni famiglia l’accesso ai servizi per la prima infanzia creando 500.000 posti nei nidi e nelle altre soluzioni alternative. Per l’emancipazione dei giovani è previsto il sostegno alle associazioni giovanili e all’educazione popolare con la soppressione del Service national universel (SNU), il dispositivo a metà strada tra il servizio militare e il servizio civile proposto ai giovani da i 15 ai 17 anni. Per quanto riguarda gli stipendi degli insegnati l’alleanza di sinistra intende rivalorizzare l’articolazione delle retribuzioni promettendo un aumento del 10% dell’indice per il calcolo.

La sostenibilità degli annunci

Gli elenchi degli annunci elettorali sono spesso ridondanti. Fanno intendere le filosofie di fondo ma le singole misure sono talora approssimative, talora di difficile realizzazione, soprattutto se prive di analisi accurate e di esperienze verificate. All’interno dei propri campi di influenza molte ipotesi appaiono sicuramente promettenti oltre che radicali. Rispondono, tuttavia spesso, a esigenze di identità di parte o di priorità comunicative allo scopo di consolidare o catturare il consenso. Non di rado, soprattutto in caso di coalizione, sono frutto di negoziazioni, di compromessi e di composizione di interessi diversi.

I tempi ristretti della campagna elettorale hanno certamente impedito un lavoro approfondito di ricognizione e di elaborazione politica. Stupisce, infatti, la mancanza delle letture correnti, nazionali e internazionali, dello stato della scuola francese[9] e di cenni ai finanziamenti necessari per la realizzazione di impegni talora gravosi. I riferimenti ideologici e il consolidamento di posizioni rimangono, quindi, le chiavi di lettura dei manifesti elettorali.

La trasposizione dei programmi rivolti agli elettori in un’agenda di governo praticabile e sostenibile, per entrambi i blocchi, dovrà, comunque, misurarsi con i labirinti dell’implementazione, affrontare gli orientamenti delle comunità scolastiche e delle loro componenti oltre che rispondere ai vincoli di bilancio.

L’incognita della polarizzazione

La riflessione sull’appuntamento elettorale non si esaurisce nello scrutinio delle proposte. Il contrasto tra i due blocchi, infatti, non sembra leggibile in una logica di bipolarismo e di alternanza di governo. Due tradizioni culturali e politiche si trovano di fronte al possibile sgretolamento del “macronismo” che aveva illuso, a partire dal 2017, sul tramonto della contrapposizione tra destra e sinistra, ritenuta retaggio di stagioni superate. Ritornano prepotentemente la sinistra e la destra con significative diversità dal passato, per la presenza rilevante di una destra estrema non sovrapponibile alla convenzionale tradizione liberale.

In un paese fratturato come la Francia accese controversie culturali e sociali non sono congiunturali. La polarizzazione, accentuata dal prevalere dell’imprinting ideologico e culturale sulla progettazione tecnica[10], è alla base dell’atteso incremento della partecipazione elettorale (superiore al 60%) ben oltre il livello raggiunto nelle legislative del 2022 (47,5%). Il posizionamento dei rispettivi blocchi rimane incerto prima del secondo turno. “Il fait noir au pays des Lumières” (È buio nella terra delle luci) annota enigmatico il progressista Philippe Meirieu[11].


[1] Cfr. J.L. Melenchon, L’avenir en commun.Le programme pour l’Union Populaire, 2022 p.17.

[2] Cfr. il sondaggio IPSOS condotto per Le Parisien e Radio France dal 19 al 20 giugno su un campione nazionale di 2000 persone rappresentativo degli iscritti alle liste elettorali.

[3] Nel programma sulla scuola di Marine Le Pen per le presidenziali del 2022 si parla della “storia della Francia” (Projet pour la France di Marine Le Pen, L’école, 2022 p.12).

[4] Marie-Christine Corbier, “Législative 2024: les propos choc du RN pour l’école”, Les Echos, 20 giugno 2024.

[5] Baccalauréat (BAC) è il titolo di studio che conseguono gli studenti francesi alla fine del ciclo di studio della scuola secondaria.

[6] Cfr. l’intervista a Roger Chudeau, “le monsieur école du RN” suM. Ch. Corbier, Les Echos, 20 giugno 2024.

[7] Il REP è La politica di istruzione prioritaria che mira a correggere l’impatto delle disuguaglianze sociali ed economiche sul successo scolastico attraverso un rafforzamento dell’azione pedagogica ed educativa nelle scuole e negli istituti dei territori che incontrano le più grandi difficoltà sociali.

[8] Il manifesto elettorale riprende in sintesi quanto contenuto nei programmi per le elezioni presidenziali del 2022 (J-L. Melenchon, op. cit. 2022 e Programme partagé de Gouvernment de la Nouvel Union populaire, écologiste et sociale, 2022).

[9] Riferimenti ai risultati per la Francia delle indagini internazionali PISA, TIMSS e PIRLS erano presenti nelle prime pagine del programma per le presidenziali di Marine Le Pen del 2022.

[10] Eléa Pommier, “Législatives 2024: l’école, un terrain d’affrontement idéologique?”, Le Monde, 26 giugno 2024.

[11] Café Pédagogique, 24 giugno 2024.