Lo scorso 6 dicembre, con un evento organizzato dal Ministero dell’Istruzione in diretta su YouTube, è stato presentato ufficialmente il documento base relativo agli Orientamenti Nazionali per i Servizi Educativi per l’Infanzia, elaborato dalla Commissione nazionale per il Sistema integrato di educazione e di istruzione[1].
La scelta di una data emblematica
La data del 6 dicembre non è stata una scelta a caso. Ha un valore simbolico molto forte, perché – come ha sottolineato nel suo intervento introduttivo il Direttore Generale degli Ordinamenti Scolastici, Maria Assunta Palermo – in quello stesso giorno cinquant’anni fa veniva promulgata la Legge n. 1044, grazie alla quale, per la prima volta, furono costruiti nell’arco di un quinquennio asili-nido comunali con il concorso dello Stato. È stata una legge importante, fondata sulla consapevolezza che l’assistenza ai bambini di età fino a tre anni negli asili-nido costituisse all’epoca, nel quadro di una politica per la famiglia, «un servizio sociale di interesse pubblico».
Quella grande conquista del 1971 ha rappresentato un passaggio epocale per aver messo in luce la necessità di un’attenzione specifica per il segmento 0-3 anni, fino a quel momento ritenuta di tipo strettamente familiare e ad appannaggio pressoché esclusivo della figura materna.
Certamente, come ha fatto notare il Ministro Patrizio Bianchi nel suo intervento di apertura, la legge è stata il frutto di un acceso dibattito sviluppatosi intorno a termini – quali temporanea custodia, assistenza alle famiglie, accesso al lavoro delle donne – che oggi sembrano lontani, dal momento che i servizi educativi sono a pieno titolo nell’alveo del sistema nazionale dell’educazione e dell’istruzione, così come declinato dal D.lgs. 65/2017.
Un articolato programma di presentazione del documento
I primi Orientamenti Nazionali per i Servizi Educativi per l’Infanzia sono stati presentati al pubblico attraverso focus diversi e strettamente interconnessi tra loro, affidati ad autorevoli relatori che, con funzioni e ruoli differenti, si occupano di 0-3.
Dopo l’intervento di apertura del Ministro Bianchi, è stata Susanna Mantovani ad assumersi il compito, in qualità di Presidente della Commissione Nazionale 0-6, di presentare la struttura del documento e l’orizzonte di senso ad esso sotteso, lasciando ad uno dei membri, la pedagogista Paola Cagliari, l’intervento di approfondimento pedagogico circa il ruolo determinante dei Servizi Educativi per l’infanzia nello sviluppo delle potenzialità dei bambini nei loro primi mille giorni di vita. La dimensione di luogo di educazione descritta dalla Cagliari ha reso palese l’evoluzione che i nidi e i servizi educativi 0-3 hanno realizzato nel corso di cinquant’anni, superando l’iniziale connotazione di strumento di conciliazione. Questi aspetti sono stati approfonditi, sul piano storico, nell’intervento di Aldo Garbarini del Gruppo Nazionale Nidi Infanzia. Sono seguiti gli interventi di Alessandra Troncarelli[2] e di Loredana Poli[3] che hanno illustrato rispettivamente il ruolo e le responsabilità delle Regioni e degli Enti Locali nel dover garantire un’offerta qualificata di Servizi Educativi per l’Infanzia. Su come tali servizi di qualità siano una risposta ai diritti dei bambini si è soffermata la funzionaria dell’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, Maria Luisa Scardina.
La sintesi dei lavori del seminario e le prospettive del prosieguo della “ballata popolare”, avviata da Giancarlo Cerini e proseguita con la campagna di consultazione sul testo degli Orientamenti 0-3 è stata affidata a Francesca Puglisi, in qualità di Capo della Segreteria Tecnica del Ministero dell’Istruzione; mentre Gianluca Lombardo, Dirigente dell’Ufficio II Ordinamenti della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione ha illustrato nel dettaglio i termini di realizzazione della campagna di consultazione fino al prossimo 24 gennaio.
