La funzione tecnico ispettiva si caratterizza anche per una serie di azioni di accompagnamento e supporto agli Esami di Stato, grazie ad una struttura organizzativa declinata a livello nazionale, con una segreteria tecnica di riferimento deputata alla predisposizione dei provvedimenti che regolamentano lo svolgimento degli esami e alla redazione delle prove scritte nazionali. A livello regionale questa azione di supporto per lo svolgimento degli esami si concretizza nell’attività dei Dirigenti tecnici coordinatori che a loro volta definiscono i piani ispettivi di vigilanza e collaborano ai compiti di lavoro affidati a livello centrale.
Sulla base di questa organizzazione, peraltro presente storicamente tra le funzioni regolative della P.A. sugli Esami di Stato, si raccolgono dati, si monitorano le pratiche didattiche e valutative, si visitano scuole e Commissioni, si formano dirigenti e docenti nella delicata fase di verifica delle competenze degli studenti, a conclusione del percorso scolastico del secondo ciclo.
Un valore anche simbolico degli esami di Stato
Gli esami mantengono una rilevante attenzione nel paese, costituiscono un appuntamento raccontato dai media nazionali e locali, poiché rappresentano, nell’immaginario collettivo, l’avvio dei giovani alla vita adulta sul piano del progetto di vita professionale.
Per studenti e studentesse superare l’esame di Stato significa chiudere un percorso di studio guidato in cui si sono cimentati con una serie di cambiamenti corporei, emotivi, sociali e cognitivi; si sono avvicinati al mondo produttivo, alle realtà associative, a luoghi vicini e anche lontani, particolarmente per coloro che hanno partecipato a visite guidate, viaggi di istruzione, scambi e gemellaggi.
La svolta per la pandemia e l’impegno dei dirigenti tecnici
La pandemia da Covid-19 ha modificato interamente questo assetto inserendo notevoli limitazioni agli spostamenti, alle aperture sociali e all’allargamento diretto di amicizie, contatti e relazioni. Su questo scenario l’Esame del 2021 ha mantenuto il regime derogatorio dell’anno precedente con lo svolgimento del solo colloquio, seppur articolato e comprensivo di un elaborato scritto, come pure di una discussione su un testo di italiano insieme alla struttura del colloquio derivata dalle indicazioni del D.lgs 62/2017, andato a regime nel 2019, un anno prima della comparsa del virus Sars-Cov-2.
I Dirigenti tecnici sono stati impegnati fin dall’autunno scorso nel confrontarsi con gli esiti dell’esame svolto in forma semplificata nel 2020, con il solo colloquio, in stretta attenzione con l’evolversi dei contagi per cogliere se nel 2021 fosse stato possibile ripristinare le prove scritte e con quali modalità.
L’andamento dei contagi e la presenza dell’avvio della campagna vaccinale ha confermato la formula di esame in deroga, pertanto l’OM 53/2021 uscita nel mese di marzo 2021, ha di fatto impegnato le funzioni ispettive nel divulgare le novità ai Dirigenti scolastici e agli aspiranti Presidenti, con l’obiettivo di accompagnare i lavori dei Consigli di Classe per l’individuazione degli elaborati e per un orientamento informato alle procedure di svolgimento.
Gli incontri formativi per illustrare le novità dell’esame 2021
La messa a punto del Curriculum dello studente, illustrato con il DM n. 88 del 6 agosto 2020, seguito dalle indicazioni operative di cui alla nota DGOSV n. 7116 del 2 aprile 2021, ha costituito un ulteriore elemento di novità sul quale fornire indicazioni operative alle scuole e in particolare alle dirigenze scolastiche[1].
Su questi due temi, elaborato e Curriculum, su tutto il territorio nazionale si sono svolti incontri informativi dopo ampie riflessioni in sede di Struttura tecnica sui cambiamenti introdotti e sulle modalità di compilazione diversificata del Curriculum. Su queste iniziative formative si è registrata una rilevante risposta dei destinatari poiché l’interesse ad aggiornarsi è sempre presente così pure la disponibilità a mettere a fuoco con attenzione procedure e modalità di lavoro per garantire agli studenti un fine percorso qualitativamente significativo.
Spesso la formazione si sostanzia anche nel dialogo che scaturisce dalle numerose richieste di chiarimento, di pareri, di presentazione di situazioni complesse sulle quali la dirigenza tecnica è chiamata a fornire indicazioni, suggerimenti, mirati a risolvere criticità e dirimere nodi interpretativi su alcuni passaggi posti dalle disposizioni operative.
In taluni casi gli incontri vengono accompagnati da materiale di supporto come slides, vademecum, modelli di riferimento per gli elaborati e i materiali spunto, criteri per l’attribuzione del bonus e della lode. Anche in questo caso è presente uno stretto raccordo tra la Struttura Tecnica nazionale e la dimensione regionale[2].
La consulenza
Questo ambito di lavoro assume rilievo nella funzione ispettiva con diverse finalità: dall’analisi e supporto ai Dirigenti nella fase di composizione delle Commissioni, alla validazione delle domande dei candidati esterni, alla consulenza sulla validazione delle domande per lo svolgimento dell’incarico di Presidente, alle procedure di ammissione e scrutinio nei casi di alunni con problematiche particolari, nel calcolo dei crediti e nell’esame dei carteggi di candidati esterni che solitamente presentano situazioni complesse e diversificate.
