Maestra Genia, un’insegnante virtuale

La nuova frontiera delle metodologie didattiche

In un’epoca fortemente caratterizzata dall’impiego della tecnologia in ogni contesto umano, l’uso dell’intelligenza artificiale (di seguito anche IA) nell’attività didattica non è più un miraggio: arriva Maestra Genia, un’insegnante virtuale, dall’aspetto simpatico, che rivoluziona il modo di insegnare e di apprendere. Il progetto, ideato e realizzato dalla start-up CogitAI di Reggio Emilia, mette le più moderne potenzialità della cosiddetta “intelligenza artificiale generativa” al servizio dell’istruzione, proponendo un approccio innovativo all’apprendimento e un valido supporto alle tecniche di insegnamento tradizionali. Non mancano, tuttavia, preoccupazioni per i possibili rischi legati all’uso di una simile tecnologia. 

Gli strumenti messi a disposizione dalla piattaforma Genia IA

Maestra Genia è una creatura dell’intelligenza artificiale che si avvale di strumenti e modelli addestrati e preparati per migliorare le performance nello studio. Il sistema consta di una piattaforma accessibile mediante login al sito “maestragenia.it”. All’atto dell’iscrizione vengono assegnati gratuitamente all’utente 5000 Genia Coin, che corrispondono a circa 4000 parole generate dall’intelligenza artificiale e possono essere utilizzati per provare i diversi modelli presenti nella piattaforma. A Maestra Genia possono ricorrere i discenti di ogni età e livello di istruzione per le più disparate attività, come la preparazione in vista di interrogazioni, verifiche scritte e la stesura di elaborati di varia natura (presentazioni, relazioni, discorsi, riassunti, tesi, saggi brevi, etc.), dei quali è possibile addirittura ottenere la correzione grammaticale o la traduzione. Il sistema, infatti, è in grado di svolgere una vera e propria attività di tutoraggio e di rispondere ad ogni richiesta anche in relazione al materiale caricato dal discente in formato PDF al fine di ottenere spiegazioni o riassunti. Non da ultimo, la piattaforma può analizzare le immagini caricate sulla chat dall’utente, funzione che può rivelarsi molto utile nelle discipline tecnico-artistiche. L’avvento di Maestra Genia sancisce, così, il definitivo ingresso dell’intelligenza artificiale – nella sua forma più complessa ed evoluta – tra i banchi di scuola.

Maestra Genia sui social

Maestra Genia propone contenuti originali ed innovativi anche sui social network (YouTube, TikTok ed Instagram). Qui, infatti, l’assistente virtuale effettua brevi interviste ad illustri personaggi del passato come Leonardo da Vinci, Dante o Napoleone, oppure sottopone quiz, enigmi e questionari di logica all’utente rivelando la risposta a fine video. L’insegnante virtuale, difatti, ha l’obiettivo di agevolare i processi di apprendimento mediante una varietà di metodologie didattiche innovative tra cui la gamification, che si serve degli strumenti propri del gioco per catturare l’interesse degli utenti verso i contenuti proposti. Si tratta di una prospettiva di apprendimento del tutto nuova che induce gli addetti ai lavori ad una profonda riflessione sulle strutture e sulle metodologie della didattica e dell’apprendimento intesi secondo gli schemi tradizionali.

Un cambiamento nell’approccio all’insegnamento e all’apprendimento

L’intelligenza artificiale sta trasformando radicalmente le modalità di insegnamento e apprendimento, rendendo i contesti educativi più stimolanti e aiutando gli insegnanti a rispondere alle necessità specifiche di ciascun discente. Già l’avvento di Internet e la diffusione degli strumenti digitali avevano contribuito a rendere flessibile l’apprendimento, permettendo una formazione “a portata di clic” fruibile in qualsiasi momento della giornata e in qualsiasi luogo. Con l’utilizzo dell’intelligenza artificiale nella didattica si punta a migliorare la qualità dell’istruzione. Grazie alla capacità di analizzare grandi quantità di dati, l’IA oggi può mettere a disposizione sistemi di tutoraggio in grado di creare percorsi didattici personalizzati per ogni studente, tenendo conto delle singole esigenze di apprendimento. Questi sistemi di tutoraggio riescono a individuare i punti di forza e di debolezza di ogni studente e a personalizzare la singola lezione, assicurando un’istruzione mirata e più efficace per ognuno. L’utilizzo dell’intelligenza artificiale consente di individuare eventuali difficoltà o lacune nell’apprendimento degli studenti, favorendo un intervento tempestivo da parte degli insegnanti per evitare ritardi nello studio. Inoltre, può costituire un valido ausilio per gli insegnanti nella gestione delle attività quotidiane e nella creazione di materiali didattici innovativi, consentendo loro di dedicare più tempo al rapporto con gli studenti e alla loro crescita personale: ciò si tradurrebbe in una significativa ottimizzazione dei tempi e delle risorse a disposizione dei docenti.

Didattica e intelligenza artificiale: le insidie

Come si evince da quanto sin qui esposto, l’intelligenza artificiale ha un enorme potenziale per migliorare i processi educativi. Tuttavia, è necessario dedicare la giusta attenzione alle possibili problematiche che possono emergere dall’utilizzo di una simile tecnologia in un ambito delicato come quello scolastico. 

