Anno europeo delle competenze 2023

Misure per migliorare gli apprendimenti per tutto l’arco della vita

Anche in Italia, come in tutti i Paesi dell’Unione Europea, lo scorso 9 maggio si è dato avvio all’“Anno europeo delle competenze”. Presso la Sala Aldo Moro del Ministero dell’Istruzione e del Merito si è svolto, in diretta streaming, l’evento conclusivo del Festival dedicato a questo nuovo anno europeo, con la presentazione dei risultati dei laboratori di “Orientamento al futuro”, a cui hanno partecipato studenti e docenti di scuola secondaria di primo e secondo grado.

L’avvio del nuovo anno europeo in una data storica

Il nuovo anno europeo ha preso avvio nel giorno in cui ricorre la Giornata dell’Europa, per ricordare l’anniversario della Dichiarazione Schuman. Era il 9 maggio del 1950 quando il ministro degli esteri francese Robert Schuman rilasciava una dichiarazione che avrebbe segnato la storia del continente europeo, con la proposta di un nuovo organismo: la CECA (Comunità europea del carbone e dell’acciaio) grazie al quale favorire la cooperazione politica tra i Paesi europei e l’inizio di una stagione di pace e benessere. In quella data aveva inizio il processo di integrazione europea, che ha condotto alla nascita dell’Unione europea.

Un “anno europeo”: con quale scopo?

Bisogna tornare indietro di cinquant’anni, approdando al 1983, per l’istituzione del primo anno europeo dedicato alle piccole e medie imprese (PMI). L’“Anno europeo delle PMI” ebbe notevole successo, al punto da decidere che da quel momento ne sarebbe seguito uno ogni anno, con l’intento di farne uno strumento di sensibilizzazione su temi specifici, promuovendo il dibattito e il dialogo a livello europeo e nazionale. Il tema dell’anno viene generalmente proposto dalla Commissione europea e adottato dal Parlamento europeo e dagli Stati membri. Nel corso dell’anno europeo, le istituzioni dell’Unione e dei singoli Stati membri intraprendono azioni sui diversi piani: legislativo, politico e sociale. In tutta Europa, vengono promosse campagne di comunicazione, eventi, concorsi e altre attività per sensibilizzare e informare l’opinione pubblica.

Perché un anno europeo delle competenze?

La proposta è stata avanzata il 14 settembre 2022 dalla Presidente Ursula von der Leyen nel suo discorso sullo stato dell’Unione 2022[1]. Parte dalla constatazione che “l’Europa ha bisogno di tutti, dal personale non qualificato ai laureati!” perché “il numero di posti di lavoro vacanti ha raggiunto livelli record, si tratti di autotrasportatori, camerieri o personale aeroportuale, o ancora di personale sanitario, ingegneri o tecnici informatici”. D’altra parte, come ha sottolineato Adelinea Dos Reis della Commissione Europea[2], intervenuta con un contributo videoregistrato all’evento presso la Sala Aldo Moro del MIM, il lavoro è in continua evoluzione: alcune occupazioni scompaiono, moltissime si trasformano e nuove occupazioni si creano. Più di 3/4 delle imprese dell’Unione Europea non riescono a trovare lavoratori con le competenze necessarie e solo il 37% degli adulti segue regolarmente una formazione. È per questo, che nel suo discorso la Presidente von der Leyen ha evidenziato la necessità di “investire molto di più nella formazione e nello sviluppo delle competenze”, con l’intento di conciliare le esigenze espresse dalle imprese “con gli obiettivi e le aspirazioni di chi cerca un lavoro” e di accelerare il processo di riconoscimento delle qualifiche in Europa di chi proviene da paesi terzi e “ha delle capacità e vuole mettersi in gioco”. Su questi presupposti è stato proposto che “il 2023 diventi l’Anno europeo delle competenze”, volendo affrontare le sfide nel tempo attuale e puntare ad aiutare le persone ad acquisire le competenze giuste per posti di lavoro di qualità e, al contempo, le imprese ad affrontare la preoccupante questione della carenza di personale.

La sfida delle competenze

Dall’analisi della situazione attuale, specialmente in Europa, emerge che la partecipazione all’apprendimento è rimasta ferma nell’ultimo decennio e che ben 21 Stati membri non hanno raggiunto l’obiettivo dell’Unione fissato per il 2020. Per molti adulti in età lavorativa le opportunità di sviluppo delle competenze restano troppo spesso fuori portata. La situazione è andata peggiorando anche a causa della pandemia da COVID-19. D’altra parte, l’Anno europeo delle competenze fa seguito all’Anno europeo dei giovani 2022, che ha mirato a responsabilizzare e a sostenere i giovani – compresi, in special modo, coloro che beneficiano di minori opportunità – proprio in una prospettiva post-COVID-19, al fine di raggiungere un impatto positivo a lungo termine su tutti loro.

