La numerosità degli studenti per classe è un tema di ricerca, oggetto di successive meta-analysis. La variabilità (nella scuola primaria si passa di 27 in Giappone e nel Regno Unito ai 21 alunni in Danimarca e ai 19 in Italia) chiama in causa tradizioni nazionali, culture educative, politiche di spesa ma anche strategie esplicite per l’istruzione. Nel corso dei decenni si è registrata una tendenziale diminuzione delle dimensioni medie nelle classi soprattutto nei paesi occidentali. è significativo che nei sistemi ad elevata performance nei test internazionali e con classi numerose (Hong Kong, Singapore, Corea del Sud, Shanghai…) siano in corso discussioni su modelli di insegnamento basati su gruppi più limitati. Le evidenze raccolte dai lavori di ricerca sembrano relativizzare l’impatto sui livelli di apprendimento degli studenti, del numero di alunni delle classi frequentate di fronte alla rilevanza che ha la qualità delle pratiche didattiche adottate.
Esiste un numero ideale di alunni per classe?
L’interrogativo, peraltro, se esista un numero ideale di studenti per classe rimane tuttora al centro del dibattito.
Oltre che tema di indagine la contrazione del numero di allievi per classe appare anche come una leva relativamente semplice da azionare rispetto alla complessa manovrabilità di altri fattori quali la modifica dei metodi didattici o la riqualificazione degli insegnanti. Allo stesso tempo, tuttavia, è una scelta impegnativa perché richiede un maggior numero di insegnanti, con l’incremento della voce di maggior peso nella spesa pubblica per l’istruzione. Sui media e nella retorica politica talvolta appare come una panacea per varie inadeguatezze della scuola e nella percezione degli insegnanti l’affollamento in classe è spesso indicato come una delle maggiori difficoltà incontrate.
Scommessa francese: lo sdoppiamento delle classi
In Francia lo sdoppiamento, avviato dal 2017, delle prime due classi della scuola primaria (CP (Cours préparatoire 1e année) e CE1 (Cours élémentaire 2e année) e dal 2020 della grand session dell’infanzia (bambini da 5-6 anni) nelle aree di educazione prioritaria ha scritto un nuovo capitolo nell’evoluzione delle misure di regolazione della numerosità delle classi nelle politiche scolastiche.
Il sistema scolastico francese si colloca in posizioni intermedie nelle classifiche internazionali con livelli di investimenti (6,6% del Pil nel 2019) attorno ai valori medi dei paesi OECD. è al primo posto in Europa, dopo il Regno Unito, per numero medio di alunni per classe nella scuola primaria (24) e nella secondaria inferiore (25), valori comunque inferiori a quelli della Corea del Sud, di Singapore e della Cina. Nei risultati PISA i quindicenni francesi si collocano leggermente sopra i valori medi dei paesi OECD. Per la comprensione del testo scritto il punteggio è stato di 502 nel 2012 (OCDE: 494), di 499 nel 2015 (OECD: 487) e di 493 nel 2018 (OECD: 489). Per la matematica ai 495 punti nel 2012 (OECD: 494) sono seguiti 493 nel 2015 (OECD: 487) e 495 nel 2018 (OECD: 489). Nel campo delle disuguaglianze scolastiche e sociali la Francia, tuttavia, è uno dei paesi problematici della zona OCDE. Per questa ragione nel corso dell’ultimo decennio è andata crescendo l’attenzione per i primi livelli dell’istruzione.
Strategia per l’infanzia e per la scuola primaria
La lotta contro le disuguaglianze a partire dalla scuola dell’infanzia e dalla scuola primaria è stata perseguita lungo diversi assi di intervento: dalla rivalorizzazione degli insegnanti delle aree di educazione prioritaria (REP+ réseaux d’éducation prioritaire)[1] con un incentivo finanziario al reclutamento di insegnanti con esperienza per le scuole in contesti svantaggiati (REP), dalla messa a disposizione degli strumenti per misurare il progresso degli alunni all’organizzazione di stage per l’aggiornamento, dall’introduzione dell’obbligo a partire dai tre anni di età alla riduzione a 24 alunni per classe in tutte le grand sections della scuola dell’infanzia e nelle classi CP e CE1 non comprese nelle zone di educazione prioritaria.
In questo contesto si colloca per le zone di educazione prioritaria lo sdoppiamento delle classi di CP e di CE1 con il limite massimo di 12 alunni per classe, esteso dal 2020 anche alla grand section.
Origine e ipotesi sottese alle misure di sdoppiamento
L’origine del dispositivo (2017-2021) è un preciso input politico rientrante nelle missioni proprie del primo quinquennio come Presidente della Repubblica francese di Emanuel Macron. Lo scopo esplicito è quello di fronteggiare le disuguaglianze sociali e migliorare la qualità delle prime fasi della scolarizzazione.
