Erasmus+ 2021-2027: le sfide del nuovo Programma

Apprendimento permanente e processi di internazionalizzazione

La considerazione che dà slancio alla nuova programmazione Erasmus+ 2021-2027[1], tuttora in corso, è che investire nella mobilità ai fini dell’apprendimento per tutti, indipendentemente dal contesto di provenienza e dai mezzi, e nella cooperazione e nello sviluppo di politiche innovative nei settori dell’istruzione, della formazione, della gioventù e dello sport, è fondamentale per costruire società inclusive, coese e resilienti, per sostenere la competitività dell’Unione e per rafforzare l’identità e i valori europei rendendo l’Unione più democratica.

L’articolazione del nuovo Programma

L’attuale settennato articola le opportunità in tre grandi settori – chiave:

  • KA1 – Azione chiave 1 Mobilità per l’apprendimento;
  • KA2 – Azione chiave 2 Cooperazione;
  • KA3 – Azione chiave 3 Supporto alle politiche.

Le azioni nell’ambito del Programma sono sviluppate con riferimento ai seguenti ambiti: Istruzione e Formazione; Gioventù; Sport.

Elemento cardine che investe l’intera programmazione risiede nella promozione dell’apprendimento permanente, inteso quale “apprendimento in tutte le sue forme, formale, non formale o informale, e in tutte le fasi della vita che dà luogo a un miglioramento o a un aggiornamento delle conoscenze, delle abilità, delle competenze e delle attitudini o della partecipazione alla società in una prospettiva personale, civica, culturale, sociale o occupazionale, inclusa l’erogazione di servizi di consulenza e orientamento[2]”.

L’obiettivo generale del programma, mediante l’apprendimento permanente, intende promuovere lo sviluppo formativo, professionale e personale delle persone in Europa e nel resto del mondo, contribuendo in tal modo alla crescita sostenibile, all’occupazione di qualità e alla coesione sociale, come pure a stimolare l’innovazione e a rafforzare l’identità europea e la cittadinanza attiva.

Nel settore dell’istruzione e della formazione[3], il Programma sostiene le tre azioni di seguito illustrate.

KA1 – Azione chiave 1 Mobilità per l’apprendimento

Questa azione chiave riguarda tutte le mobilità ai fini dell’apprendimento degli studenti e del personale dell’istruzione superiore, dei discenti e del personale dell’istruzione e della formazione professionale, degli alunni e del personale delle scuole, dei discenti dell’istruzione degli adulti e del personale.

La mobilità ai fini dell’apprendimento, che prevede la possibilità di scambi di studenti e personale docente tra istituzioni scolastiche, attività in job shadowing, partecipazione a corsi strutturati, può essere integrata dall’apprendimento virtuale e da misure quali sostegno linguistico, visite preparatorie, formazione e cooperazione virtuale.

In questa azione rientrano le attività di partecipazione dei giovani, anche in contesti non formali e informali, la mobilità del personale nel campo dello sport, l’azione DiscoverEU, riservata ai diciottenni, orientata a promuovere il senso di appartenenza all’Unione, scambi virtuali nel campo dell’istruzione superiore e della gioventù.

KA2 – Azione chiave 2 Cooperazione

All’Azione chiave 2 sono riconducibili i partenariati per la cooperazione su ampia scala. Hannol’obiettivo di permettere alle organizzazioni di accrescere la qualità e la pertinenza delle loro attività e incrementare la capacità di operare congiuntamente a livello transnazionale; favoriscono l’internazionalizzazione delle attività, e i partenariati su scala ridotta,con lo scopo di ampliare le possibilità di accesso al programma per i piccoli operatori. La prospettiva è quella di ridurre le barriere all’accesso al programma per le organizzazioni dotate di minor capacità organizzativa.

Sono riconducibili altresì partenariati per l’innovazione, con lo scopo di stringere nuove alleanze per favorire la modernizzazione dei sistemi di istruzione e formazione, progetti lungimiranti e progetti di sviluppo delle capacità nei vari campi in cui il Programma si sviluppa.