Transizione verde e transizione digitale

Già l’Anno europeo dei giovani 2022 ha evidenziato l’importanza delle competenze, affinché i giovani possano trovare impieghi di buona qualità, ampliando le opportunità di occupazione. Vi è la necessità di competenze adeguate nel contesto di passaggio ad un’economia moderna, basata prioritariamente sulla transizione verde, secondo quanto tracciato nel 2019 dalla Commissione nella comunicazione relativa al “Green Deal europeo”, per raggiungere la neutralità climatica nell’Unione europea entro il 2050. Un’economia moderna presuppone efficienza sotto il profilo delle risorse ed implica che sia circolare, inclusiva, resiliente e competitiva[3]. Alla transizione verde si affianca anche quella digitale, dal momento che le tecnologie digitali hanno un profondo impatto sul modo di vivere e soprattutto di fare impresa. Anche su questo fronte vi è l’impegno dell’Unione Europea a supportare lo sviluppo delle tecnologie e delle relative competenze che sono alla base della trasformazione digitale, affinché essa risulti a vantaggio di tutti. In merito, non è secondaria la necessità di incrementare anche la partecipazione delle donne a tale transizione, visto che si registra, ad oggi, una rappresentanza femminile piuttosto ridotta negli studi in ambito tecnologico: solo 1 informatico su 6 e 1 laureato in discipline STEM su 3 è donna. È tenendo presenti questi scenari e la complessiva situazione del nostro tempo, aggravata anche dalle conseguenze del conflitto in Ucraina da parte della Russia, che si è avviato il processo decisionale per il nuovo anno europeo.

Il processo di avvio dell’“Anno europeo delle competenze”

Dalla proposta avanzata dalla Presidente von der Leyen, il cammino verso l’effettivo inizio del nuovo anno europeo ha necessitato di diversi passaggi istituzionali. In primo luogo, è stato necessario che la Commissione adottasse formalmente la proposta, come avvenuto il 12 ottobre 2022. Il successivo passaggio ha previsto che i ministri concordassero, in sede di Consiglio “Occupazione e politica sociale” (EPSCO), l’8 dicembre 2022, sulla proposta di decisione assunta dalla Commissione. Il 9 febbraio 2023 il Parlamento europeo ha adottato un’apposita relazione sulla proposta di decisione dello stesso Parlamento europeo e del Consiglio relativa a un “Anno europeo delle competenze 2023”. Si deve attendere il 7 marzo 2023 per arrivare ad un “Accordo politico” tra il Parlamento europeo e gli Stati membri sul nuovo anno europeo, concordando sulla necessità di dare nuovo slancio all’apprendimento lungo tutto l’arco della vita e di promuovere lo sviluppo di una mentalità diffusa che miri a riqualificare e migliorare costantemente le competenze. In quell’occasione, è stato fissato che l’Anno europeo prendesse avvio nella Giornata dell’Europa, per concludersi a maggio 2024, portando avanti iniziative ed attività e perseguendo precisi obiettivi. Con la “Risoluzione legislativa del Parlamento europeo del 30 marzo 2023 sulla proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio relativa a un Anno europeo delle competenze 2023”[4], l’iter procedurale è arrivato a conclusione, concordando sugli obiettivi e adottando azioni e misure.

Gli obiettivi dell’Anno europeo 2023

L’Anno europeo delle competenze è orientato principalmente al raggiungimento di alcuni precisi obiettivi. Il primo è relativo alla promozione di maggiori investimenti per sostenere la formazione ed il miglioramento delle abilità e delle competenze. Altra finalità perseguita riguarda la necessità di garantire che le competenze siano adeguate alle esigenze del mercato del lavoro, prevedendo una stretta cooperazione tra parti sociali, servizi per l’impiego, imprese ed il mondo dell’istruzione e formazione. A questi propositi si affianca l’obiettivo di correlare le aspirazioni e le competenze delle persone alle opportunità che vengono offerte dal mercato del lavoro, specie quelle che derivano dalla duplice transizione ecologica e digitale e dai settori chiave per la ripresa economica. Infine, tra i prioritari obiettivi di questo nuovo anno europeo, vi è anche il tenere conto di quanto sia importante riuscire ad “attrarre persone provenienti da paesi terzi dotate di competenze necessarie negli Stati membri, promuovendo opportunità di apprendimento, tra cui, ove necessario, l’istruzione e la formazione linguistiche, lo sviluppo delle competenze e la mobilità e agevolando il riconoscimento delle qualifiche”[5].

