Nonostante tutti gli auspici, ancora una volta l’avvio del nuovo anno scolastico è segnato da forti preoccupazioni e tensioni legate al contagio da Covid19.
Le istituzioni scolastiche hanno già dimostrato lo scorso anno una notevole capacità di reazione, si sono confrontate con tracciamenti, quarantene, distanziamenti. Ritenevano dunque di potersi utilmente avvalere dell’esperienza acquisita e di poter percorrere strade già tracciate.
Gli elementi positivi
Tuttavia, la situazione presenta ora aspetti decisamente nuovi rispetto al 1° settembre 2020 e richiede modifiche organizzative anche di grande rilievo.
Alcuni elementi sono certamente positivi: la campagna vaccinale sta avanzando rapidamente e, secondo gli ultimi dati, ha coinvolto già oltre il 90% del personale scolastico. Allo stesso tempo, è stata codificata la necessità di tornare a svolgere la didattica in presenza in tutto il territorio nazionale, sottolineando il valore della scuola come comunità e la sua centralità per lo sviluppo sociale e psico-affettivo degli alunni.
Nuova interpretazione del distanziamento
In questo contesto, le misure anti-contagio che le scuole devono ora attuare sono caratterizzate da almeno due importanti novità.
La prima è relativa alla nuova interpretazione del distanziamento sociale che era stato uno dei punti maggiormente discussi lo scorso anno scolastico. Infatti, il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro ora è raccomandato, salvo che le condizioni strutturali e logistiche degli edifici non lo consentano. Sembra dunque essere alleggerita quell’ansia da spazio tra le rime buccali che aveva visto molti dirigenti scolastici aggirarsi per le classi con il metro in mano.
Le risorse da utilizzare
Rimane comunque evidente che le istituzioni scolastiche, sia pure per adempiere alla raccomandazione e non più all’obbligo, dovranno utilizzare tutte le risorse di organico a loro disposizione per creare condizioni di distanziamento e, se è il caso, operare per gruppi di alunni (ferma restando l’unità della classe). In tal senso potranno essere di aiuto anche le risorse per gli incarichi del personale docente e del personale ATA, previste dall’art. 58 c. 4 ter e 4 quater del dl 73/2021. Questi stanziamenti dovrebbero garantire a ciascuna istituzione scolastica, almeno sino alla fine di dicembre, l’assegnazione della stessa entità di risorse già utilizzate lo scorso anno al fine di rispettare le disposizioni sul distanziamento.
Il Green pass per l’accesso alla professione
A corollario della nuova interpretazione del distanziamento sociale, vi è l’obbligo di utilizzare nei locali scolastici dispositivi di protezione delle vie respiratorie, fatta eccezione per i bambini di età inferiore ai sei anni, per i soggetti con patologie e disabilità incompatibili con l’uso di questi dispositivi e per lo svolgimento delle attività sportive. Come lo scorso anno, rimane il divieto di accedere o permanere nei locali scolastici in presenza di sintomatologia respiratoria o temperatura corporea superiore ai 37,5 gradi.
La seconda importante novità di quest’anno scolastico, e certamente quella che ha suscitato maggiori perplessità, è l’introduzione del Green pass. Il DL 111/2021 prevede infatti che dal 1° settembre al 31 dicembre 2021 tutto il personale scolastico deve possedere ed è tenuto ad esibire la certificazione verde Covid19.
Si tratta di una disposizione di grande rilievo e con effetti organizzativi di notevole impatto perché la generalizzazione del possesso del Green pass è improvvisamente estesa ad una intera categoria di personale (scuola ed università), non per consentire l’accesso a servizi o a luoghi di riunione collettiva ma per l’esercizio della professione.
Le modalità di verifica
Il provvedimento è stato adottato il 6 agosto scorso ed è subito apparso evidente agli addetti ai lavori che la complessità dell’organizzazione scolastica richiedeva urgenti indicazioni e ulteriori specificazioni per rendere operative le misure previste.
Più commentatori hanno sottolineato l’inapplicabilità nella scuola delle modalità di verifica quotidiana del possesso del Green pass, ostacolate dalla numerosità dei punti di erogazione del servizio e dall’articolazione delle turnazioni del personale, oltre che dai vincoli posti dalla normativa sulla tutela dei dati personali e dalla cronica carenza di personale.
