Il conflitto è parte della vita sociale. Non va rimosso, ma affrontato, governato e gestito. valutando idee e proposte, sottoponendole, come si usa ripetere, a un ragionevole fach-checking, in ordine al rapporto costi-benefici, senza escludere una programmazione per step e una sperimentazione in itinere.
In queste righe si cercherà di sfuggire allo schema amico-nemico, alle singolar tenzoni assai poco cavalleresche, all’eterna disputa guelfi-ghibellini, al fragore delle verbose spade, al prevalere delle retoriche grida.
Una situazione preoccupante
Il 1° settembre il nuovo anno scolastico è iniziato in presenza e così sarà, tra breve, l’attività didattica.
Siamo, tuttavia, in una situazione tutt’altro che semplice. Dobbiamo fare i conti quasi tre anni scolastici di pandemia (2019-2020, 2020-2021, 2021-2022); con una guerra in corso in terra europea, non senza cupi scenari nel Pacifico e con il rischio di un rallentamento della “crescita” registrata nel 2021 (anche se per il momento il turismo ha consentito, almeno nel nostro Paese, traguardi insperati); con un fenomeno inflazionistico non privo di tangibili ripercussioni sull’aumento delle bollette; con una crisi energetica non più annunciata, ma conclamata, non senza effetti sull’approvvigionamento di primarie derrate alimentari; con un accentuarsi della questione sociale a carico delle famiglie che può farsi drammatica.
La scuola non è silente, né gregaria
In questo quadro la scuola è chiamata a fare la sua parte e a partecipare alla discussione in atto, non è silente, non è gregaria, perché i ruoli non si rivendicano, ma si esercitano.
Scuola significa autonomia in un sistema dotato di propri presidi: gli Uffici degli Ambiti Territoriali e gli Uffici Scolastici Regionali, appropriati punti di coordinamento. La riedizione di visioni centralistiche astratte può complicare la situazione, non semplificala.
La controversia sul sabato in DAD
Tra i contributi emersi alla vigilia dell’avvio del nuovo anno scolastico si è segnalato quello del Presidente dell’ANP Antonello Giannelli. Il titolo dell’intervista resa a Giovanna Fragonara sul “Corriere della Sera” dello scorso 28 agosto 2022 – “Non serve accorciare le lezioni. Il sabato? Si può fare in DAD” – ha comportato un seguito di polemiche. Già nel testo si precisava: “qualsiasi misura si decida di prendere per risparmiare metano ed energia elettrica non deve pregiudicare il diritto allo studio né deve essere lasciata alla decisione della singola scuola”.
Poi, il 30 agosto, nella trasmissione Omnibus, lo stesso Giannelli ha ulteriormente chiarito di non aver proposto la DAD ma di fare più ore durante gli altri giorni per chiudere il sabato. Lo stesso concetto verrà riprecisato su Fb. Dunque la proposta è quella di ripartire le ore del sabato su cinque giorni, con un incremento di mezzi e di trasporto. In alternativa, la DAD di sabato. Quindi, secondo Giannelli la DAD diventa solo una possibilità residuale qualora non si riesca ad attuare la ridistribuzione delle ore.
Ancora, sulla “Stampa” del 31 agosto, in una lettera al direttore viene precisato che è sbagliato demonizzare la DAD. Sarebbe sicuramente meglio abbassare di un grado o due la temperatura nelle aule, come per molti uffici pubblici. Oppure adattare l’orario settimanale e non fare lezione il sabato, come per altro accade già in oltre il 50% delle scuole italiane, specie nella primaria e nella secondaria di primo grado.
Una molteplicità di soluzioni possibili
Restituito a Giannelli quel che è di Giannelli, occorre essere consapevoli che siamo di fronte ad uno di quei contesti per affrontare i quali non esistono soluzioni univoche ma solo una molteplicità bene impostata di interventi condivisi può contribuire a indicare una road map.
Riscaldamenti accesi: due settimane in meno? un’ora al giorno in meno? un grado di temperatura in meno (da 20° al 19°)? Ci sono ambienti in cui si può abbassare la temperatura, altri in cui è sconsigliabile. Una RSA ha bisogno di temperature che in situazioni di minore fragilità possono essere più flessibili.
En passant: chissà se qualcuno sta pensando a coinvolgere il pacifico esercito degli amministratori di condominio, in grado di vedere il problema da vicino, almeno nell’ambito residenziale, fornendo loro istruzioni e tempistiche.
Le parole del Presidente Mattarella
Non è il caso di avventurarsi in questioni ulteriori che rinviano allo scenario geopolitico in atto. Merita un’attenzione la presa di posizione del presidente della Repubblica nel messaggio per il Forum European House-Ambrosetti (https://www.quirinale.it/elementi/70739).
“I singoli Paesi – ha osservato il capo dello Stato – non possono non rispondere con efficacia alla crisi. Nel liberarsi dalla dipendenza russa per le fonti di energia, l’Europa è chiamata, ancora una volta, a compiere un salto in avanti in determinazione politica, integrazione, innovazione”.
