Da quando, a dicembre scorso, il Decreto 13 ottobre 2022, n. 194, regolamento per il reclutamento dei dirigenti scolastici, è stato pubblicato si sono rincorse le voci di una imminente pubblicazione del bando ordinario per i dirigenti scolastici che, però, ancora si fa attendere. È pur vero che le molte novità introdotte dal legislatore, tra cui la procedura riservata prevista dalla legge 24 febbraio 2023, n. 14 in sede di conversione del Decreto-Legge “milleproroghe” 29 dicembre 2022, n. 198, hanno sicuramente impegnato l’amministrazione in una delicata e complessa attività predispositiva ed organizzativa che ha richiesto tempi più lunghi del previsto.
Ora, però, dopo l’informazione sulle due procedure resa alle Organizzazioni sindacali lo scorso 23 ottobre, i tempi sembrano ormai maturi e si attendono a breve la pubblicazione del bando ordinario e l’avviso per la procedura riservata.
Analizziamo, quindi, le modalità di partecipazione e le novità dei due bandi che hanno fatto discutere, a torto o a ragione, negli ultimi tempi.
I posti messi a concorso
In primo luogo, chiariamo che entrambe le procedure (ordinaria e riservata) sono state autorizzate con il DPCM 3 ottobre 2023 che ha dato il via al Ministero dell’istruzione e del merito per la copertura di n. 979 posti complessivi di dirigente scolastico, calcolati rispetto al fabbisogno assunzionale degli anni scolastici 2023/2024, 2024/2025 e 2025/2026.
Il DPCM, di cui comunque si attende ancora la registrazione (prevista a breve) chiarisce che i posti complessivamente autorizzati sono da ripartire in base alle percentuali stabilite dall’articolo 5 del decreto-legge 29 dicembre 2022, n. 198 (convertito, con modificazioni, dalla legge 24 febbraio 2023, n. 14). Tale decreto, come è noto, destina il 60% alla procedura ordinaria che, in termini numerici, corrisponde a 587 posti.
La restante parte del contingente autorizzato, quindi, è destinato alle assunzioni di coloro che risulteranno vincitori della procedura riservata nel triennio indicato. Va, comunque, chiarito che il legislatore ha definito la graduatoria del concorso riservato “ad esaurimento”, sancendo il diritto all’assunzione dei vincitori anche oltre il triennio indicato, qualora non si riuscisse, come si immagina, ad assumerli tutti entro il 2025/2026.
La ripartizione regionale dei posti del bando ordinario
Dalle indiscrezioni ormai apparse all’indomani dell’informazione sindacale, sappiamo che in tutte le regioni, tranne in Basilicata e Molise in cui evidentemente il fabbisogno assunzionale del triennio di riferimento è pari a zero, il concorso sarà bandito, secondo il seguente riparto regionale dei posti:
- Abruzzo 12 posti
- Calabria 11 posti
- Campania 34 posti
- Emilia-Romagna 28 posti
- Friuli Venezia Giulia 11 posti
- Lazio 50 posti
- Liguria 6 posti
- Lombardia 155 posti
- Marche 14 posti
- Piemonte 65 posti
- Puglia 32 posti
- Sardegna 11 posti
- Sicilia 26 posti
- Toscana 54 posti
- Umbria 5 posti
- Veneto 71 posti
Poiché, però, non si è parlato di posti “congelati”, la mobilità interregionale ordinaria che il CCNL prevede annualmente sul 30% dei posti annualmente vacanti e disponibili potrebbe modificare la distribuzione indicata, verosimilmente aumentando i posti nelle regioni del nord e riducendoli in quelle del centro-sud, sempre molto richieste dai dirigenti scolastici in servizio fuori dalle regioni di residenza.
Requisiti e prove della procedura ordinaria
Sempre con riferimento alla procedura ordinaria, per quanto il bando sarà nazionale, la procedura sarà organizzata a livello di singolo USR, secondo quanto prevede l’art. 29, comma 1 del Decreto Legislativo 165/2001 cosi come modificato dal DL 29 ottobre 2019 n. 126 convertito con modifiche nella legge 20 dicembre 2019 n. 159.