Misure da adottare per raggiungere gli obiettivi fissati

Per raggiungere tali obiettivi, nella Risoluzione del Parlamento europeo del 30 marzo 2023 sono indicate una serie di misure che riguardano attività da realizzare sia a livello di Unione, sia a livello nazionale, regionale e locale, anche prevedendo la collaborazione dei paesi terzi. Tra tali misure è indicata la realizzazione di conferenze, forum di discussione ed eventi, nonché di gruppi di lavoro e riunioni tecniche, finalizzati a:

  • promuovere il dibattito sul ruolo e sul contributo delle politiche in materia di competenze al fine di conseguire una crescita economica competitiva e sostenibile alla luce delle sfide sopra descritte;
  • sostenere una cittadinanza attiva ed impegnata;
  • garantire un accesso sempre più reale per tutti all’istruzione, alla formazione e alle opportunità di apprendimento;
  • favorire la discussione e l’apprendimento reciproco su azioni e approcci che i portatori di interesse del settore pubblico, privato e del terzo settore possono adottare.

Vanno aggiunte due ulteriori misure: l’una rivolta a promuovere l’attuazione di strumenti e meccanismi riguardanti il riconoscimento delle qualifiche rilasciate al di fuori dell’Unione, nonché per la convalida dell’apprendimento formale e informale; l’altra relativa alla promozione di appositi programmi e opportunità di finanziamento (di progetti, reti, etc.) per tutti i portatori di interesse (pubblici, privati, non governativi) che sono coinvolti nell’ideazione, diffusione e attuazione delle opportunità di apprendimento e di IFP e, in generale, di riqualificazione e miglioramento del livello delle competenze,

Iniziative e attività nell’Anno europeo delle competenze

Oltre alle campagne di informazione, comunicazione e sensibilizzazione di ampio respiro sulle iniziative dell’Unione per la riqualificazione, il miglioramento del livello delle competenze e l’apprendimento continuo, sono previste iniziative ed attività che mirano da un lato, allo sviluppo di ulteriori strumenti di analisi del fabbisogno di competenze, dall’altro alla promozione del dialogo tra parti sociali, gruppi, reti di portatori di interesse e mondo dell’istruzione e formazione per una comune definizione delle strategie più adeguate di qualificazione e formazione a livello sia nazionale, sia settoriale.

La Commissione UE ha proposto, dunque, azioni da mettere in campo per sostenere gli sforzi finalizzati alla promozione dello sviluppo di competenze, anche in linea con quanto attivato con i piani nazionali di ripresa e resilienza (PNRR). Si segnala:

  • un pacchetto di misure sull’istruzione e le competenze digitali, per migliorare la formazione digitale nel suo complesso;
  • un aggiornamento del quadro europeo di qualità dei tirocini, per rafforzare e sostenere la formazione e la partecipazione dei giovani al mercato del lavoro;
  • l’istituzione di accademie dell’industria “a zero emissioni nette” (come previsto nel Green Deal), per attuare programmi di miglioramento e riqualificazione delle competenze nei settori industriali maggiormente strategici per la transizione ecologica;
  • un nuovo quadro per le carriere della ricerca ed il lancio di un “bacino” di talenti dell’Unione, rispettivamente, tra l’altro, per facilitare il riconoscimento professionale e per agevolare le assunzioni internazionali.

Un anno europeo proiettato al futuro

L’Anno europeo delle competenze mira a sollecitare, di certo, maggiori investimenti per favorire, come ha auspicato Adelinea Dos Reis, “un anno di possibilità di apprendimento” e per incoraggiare, di riflesso, l’apprendimento lungo tutto l’arco della vita. Si tratta, dunque, anche di guardare al futuro, specie in riferimento agli obiettivi sociali che l’Unione ha fissato per il 2030, in base ai quali si vorrebbe che almeno il 60% degli adulti partecipasse ogni anno ad attività di formazione, che si arrivasse ad un tasso di occupazione pari perlomeno al 78% e che l’80 % degli adulti fosse in possesso di competenze digitali di base, oltre a veder impiegati circa venti milioni di specialisti delle TIC, tra i quali un numero maggiore di donne rispetto ad oggi. La posta in gioco è alta e rimanda ad una questione fondamentale, qual è quella dell’orientamento e che nel nostro Paese si sta cercando di affrontare, partendo da una riforma tutta da testare[6].


[1] Discorso della Presidente Ursula von der Leyen sullo stato dell’Unione 2022: L’Unione che è forte solo se è unita.

[2] Commissione Europea, Direzione generale, Capo dell’Unità per l’Italia, la Danimarca e la Svezia, Fondo Sociale Europeo nei tre Stati membri

[3] Cfr. “Il Green Deal europeo”.

[4] Cfr. Risoluzione legislativa del Parlamento europeo del 30 marzo 2023 sulla proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio relativa a un Anno europeo delle competenze 2023.

[5] Ibidem.

[6] Cfr. https://www.scuola7.it/2023/332/docente-tutor-e-docente-orientatore/