Basate su lavori di ricerca condotti negli anni le ipotesi alla base della decisione sono:
1. l’impatto della contrazione del numero di alunni per classe richiede misure di peso; la semplice riduzione di alcune unità per classe, politica già praticata nelle REP fino al 2017, non è efficace per affrontare le fragilità in classe;
2. l’effetto positivo delle classi a composizione ridotta è maggiore se realizzato nella scuola primaria o, genericamente, nel primo ciclo del percorso scolastico (alunni di 6-7, 7-8 anni); meno rilevante è l’impatto per gli studenti delle scuole secondarie;
3. la misura delle piccole classi è più efficace se viene mirata allo svantaggio socio-culturale e alla fragilità educativa; gli studenti con buona performance non traggono vantaggio dalla riduzione delle dimensioni delle classi.
La decisione dello sdoppiamento pone fine al dispositivo esistente “plus de maîtres que de classes” (PDMQDC) che aveva introdotto la co-docenza favorendo il lavoro di squadra e la personalizzazione degli interventi all’interno della singola classe. Del monitoraggio e della valutazione di impatto si sono occupate, dal 2017 ad oggi, in modo sistematico le strutture ministeriali (DEPP, 2021).
Cinque anni di implementazione
I problemi di implementazione sono stati affrontati con determinazione ed efficacia. Nei primi 5 anni di realizzazione la misura ha coinvolto circa 10.800 classi in cui sono raccolti più di 300.000 alunni. Il decollo e la progressione sono avvenuti gradualmente nel ciclo previsto, ma con tempi relativamente rapidi. Dopo cinque anni il dispositivo è quasi completamente implementato.
Tab. n. 1 – La messa in pratica dello sdoppiamento delle classi
Sdoppiamenti | 2017 | 2018 | 2019 | 2020 | 2021 | 2022 | 2023 | Totale 2020-2023 | Totale 2017-2023 | ||
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CP-CE1 REP+ | 2.200 | 1.500 | 700 |
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5.902 | 4.400 | 16.686 |
CP CE1 REP |
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3.200 | 3.184 |
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6.384 | ||
GS REP + |
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480 | 1.4577 | 402 |
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2.339 | 2.339 | ||
GS REP |
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455 | 557 | 557 | 1.664 | 3.563 | 3.563 |
Fonte: DGESCO
La trasformazione è stata rapida, dall’anno scolastico 2016 al successivo la dimensione media delle classi di CP (6-7 anni) nell’area REP+ è passata dal 21,6 a 13,1, scendendo ulteriormente a 12,7 con l’anno 2018. Nelle aree REP la corrispettiva contrazione ha visto scendere gli alunni per classe da 21,6 (2016), al 20,7 (2017) e 12,8 (2018), mentre i valori per il resto delle classi fuori delle aree prioritarie sono rimasti mediamente nel triennio pari, rispettivamente, a 22,6, 22, 3 e 22,3 (DEPP[2], 2021, p. 21). Nelle classi CE1 (7-8 anni) nel 2016 il numero di alunni per classe era di 22,3 (REP+), 22,6 (REP) e 23,4 (il resto del paese); nel 2018 la dimensione nelle REP+ è scesa a 14,2 (DEPP, 2021, p.23).
Tab. n. 2 – Numero medio di alunni per classe (2015-2021)
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REP+ | REP | Scuola pubblica non nell’educazione prioritaria | |||
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2015 | 2021 | 2015 | 2021 | 2015 | 2021 | |
Grande section | 23,6 | 15,1 | 23,7 | 18.6 | 25 | 22,9 |
CP | 21,7 | 12,5 | 21,8 | 12,5 | 22,5 | 21,4 |
CE1 | 22,6 | 12,6 | 22,7 | 12,8 | 23,3 | 22,4 |
Fonte: DEPP
Con la estensione al livello della Grande Section (GS – École maternelle, 5-6 anni) il numero medio di allievi scolarizzati a quel livello è passato da 23,2 nel 2018 a 15,1 nel 2021 en REP+. Nelle REP il numero medio è rimasto elevato (18,6).
Costo dell’operazione di sdoppiamento
Il costo diretto dell’intera operazione di sdoppiamento raggiunge i 500 milioni di euro, un valore che è il doppio delle risorse destinate alla rivalorizzazione degli insegnanti. Comunque il costo è stato sostenuto con manovre di bilancio: dal dirottamento dei posti del sospeso PDMQDC all’utilizzo di risorse di organico previste per il 2017 dal precedente Presidente per rafforzare l’azione didattica; dalla contrazione di classi per calo demografico (dal 2016 al 2019 circa 4.400 classi in meno) alla ricollocazione di circa 3000 posti dalla scuola secondaria. Se ad un calcolo complessivo il numero di nuovi posti a regime supera i 16.000, la creazione netta di classi nuove si ferma a 5.186 unità.
