L’emergenza pandemica globale ha evidenziato tutte le fragilità del sistema economico, sociale ed ambientale del nostro Paese, stretto tra i più alti tassi di NEET e i più bassi di partecipazione delle donne al lavoro; tra la particolare vulnerabilità dei territori ai cambiamenti climatici e gli squilibri ambientali; tra il lento andamento della produttività e il decremento dell’efficienza dell’economia.
Dalla crisi pandemica a un orizzonte di crescita, equo e sostenibile
La crisi che da anni comprime le migliori energie è sicuramente legata ad una pluralità di fattori, tra cui campeggia il ritardo nella digitalizzazione – in termini di infrastrutture e di competenze – che zavorra le opportunità offerte dalla rivoluzione digitale, oltre che la capacità di elaborazione critica delle stesse.
L’Unione europea ha inteso contrastare i divari su cui la pandemia ha alzato il velo con un imponente programma di investimenti, il Next Generation EU (NGEU)[1], i cui principali strumenti, di cui l’Italia è la prima beneficiaria, sono il Dispositivo per la Ripresa e Resilienza (RRF)[2] e il Pacchetto di Assistenza alla Ripresa per la Coesione e i Territori d’Europa (REACT-EU), con lo scopo di sferzare impedimenti e resistenze e sostenere il nostro Paese nella transizione ecologica e digitale.
La missione 4 per l’istruzione e la ricerca: il Piano Scuola 4.0
Il NGEU prevede che gli Stati membri adottino uno strumento operativo di pianificazione del Dispositivo per la Ripresa e Resilienza. Il nostro PNRR “Italia domani”[3], piano per la trasformazione e il rilancio dell’economia, è articolato in sei missioni delle quali la missione 4[4] – Istruzione e ricerca – punta a colmare le carenze strutturali dell’offerta dei servizi di istruzione nel nostro Paese e il gap nelle competenze di base, a contrastare l’alto tasso di abbandono scolastico e i divari territoriali, a incrementare la percentuale di adulti con un titolo di studio terziario, solo per citare alcuni tra i principali obiettivi.
L’ampliamento delle competenze e il potenziamento delle infrastrutture è uno degli ambiti centrali di intervento di una delle due componenti, “Potenziamento dell’offerta dei servizi di istruzione: dagli asili nido all’Università”, in cui si articola la missione 4. È al suo interno che si incardina la misura “Scuola 4.0” che mira alla trasformazione degli spazi scolastici affinché diventino connected learning environments e in grado di sostenere l’apprendimento e l’orientamento dei giovani.
Il Piano Scuola 4.0[5] è lo strumento di sintesi e accompagnamento all’attuazione delle relative linee di investimento. È complementare alle azioni già finanziate e in corso di realizzazione, che integra allo scopo di valorizzare e potenziare, in ottica trasformativa, quanto già attuato e dare continuità alle tappe del processo di trasformazione didattica e digitale della scuola italiana.
Gli snodi della trasformazione della scuola italiana
Next Generation Classrooms e Next Generation Labs sono i due snodi della trasformazione della scuola italiana. Il primo prevede la trasformazione di almeno 100.000 aule del primo e del secondo ciclo in ambienti innovativi di apprendimento, nei quali spazi, arredi e attrezzature si integrino con pedagogie innovative capaci di orientarne un utilizzo efficace.
Next Generation Labs prevede, invece, la realizzazione, nelle scuole del secondo ciclo, di laboratori per le professioni digitali del futuro, in grado di sviluppare competenze digitali in ambiti tecnologici avanzati, nel contesto di attività autentiche, capaci di simulare luoghi, strumenti e processi legati alle nuove professioni.
Al fine di coordinare gli interventi che dovranno sostenere la trasformazione digitale, le scuole saranno chiamate all’adozione, sulla base di un format comune reso disponibile dall’Unità di missione del PNRR, della “Strategia Scuola 4.0”. Tale strategia “declina il programma e i processi che la scuola seguirà per tutto il periodo di attuazione del PNRR con la trasformazione degli spazi fisici e virtuali di apprendimento, le dotazioni digitali, le innovazioni della didattica, i traguardi di competenza in coerenza con il quadro di riferimento DigComp 2.2, l’aggiornamento del curricolo e del piano dell’offerta formativa, gli obiettivi e le azioni di educazione civica digitale, la definizione dei ruoli guida interni alla scuola per la gestione della transizione digitale, le misure di accompagnamento dei docenti e la formazione del personale”[6].