Le insidie più frequenti che gli utenti possono incontrare nell’utilizzo dell’intelligenza artificiale in tale settore possono essere sintetizzate nei seguenti punti:

  • uso improprio dei dati personali degli utenti raccolti dalle piattaforme;
  • sorveglianza e controllo eccessivi. L’IA potrebbe essere utilizzata per monitorare e valutare costantemente le prestazioni degli studenti, minando la loro autonomia e libertà di espressione;
  • possibile iniquità nell’accesso al servizio dovuta alla circostanza che non tutti gli studenti godono delle stesse opportunità di accesso alla tecnologia;
  • scarsa attendibilità delle informazioni fornite. Queste devono essere sempre verificate e ricontrollate, considerato che i sistemi basati sull’IA generativa si limitano a rielaborare contenuti presenti sul web;
  • dipendenza dalla tecnologia, che può compromettere la capacità di pensiero critico degli studenti;
  • progressiva sostituzione dell’insegnante con l’intelligenza artificiale. È importante che gli studenti tengano sempre presente che gli insegnanti svolgono un ruolo fondamentale ed insostituibile nell’educazione, in quanto forniscono un supporto emotivo che nemmeno la più raffinata tecnologia potrebbe essere mai in grado di replicare.

Al fine di scongiurare questi (e molti altri) rischi, è necessario un approccio ponderato all’impiego dei modelli di intelligenza artificiale a scopi didattico-educativi.

Aspetti etici dell’utilizzo di Maestra Genia

Come ogni strumento che si avvalga dell’intelligenza artificiale, anche Maestra Genia ha sollevato non poche perplessità in ordine agli aspetti più squisitamente etici legati al rischio che un impiego indiscriminato della piattaforma può generare soprattutto tra le generazioni più giovani, che potrebbero cadere nell’equivoco di ritenerla una risorsa sufficiente ai fini dello studio. È concreto il timore che strumenti tecnologici di siffatta natura possano, in qualche modo, gradualmente depauperare il fattore umano/emotivo che permea il naturale rapporto docente-discente. Così, se è vero che l’intelligenza artificiale sta diventando parte integrante del processo educativo, è pur vero che nel suo impiego deve essere sempre salvaguardata la centralità del fattore umano e sociale. Del resto, gli stessi fondatori di CogitAI assicurano che Maestra Genia è pensata all’esclusivo scopo difornire agli utenti un supporto aggiuntivo – mai sostitutivo – nello studio, che lo renda più stimolante senza tuttavia sacrificare altre abilità, come quelle sociali, che solo nei contesti relazionali reali hanno la possibilità di prendere forma e svilupparsi correttamente.

Sulla necessità di educare all’uso dell’IA

L’utilizzo dell’intelligenza artificiale nei contesti didattici non riguarda solo gli studenti, ma una platea di soggetti ben più estesa: invero, tocca anche i docenti, il personale amministrativo, i dirigenti scolastici e le famiglie. Naturalmente, affinché le nuove generazioni utilizzino in maniera consapevole tali strumenti, è essenziale che la cultura dell’intelligenza artificiale si diffonda ad ogni livello del sistema scuola. A tale scopo, la Commissione Europea ha elaborato Linee guida etiche per l’uso dell’intelligenza artificiale nella didattica [1], rimarcando l’importanza della formazione e della consapevolezza tanto per gli educatori quanto per i discenti. Del medesimo avviso è anche il Garante per la protezione dei dati personali italiano [2], il quale sostiene l’importanza di garantire l’autodeterminazione degli studenti e dei genitori quando si parla di IA nelle scuole. A tal fine, è necessario assicurare che tutti gli attori che utilizzano l’intelligenza artificiale in ambito scolastico ne comprendano a pieno il senso e il funzionamento secondo il modello dell’explainability, che si fonda sul principio secondo cui la spiegabilità dei passaggi seguiti accresce la fiducia dell’utente nei prodotti dell’IA. Il confine tra potenzialità e limiti dei sistemi basati sull’intelligenza artificiale resta, tuttavia, flebile: è proprio per questo che l’effettiva autodeterminazione degli utenti è l’unica via per tracciare quella linea di demarcazione necessaria ad arginare, per quanto possibile, i pericoli insiti nell’impiego di siffatti strumenti.

In conclusione, è possibile affermare che l’intelligenza artificiale applicata alla didattica ha tutto il potenziale per sovvertire i tradizionali metodi di insegnamento e di apprendimento, ma, affinché la rivoluzione digitale non prenda direzioni poco auspicabili, è necessaria una collettiva presa di coscienza delle distorsioni che un uso indiscriminato di tali sistemi può generare.


[1] Commissione europea, Direzione generale dell’Istruzione, della gioventù, dello sport e della cultura, Orientamenti etici per gli educatori sull’uso dell’intelligenza artificiale (IA) e dei dati nell’insegnamento e nell’apprendimento, Ufficio delle pubblicazioni dell’Unione europea, 2022.

[2] Intervista a Guido Scorza, Componente del Garante per la protezione dei dati personali (di Chiara Barison, Il Corriere della Sera, 7 novembre 2023).