Ultimo suono della campanella

Dal PNRR al futuro che verrà

Il sipario sta calando sull’anno scolastico 2023-2024: un periodo che, contrariamente ai precedenti, si è svolto sotto il segno della tranquillità, non ci sono stati infatti né pandemie né altri eventi particolarmente difficili da gestire. Pur tuttavia questo è stato per le scuole l’anno dell’Intelligenza Artificiale e del Metaverso, con l’entusiasmo sicuramente degli studenti, ma anche di molti insegnanti che vedono nell’IA più opportunità che rischi.

Se da un lato sembra prevalere la calma apparente, dall’altro, specialmente per la parte gestionale e amministrativa, si presenta un altro scenario: la paura di non riuscire a spendere tutte le risorse del PNRR destinate alla scuola: un lavoro immane sulle spalle di instancabili professionisti, devoti a garantire il funzionamento ottimale della scuola.

PNRR e nuovo contratto

Gli ambienti di apprendimento si rinnovano, almeno teoricamente, ma i nuovi adempimenti del Codice dei contratti pubblici e le complessità legate al nuovo contratto di lavoro hanno posto sfide difficili da vincere, ma perfino da affrontare.

La gestione del PNRR ha richiesto uno sforzo amministrativo immane, anche per le stringenti normative europee e nazionali. Questo ha comportato la necessità di rispettare scadenze improrogabili e di garantire la conformità ai requisiti di trasparenza e tracciabilità dei fondi. Gli uffici amministrativi delle scuole si sono trovati a dover gestire una mole di lavoro senza precedenti: compilazione di documenti, partecipazione a bandi, rendicontazione delle spese. A ciò si aggiunge anche la complicazione dei ritardi cronici da parte dei fornitori.

Le nuove disposizioni normative, in particolare quelle legate al nuovo codice dei contratti pubblici, hanno introdotto, come è noto, ulteriori difficoltà che hanno richiesto particolari competenze per la corretta gestione delle procedure e una specifica attenzione per prevenire i contenziosi.

Le scuole hanno dovuto adeguarsi rapidamente alle nuove disposizioni garantendo al contempo il rispetto dei diritti del personale e la continuità del servizio educativo. Da qui la necessità di aumentare le attività di formazione del personale amministrativo.

In sintesi, l’anno scolastico 2023-2024 ha visto un complesso intreccio di sfide amministrative e gestionali che, nonostante la tranquillità esterna, ha richiesto un impegno straordinario da parte di tutto il personale scolastico.

Dai funzionari ad Elevate Qualificazioni al middle management

Dal 1° maggio, l’introduzione della figura del “funzionario ad Elevate Qualificazioni”, sancita dal nuovo CCNL, può costituire una buona opportunità per traghettare il sistema scolastico verso una nuova era di riforme e trasformazioni amministrative. La transizione non sarà priva di problemi e di sfide. Un problema antico, ma che si ripresenterà in tutte le diverse sfaccettature, è quello del rapporto tra DSGA, questa nuova figura e Dirigenti Scolastici. Si rende, quindi, ancor più necessaria una chiara e netta demarcazione delle competenze. Occorre distinguere tra una funzione dirigenziale orientata all’innovazione educativa e una funzione direttiva di tipo amministrativo e contabile. Solo attraverso questa separazione si potranno eliminare conflitti e attriti, assicurando un ambiente scolastico più efficiente e armonioso.

La scuola, si sa, in quanto “Burocrazia Professionale”, secondo le teorie di Mintzberg, è un’organizzazione che, integrata alla teoria dei legami deboli o laschi di Weick, può adattarsi e funzionare costantemente, a prescindere dalle variabili interne o esterne che si vengono a configurare. Se si crea una tecnostruttura efficiente e autonoma, il Dirigente scolastico, liberato da molte incombenze amministrative, rivestirebbe appieno il ruolo di leader educativo, di guida e custode della vision e della mission dell’istituzione che dirige.

Un modello scolastico rinnovato è quello in cui potrebbe essere il middle management a giocare un ruolo chiave: una rivoluzione silenziosa ma potente che aiuterebbe a trasformare profondamente le dinamiche interne della scuola creando un ecosistema scolastico dove ogni attore, con le proprie competenze specifiche, contribuisce al miglioramento della qualità dell’educazione.

La figura del “funzionario ad Elevate Qualificazioni” non rappresenta solo un nuovo titolo, ma la concretizzazione di un nuovo paradigma di gestione scolastica in cui l’innovazione e la tradizione trovano un equilibrio perfetto. La scuola italiana è pronta a questo salto evolutivo e, con esso, a garantire un futuro luminoso alle prossime generazioni.

