Mentre stiamo imparando a convivere con un nemico invisibile, finalmente, grazie al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), si stanno riversando sulle scuole importanti risorse finanziarie che dovranno essere gestite dagli Enti proprietari dei locali in cui si svolge il servizio dâistruzione. Contiamo di assistere al tanto atteso miglioramento dellâefficienza e della sicurezza del patrimonio edilizio (adeguamento sismico, ristrutturazioni per la riduzione dei consumi energetici e anche costruzione di nuovi edifici).
Documento di Valutazione dei Rischi
La speranza è che possa nascere una reale collaborazione tra Scuole ed Enti locali e che il Documento di Valutazione dei Rischi (DVR) acquisti una maggiore visibilità .
Ricordiamo che si tratta di un documento importantissimo volto a individuare i possibili rischi presenti in un luogo di lavoro e che serve ad analizzare, valutare e cercare di prevenire le situazioni di pericolo per i lavoratori. La valutazione deve essere effettuata, rispettivamente per le proprie competenze, dal proprietario dellâedificio (strutture, impianti fissi, presidi antincendio) e dal Dirigente scolastico, organizzatore e gestore delle attivitĂ , delle attrezzature e delle emergenze (in locali idonei e sicuri e soggetti a regolare manutenzione). I rischi particolari, quelli di tipo chimico, biologico, di incendio, rumore, vibrazioni, atmosfere esplosive, saranno oggetto di valutazioni specifiche.
Esternalizzare lâincarico
Câè però un costante pericolo, quello di sentirsi tranquilli una volta applicate formalmente le norme, a cominciare dallâincarico di Responsabile del servizio di prevenzione e protezione dai rischi (RSPP) a societĂ esterne. Molte societĂ , seppure esperte, possono essere, però, lontane culturalmente dai problemi veri delle scuole. Certamente, in supplenza al proprietario degli edifici, al di fuori della scuola si trovano competenze in grado di fornire un DVR[1] formalmente corretto. La scelta di esternalizzare lâincarico è operata, sovente, nel timore di incorrere nelle sanzioni penali e amministrative previste per eventuali inadempienze, ma non solleva, tuttavia, i Dirigenti scolastici dalle responsabilitĂ non delegabili. Va ricordato, comunque, che è in capo al datore di lavoro la responsabilitĂ di avvalersi âdi un esperto esterno per ricoprire lâincarico di responsabile del servizioâ e che ha il compito di âorganizzare un servizio di prevenzione e protezione (SPP) con un adeguato numero di addettiâ (D.lgs. 81/2008, art. 32, comma 10). Va tuttavia considerato che lâesternalizzazione può diventare anche un aggravio economico.
Oltre la logica adempitiva
Con il passare degli anni non si è voluto chiarire, purtroppo, quanto richiesto dallâart. 3, comma 2 del D.lgs. 81/2008: âIl Ministero della Pubblica Istruzione di concerto con i Ministri del lavoro e della previdenza sociale, della salute e per le riforme e le innovazioni della pubblica amministrazione (âŚ) emana un decreto per lâapplicazione delle norme (âŚ)tenuto conto delle particolari esigenze connesse al servizio prestato o alle peculiaritĂ organizzative (dagli istituti di istruzione ed educazione di ogni ordine e grado)â.
Abbiamo da oltre 20 anni importanti richiami alla cultura della sicurezza: la CM 29 aprile 1999, n. 119, prima ancora il D.lgs 626/1994 (e successive modifiche e integrazioni), ma anche il DM 382/1998 (Sicurezza nei luoghi di lavoro â Indicazioni attuative) e la CM 19 aprile 2000, n. 122. Le norme sulla sicurezza sui luoghi di lavoro rappresentano, prima ancora che un obbligo di legge con la serie di adempimenti che ne conseguono, unâopportunitĂ per promuovere allâinterno delle istituzioni scolastiche una cultura della sicurezza sul lavoro, per valorizzarne i contenuti e sollecitare il coinvolgimento e la convinta partecipazione di tutte le componenti scolastiche. Ă nella stessa ottica che vanno impostate lâinformazione e la formazione rivolte ai lavoratori della scuola e agli stessi studenti. La ripetuta sottolineatura della normativa di âsostanzialitĂ â impone, quindi, un comportamento che va oltre il formalismo e la sporadicitĂ degli interventi, come da tempo immemorabile sottolinea la CM 122/2000.
