Un importante emendamento, presentato dalla Vicepresidente del Senato Anna Rossomando all’interno del Disegno di Legge di conversione del decreto Sostegni ter, consentirà, per la prima volta nella storia del nostro Paese, di vedere riconosciuti, a circa un milione e duecento lavoratori con Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA), diritti fondamentali, come l’opportunità di avvalersi di strumenti compensativi nelle aziende del settore privato e nei colloqui di selezione.
Una conquista per bandire ogni forma di discriminazione
Questo risultato è anche e, soprattutto, l’esito della costante azione di sensibilizzazione dell’Associazione Italiana Dislessia (AID)[1] presso le istituzioni preposte. Si tratta di una straordinaria conquista che, da un lato, dovrebbe cambiare l’approccio delle imprese verso i lavoratori con DSA e dall’altro dovrebbe consentire a questi ultimi di vedere valorizzati pienamente i propri talenti e professionalità.
Nel testo dell’emendamento si prevede, innanzitutto, che le imprese debbano garantire che il responsabile dell’inserimento lavorativo aziendale crei l’ambiente più favorevole per la realizzazione professionale dei lavoratori con DSA. Questi decidono, poi, liberamente di essere riconosciuti come tali.
Subito dopo il voto definitivo del Parlamento e la pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale, i lavoratori con disturbi specifici dell’apprendimento, che volontariamente scelgano di dichiarare la propria caratteristica di funzionamento, potrebbero chiedere nei colloqui di selezione del personale di utilizzare calcolatrice, schemi e formulari, computer con sintesi vocale, oltre a fruire di tempi più lunghi per i test di selezione scritti. Anche i lavoratori con DSA già assunti, sempre per libera scelta, potrebbero ricevere gli stessi strumenti e accomodamenti ragionevoli.
Verso un setting lavorativo “dyslexia friendly”
Attualmente i soggetti con DSA riportano successi in svariati contesti sociali: sport, spettacolo, cultura, scienza… È chiaro che per raggiungere questi risultati devono sottoporsi a notevoli sforzi a causa del loro diverso funzionamento apprenditivo fronteggiando, spesso, pure la diffidenza che si nutre nei loro confronti. Fornire adeguati strumenti per compensare le difficoltà nel lavoro significherebbe metterli nelle condizioni di riuscire al meglio ed ottimizzare le potenzialità di cui sono portatori.
La ricerca scientifica ha, infatti, dimostrato che un ambiente di lavoro consapevole del fenomeno DSA ed in grado di supportare adeguatamente ovvero “dyslexia friendly”, reca benefici al lavoratore ed all’azienda. Il lavoratore, infatti, potrà utilizzare strumenti e strategie per compensare le difficoltà e potenziare la sua prestazione partecipando, di conseguenza, al successo dell’impresa.
Che cosa sono gli strumenti compensativi?
Gli strumenti compensativi sono strumenti didattici e tecnologici che sostituiscono o facilitano la prestazione richiesta nell’abilità deficitaria.
All’art. 5 c. 2 lett. B della Legge 170/2010 si prevede che le scuole garantiscano per gli studenti con DSA “l’introduzione di strumenti compensativi, compresi i mezzi di apprendimento alternativi e le tecnologie informatiche” nell’ambito di una didattica individualizzata e personalizzata, che tenga conto delle caratteristiche e dei punti di forza dello studente.
All’art. 4 c. 4 del DM 12 luglio 2011 si legge che “le Istituzioni scolastiche assicurano l’impiego degli opportuni strumenti compensativi, curando particolarmente l’acquisizione, da parte dell’alunno e dello studente con D.S.A., delle competenze per un efficiente utilizzo degli stessi”.
Nelle Linee guida allegate al succitato D.M. sono definiti tali strumenti, indicandone anche la destinazione. Si legge, pertanto, che essi “sono strumenti didattici e tecnologici che sostituiscono o facilitano la prestazione richiesta nell’abilità deficitaria” e “sollevano l’alunno o lo studente con D.S.A. da una prestazione resa difficoltosa dal disturbo, senza peraltro facilitargli il compito dal punto di vista cognitivo”.
A mero titolo esemplificativo, si riportano alcuni strumenti compensativi suggeriti dalle succitate Linee guida: sintesi vocale, programmi di video-scrittura con correttore ortografico, registratore, calcolatrice, altri strumenti tecnologicamente meno evoluti quali tabelle, formulari, mappe concettuali, etc.
Perché gli strumenti compensativi
Lo scopo degli strumenti compensativi è quello di ridurre il divario iniziale tra le abilità dello studente con D.S.A. e quello dei compagni di classe.
Essi da un lato devono compensare alcune abilità deficitarie, dall’altro devono favorire lo sviluppo di quelle potenzialmente implementabili; la scelta dello strumento compensativo deve, pertanto, essere scrupolosa.
Necessità di una “competenza compensativa”[2]
Premesso che un’opportuna compensazione è la risorsa più efficace per promuovere l’autonomia di studio dell’alunno con Disturbi Specifici di Apprendimento, la scuola deve puntare allo sviluppo di «competenze compensative», ovvero di quelle abilità, strategie ed atteggiamenti personali che, una volta assimilati stabilmente, consentono un uso attivo, autonomo e consapevole degli strumenti compensativi disponibili.
Lo sviluppo di competenze compensative ottimizzerebbe, senza alcun dubbio, gli effetti dell’emendamento analizzato.
Strategico risulta, a tal fine, il ruolo della scuola che, mediante una presa in carico tempestiva e non solo di tipo dispensativo, può promuovere le condizioni per un autentico successo formativo di tutti e di ciascun alunno, ivi compresi di quegli studenti con Disturbi Specifici dell’Apprendimento.
Una specifica formazione per una didattica compensativa
“Come sviluppare competenze compensative” può senza dubbio essere un focus da approfondire in specifici percorsi di formazione; una formazione di qualità e costante nel tempo orientata alla promozione di un apprendimento inclusivo.
Una formazione che accompagni i docenti nel riconoscere ogni alunno in rapporto alla propria condizione per garantirgli, di conseguenza, una relazione che ne sviluppi e solleciti i potenziali mediante una didattica flessibile ovvero compensativa.
Consentire ad uno studente di funzionare al meglio è la premessa per la formazione di un adulto in grado di fornire il miglior contributo professionale possibile allo sviluppo della società ovvero un adulto sereno e realizzato, indipendentemente dalla peculiarità delle sue potenzialità.
[2] Flavio Fogarolo, Caterina Scapin, “Competenze compensative, Tecnologie e strategie per l’autonomia scolastica degli alunni con dislessia e altri DSA” Erickson, Trento, 2010.