Al concorso può partecipare il personale docente ed educativo delle istituzioni scolastiche ed educative statali in possesso del relativo diploma di laurea magistrale ovvero di laurea conseguita in base al previgente ordinamento, che abbia maturato un’anzianità complessiva nel ruolo di appartenenza di almeno cinque anni. Tale servizio, ricordiamolo, può essere maturato anche antecedentemente all’assunzione a tempo indeterminato, mentre sono esclusi i periodi di retrodatazione giuridica, secondo quanto già espressamente previsto dal Regolamento del 2022.
La procedura consisterà in una eventuale prova preselettiva, qualora il numero dei candidati sia superiore di quattro volte il numero dei posti complessivamente messi a concorso, di una prova scritta e di una prova orale. È interessante sottolineare che per la prova preselettiva è preso in considerazione il numero complessivo delle domande, pertanto qualora a livello nazionale si superi il limite indicato, la prova si svolgerà comunque in tutte le regioni, indipendentemente dalla situazione che si determinerà nel singolo USR.
Le novità rispetto al bando 2017
La novità più interessante, sicuramente gradita ai candidati, è il maggior tempo concesso per lo svolgimento delle prove.
Per lo svolgimento della prova preselettiva, ad esempio, che consisterà in 50 quesiti a risposta chiusa, vengono concessi 75 minuti (nel 2017 per 100 quesiti venivano concessi 100 minuti), mentre per la prova scritta, composta da cinque quesiti a risposta aperta più due quesiti in lingua straniera, che questa volta è necessariamente l’inglese, sono concessi 180 minuti (nel 2017 per la stessa tipologia di prova scritta venivano concessi 150 minuti). Sembra, quindi, che l’amministrazione abbia ascoltato le molte lamentele avanzate dai candidati all’ultimo concorso sulla ristrettezza del tempo a disposizione.
Il maggior tempo concesso, in effetti, appare maggiormente coerente con la complessità del profilo da reclutare. Le diverse prove, infatti, sicuramente impegneranno i candidati in una attenta attività di sintesi e in collegamenti tra i contenuti delle diverse aree di studio ed avere un tempo maggiore a disposizione non può che essere considerato favorevolmente.
L’equilibrio di genere
Il Ministero ha dichiarato di avere predisposto il bando per il concorso ordinario in modo da renderlo coerente con le previsioni contenute nel DPR n. 487 del 9 maggio 1994, che disciplina le norme generali sull’accesso agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni e le modalità di svolgimento dei concorsi pubblici. Quello che, in particolare, ha fatto molto discutere, è la previsione relativa al cosiddetto “equilibrio di genere”.
Quest’estate, il DPR 487/1994 ha subito alcune modifiche ad opera del DPR n. 82 del 16 giugno 2023 che, tra le altre novità, ha introdotto una specifica disposizione secondo la quale, nei bandi per il reclutamento nelle pubbliche amministrazioni, per ciascuna delle qualifiche messe a concorso, occorre indicare la percentuale di rappresentatività dei generi nell’amministrazione che lo bandisce, calcolata alla data del 31 dicembre dell’anno precedente.
Laddove, poi, due candidati di genere diverso si trovino in graduatoria in situazione di parità, sia per punteggio conseguito sia per i titoli, e laddove non operino ulteriori benefici previsti da leggi speciali, qualora il differenziale tra i generi sia superiore al 30 per cento, opererebbe un titolo di preferenza in favore del genere meno rappresentato.
Una norma generale, un titolo di preferenza che non comporta alcuna “riserva” o “quota” (rosa o, come in questo caso, azzurra), come invece è capitato di leggere o di sentire, che interverrebbe solo in caso di due candidati in situazione di parità. Insomma, tanto rumore per poco o nulla.
La speranza, piuttosto, è che la previsione si diffonda in tutte le procedure e non solo in quelle di ambito scolastico, per contribuire, in tutti i settori, ad un doveroso e ormai atteso equilibrio di genere nei diversi profili professionali.
Le novità per la procedura riservata
Per quanto riguardo la procedura riservata, quello che si aspetta, a questo punto, è l’avviso con cui sarà resa disponibile la domanda e saranno fornite le indicazioni per il versamento della prima quota del contributo di segreteria, quello che coprirà i costi della fase selettiva.
L’accesso al corso riservato, infatti, sarà consentito a coloro che supereranno l’unica prova selettiva prevista, in modalità scritta oppure in modalità orale.