La cultura della responsabilitĂ
Ă importante riflettere sulla saggezza delle circolari citate convinti e preoccupati che, con il passare degli anni, lâattenzione alla sicurezza stia progressivamente diminuendo; la stessa stratificazione di tante circolari si presta ad una rapida archiviazione e quindi ad un affievolimento di posizione tra le prioritĂ delle agende delle scuole. Ă questo uno dei maggiori pericoli che bisogna contrastare con unâorganizzazione non formale, ma sostanziale della sicurezza a scuola, che sia attenta alla concreta formazione di una profonda cultura della prevenzione e della responsabilitĂ .
A questa cultura anche i Servizi di Prevenzione e Sicurezza sul Lavoro (SPSAL) hanno sempre riservato una particolare attenzione (troppe âmorti biancheâ ne evidenziano lâimportanza!). Quando il personale ispettivo, con qualifica di Ufficiale di Polizia Giudiziaria (UPG), entra nelle scuole si sofferma principalmente su alcuni aspetti prioritari:
- organizzazione della prevenzione;
- nomine;
- documento di Valutazione dei Rischi (DVR);
- piano di emergenza;
- formazione di tutti i soggetti.
Questi punti suggeriscono al Dirigente una âpolitica scolasticaâ che ponga al centro del sistema di gestione della sicurezza la cura del Servizio di Prevenzione e Protezione in una logica di responsabilitĂ diffusa con la partecipazione di tutti i soggetti, sia quelli previsti dalla norma (addetti emergenza, RLS, medico competente), sia quelli appartenenti alla linea organizzativa (preposti, referenti di plesso, DSGA, ufficio tecnico).
Modello INAIL âPolitica della salute e sicurezzaâ
Lâattenzione sincera a questa problematica può tradursi in un documento che illustra la âpolitica della salute e sicurezzaâ dellâIstituto scolastico. Un modello possibile è quello che si riporta di seguito.
Politica della salute e sicurezza[2]
Lâistituto scolastico considera la tutela della salute e sicurezza del lavoro (SSL) come parte integrante della propria attivitĂ e della propria missione educativa.
Lâistituto, allâinterno delle sue finalitĂ educative, pone in evidenza:
- la necessitĂ e lâimportanza di tutelare lâintegritĂ fisica e morale dei lavoratori e degli allievi nello svolgimento di tutte le attivitĂ di competenza
- la centralitĂ del tema sicurezza e salute nella scuola nella formazione ed educazione degli attuali e dei futuri lavoratori.
Per tali ragioni, garantisce il massimo impegno a:
- Adottare tutte le misure per assicurare un ambiente lavorativo sicuro e salubre, nel pieno rispetto di leggi, regolamenti e direttive (nazionali e comunitarie), inclusi tutte le procedure e gli accordi sottoscritti dalla scuola con le parti interessate, compatibilmente con le risorse disponibili.
- Istituire un Sistema di gestione della salute e sicurezza del lavoro, che preveda:
- procedure operative e di controllo per la prevenzione e protezione, tenendo conto di lavoratori, allievi e soggetti interagenti con l’Istituto
- pianificazione degli interventi di formazione e informazione dei lavoratori, degli allievi e degli eventuali soggetti interagenti con l’Istituto
- verifica, valutazione, aggiornamento periodico e miglioramento continuo del Documento di Valutazione dei Rischi e del Sistema di gestione della sicurezza.
- Diffondere all’interno della scuola, mediante una costante azione di sensibilizzazione, una filosofia volta alla salvaguardia della sicurezza, della salute sul luogo di lavoro e alla consapevolezza dei propri obblighi.
- Promuovere la cultura della sicurezza negli allievi, stimolando lâassunzione di un ruolo attivo inteso anche come acquisizione della capacitĂ di percepire i rischi e di adottare e favorire comportamenti sicuri sul lavoro e nel tempo libero, sulla strada e in ambito domestico.
- Programmare le attivitĂ didattiche in materia di sicurezza, valorizzandone l’interdisciplinarietĂ e l’introduzione nella curricolaritĂ , ed inserirle nei Piani dellâOfferta Formativa (P.O.F.).
- Attivare e potenziare adeguati canali di comunicazione al proprio interno e con la societĂ civile, gli enti locali, le autoritĂ di controllo e vigilanza e con qualunque altra parte interessata, tenendo in conto aspetti quali differenze di provenienza, istruzione, capacitĂ linguistiche, ecc.
- Consultare con continuitĂ i lavoratori e, in particolare, i loro rappresentanti.
- Richiedere ad appaltatori e fornitori il rispetto delle leggi e degli impegni in materia di sicurezza adottati dalla scuola.