In questo modo, la scuola raccoglie la sfida lanciata dal PNRR e, attraverso un piano meditato e condiviso, si impegna nel garantire una visione sistemica del processo di digitalizzazione e innovazione dei processi di apprendimento da realizzare con una sinergia progettuale che valorizza tutte le risorse presenti, ricollegando e coordinando le progettualità pregresse.
L’avvio della fase operativa
La fase di progettazione ha impegnato le istituzioni scolastiche del primo e del secondo ciclo nell’elaborazione degli interventi. A partire da un’analisi dell’esistente e nel rispetto dei target assegnati, si è proceduto con la descrizione degli ambienti da realizzare – classrooms e labs – e delle innovazioni organizzative e metodologico-didattiche in grado di garantire una trasformazione dello spazio per l’innovazione dei processi di promozione degli apprendimenti e delle competenze. Ciò grazie al supporto di idonee misure di accompagnamento rivolte alla comunità professionale.
Si è appena aperta la fase operativa di gestione degli interventi: dopo la firma dell’accordo di concessione da parte del Direttore generale e coordinatore dell’Unità di missione per il PNRR e il suo rilascio sulla piattaforma, le scuole stanno procedendo all’assunzione in bilancio, primo dato da inserire nell’area “Gestione” della piattaforma PNRR per l’avvio dell’attuazione dell’intervento cui seguiranno le azioni di monitoraggio e rendicontazione.
Una riflessione a ritroso
Facciamo una riflessione a ritroso, dalla Rendicontazione sociale (RS) e dal rapporto di autovalutazione (RAV), passando per il Piano triennale dell’offerta formativa (PTOF) fino alla Strategia Scuola 4.0.
La concitata fase di progettazione degli interventi finanziati dal PNRR, conclusasi lo scorso 28 febbraio, si è sviluppata a ridosso e in continuità con altre azioni fondanti per le scuole, alle quali è ancorato il senso di una serie di scelte strategiche che hanno trovato la loro plastica definizione nel PTOF e nel Piano di miglioramento (PDM) e che dispiegheranno i loro effetti nella “Strategia Scuola 4.0”.
La nota del Ministero dell’Istruzione del 19 settembre 2022, n. 23940, nel fornire le indicazioni operative in merito ai documenti strategici delle istituzioni scolastiche per il triennio 2022-2025, riprendendo le disposizioni riferite ai criteri di riparto delle risorse e agli orientamenti per l’attuazione degli interventi del PNRR, ha sottolineato la naturale convergenza di obiettivi, metodologie e strumenti, se confrontati con la normativa di riferimento del SNV. Ha rimarcato altresì l’opportunità di integrare e coordinare le azioni richieste alle scuole per una coerente definizione dei percorsi del piano di miglioramento e delle strategie complessive fondamentali – organizzative, didattiche e metodologiche – per la trasformazione delle classi in ambienti innovativi di apprendimento.
Riprendere il filo del discorso
Può essere interessante riprendere il filo del discorso, al fine di verificare a valle, prima dell’avvio degli interventi, che permanga la necessaria coerenza tra le decisioni assunte. Un possibile percorso potrebbe prevedere i seguenti passi:
- riprendere gli esiti della RS per indagare la loro coerenza con le riflessioni emerse in sede di autoanalisi e autovalutazione;
- riappropriarsi delle priorità di intervento emerse in sede RAV e «trattate» con PTOF e PDM al fine di verificare se emerge l’anima pedagogica dell’istituto, se è leggibile il livello di maturità con cui la scuola utilizza il digitale in ambito didattico, se è possibile risalire alla ratio delle scelte strategiche compiute;
- riesaminare gli interventi previsti nell’ambito delle misure finanziate dal PNRR per indagare la connessione tra criticità rilevate, opportunità offerte e risultati attesi.
In questa fase storica, di avvio degli interventi, può essere dunque utile riprendere le motivazioni delle scelte operate, ricostruire le condizioni che possono agire da ostacolo o rinforzo alla realizzazione degli stessi, procedendo verso il riconoscimento della ricaduta potenziale, utile per valutarne l’impatto e lo sviluppo nel tempo.
[1] https://next-generation-eu.europa.eu/index_it
[3] https://www.italiadomani.gov.it/content/sogei-ng/it/it/home.html
[5] https://pnrr.istruzione.it/news/pubblicato-il-piano-scuola-4-0/
[6] Piano Scuola 4.0 adottato con Decreto del Ministro dell’istruzione n. 161 del 14 giugno 2022.