KA3 – Azione chiave 3 Supporto alle politiche

L’Azione chiave 3 riguarda i seguenti interventi:

  • l’azione European Youth Together che prevede sperimentazioni di politiche europee,indagini e studi a livello europeo o internazionale,azioni che miranoafacilitare la trasparenza e il riconoscimento delle competenze e delle qualifiche e il trasferimento di crediti, azioni che favorisconoildialogo strategico con i portatori di interessi all’interno e all’esterno dell’Unione europea, collaborazioni con organizzazioni internazionalidotate di competenze e capacità analitiche ampiamente riconosciute, come l’OCSE e il Consiglio d’Europa;
  • l’azioneJean Monnetche promuove la conoscenza dell’Unione europea nei sistemi di istruzione e formazione dei Paesi membri e nei Paesi terzi, sostiene le sottoazioni di formazione degli insegnanti, l’iniziativa “apprendere l’UE”, favorisce la costituzione di reti Jean Monnet dell’istruzione superiore per lo scambio di buone pratiche e sperimentazione del co-insegnamento nell’ambito di un gruppo di paesi.

L’impegno di Erasmus+ per il settore dell’istruzione e della formazione

Il ventaglio delle opportunità da cogliere, come è evidente, è estremamente ricco ed è in continua evoluzione. È importante sottolineare, infatti, la permeabilità del programma alle emergenze presenti innanzitutto nel contesto europeo e la sua ambizione ad essere coerente con le urgenze del tempo.

La crisi pandemica ha prodotto, ad esempio, l’apertura di opportunità straordinarie per l’istruzione digitale e le competenze creative. La guerra in Ucraina ha determinato l’introduzione di una priorità specifica dedicata a sostenere il Paese nella ridefinizione e nella ricostruzione del suo sistema di istruzione superiore tramite la cooperazione con gli istituti di istruzione superiore in Europa.

Internazionalizzazione o mobilità per l’apprendimento permanente?

Chiunque abbia vissuto un Erasmus, di breve o lunga durata, ha scelto intenzionalmente di uscire dalla propria comfort zone per esporsi ad un contatto diretto con l’altro da sé, ad un corto circuito che mobilita una serie interessante di apprendimenti, come il miglioramento delle proprie competenze linguistiche e comunicative, e cambiamenti rispetto, in particolare, all’acquisizione di soft skill, all’empowerment, all’aumento della consapevolezza di sé, delle proprie potenzialità e del proprio saper fare, nonché alla disponibilità all’apprendimento continuo.

In questo senso Erasmus è una leva personale, ma anche un motore di sviluppo sociale, una palestra di cittadinanza attiva, capace di incoraggiare e puntellare lo sviluppo dell’identità europea.

A quasi quarant’anni dal lancio dell’iniziativa, è possibile affermare che il Programma Erasmus+ abbia contribuito all’internazionalizzazione dell’istruzione e della formazione?

Per rispondere al quesito bisogna chiarire innanzitutto cosa si intenda per internazionalizzazione, un costrutto complesso e poliedrico che può essere definito come un “processo intenzionale e trasformativo di inclusione delle dimensioni internazionale, interculturale e globale all’interno della scuola nella sua globalità allo scopo di innalzare il livello qualitativo dell’istruzione per tutti gli studenti, i docenti e il personale e apportare un contributo significativo alla società”[4]. 

Le leve strategiche per l’internazionalizzazione

Le recenti “Linee guida per lo sviluppo dei processi di internazionalizzazione per la filiera tecnica e professionale”[5] individuano una serie di leve strategiche per l’internazionalizzazione a livello di scuola tra cui sono annoverate:

  • la progettazione di un curricolo di educazione alla cittadinanza europea e globale secondo il Reference Framework of Competences for Democratic Culture (RFCDC)[6];
  • il potenziamento dell’insegnamento delle lingue e delle microlingue, con attenzione agli sviluppi in ambiti quali il multilinguismo, la diversità culturale e le diverse forme di comunicazione, i flussi migratori, la cittadinanza e la sostenibilità[7];
  • la metodologia CLIL (Content and Language Integrated Learning) per realizzare un ambiente più stimolante per l’apprendimento sinergico delle lingue straniere e dei contenuti non linguistici;
  • i progetti europei, gli scambi e le mobilità di docenti e studenti, in considerazione dell’alto impatto che possono determinare in fase di avvio dei processi di internazionalizzazione, ma anche come moltiplicatori e amplificatori di processi già in atto all’interno delle scuole.

