Nuove risorse e opportunità per la scuola
L’intervento con cui Maria Teresa Stancarone ha aperto i lavori della sessione conclusiva della Summer School Tecnodid 2023 è stato finalizzato sia a fare una sintesi dei lavori del Convegno, che come di consueto è l’occasione per riflettere insieme su quanto realizzato e sulle prospettive per l’anno scolastico che ci attende, anticipandone elementi di novità e strumenti operativi, sia a focalizzare i temi dell’ultima sessione convegnistica. Ad una platea che nel corso delle giornate ischitane non ha fatto mancare spunti di riflessione e partecipazione interessata, è stato proposto di portare a sintesi i lavori mettendo in relazione gli aspetti dell’autonomia scolastica utili a raggiungere, tra gli altri, gli obiettivi del PNRR, la leadership necessaria a superare le nuove sfide poste alle scuole dal Piano e le coordinate organizzative introdotte dall’ultima stagione contrattuale.
PNRR e autonomie delle scuole
Nel suo intervento, Stancarone ha prospettato ai convegnisti un ampio scenario dei cambiamenti sociali attesi, passando in rassegna:
- le grandi aree, i cosiddetti sei pilastri, del «Dispositivo per la ripresa e la resilienza», fulcro di «NextGenerationUE» (transizione verde; trasformazione digitale; crescita intelligente, sostenibile e inclusiva; coesione sociale e territoriale; salute e resilienza economica, sociale e istituzionale; politiche per le nuove generazioni, l’infanzia e i giovani);
- i 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals) dell’«Agenda 2030», il programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto nel 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU, soffermandosi in particolare sul SDG 4, fornire a tutti un’educazione di qualità, equa ed inclusiva e promuovere opportunità di apprendimento continuo per tutti;
- gli assi portanti della Missione 4 “Istruzione e ricerca” del PNRR.
Dati alla mano, ha illustrato quanti siano i ritardi dell’istruzione italiana in ordine al sistema integrato zero-sei anni; al numero di ragazzi tra i 18-24 anni in possesso di un diploma; al numero di giovani tra i 25-34 anni in possesso di un titolo di studio terziario; al numero delle persone in possesso di competenze digitali; all’abbandono scolastico; al contrasto ai divari territoriali.
L’evidente iato chiede un cambio di prospettiva: è necessario garantire e rafforzare le cosiddette competenze cognitive e promuovere lo sviluppo delle competenze non cognitive, determinanti per il successo dell’individuo e per il progresso sociale ed economico della collettività.
Si tratta di scelte non facili, che presuppongono da parte delle scuole confronti e discussioni, ma che vanno prese. Lavorare sulle competenze non cognitive rende poi assai più complesso strutturare il curricolo e la progettazione didattica, perché richiede di fare riferimento a campi eterogenei e non è facile identificare oggetti e criteri di verifica, rendendo necessaria la negoziazione tra docenti.
Si tratta tuttavia di quelle decisioni che sono demandate all’autonomia delle scuole, che diventa pertanto tanto più necessaria.
Leader o manager: le competenze del dirigente scolastico per gestire il PNRR
Nella sua relazione, Lucrezia Stellacci, già Capo Dipartimento per l’Istruzione presso il MIUR nonché Direttore Generale dell’INVALSI e di diversi Uffici scolastici regionali, attualmente presidente dell’UCIIM Puglia, ha ripercorso i termini della vexata quaestio del dirigente scolastico, manager o leader per l’apprendimento, ponendolo al centro di una disanima dell’organizzazione scolastica condotta con gli strumenti della sociologia dell’organizzazione.
Il dirigente, in base alle disposizioni normative che ne delineano il profilo professionale, che fanno tutte riferimento a compiti di organizzazione e di coordinamento, può essere definito di default manager. La peculiarità della scuola, che non è solo e non tanto una struttura burocratica, ma anche e soprattutto una struttura professionale, caratterizzata dai legami laschi di weickiana memoria, in cui la qualità del servizio, in cui consiste il suo core business, dipende dai suoi docenti che sono professionisti garantiti dalla libertà d’insegnamento, chiede di andare oltre un profilo meramente gestionale. La natura di organizzazione complessa a legami deboli della scuola fa sì che il dirigente scolastico, che voglia governare i processi di innovazione e cambiamento cui la scuola è oggi chiamata, debba necessariamente apprendere la competenza di leadership, che non sempre si associa alla funzione del management.
