La nota del MI n. 2936 “Progetti e concorsi in tema di educazione civica, realizzati dal MI in collaborazione col Senato della Repubblica e la Camera dei Deputati” è stata diramata il 15 settembre. Siamo all’avvio dell’anno scolastico e si sta predisponendo il nuovo PTOF, è dunque il momento giusto per stimolare le scuole a produrre idee e percorsi sulla priorità indicata dall’art. 4 della legge n. 92/2019: la conoscenza dei principi e dei contenuti della Carta Costituzionale.
Educazione civica e conoscenza della Costituzione
L’invito si fa particolarmente interessante se si pensa che l’anno appena iniziato dovrebbe segnare una il rilancio del Ministero dell’Istruzione del tema di insegnamento dell’educazione civica, coerentemente con l’iter previsto dalle stesse Linee Guida, quando affermavano “Entro l’anno scolastico 2022/2023, il Ministro dell’istruzione integra le Linee guida per l’insegnamento dell’educazione civica, definendo i traguardi di sviluppo delle competenze, gli obiettivi specifici di apprendimento e i risultati attesi sulla base delle attività delle istituzioni scolastiche e degli esiti del monitoraggio di cui al comma 2[1]”.
Anche se i risultati del monitoraggio di giugno non sono ancora pubblici, le scuole (tutte e non solo quelle che volontariamente hanno risposto all’indagine) possono comunque confrontare il rapporto tra le priorità individuate nel loro RAV, le scelte fatte in merito ai traguardi di competenza di EC e i temi messi a concorso/progetto per orientare con maggiore consapevolezza le scelte da assumere.
Organicità e sistematicità dell’insegnamento dell’Educazione civica
La trasversalità dell’insegnamento di educazione civica si presta ad essere la tramadell’intero Piano Ri-generazione Scuola, in cui i Concorsi di ogni tipologia e contenuto o trovano una collocazione organica e strutturale nel PTOF o assumono un significato gregario. In tal caso i concorsi possono forse accrescere le conoscenze di qualche studente ma non modificarne i comportamenti. La scuola, invece, ha il compito precipuo di modificare i comportamenti attraverso le conoscenze.
È allora importante che, nel rapporto tra istituzioni, la chiamata a responsabilità si traduca in azioni coerenti. Il conflitto bellico in territorio europeo ha ulteriormente ampliato la complessità del contesto (locale, nazionale, internazionale) in cui la “competenza civica” o “competenza di cittadinanza” o “competenza per una cultura democratica” possa e debba essere formata ed esercitata, di fronte a sfide sistemiche che chiamano tutti a rispondere per la propria parte.
Il Parlamento come palestra di democrazia
Nel caso specifico, ad esempio, la collaborazione col Parlamento potrebbe aiutare la scuola a declinare due problemi oggettivi, insiti nella crisi della democrazia rappresentativa in Occidente: la cittadinanza attiva e la partecipazione al voto, il legame democrazia-pace.
Aiuta l’insegnamento dell’educazione civica ad elaborare risposte comportamentali corrette alle situazioni di emergenza continua a cui ci espone la “società del rischio”?[2] Sono sufficientemente salde le istituzioni elettive, costruite sulle fondamenta dei principi costituzionali? Quale funzione è attribuita al cittadino perché sia assicurata la tutela dei diritti umani inviolabili?
Ammesso che ai nostri giovani non manchino luoghi virtuali di dialogo tra pari, potrebbero invece mancare ambienti reali di relazione, comunicazione, dialogo interculturale/conflitto e riflessione concreta su temi cruciali per il loro (e nostro) futuro. Il lungo periodo delle “lezioni a distanza” ha oggettivamente prodotto una maggiore consapevolezza del valore aggiunto dell’apprendimento in presenza. Nella rivalutazione di tutte le didattiche attive c’è l’evidenza del necessario protagonismo di chi apprende. Il Parlamento, più che essere semplicemente un luogo da conoscere e visitare, potrebbe trasformarsi in una palestra, in una scuola di democrazia, utile come modello per valutare “se” i propri comportamenti sono democratici, inclusivi, partecipativi nella vita quotidiana e a scuola. Questo passaggio ha bisogno di una condizione fondamentale: allo studente va riconosciuta la responsabilità di parola e all’eletto il dovere di ascoltarla.
Ma esaminiamo i temi proposti dalla nota ministeriale, sapendo che le scuole possono trovare spunti anche nel materiale informativo messo a disposizione nella piattaforma: https://www.cittadinanza-costituzione.it.
I temi messi a concorso
Tavola sinottica dei temi
CONCORSO – PROGETTO | ORDINE DI SCUOLA | TEMA |
---|---|---|
Concorso “Dalle aule parlamentari alle aule di scuola. Lezioni di Costituzione” | Secondaria II grado | I principi costituzionali |
Progetto “Un giorno in Senato” | Secondaria II grado Classi terze e quarte | L’iter legislativo esaminato con le caratteristiche di un Progetto per le competenze trasversali e l’orientamento |
“Senato&Ambiente” | Secondaria II grado Classi terze, quarte e quinte | Una questione ambientale ritenuta prioritaria in un Progetto per le competenze trasversali e l’orientamento |
“Giornata di formazione a Montecitorio” | Secondaria II grado Classi quarte e quinte | Due giornate di formazione con le Commissioni della Camera e i deputati eletti nel proprio territorio |
Concorso “Testimoni dei Diritti” (Senato) | Secondaria I grado Classi prime e seconde | I diritti umani nella Dichiarazione Universale ONU del 1948. Sono tutti realizzati? Dove? |
Progetto “Parlawiki – Costruisci il vocabolario della democrazia” (Camera) | Scuola Primaria Classi V Scuola Secondaria di I grado Tutte le classi | Le parole dei più piccoli per descrivere e costruire il concetto di democrazia |
Progetto “vorrei una legge che…” (senato) | Scuola Primaria Classi V | Cosa conoscono e cosa sanno delle leggi i bambini |
I punti di forza
- I sette progetti hanno tutti la possibilità di essere sviluppati come campi di esperienza civica.