A riguardo, rispetto a quanto indicato nel DM 8 giugno 2023, n. 107 che ha disciplinato la procedura secondo il disposto dell’art. 5, commi da 11-quinquies a 11-novies del decreto-legge 29 dicembre 2022, n. 198, occorre fare qualche precisazione.
Successivamente alla pubblicazione del decreto, infatti, è stato emanato il decreto-legge 22 giugno 2023, n. 75, convertito con integrazioni nella legge 112 del 10 agosto 2023, che ha modificato proprio il comma 11-quinquies, lett. a) e lett. b), dell’articolo 5 del DL 198/2022. In sintesi, è stato previsto che coloro che erano stati respinti alla prova preselettiva, ma avevano avuto accesso alle successive prove scritta e orale, grazie a misure cautelari, superandole entrambe (anche se la cautela poi era stata caducata) svolgeranno la prova in forma orale e non più scritta.
I riservisti del concorso 2017
Lo stesso DL 75/2023 ha anche previsto che i cosiddetti “riservisti” della procedura 2017, che avrebbero titolo per partecipare al reclutamento riservato, se in realtà sono stati, nel frattempo, immessi nei ruoli dirigenziali e qualora fossero ancora in servizio al momento della conversione in legge del decreto, in quanto, evidentemente, in attesa dell’esito del contenzioso pendente, vengono confermati definitivamente in ruolo. Tale previsione opera solo a condizione che abbiano, a quella data, superato il periodo di formazione e prova.
Qualora, invece, siano stati raggiunti dai decreti di depennamento emessi dal Ministero perché il contenzioso si è concluso sfavorevolmente per loro, purché abbiano già superato il periodo di formazione e prova nel ruolo dirigenziale, sono automaticamente immessi in ruolo con decorrenza dal 1° settembre 2024 nei posti vacanti e disponibili, con precedenza rispetto alle assunzioni per l’anno scolastico 2024/2025. La legge fa comunque salva la eventuale necessità di eseguire i provvedimenti giurisdizionali che dispongano l’immissione in ruolo dei partecipanti alla procedura concorsuale del 2011 la cui graduatoria, come noto, in Campania ha ancora una coda da esaurire.
La tempistica ipotizzabile
Che si stia per procedere con la pubblicazione del bando ordinario e dell’avviso della procedura riservata sembra, quindi, più che evidente. Resta da capire i tempi effettivi di svolgimento e, soprattutto, di immissione in ruolo dei vincitori. Proviamo, quindi, ad avanzare qualche ipotesi.
La procedura riservata sembra essere più vicina al via, almeno per quanto riguarda la presentazione delle domande. Poi occorrerà attendere per la calendarizzazione della prova, ma poiché la maggior parte dei candidati svolgerà la prova in forma scritta, i tempi di svolgimento saranno verosimilmente brevi. Trattandosi, infatti, di una prova a risposta chiusa, l’esito è pressoché immediato. Completata la fase selettiva, dovrà essere svolto, a livello regionale, il corso, ma è verosimile immaginare che la graduatoria possa essere pronta per le immissioni in ruolo dal 1° settembre 2024.
Per la procedura ordinaria, stante la necessità di organizzare l’eventuale prova preselettiva, la prova scritta a risposta aperta, con i necessari tempi di correzione, e poi la prova orale, i tempi possono sembrare più lunghi e destare qualche timore rispetto all’effettiva conclusione entro l’avvio del prossimo anno scolastico.
Se, però, consideriamo che, pure laddove i candidati fossero in numero tale da richiedere l’organizzazione della prova preselettiva, alla prova scritta sarebbero ammessi un numero di candidati pari a tre volte quello dei posti messi a concorso per ciascuna regione, i numeri esigui che abbiamo visto nel riparto regionale possono ancora fare prevedere che si riesca a concludere la procedura nel corso di questo anno scolastico. I tempi di correzione della prova scritta, infatti, che generalmente impegnano a lungo le commissioni, sarebbero ovviamente contenuti. Se, infatti, moltiplichiamo per tre i posti messi a concorso per ciascuna regione, vediamo subito che la correzione e poi la calendarizzazione della prova orale potrebbero essere concluse in tempi ragionevolmente contenuti, specie nei territori che non prevedono la saturazione dei posti vacanti ad opera della mobilità interregionale.
Non ci resta che attendere, quindi, sperando che a breve davvero vengano avviate le due procedure di reclutamento tanto attese.