È di pochi giorni fa l’annuncio pubblicato nel sito del Ministero dell’Istruzione relativo alla stipula dell’intesa sui riparti delle risorse per il Sistema Integrato 0-6 per il triennio 2021-2023, con un incremento maggiore di fondi previsto per il Sud.
L’intesa sottoscritta in Conferenza Unificata
Nella seduta dello scorso 9 settembre, la Conferenza Unificata si è espressa in termini favorevoli circa lo schema di decreto del Ministro dell’istruzione recante: “Riparto delle risorse del Fondo nazionale per il Sistema integrato di educazione e di istruzione per gli esercizi finanziari 2021 (seconda parte del finanziamento), 2022 e 2023”, trasmesso dal Ministero dell’istruzione (MI) con la Nota prot. 0012952 del 30 luglio 2021.
Si tratta di una intesa che fa riferimento al Piano di azione pluriennale per il Sistema Integrato 0-6 approvato lo scorso 8 luglio dalla stessa Conferenza Unificata[1].
In particolare:
- le Regioni hanno raccomandato al MI di accelerare il riparto, per consentire gli opportuni adempimenti amministrativi;
- l’ANCI, pur esprimendo parere favorevole sul provvedimento, ha manifestato criticità rispetto alla quota perequativa di riparto delle risorse assegnate ai Comuni ai fini della gestione del Fondo;
- l’UPI ha espresso avviso favorevole all’intesa, condividendo però la posizione dell’ANCI.
Gli interventi da finanziare
Il MI assegna le risorse del Fondo nazionale per il Sistema Integrato direttamente ai Comuni, in forma singola o associata, sulla base delle programmazioni regionali. Con tali risorse possono essere finanziati specifici interventi relativi a:
- l’edilizia, su edifici pubblici che ospitano servizi educativi o scuole dell’infanzia;
- le spese di gestione, soprattutto per ridurre le rette a carico delle famiglie;
- la formazione in servizio per il personale educativo e docente;
- il funzionamento dei coordinamenti pedagogici territoriali.
Per il 2021, una parte delle risorse – pari a 1,5 milioni di euro – è stata destinata all’attivazione da parte del MI dell’Anagrafe nazionale dei servizi educativi.
Si tratta di interventi che riguardano gli aspetti fondanti del Sistema Integrato 0-6: investire su di essi con sistematicità, tenendo conto delle differenti esigenze territoriali da colmare, dà gambe alla prospettiva di uno “zerosei” concretamente realizzato.
L’ammontare delle risorse finanziarie
Un dato è certo: da quando è stato emanato il D.lgs. 65/2017 vi è stato un progressivo aumento delle risorse messe a disposizione per il Sistema Integrato 0-6. Si è registrato, di fatto, un incremento di 100 milioni di euro, arrivando ad oggi ad un finanziamento complessivo che ammonta a 309 milioni di euro.
Fondamentale per le Regioni e le Province autonome conoscere il totale delle risorse assegnate per l’intero triennio 2021-2023, in quanto consente una pianificazione ed una ripartizione delle stesse tra le varie tipologie di interventi a breve, medio e lungo termine.
Si tratta, dunque, di amministrare le risorse finanziarie a disposizione con responsabilità e notevole capacità programmatica. È un’occasione unica per lo sviluppo del Sistema Integrato 0-6 su tutto il territorio nazionale da ottimizzare al massimo, soprattutto per quei territori che devono colmare un maggiore divario in termini di servizi educativi e di scuole dell’infanzia per tutti i bambini e tutte le bambine da 0 a 6 anni.
I parametri del riparto
Il riparto delle risorse ha, difatti, tenuto in debito conto delle differenze territoriali e della necessità di raggiungere un riequilibrio tra i territori.
I principali criteri considerati riguardano:
- il totale delle popolazioni 0-3 e 3-6 anni al 1° gennaio 2021, sulla base dei dati ISTAT;
- la percentuale dei posti disponibili a titolarità pubblica e privata, tenendo come riferimento la media nazionale del 26,9%.
Una quota perequativa, pari al 20% delle risorse disponibili, viene assegnata proprio alle Regioni e Province autonome con una percentuale di copertura dei servizi educativi per l’infanzia inferiore alla media nazionale, sulla base dei dati ISTAT più recenti. Per gli anni 2022 e 2023 tali risorse sono distribuite: per il 40% in proporzione agli utenti iscritti ai servizi educativi; per il 20% in proporzione alla popolazione residente nella fascia d’età 0-3 e il 10% in proporzione alla popolazione residente nella fascia d’età 3-6; per il 10% in proporzione agli iscritti alle scuole dell’infanzia comunali e private paritarie.
Maggiori risorse alle Regioni del Sud
Grazie alla quota perequativa e tenendo conto dei criteri relativi alla popolazione infantile residente, quasi tutte le Regioni del Sud hanno beneficiato di un cospicuo incremento di risorse.
Come indicato nel comunicato stampa del MI, le percentuali di incremento hanno visto favorite in particolare la Campania (+ 203,4%), la Calabria (+ 154%) e la Sicilia (+ 147,3%). Seguono a ruota la Basilicata (+ 73,7%), il Molise (+ 69,1%) e la Puglia (+ 68,2%). Per quanto riguarda le Province autonome i maggiori incrementi, superiori al 50%, sono stati riconosciuti a Bolzano (+ 67,7%), Trento (+55%) e Friuli-Venezia Giulia (+53,5%).
L’obiettivo del riparto condiviso nell’Intesa è prioritariamente teso a permettere l’avvicinamento al 33% di copertura dei servizi 0-6 a tutte le Regioni che ne sono più lontane, oltre che a consentire il mantenimento dei servizi educativi e delle scuole dell’infanzia nelle Regioni che sono riuscite nel tempo ad investire maggiormente per l’attuazione del Sistema Integrato.
Le Tabelle del riparto
Per una più esaustiva informazione sul riparto delle risorse ed anche per consentire un raffronto di dati, si rimanda alle tabelle di riparto per ogni anno finanziario considerato.
La sfida del Sistema Integrato 0-6 accolta dal Paese
Il serrato lavoro di concertazione e distribuzione delle risorse finanziarie rappresenta un segnale inequivocabile di una sfida che si mira a vincere a tutti i costi.
Il Paese ha bisogno di un Sistema Integrato non solo sognato, così come ideato nel D.lgs. 65/2017 e declinato operativamente nei documenti già elaborati (LEAD, Linee Pedagogiche 0-6) o in fase di elaborazione (Orientamenti 0-3) dalla Commissione Nazionale. È necessario che sia un Sistema Integrato 0-6 pienamente attuato in lungo e largo del nostro Stivale. Siamo sulla strada giusta. Ora è necessario un impegno – amministrativo, ma anche etico – da parte di chi deve operativamente utilizzare tutte le risorse a disposizione. Regioni ed Enti Locali debbono dare prova di accogliere concretamente la sfida di realizzare quei tanti “punti luce” agognati da Giancarlo Cerini in tutto il Paese, con la consapevolezza che investire oggi nello 0-6 vuol dire investire nel futuro del Paese stesso.
La strada è tracciata. Non si può e non si deve né tornare indietro, né avere battute di arresto, ma continuare a fare ognuno la sua parte per garantire che il Sistema Integrato 0-6 prosegua avanti tutta!
[1] Cfr. Scuola7-245 del 25 luglio 2021.