Consegnare il presente documento a tutti i lavoratori e renderlo disponibile a tutte le parti interessate (studenti, genitori, societĂ civile, enti locali, committenti ed appaltatori, autoritĂ di controllo ed organi di vigilanza) anche con lâausilio del sito Internet.
Seguono le firme del Dirigente Scolastico, del Presidente del Consiglio dâIstituto e la data
Il ruolo della formazione
Ă importante riflettere sulla definizione di âformazioneâ contenuta nellâart. 2 del D.lgs. 81/2008: â⌠processo educativo attraverso il quale trasferire (ai lavoratori) ed agli altri soggetti del sistema di prevenzione e protezione aziendale conoscenze e procedure utili alla acquisizione di competenze per lo svolgimento in sicurezza dei rispettivi compiti in azienda e alla identificazione, alla riduzione e alla gestione dei rischi in ambienti (di lavoro)â. Ă utile segnalare la sua generalitĂ ponendo tra parentesi il riferimento al solo ambito lavorativo per coglierne tutte le positive sollecitazioni per una scuola intesa come âcomunitĂ educanteâ.
Lâinformazione-formazione, obbligatoria ai sensi degli artt. 36 e 37 del Decreto citato, abbassa ogni rischio sempre considerato come prodotto della probabilitĂ (P) che accada lâevento dannoso e della gravitĂ del danno (D) riscontrato; il rischio (R) si abbassa grazie al coefficiente (Ki) (informazione, formazione, istruzioneâŚ) posto al denominatore dellâequazione:
R= (PxD)/Ki.
Anche in questo caso una formazione efficace non può che essere attenta alla specificitĂ del âlavoroâ scolastico e della formazione dei lavoratori e degli studenti nella logica di âmigliorare continuamenteâ la salute e sicurezza del âluogo di lavoroâ.
Figure e compiti
Gli accordi Stato-Regioni hanno ben definito sia la figura sia le competenze richieste al Responsabile ed agli Addetti al Servizio di Prevenzione e Protezione: essi costituiscono per il Dirigente Scolastico il riferimento per la valutazione, la programmazione e la consulenza in materia di Sicurezza sul Lavoro. Compito specifico di tali soggetti è l’attuazione di quanto indicato dall’art. 33 del D.lgs. 81/2008 “individuazione dei fattori di rischio, valutazione dei rischi, elaborazione e individuazione delle misure di protezione eprevenzione, elaborazione delle procedure di sicurezza delle varie attivitĂ aziendali, proposizione di programmi di informazione e formazione”.
Tali compiti rendono il coordinatore del servizio (RSPP) (insieme al datore di lavoro) protagonista dell’organizzazione interna in materia di sicurezza e salute dei lavoratori. A questa figura sono infatti affidate le funzioni progettuali ed attuative delle misure di sicurezza, nonchĂŠ la realizzazione tecnica di quanto programmato. La sua azione a scuola non potrĂ ridursi a poche presenze, come accade qualche volta con un esperto esterno!
Lâimportanza della formazione continua
Una organizzazione efficace della sicurezza considera indispensabile la formazione obbligatoria e lâaggiornamento in presenza per gli addetti, per la classe dirigente (DS, DSGA, Collaboratori del DS) al fine di acquisire corretti strumenti relazionali tali da riuscire a gestire in maniera equilibrata le diverse situazioni a partire anche dai sempre piĂš presenti conflitti tra genitori e docenti. Per questo gli Accordi riconoscono, tra i soggetti formatori, alcuneistituzioni scolastiche relativamente agli interventi nei confronti del personale scolastico e riconoscono tutte le scuole per la formazione dei propri studenti.
[1] Questa âmappaâ della salute e sicurezza del âlavoroâ, contenente le misure di prevenzione e protezione adeguate al tipo di attivitĂ svolte nellâistituto, è sempre piĂš spesso considerata una mera formalitĂ burocratica, priva dei contenuti e degli obiettivi da adottare per ridurre i rischi e migliorare la sicurezza lavorativa. La logica della norma la considera invece un documento dinamico da riesaminare nella riunione obbligatoria prescritta dallâart. 35 del D.lgs. 81/2008 che, al comma 3 invita ad âindividuare a) codici di comportamento e buone prassi per prevenire i rischi di infortuni e di malattie professionali; b) obiettivi di miglioramento della sicurezza complessiva…
[2] Il modello è tratto da. AA.VV. Gestione del Sistema sicurezza e Cultura della prevenzione nella scuola, 2013, INAIL, disponibile in pdf sul sito Inail.