Messa in opera e logistica
La messa in opera si è avvalsa del pilotaggio locale con il coinvolgimento degli ispettori dell’educazione nazionale. Un Vademecum (Le pilotage des classes dédoublées) è stato compilato e messo a disposizione degli insegnanti. Interventi di formazione dedicati ai docenti delle classi CP e CE1 hanno avuto una partecipazione elevata nelle aree REP+ rispetto alle altre aree (REP) e al resto del paese, sia per le iniziative di circoscrizione, sia di DSDEN[3], sia di accademia, con priorità all’insegnamento della lingua francese e della matematica (DEPP 2021, p. 23). La rivalorizzazione attraverso l’indennità dedicata ha accresciuto l’attrattività dei posti stabilizzando le dotazioni di organico nelle singole scuole.
Per le classi sdoppiate nelle REP+ i criteri di assegnazione dei docenti sono stati anzitutto, accanto alla scelta volontaria, l’esperienza di insegnamento nelle classi CP, nelle REP, nel programma “plus maîtres que classes” con minore rilievo dell’anzianità di servizio (DEPP; 2021, p. 22).
I problemi di logistica incontrati nei primi anni di attuazione della messa in opera sono stati superati. La maggiore disponibilità di aule ha permesso di rimuovere gli ostacoli che inizialmente avevano costretto al recupero di spazi di biblioteche e di laboratori e, in alcuni casi, al funzionamento a classi intere con due docenti.
Secondo un rapporto del 2019 l’età media degli insegnanti che lavorano nelle aree prioritarie è inferiore rispetto ai valori medi nazionali; tra i docenti sono più numerosi coloro che hanno un diploma a livello master e sono inseriti a tempo indeterminato. Nei sondaggi condotti è emerso un forte sentimento di efficacia personale, un deciso orientamento al sostegno dell’allievo e una attenzione focalizzata alla stimolazione cognitiva.
Effetti dello sdoppiamento
Lo sdoppiamento ha diversificato la numerosità delle classi all’interno della scuola primaria (Tab. n. 3). Al di là della messa in opera, sono da considerare i risultati della trasformazione oggetto di indagini condotte dalla DEPP e di altre inchieste. Le misure adottate andranno scrutinate, nei prossimi anni, per gli effetti di lunga scadenza. Il bilancio dopo i primi cinque anni rimane pertanto preliminare. Un primo approccio può essere il confronto con classi di controllo, cioè ad di fuori delle aree prioritarie, per l’esame delle variazioni nel tempo all’interno delle classi sdoppiate con la scelta della lingua francese e della matematica come aree di performance da analizzare.
Tav. n. 3 – Numeri medi di alunni per classe nella scuola primaria
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REP + | REP | Scuola pubblica non in educazione | |||
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Prioritaria | |||
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2015 | 2021 | 2015 | 2021 | 2021 | 2015 |
CE1 | 22,6 | 12,6 | 22,7 | 12,8 | 23,3 | 22,4 |
CE2 | 22,9 | 21,2 | 23,1 | 20,9 | 24,0 | 23,1 |
CM1 | 23,0 | 21,6 | 23,3 | 21,4 | 24,3 | 23,5 |
CM2 | 23,1 | 21,8 | 23,4 | 21,7 | 24,4 | 23,7 |
Fonte: DEPP
Il rapporto di valutazione compilato dalla DEPP (2021) è molto analitico e approfondito sull’impatto dello sdoppiamento e conferma un effetto positivo a livello generale sulla performance degli alunni delle classi coinvolte. In particolare gli esiti positivi possono così essere riassunti:
1. considerando la coorte in ingresso nel 2017-2018, gli alunni in REP+ hanno, infatti, fatto registrare, dopo due anni di corso (CP e CE1), una performance superiore agli alunni delle classi REP non interessante dallo sdoppiamento; l’effetto è statisticamente significativo;
2. il divario delle classi ridotte di numero rispetto a quelle delle scuole non collocate in aree prioritarie, si riduce, nella performance, del 16% per la lingua francese e del 38% per la matematica;
3. il miglioramento è particolarmente evidente nella classe CP dove, tra l’inizio e il termine dell’anno, lo scarto si riduce del 14% in francese e del 12% in matematica; meno rilevante risulta, invece, il divario tra livelli iniziali e livelli terminali nella classe CE1;
4. la quota di alunni in difficoltà con la matematica scende dal 21,4% all’inizio della classe CP al 15,9% al termine della CE1, cioè a conclusione dei primi due anni della scuola primaria;
5. considerando la coorte 2017-2018 con le classi standard e la coorte 2018-2019 con le classi sdoppiate si registra a livello di CE1 uno scarto, a favore di queste ultime, pari al 7% in lingua francese e del 12% in matematica;
6. non si registrano mutamenti di rilievo nel corso della classe CE1.
