Quando sentiamo parlare di Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA) il nostro pensiero va ai bambini, agli adolescenti ed alla scuola.
In realtà i DSA ovvero la Dislessia, la Disortografia, la Disgrafia e la Discalculia interessano anche il pianeta degli adulti, fetta di popolazione che al momento, per quanto riguarda questo aspetto, risulta meno tutelata.
Finalmente, però, qualcosa si muove…
Infatti all’interno del DDL “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 9 giugno 2021, n. 80, recante misure urgenti per il rafforzamento della capacità amministrativa delle pubbliche amministrazioni funzionale all’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e per l’efficienza della giustizia”, varato nella tarda serata del 5 agosto 2021, è previsto che i soggetti con DSA potranno usare strumenti compensativi nella scrittura, lettura o calcolo, avere a disposizione più tempo, o svolgere la prova in modalità orale anziché scritta durante i concorsi pubblici statali, regionali, comunali o indetti da enti vari.
Un decreto per migliaia di adulti con DSA
Tutte queste misure dovranno essere chiaramente specificate nei relativi bandi di concorso.
Entro tre mesi dall’entrata in vigore del suddetto disegno di legge verranno definite le modalità attuative della norma, attraverso un decreto del Ministero della Pubblica Amministrazione, di concerto con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali.
I prossimi tre mesi saranno, pertanto, decisivi per definire le modalità di concretizzazione di un provvedimento che, sicuramente, rappresenta una grande conquista per le migliaia di giovani con disturbi specifici dell’apprendimento sino ad oggi discriminati nelle fasi selettive concorsuali.
Ma che cosa sono i Disturbi Specifici dell’Apprendimento?
Come ben noto, i Disturbi Specifici dell’Apprendimento sono disturbi del neuro sviluppo che si manifestano con l’inizio della scolarizzazione e riguardano la capacità di leggere, scrivere e calcolare in modo corretto e fluente.
Tali disturbi non sono causati né da un deficit di intelligenza né da problemi ambientali, psicologici o deficit sensoriali.
Sulla base del deficit funzionale vengono comunemente distinte le seguenti condizioni cliniche:
1. dislessia, cioè disturbo nella lettura (intesa come abilità di decodifica del testo)
2. disortografia, cioè disturbo nella scrittura (intesa come abilità di codifica fonografica e competenza ortografica)
3. disgrafia, cioè disturbo nella grafia (intesa come abilità grafo-motoria)
4. discalculia, cioè disturbo nelle abilità di numero e di calcolo (intese come capacità di comprendere e operare con i numeri)
Che cosa sono gli strumenti compensativi?
Gli strumenti compensativi sono strumenti didattici e tecnologici che sostituiscono o facilitano la prestazione richiesta nell’abilità deficitaria.
All’art. 5 c. 2 lett. B della Legge 170/2010 si prevede che le scuole garantiscano per gli studenti con DSA “l’introduzione di strumenti compensativi, compresi i mezzi di apprendimento alternativi e le tecnologie informatiche”.
All’art. 4 c. 4 del DM 12 luglio 2011 si legge che “le Istituzioni scolastiche assicurano l’impiego degli opportuni strumenti compensativi, curando particolarmente l’acquisizione, da parte dell’alunno e dello studente con D.S.A., delle competenze per un efficiente utilizzo degli stessi”.
Nelle Linee guida allegate al succitato D.M. sono definiti tali strumenti, indicandone anche la destinazione. Si legge, pertanto, che essi “sono strumenti didattici e tecnologici che sostituiscono o facilitano la prestazione richiesta nell’abilità deficitaria” e “sollevano l’alunno o lo studente con D.S.A. da una prestazione resa difficoltosa dal disturbo, senza peraltro facilitargli il compito dal punto di vista cognitivo”.
Perché gli strumenti compensativi
Lo scopo degli strumenti compensativi è quello di ridurre il divario iniziale tra le abilità dello studente con D.S.A. e quello dei compagni di classe.
Essi da un lato devono compensare alcune abilità deficitarie, dall’altro devono favorire lo sviluppo di quelle potenzialmente implementabili; la scelta dello strumento compensativo deve, pertanto, essere scrupolosa, ed è opportuno che la scuola solleciti lo studente a farne un uso attivo, autonomo e consapevole, stimolando una vera e propria “competenza compensativa”.
A mero titolo esemplificativo, si riportano alcuni strumenti compensativi suggeriti dalle succitate Linee guida: sintesi vocale, programmi di video-scrittura con correttore ortografico, registratore, calcolatrice, altri strumenti tecnologicamente meno evoluti quali tabelle, formulari, mappe concettuali, etc.
Un bel passo avanti ma c’è ancora tanto da lavorare…
Con il provvedimento in esame sicuramente è stato fatto un grande passo avanti nella promozione dei diritti dei soggetti adulti con DSA ma ci attendono ulteriori sforzi.
Come sottolinea Antonella Trentin, vicepresidente AID (Associazione Italiana Dislessia), per poter fruire degli strumenti compensativi occorre essere in possesso di adeguata certificazione diagnostica e, purtroppo, almeno per il momento, nel nostro Paese non è molto semplice ottenere tale certificazione in età adulta. Occorrerebbe incrementare la presenza di centri pubblici e privati su tutto il territorio nazionale per la certificazione diagnostica degli adulti.
Sempre come rilevato dalla vicepresidente AID, l’uso degli strumenti compensativi andrebbe assicurato in maniera generalizzata per lo svolgimento della professione, negli esami per l’accesso agli Ordini professionali e nella carriera universitaria al fine di agevolare l’inclusione di lavoratori con DSA nel settore pubblico e privato.