Migliorare i processi di apprendimento

Il valore formativo del feedback

“Feedback” è un termine anglofono, ormai entrato a far parte del nostro lessico comune, che in italiano vuol dire letteralmente “azione di ritorno” ossia una risposta o una reazione a qualcosa.

Il feedback a scuola, quindi, è un processo importante per aiutare gli studenti a migliorare le proprie abilità e competenze. Attraverso il feedback, gli studenti ricevono informazioni specifiche sulle loro prestazioni e suggerimenti su come migliorare il loro percorso di apprendimento. Il feedback è, infatti, elemento generativo ancorato alla valutazione formativa del percorso di apprendimento di ogni studente. È importante che i docenti forniscano un feedback chiaro e costruttivo per aiutare tutti a capire le proprie potenzialità e le proprie difficoltà.

Caratteristiche del feedback

Il feedback deve essere specifico, concreto e dato tempestivamente in modo che gli studenti possano usare le informazioni per migliorare le loro prestazioni.

Inoltre, è importante che abbia una forma dialogica perché è quella che aiuta maggiormente gli insegnanti a valutare l’efficacia delle proprie pratiche didattiche e ad apportare eventuali modifiche per potenziare l’apprendimento degli studenti. Il feedback nel contesto scolastico è un processo essenziale per garantire un’istruzione di qualità e un continuo miglioramento per l’apprendimento degli alunni.

Le fasi

Il feedback può essere diviso in diverse fasi.

  • Raccolta delle informazioni: è la fase della raccolta delle informazioni su un determinato comportamento o una certa azione su cui si desidera fornire feedback.
  • Valutazione: si valutano le informazioni raccolte in modo da poter dare un feedback obiettivo e costruttivo.
  • Comunicazione: si comunica il feedback allo studente in modo chiaro e diretto, fornendo esempi specifici e suggerimenti per migliorare.
  • Ascolto: è importante ascoltare la reazione al feedback dell’alunno per capire se e come ha ricevuto le informazioni e se è disposto ad apportare modifiche al suo comportamento.
  • Azione: l’individuo attua concretamente le azioni utili per migliorare proprio sulla base del feedback ricevuto.
  • Follow-up: si segue il progresso della persona nel tempo, fornendo ulteriori feedback e supporto se necessario.

Feedback VS debriefing

Il feedback, inteso come riscontro riferito ad azioni, avviene sempre su due livelli, razionale-logico ed emotivo, e riguarda risultati circoscritti che possono essere individuali o collettivi e/o di gruppo (la classe o la restituzione di attività di gruppo). In questo senso è differente dalle attività di debriefing, che costituiscono una rivisitazione dell’esperienza vissuta durante un progetto, un’attività particolare, scolastica o extrascolastica. Il debriefing ha lo scopo di ripercorrere le fasi per condividere e rafforzare la consapevolezza di ciò che “è successo”.

Un facilitatore dell’apprendimento

Il feedback facilita il processo di apprendimento se:

  • offre una valutazione sui risultati e sui processi grazie ai quali essi sono raggiunti;
  • aiuta una riflessione da parte dell’allievo sulle proprie scelte, abitudini, azioni;
  • stimola una riflessione sulle conseguenze delle scelte agite;
  • alimenta consapevolezza e autostima.

Un buon feedback deve essere dato in tempi rapidi, deve essere chiaro, deve spiegare cosa e perché l’alunno/a ha fatto bene o male e deve avere sia componenti informative, sia componenti affettivo-motivazionali.

La dimensione dialogica

Un feedback costruttivo si svolge dal punto di vista dialogico in tre fasi:

  • apprezzamento di ciò che è positivo (valorizzazione);
  • individuazione di ciò che manca o ciò che è errato (criticità);
  • indicazione di come fare per migliorare (incoraggiamento).

Il feedback deve dunque essere un processo dialogico, che si realizza soprattutto attraverso le domande e si svolge su 3 livelli:

  1. risultati (valutazione del/della docente sulla distanza tra risultato atteso e raggiunto);
  2. processi (riflessione dell’allievo sui comportamenti e sulle strategie adottati, sugli strumenti, i tempi ecc.);
  3. autovalutazione dell’alunno.

Come si può fornire un feedback?

Un feedback per essere efficace, quindi, dovrebbe essere, oltre che chiaro, anche costruttivo e obiettivo. Ecco alcuni passaggi che si possono seguire per dare un feedback efficace:

  • si parte sempre dal mettere in evidenza qualcosa di positivo della situazione o del lavoro svolto. Questo aiuta a creare un buon clima e soprattutto a far sentire la persona apprezzata;
  • si deve cercare di essere dialoganti, ma sempre precisi e dettagliati. Lo studente deve capire esattamente il problema, come può affrontarlo e come migliorare il lavoro realizzato;
  • le parole che si usano devono essere prive di ambiguità, mai di tipo accusatorio;
  • il feedback deve non solo far notare, ma anche proporre eventuali soluzioni e aiutare la persona a capire cosa può fare per migliorare;
  • dopo aver dato il feedback è importante chiedere allo studente cosa ne pensa, se ha capito, se ha altre proposte.

Presupposti pedagogici

La concezione trasmissiva del feedback è stata progressivamente superata, lasciando spazio ad una visione socio-costruttivista, la quale reputa il feedback come un processo dialogico grazie al quale si costruisce, monitora e valuta attivamente il proprio apprendimento[1]. Tale dialogo favorisce il supporto e l’attivazione di processi di revisione, analisi, integrazione di conoscenze e azioni che consentano una effettiva rielaborazione[2].

Molto importante diventa il carattere dialogico-discorsivo del feedback in ambito didattico. Il costrutto richiama il concetto di intertestualità: tale concetto può rappresentare una chiave di lettura per comprendere i meccanismi nella “costruzione del sapere”. Michail Bachtin, filosofo e critico letterario russo del diciannovesimo secolo, afferma che “la parola nel linguaggio è per metà quella di qualcun altro. Diventa la propria solo quando il parlante la popola con la propria intenzione, il proprio accento, quando si impossessa della parola, adattandola alla propria intenzione semantica ed espressiva”. Egli sostiene che “il dialogo-discorso” va oltre l’interazione faccia a faccia, esiste “un’interanimazione”: ogni discorso “è un anello nella catena della comunicazione verbale”.

Il feedback in analogia al “dialogo-discorso” diventa anello nella catena della “comparazione che gli studenti formulano, tra il compito che stanno svolgendo e le informazioni provenienti da diverse tipologie di fonti (libri, video, il compito dei propri pari, la ricerca in rete, il dialogo con il docente e con i pari, e in generale input provenienti dal contesto circostante, compreso l’insieme delle interazioni sociali e materiali che condizionano lo studente)”.

In sintesi

In definitiva, il feedback diventa il nucleo fondante di una valutazione formativa che si compie durante il processo di insegnamento-apprendimento permettendo all’allievo di comprendere il proprio percorso formativo, anche in un’ottica orientante.

Tale valutazione si connota come una valutazione dell’apprendimento e per l’apprendimento la cui finalità diviene autogenerante all’interno del processo stesso.


[1] Grion V., Serbati A., Valutazione sostenibile e feedback nei contesti universitari, Pensa, 2019; Nicol D. From monologue to dialogue: improving written feedback processes in mass higher education, 2010.

[2] Nicol D., Macfarlane D., Formative Assessment and Self-Regulated Learning: A Model and Seven Principles of Good Feedback Practice, 2006.