Sabato 14 gennaio, a Bologna, nel quartiere Savena, è stata inaugurata una nuova scuola dell’infanzia, intitolata a Giancarlo Cerini.
A margine delle argomentazioni di natura architettonica, pedagogica, di coinvolgimento sociale e di progettazione partecipata esposte dagli attori che hanno vissuto il percorso di realizzazione della scuola comunale dell’infanzia Giancarlo Cerini, mi preme sottolineare l’importanza attribuita da Giancarlo al rinnovamento del patrimonio edilizio delle nostre scuole.
La questione è stata collocata in primo piano nel suo testo pubblicato postumo “Atlante delle riforme (im)possibili”, Tecnodid, 2021.
Le considerazioni che seguono sono tratte pertanto, in gran parte, dalla scheda 1 di “Atlante” “Rinnovare il patrimonio edilizio della nostra scuola”.
Condizioni precarie delle nostre scuole
Le indagini sulla condizione degli edifici della nostra scuola da tempo hanno rilevato condizioni al limite dell’emergenza. Il patrimonio edilizio, dalle scuole dell’infanzia a quelle superiori (circa 41.000 edifici), risulta molto “datato”: si pensi che il 42% è stato costruito prima del 1971. Mancano le condizioni di sicurezza: il 60% non è in possesso del certificato di prevenzione incendi, e comunque non adeguato rispetto alle esigenze di una didattica efficace che ha bisogno di aule spaziose, laboratori, spazi comuni e aree verdi. Dunque è urgente un piano pluriennale di rinnovamento delle strutture edilizie, per tutti, in termini di sicurezza, benessere, funzionalità didattica “tenendo presente che la vita di classe prevede il movimento, la relazione, il mutuo aiuto, la cooperazione”.
Spazi per abitare il corpo
“Vorremmo una scuola dove tutti i soggetti coinvolti sentono di poter abitare, perché la vita della scuola non è solo preparazione per il futuro, ma è soprattutto qui e ora”. Lo ripeteva molto spesso Giancarlo Cerini sottolineando che i bambini trascorrono gran parte della loro esistenza a scuola e la scuola è, in un certo senso, il loro habitat. Occuparsi della scuola come habitat significa occuparsi della qualità delle esperienze che partono dall’accoglienza dei bambini come persone nella loro unità mente-corpo-affettività e dal riconoscimento e promozione della dignità di ognuno in ogni momento. È così che Giancarlo Cerini si esprime nella seconda parte del libro (p. 60).
“L’avventura formativa non può più prescindere da architetture scolastiche e ambienti di apprendimento decisamente innovativi. Per utilizzare gli spazi non solo per “stare” a scuola ma per “viverla” in una dimensione inclusiva, si ha bisogno di nuovi profili di progettisti, attenti alle dinamiche ambientali, socio-relazionali e comunicative” (p. 61).
Costruzioni innovative
Già le linee guida sull’edilizia scolastica del Miur del 2013 suggeriscono di modificare l’organizzazione degli spazi negli edifici esistenti e promuovono processi di progettazione e costruzione di scuole innovative.
Giancarlo Cerini ne ha dato conto in un numero monografico di Rivista dell’Istruzione (n. 6 del 2020) ospitando una pluralità di punti di vista sull’edilizia scolastica e dando spazio ad una ricerca Indire che racconta di architetture nel Nord Europa e in Italia, analizzando le diverse forme di flessibilità adottate e la molteplicità di funzioni a cui rispondono gli ambienti (Cfr. Giuseppe Moscato, Gli spazi 1 + 4 di INDIRE, in Rivista dell’Istruzione, n. 6/2020, Maggioli).
È un approccio che deve partire da una consapevolezza condivisa, quella che si devono creare ambienti di apprendimento per i bambini e spazi rispondenti ai loro bisogni. Il personale docente e non docente, le famiglie, il territorio devono essere essi stessi protagonisti in tutte le fasi dalla progettazione. Il coinvolgimento del coordinatore pedagogico e dei docenti permette di sviluppare i vari contesti che agevolano le prassi didattiche e le esperienze dei bambini che li abitano.
Il piano nazionale per l’architettura scolastica
È da tali consapevolezze che nasce il Piano nazionale per l’architettura scolastica che, come evidenziato da Giancarlo Cerini a pagina 61 di “Atlante”, deve interfacciarsi con:
- i contesti territoriali (morfologia, paesaggio, tradizioni locali, fattori identitari, mobilità…);
- le norme di sicurezza e protezione (criteri sismici, agenti atmosferici, tecnologie costruttive…);
- i criteri ambientali, spaziali e cognitivi (fruibilità, inclusione, accessibilità, flessibilità, configurabilità, multi-modalità e multimedialità…);
- gli aspetti energetici, economici e di sostenibilità (materiali e ciclo di vita, manutenibilità, ecoincentivi…);
- le qualità sensoriali e le variabili del benessere psico-fisico (benessere termico, acustico, visivo, paesaggio olfattivo, trattamenti cromatici…);
- i materiali e le tecnologie di ultima generazione (illuminazione a led, arredi componibili, display, verde…).
Una scuola innovativa
La “Scuola dell’infanzia Giancarlo Cerini” del quartiere Savena di Bologna risponde pienamente a questi requisiti.
I servizi educativi e le scuole dell’infanzia sono un bene prezioso per garantire “pari opportunità di educazione e di istruzione, di cura, di relazione e di gioco, superando disuguaglianze e barriere territoriali, economiche, etniche e culturali”. Lo dice anche l’articolo 1 del D.lgs. 65/2017 che istituisce il sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita sino a sei anni
Le scuole sono punti di luce dei territori di cui i cittadini e i quartieri devono andare orgogliosi.
Un particolare ringraziamento all’Amministrazione comunale di Bologna, al Sindaco, all’Assessore all’istruzione per aver deciso di dedicare questa scuola a Giancarlo Cerini e di costruirla con criteri innovativi e rispondenti alla funzione di ambienti di apprendimento, di socialità e di esplorazione.