Il calo demografico e il ridimensionamento delle scuole

Bisogna però fare i conti con la realtà. Il calo demografico sta influenzando significativamente il sistema scolastico, causando un ridimensionamento delle scuole. Entro il 2034, si prevede una riduzione di circa 1,4 milioni di studenti, con conseguente chiusura di numerosi istituti e fusione delle dirigenze scolastiche. Questo fenomeno avrà impatti rilevanti anche sul personale scolastico, con una diminuzione prevista di circa 60.000 unità.

Le chiusure e fusioni delle scuole per realizzare il nuovo modello di dimensionamento della rete scolastica in applicazione del PNRR, hanno già provocato alcune proteste in diverse regioni, preoccupate che ciò possa penalizzare ulteriormente le aree socialmente svantaggiate o spopolate, dove le scuole rappresentano un presidio di legalità e opportunità, e aumentare contestualmente il divario tra le diverse aree del paese.

Si ricorda che il nuovo sistema di dimensionamento non prevede indicazioni di parametri per singola istituzione scolastica ma permette all’autonomia delle regioni l’individuazione delle istituzioni scolastiche sedi di direttivo tra cui distribuire l’organico assegnato complessivamente a livello regionale.

Il calo demografico e i nuovi parametri comporteranno, di certo, una riorganizzazione della rete scolastica che andrà ad influire sull’offerta formativa. Non è facile per gli istituti scolastici ricostruire su tali presupposti una nuova identità, che sia di qualità e funzionale al futuro delle nuove generazioni.

Il suono della campanella per studenti, docenti e amministrativi

Con il suono della campanella, studenti e insegnanti possono finalmente godere delle tanto attese vacanze estive.

Gli insegnanti, dopo aver completato gli adempimenti di fine anno, possono riflettere su ciò che è stato realizzato e sui risultati ottenuti. Questo momento di riflessione è cruciale per valutare l’efficacia dell’operato scolastico, che molto spesso viene, però, misurato solo attraverso il numero di iscrizioni ottenute. Il numero degli alunni è solo un parametro che dovrebbe influenzare la definizione delle fasce di complessità delle scuole, oggi riviste alla luce del nuovo Contratto integrativo nazionale dell’area istruzione e ricerca per la dirigenza scolastica (CIN).

Per il Dirigente e per il personale amministrativo, l’anno scolastico si chiude con la necessità di rispettare, tra le altre cose, una serie di scadenze: avanzamento delle attività finanziate dalle risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), Agenda Sud, programmazione dei fondi strutturali PON, mobilità Erasmus+, ricerca di studenti per gli ITS Academy, anche nell’ottica di soddisfare le nuove esigenze dell’industria 4.0.

Psicologi, tutor e orientatori

Le azioni del PNRR, mirate alla riduzione dei divari territoriali e al contrasto della dispersione scolastica esplicita e implicita, introducono psicologi e orientatori nelle scuole. Questa iniziativa potrebbe preludere alla costituzione di un’équipe stabile di psicologi in ogni scuola di ogni ordine e grado, che, oltre ad ascoltare studenti, famiglie e personale, potrebbe collaborare nella progettazione e realizzazione di un’offerta formativa integrata tenendo conto dei progressi delle scienze cognitive e delle neuroscienze.

La piattaforma UNICA, il lavoro dei tutor e degli orientatori costituiscono ulteriori opportunità per gli studenti e le famiglie volte ad un orientamento mirato sia durante il percorso formativo sia nel momento cruciale della scelta futura, professionale e lavorativa, in sintonia con quel progetto di vita che permette agli studenti di raggiungere obiettivi e sogni.

Esame di maturità e “capolavoro”

Le scuole sono state capaci di costrure le condizioni che ora permettono a una generazione di studenti, che hanno vissuto la drammatica privazione della libertà per via della pandemia, di sostenere dignitosamente gli esami di fine ciclo. Nell’assegnazione della lode finale, però, hanno un peso notevole i crediti accumulati negli anni precedenti, e ciò potrebbe precludere ad alcuni bravi studenti di non raggiungere l’obiettivo massimo.

Negli ultimi tre anni del secondo ciclo di studi, gli allievi si trovano a scegliere il loro primo “capolavoro”, da inserire nell’E-Portfolio della piattaforma UNICA. Il capolavoro dovrà essere scelto e inserito 15 giorni prima della fine delle attività didattiche. È un prodotto che dovrà essere particolarmente rappresentativo dei progressi e delle competenze acquisite.

