CNEL e MIM: tra formazione e mondo del lavoro

Insieme per superare il mismatch

Fin dalla redazione del PNRR, dal quale sono scaturite molteplici azioni per sostenere lo sviluppo di un efficace raccordo tra istruzione e lavoro, è stata evidenziata una crescita significativa del mismatch (mancata corrispondenza, disallineamento) tra formazione e domanda di lavoro, destinata ad aumentare in assenza di riforme integrate ed efficaci.

Anche i dati evidenziati dall’indagine Excelsior di Unioncamere sulle previsioni dei fabbisogni occupazionali e professionali in Italia a medio termine 2022-2026[1] hanno sottolineato nuovamente questa distanza. In quanto interesse nazionale di non poca rilevanza, sia il CNEL, Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro, sia il MIM Ministero dell’Istruzione e del Merito, hanno ravvisato la necessità di sottoscrivere un apposito protocollo di intesa, siglato lo scorso 27 luglio 2023.

CNEL e MIM

Il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro (CNEL) è organo di rilevanza costituzionale che ha, tra le altre, la funzione di prestare consulenza al Parlamento ed al Governo nelle materie economiche e sociali, ai sensi dell’art. 99 della Costituzione. La sua natura di organo di natura rappresentativa delle forze datoriali, sindacali e del terzo settore lo muovono e lo legittimano a svolgere attività di analisi, confronto e condivisione di studi, ricerche e progetti.

Lo stesso Ministero dell’istruzione e del Merito è istituzionalmente preposto a supportare l’istruzione e la formazione, in un contesto dinamico e tecnologicamente avanzato. Inoltre in questo momento appare di straordinaria rilevanza l’orientamento degli studenti nelle future scelte professionali, in relazione all’esigenza non più trascurabile che il percorso formativo di ciascuno sia più aderente ai nuovi indirizzi tecnologici del mercato del lavoro e maggiormente coerente con le opportunità lavorative offerte dalle imprese presenti sui rispettivi territori.

Il MIM, peraltro promuove le esperienze extracurriculari, con l’obiettivo di stimolare il collegamento tra istituti di formazione ed aziende, per sostenere le dinamiche occupazionali e contrastare il mismatch tra formazione e domanda di lavoro.

Le ragioni del protocollo

Nella decisione di sottoscrivere un protocollo si è tenuto conto dell’eccezionale potenzialità dell’istruzione professionale dopo il D.lgs. 61/2017, che ne ha riformato gli Ordinamenti in attuazione alle tanto lungimiranti quanto osteggiate disposizioni della legge 107/2015.

D’altra parte non sono secondarie le possibilità di sviluppo del raccordo tra scuola e lavoro. L’“Istituzione del Sistema terziario di istruzione tecnologica superiore” è volto proprio a promuovere l’occupazione, in particolare giovanile, e a rafforzare le condizioni per lo sviluppo di un’economia ad alta intensità di conoscenza, in coerenza con i parametri europei. Per queste ed altre ragioni e per il perseguimento di finalità strategiche si è ravvisata la necessità di avviare una proficua collaborazione tra il CNEL e il MIM.

Le finalità della collaborazione CNEL e MIM

il Protocollo prevede, in primis, alcune finalità che si rendono prioritarie per la situazione attuale:

  1. individuare gli strumenti più efficaci per ridurre il disallineamento tra formazione e domanda di lavoro e favorire il passaggio dal mondo della scuola a quello del lavoro.
  2. monitorare gli esiti della Riforma dell’Orientamento scolastico prevista dal PNRR.

L’impegno comune che sarà posto nella prima finalità sarà orientato nell’individuazione di interventi e misure organizzative per rafforzare i percorsi di istruzione e formazione in modo che diventino più rispondenti alle esigenze del mondo che cambia anche in riferimento alle nuove professionalità ed alle rispettive opportunità occupazionali.

Il monitoraggio relativo all’Orientamento prevede studi e analisi di impatto sull’attuazione delle Linee guida per l’Orientamento adottate con il DM 22 dicembre 2022 nonché nella attuazione di una campagna di comunicazione che coinvolga figure leader del settore impegnate in appositi incontri e workshop.

Impegni reciproci di alto livello… con un comitato che se ne occupa.

I due autorevoli interlocutori istituzionali si impegnano, attraverso la costituzione mediante provvedimento di competenza del competente Dipartimento del MIM, di un comitato di coordinamento che, sebbene impegnato a titolo gratuito e con la totale assenza di oneri, come peraltro l’intero progetto prevede, dovrà accollarsi l’intera gestione delle proposte progettuali e delle attività.

I dati impongono misure efficaci

Almeno nelle intenzioni si è compreso che il Ministero dell’istruzione e del merito propende verso una valorizzazione delle relazioni tra la scuola ed il mondo del lavoro in senso ampio.

La qual cosa non può che trovare d’accordo la maggior parte degli italiani, atteso che l’ultimo dato ISTAT sulla disoccupazione giovanile, nella fascia di età 15-24 anni, ammonta al 22,1%[2]. Le intenzioni dei firmatari sono protese a ridurre il divario esistente tra scuola e lavoro.

Le dichiarazioni del MIM

Giuseppe Valditara, Ministro dell’Istruzione e del merito ha fatto la seguente dichiarazione. “Il Protocollo rappresenta un nuovo passo verso il superamento del divario tra domanda e offerta di lavoro. In quest’ottica si inserisce la riforma dell’orientamento che abbiamo predisposto a partire dal prossimo anno scolastico, con l’introduzione di docenti formati per guidare studenti e famiglie nella scelta del percorso professionale. La scuola deve porre al centro il futuro dei giovani nel mondo del lavoro: deve aprirsi alle opportunità offerte dal territorio e alla domanda delle aziende, anche attraverso l’insegnamento di esperti, tecnici e professionisti provenienti dal mondo imprenditoriale”.

Le dichiarazioni del CNEL

Il commento del Presidente del CNEL Renato Brunetta appare altrettanto lungimirante: “Inizia oggi un percorso condiviso tra il CNEL e il Ministero dell’Istruzione e del Merito su uno dei temi di maggiore rilevanza per il panorama economico e lavorativo del nostro Paese, tanto più perché stiamo attraversando un momento storico caratterizzato da profonde quanto rapide transizioni: la transizione ecologica e quella digitale ne sono un esempio. In questo contesto, risulta fondamentale la capacità del mondo della scuola e dell’istruzione di adattarsi alle nuove esigenze del mondo del lavoro, su cui inevitabilmente si ripercuotono questi cambiamenti”.

Dalle parole ai fatti

L’idea di fondo è condivisibile, lo strumento appare adeguato, almeno nei propositi e nello spessore istituzionale che lo connota. Attendiamo che gli effetti portino anche un minimo cambiamento nella inaccettabile situazione italiana in tema di raccordo tra scuola e mondo del lavoro. Inaccettabile perché come lo stesso Ministro ha affermato in diverse occasioni pubbliche, a fronte della disoccupazione giovanile dilagante ci sono aziende che non riescono a trovare i lavoratori per le loro esigenze produttive attuali e di sviluppo futuro. E non sempre si tratta di nuove professioni dalla formazione ancora in via di costruzione, molte volte si reclamano come mancanti figure lavorative addirittura risalenti a quelle contemplate dagli ordinamenti precedenti il 2010.


[1] Previsione dei fabbisogni occupazionali e professionali in Italia a medio termine (2022-2026). Vedi Tab. n. 9, pag. 26.

[2] Istat. Dicembre 2022. Dati occupati e disoccupati.