Al management competono infatti il raggiungimento degli obiettivi organizzati in maniera efficace ed efficiente, attraverso, ad esempio, la pianificazione, l’organizzazione, la costruzione dello staff, la direzione e il controllo delle risorse organizzative.
Si tratta di una funzione che attiene a ruoli apicali di una organizzazione a prevalente fattore umano, da coordinare verso obiettivi pianificati (mission).
La leadership crea invece la visione dell’agire organizzativo, guidando e motivando le persone; si misura non con la ordinarietà della azione ma con la capacità di sostenere ed orientare il cambiamento.
E per colmare le carenze strutturali, quantitative e qualitative, che ancora caratterizzano l’offerta di servizi di istruzione, educazione e formazione nel nostro Paese, c’è bisogno di chi, vivendo con il cuore, sappia immaginare e guidare gli altri verso un futuro migliore.
Scenari e prospettive per il futuro
La necessità di accettare la sfida di costruire un nuovo sistema di istruzione e di formazione in grado di rispondere ai bisogni reali che il progresso ha generato, in particolare nelle giovani generazioni, è stato il punto di partenza del successivo intervento di Roberto Calienno, Segretario organizzativo nazionale della CISL Scuola, che ha chiuso i lavori del seminario di riflessione estivo.
Le aree di intervento che Calienno ha richiamato nel corso della sua relazione sono molte e di grande importanza: formazione, nuove competenze e nuovi profili professionali; lotta alle povertà educative; superamento dei divari; una vera inclusione; il rinnovamento del sistema di istruzione; l’orientamento. Altrettante, però, sono le variabili (spazio, tempo, velocità, la liquidità della società), su cui è opportuno riflettere e da cui è necessario partire per fissare le coordinate organizzative ritenute più favorevoli per la qualità del sistema di istruzione.
In maniera ottimistica (e anche per dovere di ufficio), la nuova Ipotesi di CCNL Istruzione e Ricerca siglata il 14 luglio 2023, è stata individuata da Calienno come uno strumento al servizio del cambiamento auspicato.
Nel nuovo contratto sono infatti previsti aumenti salariali per il personale della scuola; è autorizzato il ricorso alla modalità on line per lo svolgimento delle attività degli organi collegiali, purché non deliberanti, così da consentire una migliore armonizzazione fra esigenze di servizio e vita familiare dei docenti; le ore impegnate dai docenti in attività di formazione sono state fatte rientrare come obbligatorie fino alla concorrenza delle 40+40 ore collegiali, mentre per le eventuali ore ulteriori è previsto un compenso, anche forfettario, stabilito in contrattazione integrativa, a carico del Fondo per il Miglioramento dell’Offerta Formativa. Analogamente, le ore di attività svolte nei gruppi di lavoro operativo per l’inclusione (GLO), che per previsione del comma 10 dell’art. 3 del DI 182/2020, non possono essere retribuite, sono state fatte rientrare nelle 40 ore previste per le attività dei consigli di classe.
Nel dibattito seguito all’intervento, non poche sono state le voci di chi ha voluto esprimere la propria preoccupazione soprattutto in merito alle questioni della formazione dei docenti.
Purtroppo la mancanza di risorse aggiuntive che vadano a irrobustire la parte fissa delle retribuzioni dei docenti, l’obbligo di formazione, previsto dalla quasi totalità degli ordini professionali per i propri iscritti, difficilmente può essere introdotto nelle scuole. Resta, comunque, la possibilità di continuare un proficuo confronto tra l’Amministrazione e le parti sociali per sostenere sempre al meglio il mondo della scuola.
Al prossimo appuntamento!
L’ampia partecipazione, il coinvolgimento nel corso delle diverse sessioni, gli interessanti confronti e spunti di riflessione continuano a confermare la strategicità dell’appuntamento estivo della TECNODID.
Nato ormai da oltre venti anni, nel tempo ha saputo rinnovarsi per intercettare sempre al meglio le esigenze professionali del mondo della scuola e anche di quanti aspirano a farvi parte.
L’appuntamento, quindi, è rinnovato per la prossima estate e, nel frattempo, buone vacanze!