Disaccordi sugli esiti
Il 23 gennaio 2019 il Ministro dell’educazione nazionale Jean-Michel Blanquer, commentando i primi risultati, dichiara in televisione su TF1: “C’est un résultat très bon… Les élèves concernés ont fait des progrès importants. On a réussi à monter le niveau de ceux qui sont dans la plus grande difficulté“[4]. Cauta sulla stampa, l’accoglienza del bilancio analitico contenuto nel rapporto di valutazione della DEPP diventa più critica su riviste specializzate (il 30 settembre 2021 François Jarraud sul “Café pédagogique” intitola “Classes dédoublées: Un bilan très décevant“[5]. Nel dibattito che ne è seguito accanto agli apprezzamenti per la pertinenza del dispositivo rispetto alle evidenze scientifiche disponibili e per la regolarità della messa in opera, alcuni nodi critici sono sollevati.
Alcuni nodi controversi
Il target, anzitutto, appare limitato rispetto alle dimensioni del problema delle disuguaglianze. Solo una parte degli alunni in difficoltà nella scuola primaria si trovano nelle classi sdoppiate. Nel 2020 sono 691.00 gli alunni nelle classi dell‘éducation prioritaire. Lo sdoppiamento è limitato ai primi due anni della primaria (CP e CE1) per una quota stimata di 276.400 alunni.
Dubbi sono stati sollevati anche sulla ragionevolezza della scelta della classe CE1 per il cambiamento quando, secondo molte ricerche, le disuguaglianze, soprattutto nel linguaggio e nelle competenze lessicali, risalgono ai primi anni di vita del bambino con un forte condizionamento dell’origine sociale.
Interrogativi sorgono, inoltre, sull’impatto in sé dello sdoppiamento delle classi. L’efficacia, infatti, delle misure quantitative, secondo le analisi condotte dall’OECD, è spesso legata alla qualità degli insegnamenti e solo se tali misure creano migliori condizioni per l’apprendimento.
Come anticipato sulla stampa, rimangono alcune incertezze sull’adozione dello sdoppiamento per le altre classi della scuola primaria come possibile impegno per il secondo mandato del Presidente Emmanuel Macron.
Allargando l’orizzonte alcuni osservatori hanno rilevato che lo sdoppiamento non sembra aver inciso su aspetti strutturali del sistema francese, quali il livello del budget per la scuola e il rapporto docenti / alunni. Nella scuola elementare il numero di alunni per docente (19,5) è al di sopra dei valori medi dei paesi dell’OECD (15,2).
Rimane aperta la questione
Rimane, infine, la questione di quale sia la scelta migliore tra una strategia di sdoppiamento delle classi e una politica di aumento degli insegnanti che lavorino nella singola classe. Secondo alcuni esperti più che dividere meccanicamente le classi si potrebbero assegnare alle scuole due docenti per 24 alunni e lasciare loro la libertà di organizzare al meglio l’insegnamento anche con gruppi a composizione variabile.
L’esperienza francese di sdoppiamento (2017-2021) è in ogni caso da esaminare a fondo e da seguire con attenzione nella sua evoluzione e da leggere nell’intreccio delle misure messe in campo contro le disuguaglianze. Si tratta, peraltro, di un intervento di discriminazione positiva non del tutto nuovo (già nel 2005 esistevano delle classi CP a composizione ridotta) che rivisita arricchendole le decisioni risalenti al 1981 di creazione delle aree di educazione prioritaria, nella speranza di sconfiggere lo svantaggio socio-economico e culturale. Una sfida ancora oggi viva, in Francia come altrove.
Per saperne di più
Direction de l’évaluation, de la prospective et de la performance (DEPP), Évaluation de l’impact de la réduction de la taille des classes de CP et de CE1 en REP+ sur les résultats des élèves et les pratiques des enseignants Ministère de l’Education nationale, de la jeunesse et des sports. Paris – Série études, Document de travail n. 2021.E04 septembre 2021.
[1] I REP (réseaux d’éducation prioritaire), le aree di educazione prioritaria, includono reti di scuole secondarie e primarie in condizione di svantaggio (REP e, in situazioni più difficili, REP+).
[2] Direction de l’Évaluation, de la Prospective et de la Performance – DEPP.
[3] Directeur des Services Départementaux de l’Éducation Nationale – DSDEN.
[4] “Questo è un risultato molto buono… Gli studenti interessati hanno fatto progressi significativi. Siamo riusciti ad alzare il livello degli studenti con maggiori difficoltà”.
[5] “Classi sdoppiate: un bilancio molto deludente”.