Durante lo svolgimento degli esami le azioni consulenziali sono quelle che sostanziano l’assistenza e la vigilanza perché sono orientate a risolvere criticità utili a sanare situazioni problematiche e per garantire un corretto andamento delle operazioni. Vengono rivolte ai Presidenti di Commissione e ai docenti/commissari durante il periodo dedicato agli esami stessi.
La consulenza viene anche fornita nel corso di tutto l’anno ai Dirigenti e ai funzionari degli uffici amministrativi per le componenti ordinamentali collegate, tenuto conto delle norme che regolano l’intera materia.
Le visite dirette per azioni di equità
Il ‘cuore’ della funzione ispettiva si esercita nelle imminenze degli esami, dalla conduzione delle riunioni territoriali obbligatorie[3] alla visita delle commissioni e alla consultazione indiretta dei Presidenti via mail e per telefono.
Una prima azione concerne la raccolta-analisi dei calendari predisposti al fine di conoscere e riconoscere le scelte operative dei Presidenti, coerenti con quanto le ordinanze prefigurano e in conformità alle indicazioni regionali fornite dal servizio ispettivo del territorio. Una seconda azione riguarda la visita diretta alle Commissioni che si rivela qualitativamente efficace per seguirne la reale attività connessa allo svolgimento degli esami, la gestione delle criticità, i riscontri degli studenti, la scelta di criteri di competenza delle commissioni, quali: il bonus, le lodi, i materiali spunto, le modalità di conduzione e di valutazione.
La visita alle Commissioni funzionanti presso un’intera scuola genera indirettamente un’attenzione all’equità dei comportamenti assunti da Presidenti e commissari, permette di restituire suggerimenti e monitora l’andamento corretto delle procedure valutative.
L’aver mantenuto una griglia di valutazione nazionale ha facilitato la composizione delle diversità generando un suo diverso utilizzo in ragione delle professionalità espresse dai componenti delle Commissioni. La figura del Presidente, per questa finalità, riveste un’importanza strategica perché orienta i commissari e fornisce tenuta nella visione globale della prestazione dei candidati. L’utilizzo del solo colloquio ha, tra l’altro, convogliato una maggiore rilevanza di questa occasione valutativa avendo costituito l’unica occasione di ‘sondaggio’ della preparazione degli studenti.
Le relazioni dei Presidenti: il caso del Veneto
Quest’anno scolastico ha visto introdurre il dispositivo della relazione dei Presidenti, su un modello nazionale, come strumento per raccogliere alcuni dati quanti-qualitativi utili per riflettere sull’intera struttura dell’esame. Ai Dirigenti Tecnici è stato affidato il compito di consultare gli esiti e di raccogliere osservazioni e punti di riflessione a livello locale e nazionale.
Nel caso specifico del Veneto hanno funzionato 1885 sottocommissioni su 944 commissioni; i primi dati confermano una valutazione sostanzialmente positiva dei lavori con alcuni indicatori di riflessione che potranno trovare riscontro nella socializzazione degli esiti che sarà svolta a livello nazionale dalla Struttura Tecnica.
La presenza attiva della dirigenza tecnica consente, quindi, seppure indirettamente, di svolgere una ricognizione sul funzionamento delle scuole, sulla tenuta dei curricoli e sulla qualificazione del personale docente e dirigente coinvolto.
Alcuni suggerimenti emersi dalle relazioni dei presidenti
Il primo – La maggioranza dei Presidenti ritiene necessario ripristinare le due prove scritte, in quanto forniscono maggiori elementi, a fianco al colloquio, per avere un quadro più completo delle competenze in uscita degli alunni.
Il secondo – È prevalente l’idea che le commissioni miste siano una soluzione più congrua alla valutazione di fine percorso, e garantiscano una forma di terzietà nella rilevazione delle competenze maturate dai candidati.
Il terzo – La struttura dell’esame prevista dal D.lgs. 62/2017 deve essere riconsiderata a partire dai suggerimenti successivi e soprattutto da quelli relativi ai PCTO.
Le criticità da superare
Dalle relazioni dei presidenti emergono anche alcune criticità su cui si rende necessaria una riflessione:
- Il CLIL è presente nel colloquio in forma residuale, anche nella situazione derogatoria di commissari tutti interni. Va ripreso il piano di formazione e forse il modello di realizzazione previsto nell’ordinamento sia per l’istruzione liceale che tecnica poiché sono scarsi anche i riferimenti dell’insegnamento di una disciplina non linguistica (DNL) nei documenti del Consiglio di classe.
- Il solo colloquio ha generalmente ridotto il ricorso a misure compensative per soggetti DSA e BES, in molti casi ha facilitato lo svolgimento degli esami per le disabilità. In alcune situazioni si sono adattate le griglie di valutazione ma in relazione ai pesi assegnati sui descrittori.
- Il documento del 15 maggio si rivela punto di riferimento cruciale come pure le esperienze svolte nel triennio per la preparazione dei candidati.
- L’educazione civica, che compare come curricolo svolto da tutte le classi con differenze rispetto alle discipline coinvolte, non sempre trova spazio significativo nei colloqui, se non in forma di domanda specifica. È un segnale che la formazione su questo nuovo insegnamento va proseguita e implementata.
[1] Cfr. N. Maloni, il curriculum dello studente all’esame di Stato, La scuola 7 n. 243 del 11.07.2021 https://www.scuola7.it/2021/243/il-curriculum-dello-studente-allesame-di-stato/
[2] https://istruzioneveneto.gov.it/20210616_11767/
[3] OM n. 53 del 3.3.2021, articolo 14.