Con la nota 19 settembre 2022, n. 23940 il Ministero ha fornito le consuete indicazioni per l’aggiornamento dei documenti strategici, con non poche novità rispetto al passato. In questo contributo analizziamo gli aspetti più interessanti della progettazione 2022-2025, sintetizzando i passaggi principali e le tempistiche che le scuole devono tenere sotto controllo.
Aggiornare o progettare il PTOF?
La prima novità di questo nuovo triennio, che dal 1° settembre scorso è entrato nella sua fase operativa, è stata la possibilità, offerta alle scuole lo scorso anno, di rispettare il disposto della legge 107/2015 predisponendo “sinteticamente” il PTOF per il 2022-2025, salvo poi dettagliarlo al momento del suo aggiornamento, ossia adesso.
Le indicazioni operative fornite lo scorso anno con la nota 14 settembre 2021, n. 21627 chiarivano, infatti, che non era possibile progettare consapevolmente con un anno di anticipo come vuole la Legge 107/2015, il nuovo triennio, in quanto non erano a disposizione molti dei dati necessari. Suggeriva pertanto una soluzione più semplice. Veniva messa a disposizione delle scuole una struttura per la predisposizione del Piano triennale in ambiente SIDI «fortemente semplificata» che prevedeva la documentazione dei soli aspetti strategici al momento prefigurabili. Le scuole avrebbero poi, nel corso della consueta fase di aggiornamento del documento, integrato la versione sintetica. Ed è qui che ci troviamo ora.
Al momento attuale, infatti, le scuole hanno «a disposizione gli esiti della rendicontazione del triennio precedente», poiché possono analizzare compiutamente i risultati dei tre anni scolastici passati, tant’è che stanno lavorando al documento della Rendicontazione sociale riferita al periodo 2019-2022. Inoltre hanno individuato «le nuove priorità da perseguire nella nuova triennalità», avendo risposto al nuovo Questionario Scuola e avendo avviato il lavoro del nuovo RAV. Resta inteso che tale modalità di lavoro era suggerita indipendentemente dall’utilizzo o meno della piattaforma PTOF che, giova sempre ricordarlo, resta uno strumento per le scuole che possono legittimamente decidere anche di non utilizzare.
In realtà l’adesione al modello è altissima, forse complice l’evidente e il doveroso rispetto che la piattaforma ha per l’autonomia delle scuole. Se guardiamo, infatti, al settore statale sono circa il 90% le istituzioni scolastiche che adottano la piattaforma.
Come organizzare il lavoro
Chiarito, dunque, che si deve partire dalla sintesi dello scorso anno per aggiornare il documento, arricchendolo di tutti gli aspetti necessari a renderlo esaustivo ed efficace, va anche organizzato il lavoro per coordinare tra loro i diversi documenti.
Tutte le piattaforme, infatti, risultano contemporaneamente aperte fino alla data di avvio delle iscrizioni al prossimo anno scolastico, che sarà comunicata dal Ministero più avanti nella annuale circolare sulle iscrizioni e che verosimilmente cadrà nella prima decade di gennaio 2023. E allora, come procedere e con quale ordine iniziare a lavorare a PTOF, RAV, PdM ed RS?
Preliminarmente è opportuno notare come non si possa pensare che un solo gruppo di lavoro ed un solo referente curino tutti i documenti progettuali, sia per la mole di lavoro sia perché la diffusione e la partecipazione non si alimentano concentrando in capo a pochi tutta la progettualità della scuola. Inoltre la contemporanea disponibilità degli strumenti rende possibile da un lato la distribuzione dei carichi di lavoro e dall’altro che questa distribuzione garantisca le diverse prospettive progettuali che si devono avere quando si rendiconta (attraverso la RS) rispetto a quando si analizza (attraverso il RAV) o a quando si progetta (attraverso il PTOF e il PdM). Quello che, comunque, non deve mai mancare è una regia complessiva, capace di garantire la coerenza tra i diversi documenti attraverso il loro reciproco coordinamento. Questo ruolo, istituzionalmente svolto dal Dirigente scolastico in quanto responsabile della visione unitaria della scuola, può essere formalmente affidato alla Figura Strumentale per il PTOF, che è il documento che esplicita la progettualità scolastica nel suo insieme.
Partire dalla Rendicontazione sociale e dal RAV
A questo punto, occorre procedere con ordine.
Il suggerimento è quello di avviare innanzitutto il lavoro di riflessione sui dati all’interno della Rendicontazione sociale, in modo che attraverso la lettura delle serie storiche e l’analisi sui risultati si individuino gli esiti effettivamente raggiunti nel triennio concluso. È su questi che si dovrà evidentemente concentrare l’attività rendicontativa e rispetto ai quali si sceglierà la comunicazione per evidenziare il valore aggiunto della scuola. Indipendentemente dalla chiusura del documento, che come ormai noto può essere definito entro il prossimo mese di gennaio, si dovrà iniziare a condividere la sintesi sugli esiti, per fare ripartire da lì la progettualità. Ad esempio è molto probabile che si evidenzino risultati inizialmente previsti e che invece non sono stati raggiunti, soprattutto se pensiamo alla complessità del triennio 2019-2022 che ha sicuramente compromesso, o comunque rallentato, la progettualità della scuola.
In contemporanea con questa attività, un altro gruppo di lavoro dovrebbe avviare l’autovalutazione predisponendo il RAV 2022. Nella piattaforma ciascuna scuola potrà verificare il proprio posizionamento rispetto ai benchmark aggiornati e potrà consultare gli esiti raggiunti dagli studenti nelle consuete quattro aree:
- i Risultati scolastici
- i Risultati INVALSI
- le Competenze chiave europee
- i Risultati a distanza.