La struttura dei primi Orientamenti Nazionali per i Servizi Educativi per l’Infanzia
Il documento è composto da cinque capitoli e si conclude con una parte di raccordo con le Indicazioni Nazionali 2012. Questa parte finale mira ad essere di stimolo alla riflessione sui temi del curricolo e della progettazione dei servizi educativi, anche in funzione della costruzione di un percorso verticale e, in primo luogo, di un lessico comune 0-6. In tal modo gli Orientamenti 0-3 si agganciano strettamente alle Linee Pedagogiche 0-6 e alle Indicazioni Nazionali, aggiornate con i Nuovi Scenari del 2018.
Il primo tema sviluppato nel testo si sofferma sulla specificità del percorso educativo da zero a tre anni, facendo riferimento alla storia dei servizi educativi per l’infanzia – con il patrimonio di esperienze e conquiste raggiunte – e alla descrizione del quadro attuale, con riferimento alle diverse tipologie indicate nel D.lgs. 65/2017: nidi e micronidi, sezioni primavera, servizi integrativi (spazi gioco, centri per bambini e famiglie, servizi educativi in contesto domiciliare).
Il secondo capitolo descrive il bambino nei primi mille giorni di vita, tra diritti da garantire e potenzialità da sviluppare. Il terzo, invece, si occupa di analizzare le condizioni per creare l’alleanza educativa con i genitori, promuovendo una proficua relazione e un’attiva partecipazione al dialogo educativo. Nel quarto capitolo sono esaminate le caratteristiche e le azioni della professionalità educativa e nell’ultimo sono descritti gli aspetti organizzativi, relativi a spazi, arredi, materiali, tempi, esperienze educative.
L’orizzonte di senso degli Orientamenti 0-3
Nella premessa al testo degli Orientamenti 0-3 si legge: «Gli Orientamenti sono ispirati dalle finalità di mettere in comune il patrimonio di esperienze e di conquiste di tanti anni, favorire un’ulteriore elaborazione di proposte educative di qualità per i bambini fino ai tre anni, delineare una prospettiva alla quale fare riferimento per il futuro».
Questo è l’orizzonte di senso prioritario che ha guidato la Commissione Nazionale 0-6 nell’elaborazione del documento.
Gli Orientamenti 0-3 mirano ad essere uno strumento per tutti coloro che sono coinvolti quotidianamente, a vario titolo, «nella promozione dei servizi educativi e nell’impegno con i bambini». Sono chiamati in causa i vari soggetti istituzionali che compongono una governance complessa: Stato, Regioni ed Enti Locali, a cui si chiede “unità di intenti, lungimiranza, capacità di essere consapevoli del patrimonio di ciascuna Regione, di ciascun Comune, di ciascun servizio”, come ha sottolineato nel suo intervento Susanna Mantovani. Essi debbono essere in grado di attivare una «collaborazione stretta e generosa», finalizzata a garantire servizi educativi di qualità, affinché si possa offrire il meglio a tutte le bambine e a tutti i bambini che vivono nel nostro Paese, superando il divario esistente tra i territori. Ognuno deve fare la sua parte, anche per assicurare, come si legge in premessa: finalità condivise; educatori preparati e consapevoli dell’importanza del loro compito; ambienti inclusivi, ricchi ed accoglienti.
La costruzione reticolare degli Orientamenti 0-3
Il documento non ha una costruzione lineare, ma reticolare: «i tanti temi che riguardano l’infanzia e i suoi servizi, i saperi, le esperienze, le potenzialità dei bambini e le risposte degli adulti sono intrecciati nel testo con rimandi molteplici per ricostruire il panorama nel quale i servizi educativi si collocano, la progettazione delle esperienze educative e le conquiste possibili dei bambini, le condizioni per favorirle e orientarle, gli scambi con le famiglie. È stato costruito cercando una coerenza che permetta di rintracciare il filo rosso dei diritti e della ricerca della qualità»[4]. Questi primi Orientamenti sono il frutto di un lavoro dialettico, intenso e serrato da parte della Commissione Nazionale per il sistema integrato di educazione e di istruzione e del gruppo allargato di esperti del settore. È stato preannunciato il 31 marzo scorso dall’allora Presidente della Commissione Giancarlo Cerini, quando ha presentato – poco prima di lasciarci – le Linee Pedagogiche per il sistema integrato 0-6.