- L’aggancio esplicito ai PCTO per la scuola secondaria superiore consente ai tutor per l’alternanza e al coordinatore di EC di sviluppare il progetto nel Consiglio di classe, selezionando i traguardi di competenza specifici e trasversali, utilizzando in modo appropriato sia il Sillabo delle competenze trasversali delle Linee Guida dei PCTO (D.M. n. 774/2019 e allegati) sia i traguardi di competenza delle Linee Guida di Educazione Civica.
- Come per tutti i PCTO, l’autovalutazione e la valutazione tra pari diventano strumenti indispensabili per lo sviluppo della competenza civica.
- La scelta del “wiki” per i più piccoli, per far praticare la fecondità della co-costruzione dei significati anche in ambiente digitale, è un ottimo antidoto alla passività diffusa di fronte alle tecnologie.
Qualche punto di debolezza da evitare
Le istituzioni sono più comprensibili e vicine, se si chiarisce chi è responsabile di cosa e come vengono prese le decisioni. Non è sufficiente, perciò, limitarsi alle conoscenze dichiarative, ma è indispensabile fare esperienza di ciò che si va a conoscere. E allora?
- L’esperienza protetta ed episodica del concorso/progetto va integrata con la possibilità di interloquire continuativamente nel tempo con i “referenti” in Parlamento. Sarebbe sufficiente un panel al quale gli studenti possano continuare ad accedere per essere consultati. Quando? Mancano appuntamenti importanti delle Commissioni di Camera e Senato, in cui sia utile “ascoltare” i giovani.
- Sui diritti umani è essenziale partire dalla verifica che il proprio contesto educativo sia un contesto democratico nel livello di mutuo rispetto e fiducia tra insegnanti, tra insegnanti e allievi, tra insegnanti e famiglie?
- Uno studente ha maggiori opportunità di essere responsabile del proprio apprendimento, quando le situazioni a lui offerte incoraggiano alla costanza di impegno, perché qualcuno gli riconosce il risultato ottenuto.
La centralità dell’insegnamento dell’educazione civica
L’adesione alle proposte concorsuali del MI non rappresenta automaticamente la presa in carico nel Piano Triennale dell’Offerta Formativa della centralità di questo insegnamento.
Il “Quadro di riferimento delle competenze per una cultura della democrazia” elaborato dal Consiglio d’Europa nel 2018 e la Risoluzione del Parlamento Europeosu “attuazione di misure per l’insegnamento dell’educazione civica”[3]del 6 aprile 2022 hanno individuato nell’insegnamento dell’educazione civica, anzi nella definizione di una strategia comune per l’insegnamento dell’educazione civica, uno degli elementi indispensabili alla costruzione del profilo identitario del cittadino del XXI secolo.
Nel fare riferimento a concetti già ampiamente affrontati in precedenti numeri di questa newsletter[4] si possono isolare i nodi che ci auguriamo siano affrontati durante questo anno scolastico:
- la formazione specifica degli insegnanti iniziale e continua;
- il quadro della competenza civica come metaquadro delle competenze chiave di cittadinanza.
Come imparare la democrazia
A pag. 16 del vol. 1 del “Quadro di riferimento delle competenze per una cultura della democrazia” (tradotto in italiano nel 2021) si legge: “Un’adeguata combinazione, all’interno delle istituzioni educative, di contesti democratici, approcci pedagogici e metodologici è un prerequisito per lo sviluppo delle competenze necessarie per una cultura della democrazia. Nei contesti in cui sono presenti tali pratiche vengono incoraggiati tre tipi di apprendimento. Anzitutto, l’autoefficacia che può svilupparsi quando vengono offerte agli studenti possibilità di svolgere certi compiti, sono incoraggiati a perseverare e vengono riconosciuti anche per i più piccoli successi. Questa dimensione affettiva, e fondata sull’esperienza del processo di apprendimento, corrisponde all’“imparare attraverso” la democrazia. Viene poi l’“imparare sulla” democrazia che è legato all’acquisizione di conoscenze e comprensioni critiche. Infine, l’“imparare per” la democrazia cioè il saper utilizzare le proprie capacità in un contesto o una situazione determinata. Questi tre tipi di apprendimento sono necessari per perseguire l’obiettivo educativo generale di preparare e responsabilizzare gli studenti a vivere da cittadini attivi in una società democratica”.
[1] art. 4 del D.M. del 22 giugno 2020, n. 35.
[2] Così Ulrich Beck definisce la seconda modernità, che caratterizza e caratterizzerà il XXI secolo.
[3] https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/TA-9-2022-0114_IT.
[4] Cfr. Scuola7 nn. 241 (Stellacci), 269 (Calascibetta), 291 e 292 (Maloni).