Sicuramente, il Programma Erasmus ha dato notevole impulso affinché l’Europa rappresentasse realmente uno spazio standardizzato in cui fosse la norma trascorrere periodi di studio, formazione e lavoro in altri Stati membri.

I punti di forza delle azioni Erasmus…

L’Erasmus è stato in tutti questi anni un motore di cambiamento per le scuole, innescando innovazione, trasformazione e innalzamento della qualità dei sistemi attraverso esperienze di mobilità e cooperazione internazionale che hanno coinvolto comunità professionali, studenti, enti ed istituzioni.

Per i docenti, partecipare ad esperienze Erasmus+ significa, infatti, aprirsi al confronto con altre realtà educative, essere esposti a nuovi stimoli, investire nell’aggiornamento continuo delle competenze metodologiche, didattiche e pedagogiche. Per gli studenti, l’Erasmus è un itinerario di scoperta, innanzitutto delle proprie potenzialità e dei propri limiti, è un incubatore di esperienze sfidanti, capaci di far lievitare le proprie competenze, sperimentando direttamente una vita scolastica diversa da quella del proprio Paese, con strutture, organizzazione, ritmi differenti, e contribuendo così ad un atteggiamento analitico e critico che avvicina i popoli e stimola la costruzione di un’identità europea.

L’Accreditamento[8] per il settore Istruzione scolastica, poi, ha conferito ulteriore stimolo ai processi già in atto, garantendo continuità al piano di interventi delle scuole e consentendo alle stesse di investire nel miglioramento costante delle competenze del personale e degli studenti.

… e i punti critici

Restano da illuminare alcune zone d’ombra, sicuramente evidenti a chiunque abbia maturato un’esperienza di progettazione di azioni Erasmus o abbia avuto la possibilità di intraprendere, soprattutto come studente, una mobilità per l’apprendimento.

Innanzitutto, sono da considerare le discrasie tra fase progettuale ed attuativa: i piani elaborati dalle scuole, in particolare nell’ambito dei progetti di accreditamento che hanno più ampio respiro, si scontrano molto spesso, in fase esecutiva, con la difficoltà a costruire reti proficue per lo scambio culturale e di buone pratiche con scuole d’oltralpe, dentro e fuori la piattaforma eTwinning[9]. Gli obiettivi e le attese devono fare troppo spesso i conti con il corollario di aspetti organizzativi estremamente stringenti che rischiano di fiaccare i migliori propositi delle scuole o di ridimensionare l’impatto delle azioni intraprese.

Altro punto di attenzione risiede nel coinvolgimento della comunità scolastica, degli organi collegiali e delle famiglie, che vanno sensibilizzati, sin dalle primissime battute, rispetto all’impatto e al valore aggiunto che il progetto di mobilità può avere sull’innalzamento della qualità del servizio e sul miglioramento degli esiti degli studenti, affinché le azioni di mobilità si integrino pienamente nel piano triennale dell’offerta formativa e nel curricolo d’istituto e non siano vissute come operazioni collaterali, destinate ad un ristretto gruppo di eletti.

Ma il problema più rilevante riguarda sicuramente la gestione del rientro, da parte della scuola di invio, dello studente dal periodo di mobilità all’estero, soprattutto quando l’esperienza è stata di lunga durata.

