Su questa stessa rivista, il 12 dicembre scorso abbiamo dedicato un intervento al concorso per Dirigenti scolastici dal titolo “Quel vizio antico della sanatoria” (Scuola7-312). Ora sembra che stia riemergendo l’intramontabile vezzo italico di sanare, attraverso discutibili e immorali proposte normative, le situazioni di quei concorrenti che, “bocciati” alla prova preselettiva o alla prima prova scritta o a quella orale del concorso per dirigenti scolastici, hanno proposto ricorso al giudice nel tentativo di essere “ripescati”. All’epoca quella proposta di sanatoria non ebbe esito positivo.
Si ripropone la sanatoria
Adesso un’altra schiera dei sostenitori del “Merito” (quello in salsa italica, beninteso) propone una sanatoria simile, con un emendamento presentato a uno dei tanti decreti-legge in fase di conversione. Tutto ciò, sostengono gli onorevoli firmatari fans dell’italico Merito, allo scopo di “prevenire le ripercussioni sull’Amministrazione dei possibili esiti dei contenziosi pendenti in relazione al predetto concorso”. In sostanza, i candidati cui è indirizzata la sanatoria sono quelli che non hanno superato la prova preselettiva, oppure la scritta, oppure non hanno superato quella orale, e si sono rivolti al giudice per avere ragione delle loro lagnanze.
Due pesi due misure
Fin qui nulla di particolare: in base al nostro ordinamento giuridico, ogni cittadino che ritiene di essere stato leso nei propri diritti può legittimamente rivolgersi ad un giudice per far valere le proprie ragioni. In questo caso però è l’Amministrazione (almeno nelle intenzioni degli onorevoli proponenti) che dovrebbe “togliere le castagne dal fuoco” ai ricorrenti. È strano, tuttavia, che lo stesso afflato solidaristico e caritatevole non venga esercitato nei confronti di quei candidati che hanno superato tutte le fasi concorsuali e che non hanno assunto servizio a causa della sede disagiata assegnata o per oggettivi motivi di famiglia. Anche questi candidati hanno proposto ricorso davanti al giudice, ma evidentemente per gli onorevoli proponenti, fans del Merito, non “meritano” attenzione perché fanno parte di un’altra categoria di “meritevoli”, ossia di coloro che hanno superato davvero il concorso.
Prova facilitata e a costo zero per l’amministrazione
Questa nuova proposta di sanatoria prevede una procedura che richiama blandamente e furbescamente un iter concorsuale. In particolare i candidati dovranno superare una prova scritta informatizzata a risposta chiusa e una prova orale. Le prove si intendono superate se si ottiene 6/10 in ciascuna prova. Generalmente nei concorsi scolastici il punteggio minimo previsto per considerare superata una prova è di 7/10, ma ci si riferisce ai concorsi svolti prima che il Ministero dell’Istruzione fosse anche del Merito. In ogni caso, i candidati che avranno superato tali prove parteciperanno a un corso intensivo di formazione con relativa prova finale, secondo le modalità che verranno definite con decreto del Ministro.
Anche in questa sanatoria lo svolgimento complessivo del “concorso” sarà a costo zero per l’Amministrazione in quanto il decreto di cui sopra stabilirà il “contributo di segreteria in misura tale da coprire integralmente l’onere dell’attività di formazione e della procedura selettiva.” Insomma, il Merito bisogna conquistarselo… e pagarselo.
La morale della favola
Cosa ci insegna questa vicenda? Una cosa evidente: d’ora in poi conviene farsi “bocciare” al concorso per dirigente scolastico tanto poi ci sarà qualche onorevole, fan del Merito, che proporrà una sanatoria, ovviamente “per evitare le ripercussioni sull’Amministrazione dei possibili esiti dei ricorsi”. È l’interesse supremo della Patria, prima di tutto! Perché studiare? Perché rompersi la testa in percorsi bibliografici, in corsi di formazione preparatori al concorso, in webinar? Ci penserà l’Amministrazione a ripescare chi non ce la fa, no one left behind! Per la verità qualcuno rimarrà indietro: chi ha superato il concorso e ha un contenzioso in atto. D’altro canto il merito è sempre selettivo. “È il merito, bellezza!”.
A pensar male…
Forse agli onorevoli proponenti, fans del Merito, probabilmente di tutta la vicenda “non gliene può importare di meno”, come si dice in alcune contrade d’Italia. Ve li immaginate i firmatari di questa sanatoria preoccupati per le finanze pubbliche se i contenziosi pendenti dovessero ritorcersi contro l’Amministrazione? Insomma ci possono tante valide ragioni per far esaltare il Merito (quello in salsa italica, beninteso). Ladies and gentlemen, welcome to the Italy of merit!