Il Rapporto di Autovalutazione ripropone la struttura che ormai ben conosciamo, seppure con alcune regolazioni e con una migliore esposizione degli indicatori, ma il lavoro da fare ricalca quanto precedentemente realizzato. Le scuole, dopo avere consultato i dati a disposizione, attraverso le domande guida e le rubriche di autovalutazione, individuano le aree di maggiore criticità per definire le Priorità ed i Traguardi che si intendono raggiungere nel periodo 2022-2025, al fine di migliorare gli esiti dei ragazzi. Questa attività, anche se operativamente consentita fino all’avvio delle iscrizioni, deve concludersi necessariamente prima, perché deve orientare le scelte strategiche da assumere nel PTOF.
È necessario emanare l’Atto di Indirizzo?
Una volta fissato il punto di partenza attraverso la Rendicontazione e stabilite le Priorità per il miglioramento degli esiti, il Dirigente scolastico dovrà fornire gli indirizzi al Collegio dei docenti perché definisca il PTOF con al suo interno il PdM.
L’Atto di indirizzo è stato sicuramente emanato nel precedente anno scolastico, ma occorre analizzare la situazione in cui si trova effettivamente la scuola. Non tutte le istituzioni scolastiche, infatti, hanno seguito il suggerimento di definire solo sinteticamente il PTOF 2022-2025 nel corso del precedente anno. Alcune hanno già progettato la triennalità in tutti i suoi aspetti, forse per un’abitudine progettuale che il dettato normativo non ha aiutato certo a chiarire e semplificare. Altre, invece, hanno seguito il suggerimento del Ministero e oggi devono, concretamente, redigere il documento triennale nella sua interezza. Qualunque sia la specifica situazione, è indubbio, però, che i dati che oggi sono disponibili a gennaio 2022 non c’erano e, quindi, tutte le scuole dovrebbero sentire l’esigenza di rivedere profondamente il documento. Non si tratta di un aggiornamento ordinario, di facciata, di un restyling superficiale. Si tratta di potere operare delle scelte basandosi su dati e parametri che solo oggi sono disponibili a vantaggio della riflessione delle comunità scolastiche.
Appare, quindi, quanto mai opportuno che il Dirigente emani un ulteriore Atto di Indirizzo al Collegio, magari integrativo di quello dello scorso anno. Attraverso questa azione di indirizzo, infatti, il Dirigente si fa garante di quella unitarietà di cui si diceva prima, garantendo coerenza tra le piste di miglioramento assunte dalla scuola attraverso l’analisi del RAV e le priorità strategiche e identitarie che l’organizzazione esprime.
Progettare il miglioramento all’interno della triennalità
A questo punto, ricevuti gli indirizzi del Dirigente e ipotizzando di essere agli inizi di novembre, il Collegio ha il tempo necessario per definire il Piano triennale. È bene evidenziare, soprattutto per chi utilizza la struttura del SIDI, che si può distintamente lavorare nelle sezioni di cui si compone il modello; non sarebbe sbagliato, quindi, che un gruppo di lavoro specifico, che potrebbe essere il NIV (Nucleo interno di valutazione), si occupi della definizione del Piano di Miglioramento, mentre un altro gruppo lavori alle restanti sezioni, salvo l’azione di coordinamento garantita dalla Funzione Strumentale e dal Dirigente stesso.
Una novità di quest’anno, a riprova della tempistica sfalsata per la redazione dei documenti all’interno della stessa finestra temporale, suggerita nel corso di questo contributo, riguarda il collegamento tra le piattaforme del RAV e del PTOF. Le Priorità, i Traguardi e gli Obiettivi di processo che le scuole individuano alla fine del RAV possono essere importati nel PTOF solo dopo che il RAV è stato pubblicato. Questo proprio perché la contemporaneità delle funzionalità delle strutture non significa che non ci siano delle tempistiche da tenere presente nel fare dialogare tra di loro i diversi processi. Il fatto che solo se pubblicato il RAV comunichi con il PTOF mostra chiaramente come l’autovalutazione debba concludersi prima della scadenza dei termini per la definizione e pubblicazione della progettualità triennale.
Il PTOF ed il PNRR: un rapporto che nasce da lontano
Ma la progettualità delle scuole per il prossimo triennio, e sicuramente anche oltre, è caratterizzata altresì dalle misure previste all’interno del PNRR. In primo luogo le azioni di prevenzione e contrasto alla dispersione scolastica, per le quali attraverso il Decreto ministeriale 24 giugno 2022 n. 170 sono state già assegnate risorse specifiche alle istituzioni scolastiche secondarie di primo e secondo grado. Nella nota sui documenti strategici è molto bene evidenziato come le finalità di questi interventi, illustrati dall’Unità di missione per il PNRR con la nota n. 60586 del 13 luglio scorso, condividano metodologie e strumenti del Sistema nazionale di valutazione, tanto da rendere quanto mai utile coordinare le previsioni del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza con la progettualità strategica delle scuole.
Per farlo vengono suggerite soluzioni concrete e operative, come quella, indispensabile, di prevedere che nel “gruppo di lavoro” per la prevenzione della dispersione scolastica previsto dal DM 170/2022, sia rappresentato il NIV della scuola. Un altro suggerimento da cogliere è quello di progettare tra i Percorsi del Piano di Miglioramento azioni finalizzate al raggiungimento delle finalità degli interventi sostenuti dall’investimento 1.4 del PNRR, nonché le azioni previste nell’ambito del Piano “Scuola 4.0”.
Per ulteriori approfondimenti si rimanda al n. 2 della rivista Notizie della Scuola, interamente dedicato all’aggiornamento dei documenti strategici per il triennio 2022-2025, con contributi di Paolo Davoli, Monica Logozzo, Damiano Previtali, Maria Teresa Stancarone, Stefano Stefanel.