La necessità di integrare l’esperienza Erasmus nel curricolo

Numerose le problematiche emerse in questi anni: il riconoscimento degli studi effettuati; la comparazione delle discipline studiate; l’ammissione all’anno successivo; l’ammissione alle classi per gli studenti stranieri in ingresso in progetti di mobilità; la valutazione e la certificazione delle esperienze di studio sia per gli studenti italiani sia per gli studenti stranieri.

Nonostante gli interventi orientati alla sistemazione della materia, sia in ambito nostrano[10] che europeo[11], permangono numerose criticità nella gestione della carriera degli studenti in mobilità e perdura uno scollamento fra l’aspetto delle pratiche e quello teorico e normativo. Troppo generici restano i rimandi rispetto al “cosa” e al “come” valutare al rientro dalla mobilità, con la conseguente eccessiva difformità delle pratiche adottate (o non adottate affatto) dalle singole scuole, e troppo radicati i miti e i pregiudizi rispetto al valore educativo della mobilità studentesca, che vanno dal ritenere che ci sia un rapporto di causa-effetto fra l’andare all’estero e lo sviluppo della competenza interculturale, e il considerare la mobilità non come un’esperienza formativa, bensì come una vacanza o a un’attività ludica svolta all’estero.


[1] Regolamento (UE) 2021/817 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 20 maggio 2021, che istituisce Erasmus+: il programma dell’Unione per l’istruzione, la formazione, la gioventù e lo sport e che abroga il regolamento (UE) n. 1288/2013.

[2] Ibidem.

[3] Erasmus+ EU programme for education, training, youth and sport.

[4] BAIUTTI, M. (2019). Protocollo di valutazione Intercultura. Comprendere, problematizzare e valutare la mobilità studentesca internazionale. Pisa: ETS.

[5] In attuazione dell’articolo 27 del decreto-legge 23 settembre 2022, n. 144, convertito con modificazioni dalla legge 17 novembre 2022, n. 175, con Decreto n. 241/2023 sono state adottate le linee guida di definizione delle misure di supporto allo sviluppo dei processi di internazionalizzazione per la filiera tecnica e professionale per la realizzazione dello Spazio europeo dell’istruzione in coerenza con gli obiettivi dell’Unione europea in materia di istruzione e formazione professionale.

[6] Reference Framework of Competences for Democratic Culture (RFCDC), Consiglio d’Europa, Aprile 2018.

[7] Raccomandazione relativa alle competenze chiave per l’apprendimento permanente con il relativo Allegato Quadro di riferimento europeo del 4 giugno 2018.

[8] L’Accreditamento Erasmus+ è lo strumento che permette a singoli istituti o a consorzi di accedere a progetti di mobilità internazionale finanziati con l’Azione chiave 1, nell’ottica di una strategia di lungo termine a sostegno della mobilità degli alunni e del personale della scuola, contando su un finanziamento stabile.

Una volta ottenuto l’Accreditamento (Azione KA120), è sufficiente presentare annualmente una richiesta di budget alla Agenzia nazionale Erasmus+ INDIRE.

[9] eTwinning è la più grande community europea di insegnanti attivi in progetti collaborativi tra scuole. Si realizza attraverso una piattaforma informatica che sostiene la costruzione di gemellaggi a distanza tra docenti e studenti dei Paesi aderenti. 

[10] Si riportano di seguito i più rilevanti riferimenti normativi per il riconoscimento dei periodi di studio all’estero: Testo Unico sulla scuola n. 297/94, art. 192; Circolare Ministeriale n. 181 del 17 marzo 1997; D.P.R. n. 323/98; Circolare Ministeriale n. 236 dell’8 ottobre 1999; Circolare Ministeriale n. 59 del 1° agosto 2006; Circolare Ministeriale n. 843 del 10 aprile 2013; Nota MIUR n. 3355 del 28 marzo 2017; Decreto MIUR n.774 del 4 settembre 2019.

[11] Raccomandazione del Consiglio del 26 novembre 2018 sulla promozione del riconoscimento reciproco automatico dei titoli dell’istruzione superiore e dell’istruzione e della formazione secondaria superiore e dei risultati dei periodi di studio all’estero.