Sono circa 430 mila i candidati che aspirano a diventare docenti a tutti gli effetti nelle scuole secondarie di primo e di secondo grado. Siamo ancora in attesa di conoscere i tempi e le sedi dove avranno luogo i concorsi: informazioni che saranno rese note contestualmente all’emanazione del bando. Abbiamo però tutte le indicazioni necessarie per poterci orientare bene nella preparazione. Quindi, nessun alibi: bisogna iniziare a studiare in maniera sistematica. Il tempo c’è, ma non è infinito.
Qualche dato
Sappiamo che il concorso è indetto su base regionale, che sono stati messi a disposizione per i vincitori 33 mila posti articolati nelle diverse classi di concorso (vedi allegato). Abbiamo inoltre altre notizie di dettaglio grazie ai dispositivi già pubblicati: Decreto ministeriale del 9 novembre 2021, n. 326 e Decreto dipartimentale del 5 gennaio 2022, n. 23. A ciò si aggiunge l’allegato A che contiene i programmi concorsuali sia per la parte generale sia per quella relativa alle diverse classi di concorso. Per quanto riguarda le discipline STEM con un successivo Decreto del Ministero dell’Istruzione verranno indicati i termini per la riapertura delle domande. Ci riferiamo alleclassi di concorso A020 – Fisica, A026 – Matematica, A027 – Matematica e fisica, A028 – Matematica e scienze e A041 – Scienze e tecnologie informatiche.
Ma andiamo in ordine
Non c’è più la prova selettiva
È così che ci dice il ministro Brunetta (PA) nell’artico 10 del Decreto 44/2021 (convertito in legge 76/2021). Ci sarà una sola prova scritta computer-based e una successiva prova orale. L’elemento dirompente rispetto al passato non sta tanto nell’eliminazione della preselettiva (un’invenzione abbastanza recente nata per rendere più snelle le procedure concorsuali), quanto nella tipologia stessa della prova scritta: 50 quesiti a risposta multipla di cui 40 per l’accertamento delle competenze disciplinari relative a ciascuna classe di concorso; 5 per l’accertamento delle conoscenze della lingua inglese a livello B2 e 5 per l’accertamento delle competenze digitali.
Secondo le dichiarazioni dei decisori politici tale scelta ha quattro finalità: 1. sbloccare i concorsi rimasti fermi anche a causa della pandemia, 2. digitalizzare e semplificare le procedure (anche a regime), 3. velocizzare i tempi di realizzazione delle selezioni, 4. valorizzare le competenze e non le semplici conoscenze.
Mentre le prime tre finalità appaiono comprensibili e coerenti con la situazione attuale, la quarta ha bisogno di un ragionamento suppletivo per essere compresa nella sua corretta accezione.
Un test per valorizzare le competenze dei candidati
È noto che la nostra cultura del testing è abbastanza recente e desta ancora molte perplessità tra gli stessi addetti ai lavori. Tutte le esperienze del passato hanno radicato in noi la convinzione che le competenze si dimostrano meglio attraverso prove più articolate, attraverso rapporti interlocutori con gli esaminatori, usando strategie narrative, soprattutto in situazione. È difficile immaginare cinquanta domande che mettano in moto processi cognitivi complessi, che chiedano al candidato collegamenti virtuosi tra i saperi, che siano aperte anche a soluzioni alternative, come a volte accade, giustamente, in alcuni item, nelle stesse prove Invalsi.
Inoltre, il passato ci ha abituati a processi soprattutto mnemonici quando, per esempio, in occasione delle prove preselettive, venivano messe a disposizione migliaia di quiz per cui il candidato, seppure virtuoso e riflessivo, era costretto a concentrarsi su tutti gli espedienti tecnici per allenare la memoria.
Addio alle banche dati dei test
C’è oggi però una novità positiva: non vengono più pubblicate le banche dati, cioè migliaia di item tra cui molti generici, tanti di dettaglio, alcuni pure errati. Con questa scelta ci piace immaginare che i test che verranno sottoposti all’attenzione del candidato siano di fatto costruiti in un’ottica diversa rispetto al passato, che riescano veramente a mettere in moto ragionamenti che diano conto della capacità di padroneggiare i processi, che permettano agli aspiranti docenti di dimostrare il livello di conoscenza dei saperi fondanti delle discipline. Siamo fiduciosi che si possa trarre vantaggio anche dalle esperienze più recenti, come quelle per il concorso STEM che, come è noto, non ha dato risultati molto positivi. Proprio per questo ci piace immaginare che dalla riflessione generata da tale esperienza si possa oggi migliorare le tipologie di domande e riconsiderare, se del caso, pure i tempi messi a disposizione dei candidati.
Come prepararsi
Abbiamo con tutta probabilità ancora qualche mese a disposizione se consideriamo i tempi tecnici che intercorrono tra l’uscita del bando, la predisposizione delle commissioni e l’organizzazione logistica. Dobbiamo, tuttavia, tenere presente che i nuovi vincitori di concorso prenderanno servizio già il prossimo primo settembre. Non si ha, quindi, a disposizione un tempo molto disteso tanto da poter dilazionare la preparazione: è un tempo limitato, ma molto prezioso che non possiamo permetterci il lusso di sprecare in alcun modo.
Ogni candidato conosce bene le proprie capacità di lavoro, sa quali metodologie sono più efficaci, soprattutto conosce il proprio patrimonio professionale su cui fondare lo studio propedeutico e gli approfondimenti. Ognuno è consapevole di quello che deve fare per raggiungere il traguardo. Potrebbe essere, tuttavia, utile tener conto anche delle proposte che provengono da agenzie formative qualificate.
Il nostro corso di accompagnamento: che cosa offriamo
È nella tradizione della casa editrice mettere a disposizione, per coloro che lo desiderano, percorsi di accompagnamento attraverso piattaforme articolate ivi comprese attività di simulazione dei test.
In questo caso, in collaborazione con la Cisl-Scuola Puglia e con la Cisl-Scuola Friuli Venezia Giulia, la Tecnodid ha organizzato un corso di preparazione specifico per il concorso ordinario della scuola secondaria di 1° e 2° grado. La proposta si avvale delle migliori risorse professionali a livello nazionale e si fonda sulla piena consapevolezza dei meccanismi concorsuali e delle tante esigenze professionali e personali di coloro che intendono entrare per la prima volta nel mondo della scuola.
Il corso prevede una piattaforma (new-entry-card), per veicolare le diverse azioni di formazione; manuali e libri di approfondimento; test per la prova scritta, sia per la parte generale sia per le classi di concorso; webinar curati da docenti particolarmente competenti.