Gli Orientamenti 0-3 sanciscono definitivamente, non solo la natura educativa dei nidi e di tutti gli altri servizi per la prima infanzia, ma anche il definitivo aggancio, come primo segmento, al sistema di educazione e di istruzione del nostro Paese. Essi si presentano come “standard culturali”, nei quali tutti possano riconoscersi e a cui, specialmente chi si accinge a creare nuovi servizi educativi, possano e debbano ispirarsi.
Gli strumenti della consultazione pubblica
Il corposo documento è ora posto al vaglio, fino al 24 gennaio prossimo, di tutti gli stakeholders per riscontri, integrazioni, modifiche, seguendo un percorso già sperimentato per la stesura definitiva del testo delle Linee Pedagogiche 0-6. È stato reso disponibile un questionario per tutti coloro che intendono apportare il proprio contributo di opinione e di eventuali suggerimenti, al fine di consentire alla Commissione nazionale 0-6 di perfezionare un documento condiviso prima dell’adozione formale da parte del Ministro dell’Istruzione. L’invito, rivolto anche direttamente dalla sezione dedicata del sito ministeriale, mira ad ottenere risposte formulate in forma collegiale (in team/equipe, gruppo di lavoro, coordinamento pedagogico territoriale, intersezione, Ufficio/Servizio, gruppo di studio/progetto/ricerca…), in modo da fornire un punto di vista il più possibile plurale e discusso. Tuttavia, ciò non significa che non sia possibile rispondere individualmente. Al contempo, saranno realizzati incontri specifici con stakeholder a cui prenderanno parte membri della Commissione Nazionale 0-6 e rappresentanti del Ministero dell’Istruzione, per una interlocuzione e un confronto diretto sui contenuti della bozza degli Orientamenti 0-3.
La volontà di un investimento sul futuro
I primi Orientamenti Nazionali 0-3 rappresentano dunque un tassello importante, perché sanciscono l’esistenza di un “segmento fondante” del sistema nazionale di educazione e di istruzione, come più volte ribadito nel corso dell’evento di lancio e come sottolineato, in particolar modo dal Ministro Bianchi. Nell’evidenziare il cambiamento di prospettiva, il Ministro sposta l’attenzione sulle bambine e sui bambini da zero a tre anni, “sui loro bisogni di crescita e sul loro bisogno di costruirsi degli strumenti di comunità”, affinché non abbiano nelle fasi successive “quei carichi pesanti che differenziano oggettivamente le persone”. È per questo, che il Ministro ha anche ricordato le scelte governative già effettuate a favore di questo segmento, riservando ad esso oltre tre miliardi complessivi delle risorse finanziarie del PNRR. È il segno tangibile di una precisa volontà di garantire strutture adeguate e personale qualificato su tutto il territorio nazionale, colmando il divario tra Nord e Sud. Il documento è inteso come un “manifesto dell’intera scuola”, come un “patrimonio culturale e lavoro costruttivo della scuola italiana” da diffondere e da cui ripartire, nella consapevolezza che investire sui più piccoli vuol dire investire sul loro futuro e su quello dell’intero Paese.
[1] La Commissione è stata ricostituita con il D.M. 6 agosto 2021, n. 258.
[2] Assessora Politiche Sociali, Welfare, Beni Comuni e ASP della Regione Lazio.
[3] Assessora del Comune di Bergamo e Presidente del Dipartimento Istruzione ed edilizia scolastica di ANCI Lombardia e Componente Commissione Istruzione, politiche educative ed edilizia scolastica ANCI.
[4] Bozza Orientamenti Nazionali per i Servizi Educativi per l’Infanzia, Premessa p. 4.