Le ragioni di perplessità circa le modalità di verifica del possesso e della validità del Green pass nella scuola sono certamente fondate ed hanno anche trovato, seppure con un certo ritardo, ascolto: sarà predisposta una piattaforma che consentirà di incrociare i codici fiscali del personale scolastico con i dati di vaccinazione, così da restituire alle scuole le necessarie informazioni con modalità semplificate e snelle. La soluzione tecnica è già strutturata e disponibile ma il Garante della Privacy ha chiesto l’adozione di un provvedimento formale; il Ministero sta conducendo i necessari approfondimenti in merito alla natura del provvedimento da emanare (DPCM o Decreto ministeriale). Difficilmente però la piattaforma sarà operativa in tempi brevissimi e nel frattempo le scuole dovranno comunque procedere alla verifica del Green pass mediante l’App ufficiale, Verifica C19, insomma la stessa prevista per i ristoranti.
Il rischio delle generalizzazioni
Quanto avvenuto sul Green pass dimostra, ancora una volta, come sia poco fecondo estendere alla scuola previsioni che sono pensate per altri settori. Il sistema scolastico è estremamente complesso e richiede attenzione particolare; i provvedimenti che lo riguardano dovrebbero essere adottati con cautela, tenendo conto dei riflessi sulla specificità del servizio erogato e dell’impatto organizzativo procurato. Inoltre, l’adozione di misure così complesse nell’imminenza della riapertura dell’anno scolastico, ha anche imposto tempi estremamente contratti per la predisposizione di adattamenti alla specificità scolastica.
Anche i lavori del Tavolo tecnico permanente, istituito a seguito della firma del Protocollo per la sicurezza nelle scuole, sono orientati alla ricerca di soluzioni. È questo un importante luogo di confronto tra Ministero dell’Istruzione, Ministero della Salute e Organizzazioni sindacali firmatarie del Protocollo, per esaminare i problemi e cercare risposte da offrire alle scuole. Le questioni da affrontare sono veramente molte, tanto che la Cisl Scuola ha formalmente indirizzato al Ministero dell’Istruzione una prima batteria di ben 32 domande, relative alle misure di distanziamento, alla verifica del Green pass, alla gestione del personale.
Le domande aperte
Vi sono infatti questioni delicatissime, destinate ad incidere sul rapporto di lavoro, relativamente ad esempio alla presa di servizio del personale trasferito o dei neoassunti eventualmente sprovvisti di Green pass, alla procedura di nomina dei supplenti e alla stipula di contratti di sostituzione delle persone prive di certificazione verde senza poter individuare un termine preciso, alla modalità di registrazione al Sidi del periodo di assenza ingiustificata previsto dal decreto legge, alla documentazione da chiedere al personale dipendente da cooperative o da altri enti che, a vario titolo, interagisce nella scuola con gli allievi.
Alcune parziali risposte
Qualche indicazione è stata fornita circa il personale in condizioni di fragilità per il quale è stato confermato l’impianto previsto dalla circ. 1585/2020 e l’ipotesi, per coloro che sono vaccinati, di presenza in servizio con screening eventualmente prescritti dal medico competente, nell’ambito delle convenzioni ed accordi stipulati dalle istituzioni scolastiche con le Aziende Sanitarie Locali o con strutture diagnostiche convenzionate.
La questione dell’impianto sanzionatorio
Occorre invece avere chiarimenti su tutto l’impianto sanzionatorio che appare oltremodo pesante. Il personale sprovvisto di Green pass non solo viene considerato assente ingiustificato nei primi quattro giorni ma è anche destinatario di una sanzione amministrativa. A decorrere dal quinto giorno di assenza il rapporto di lavoro è sospeso e non sono dovuti la retribuzione né altro compenso o emolumento, comunque denominato.
Se appare confermato che le sanzioni imposte dal Dl 111/2021 non hanno nulla a che vedere con procedure disciplinari o con quanto previsto dall’art. 55 quater del D.lgs 165/2001, non sono chiare però le modalità di applicazione delle sanzioni previste e sussistono dubbi su quali siano i soggetti competenti ad erogarle, mentre si profilano ricorsi e contenziosi.
È comunque certamente auspicabile che il sistema sanzionatorio introdotto sia rivisto e fortemente alleggerito nella fase di conversione del Decreto-legge.
Un avvio, dunque, incerto
Che la situazione di avvio dell’anno scolastico sia particolarmente incerta lo dimostra anche l’inedita e sorprendente soluzione di una Conferenza di servizio nazionale prevista, in soccorso delle scuole, il prossimo 31 agosto, a poche ore dall’avvio dell’anno scolastico. Su questo momento di scambio è centrata nell’immediato l’attenzione delle istituzioni scolastiche, alle quali una nota tecnica già diffusa dal Capo di Dipartimento dott. Versari aveva intanto fornito alcuni chiarimenti che saranno ulteriormente integrati dalle risposte dell’Help desk e dai lavori del Tavolo tecnico nazionale.
Sarebbe tuttavia stato molto più funzionale al sereno avvio dell’anno scolastico avere già le risposte alle tante domande e porre tutto il personale nelle condizioni di operare senza incertezze o dubbie interpretazioni procedurali.