Mattarella ha inoltre sottolineato che “L’Unione europea è il solo attore continentale che possa agire per calmierare i prezzi dell’energia, sostenendo le attività produttive, assicurando i servizi ai cittadini e, al tempo stesso, agendo sul terreno delle energie rinnovabili, confermando concreta solidarietà all’Ucraina”.
E ha aggiungo che “la lotta alla pandemia è stata occasione di una svolta europea nel segno della solidarietà” e che oggi “Occorre continuare su quella strada, legando lo spirito del Green Deal e del Next Generation EU a una Europa cosciente del proprio ruolo e delle proprie responsabilità”.
Alcuni approfondimenti tecnici
Tutti siamo chiamati a fare la nostra parte, evitando la logica dei tagli lineari, importante è che gli orientamenti vengano assunti, con approfondimenti tecnici, in modo trasparente e motivato. Proviamo a considerare alcuni documenti usciti recentemente:
1) Adottare più misure
DPCM del 26 luglio, Linee guida sulle specifiche tecniche in merito all’adozione di dispositivi mobili di purificazione e impianti fissi di aerazione e agli standard minimi di qualità dell’aria negli ambienti scolastici e in quelli confinati degli stessi edifici (pubblicato sulla “Gazzetta Ufficiale”, Serie Generale, n.180 del 03-08-2022).
Si spiega, giustamente, che “Nessuna singola misura può ridurre da sola il rischio” e che è possibile, ad esempio, “che la semplice ventilazione delle aule attraverso l’apertura delle finestre possa migliorare sensibilmente la qualità dell’aria, favorendo la diluizione e la riduzione sia di agenti chimici liberati all’interno (es. da materiali, arredi e finiture, attrezzatture didattiche, prodotti per la pulizia, ecc.), sia di virus e batteri rilasciati dagli occupanti”. Per questo “si raccomanda che l’utilizzo di dispositivi aggiuntivi di sanificazione, purificazione e ventilazione sia preso in considerazione solo una volta che le misure sopra indicate in modo esemplificativo siano state identificate e intraprese, e ciononostante, sia dimostrato che la qualità dell’aria non sia adeguata”.
2) Strategie ad interim
Indicazioni strategiche ad interim per preparedness e readiness ai fini di mitigazione delle infezioni da SARS-CoV-2 in ambito scolastico (a.s. 2022-2023), versione del 5 agosto, a cura di Istituto Superiore di Sanità, Ministero della Salute, Ministero dell’Istruzione, Conferenza delle Regioni e delle Province autonome.
3) Indicazioni per l’anno scolastico 2022/2023
Nota del Ministero dell’Istruzione n. 1998 del 19 agosto 2022, Contrasto alla diffusione del contagio da COVID-19 in ambito scolastico. Riferimenti tecnici e normativi per l’avvio dell’a.s. 2022/2023.
4) Monitoraggio della qualità dell’aria
Nota del Ministero dell’Istruzione n. 1199 del 28 agosto con la quale “si trasmette il vademecum illustrativo delle linee operative fornite che riunisce in un unico documento di sintesi le indicazioni per le Istituzioni del sistema educativo di istruzione e di formazione”. In esso si formula l’esigenza di richiedere “alle Autorità competenti (Dipartimenti di prevenzione delle ASL e ARPA) di effettuare le attività preliminari di monitoraggio della qualità dell’aria e di individuazione delle soluzioni più efficaci da adottare in conformità con le presenti linee guida”. Sulla base degli esiti di tali verifiche il Dirigente scolastico dovrà rivolgersi all’Ente locale proprietario dell’edificio affinché si attivi “per porre in essere gli interventi necessari, secondo quanto previsto dalla normativa vigente.”
La competenza digitale può dare una mano: meglio fare chiarezza
Ma vi è un altro aspetto che meriterebbe di essere meglio chiarito. A seguito dell’esperienza necessitata dalla pandemia, il DM n. 89 del 7 agosto 2020 ha già correttamente “sdoganato” la didattica digitale integrata, sollecitando le scuole ad adottare specifici Piani per la DDI, da allegare al PTOF, al pari di tutto ciò che qualifica l’offerta formativa.
Oltre un certo limite non si può continuare nell’equivoco: un conto è la DAD (didattica a distanza), un conto la DDI (didattica digitale integrata), anche se ormai il pasticcio è “passato” nell’opinione pubblica e non per colpa dell’opinione pubblica.
La DDI è destinata a diventare una risorsa a disposizione della scuola anche dopo la pandemia, qualora si determini un qualunque motivato impedimento a frequentare in presenza, da parte di uno studente o di più studenti, consentendo un collegamento da remoto all’attività didattica, in aula, in presenza.
Il digitale per affinare metodologie innovative anche in presenza
Anche la relazione presenza/distanza continua ad essere mal posta. La competenza digitale non si identifica con la distanza: può, al contrario, favorire metodologie innovative per la didattica in presenza.
Quante volte è capitato di leggere libri su un tablet, anche nell’estate che sta finendo, da parte di giovani e di adulti, di nativi digitali così come di migranti digitali! Tra le transizioni in atto, quella dal cartaceo al digitale non ha precedenti nella storia della cultura e della comunicazione.
Non c’è innovazione, dotata di pubblica utilità, cui si possa rinunciare per un mero pregiudizio ideologico.