L’utilizzo della piattaforma UNICA è volto a facilitare la scelta futura interessando le università, gli ITS, gli istituti scolastici di primo e secondo ciclo, coinvolgendo sperimentazioni anche fino all’ECEC del sistema integrato0-6.

Dall’ECEC all’Università e al mondo del lavoro

In siffatto contesto, le diverse istituzioni educative coinvolte giocano un ruolo fondamentale per gli studenti: mentre gli istituti scolastici di primo e secondo ciclo, attraverso programmi didattici innovativi, attraverso le STEM e i laboratori, stimolano la creatività e il pensiero critico, le Università e gli ITS forniscono un’educazione avanzata e specializzata, preparandoli ad acquisire competenze tecniche e professionali richieste dal mercato del lavoro. Contestualmente, in ambienti di apprendimento informale e non formale si possono sviluppare, attraverso esperienze extracurriculari, attività artistiche, sportive, progetti di volontariato e Service Learning, le abilità sociali, la capacità di problem-solving e una maggiore consapevolezza di sé. Sono esperienze che arricchiscono il bagaglio culturale e personale degli studenti, rendendoli individui completi e pronti ad affrontare le sfide future.

Gli interventi formativi iniziano fin dalla nascita, dalle attività di educazione e cura della prima infanzia (ECEC: Early Childhood Education and Care). Oggi si parla di sistema integrato 0-6. Qui, è l’apprendimento giocoso e interattivo che favorisce lo sviluppo cognitivo, emotivo e sociale. Questo modello educativo integrato e orientativo mira a creare una sinergia tra tutte le fasi del percorso di educazione e istruzione, garantendo una continuità che accompagna gli studenti dalla prima infanzia fino all’ingresso nel mondo del lavoro. La collaborazione tra scuole, università e istituzioni educative superiori assicura che ogni giovane possa trovare il proprio percorso formativo ideale, basato sulle proprie inclinazioni, passioni e competenze.

Il primo capolavoro scelto tra quelli realizzati da questi giovani non è solo un traguardo personale, ma un simbolo del successo di un sistema educativo che valorizza ogni aspetto dell’apprendimento. È una testimonianza del potere della passione e della competenza, e un segnale positivo per il futuro dell’educazione.

L’anno che verrà

La campanella suona, e quel suono cristallino echeggia nei corridoi vuoti, segnando non solo la fine delle fatiche di un anno scolastico appena trascorso, ma anche l’inizio di un periodo di riflessione e di saluti. Gli studenti si abbracciano emozionati e in ogni abbraccio, in ogni sguardo c’è la consapevolezza che qualcosa di importante si chiude, lasciando spazio a un futuro incerto ma carico di promesse.

Nelle aule, testimoni silenziose di risate, pianti e scoperte, ora risuonano i ricordi che ognuno porta con sé. Gli insegnanti, che hanno visto crescere e maturare generazioni di giovani, si trovano a salutare quegli alunni che hanno accompagnato con dedizione e passione. Alcuni di loro hanno concluso il percorso e non torneranno. Nel saluto c’è tutta la nostalgia di chi ha condiviso non solo il sapere, ma anche pezzi di vita.

Tutta la comunità professionale vive questo momento con intensità: alcuni docenti che lasciano la scuola, per mobilità o fine servizio, fanno trasparire emozioni e gratitudine. Hanno dato tanto, spesso sacrificando la propria vita e la propria felicità, dedicandosi con abnegazione a una missione che è più di un semplice lavoro.

È un momento di bilanci e di ricordi che affiorano con dolcezza, di legami che si rafforzano nonostante la distanza. L’anno che verrà porta con sé la speranza di nuove avventure, di nuove sfide, ma anche la certezza che ciò che è stato vissuto rimarrà per sempre nel cuore di chi ha avuto la fortuna di far parte di questa straordinaria esperienza.

E mentre la campanella smette di suonare, un silenzio carico di significati avvolge la scuola, come un abbraccio che protegge e custodisce tutto ciò che è stato.

Un nuovo ciclo sta per iniziare, e con esso nuove storie da scrivere, nuovi sogni da inseguire, nuove vite da intrecciare.

Ma ciò che è stato vissuto, ogni sorriso, ogni lacrima, ogni momento condiviso, rimarrà per sempre nel cuore di chi ha avuto la fortuna di vivere questa straordinaria avventura.