Due riferimenti importanti. Il primo è la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, proclamata nel Consiglio europeo di Nizza (7/12/2000) e poi adattata (GU UE 26/10/2012, pp.17); strutturata in Preambolo, Disposizioni generali e 6 parti con 54 articoli che trattano questi temi: Dignità, Libertà, Uguaglianza, Solidarietà, Cittadinanza, Giustizia. L’art. 14 Diritto all’istruzione afferma che «1. Ogni persona ha diritto all’istruzione e all’accesso alla formazione professionale e continua. 2. Questo diritto comporta la facoltà di accedere gratuitamente all’istruzione obbligatoria».
Da allora sono cresciute la complessità del mondo globalizzato, l’interdipendenza planetaria, la internazionalizzazione dei diritti umani e dei problemi ambientali che hanno indotto le istituzioni ad elaborare/praticare innovazioni all’altezza dei tempi per rispondere ai nuovi bisogni degli esseri umani che ormai sono tutti cittadini del mondo.
Diritti sociali, pilastro europeo
Il secondo è il Pilastro europeo dei Diritti sociali, proclamato da Parlamento, Consiglio, Commissione a Göteborg (17/11/2017); strutturato, dopo il Preambolo, in 3 parti con 20 punti (Pari opportunità e accesso al mercato del lavoro, Condizioni di lavoro eque, Protezione sociale e inclusione) individua le condizioni per affrontare le «nuove sfide» che «emergono dalla globalizzazione, dalla rivoluzione digitale, dal mutamento dell’organizzazione del lavoro e dagli sviluppi sociali e demografici» e «per rafforzare i diritti sociali e produrre effetti positivi sulla vita delle persone nel breve e medio termine, nonché per sostenere la costruzione europea nel XXI secolo»: «un modello di crescita più inclusivo e sostenibile». Nei primi 4 punti si afferma la «Parità di genere», le «Pari opportunità», il «Sostegno attivo all’occupazione», ma al primo posto l’Istruzione, formazione e apprendimento permanente: «Ogni persona ha diritto a un’istruzione, a una formazione e a un apprendimento permanente di qualità e inclusivi, al fine di mantenere e acquisire competenze che consentono di partecipare pienamente alla società e di gestire con successo le transizioni nel mercato del lavoro».
L’esigenza di andare oltre
Il processo di costruzione dell’UE (Trattato di Roma 1957, Trattato di Maastricht 1992, Moneta unica 2002, Trattato di Lisbona 2007) – che pure ha garantito pace e prosperità – è ancora in corso e ha bisogno di nuovi passi avanti.
Il Libro bianco sul futuro dell’Europa. Riflessioni e scenari per l’UE a 27 verso il 2025 della Commissione europea (1/3/2017) ha avviato il processo di rinnovamento. Nella Prefazione il Presidente Juncker cita l’imminente incontro a Roma dei 27 leader degli Stati dell’UE «all’insegna della pace e dell’amicizia» nel 60°anniversario della firma dei Trattati di Roma dei 6 Stati membri fondatori e afferma che deve «segnare anche l’inizio di un nuovo capitolo» per «affrontare notevoli sfide che riguardano la nostra sicurezza, il benessere dei cittadini e il ruolo che l’Europa è chiamata a svolgere in un mondo sempre più multipolare» per «delineare una visione per il suo futuro» e decidere «che strada percorrere». L’Introduzione chiarisce che il testo «individua i fattori di cambiamento del prossimo decennio presentando una serie di scenari per la possibile evoluzione dell’Europa da qui al 2025» e precisa che esso «avvia un dibattito che dovrebbe permettere di concentrarsi sulle priorità e di trovare nuove risposte».
La Conferenza sul futuro dell’Europa
È stata cosi accolta la proposta fatta nel 2019 di una Conferenza sul futuro dell’Europa, con inizio il 9/5/2020 e termine a metà 2022, rinviata poi per la pandemia al 9/5/2021 – 71 anni dopo la dichiarazione di Schuman – e sono stati prodotti per l’avvio questi documenti: Dare forma alla conferenza sul futuro dell’Europa, Comunicazione della Commissione al Parlamento e al Consiglio (22/1/2020); Il Pilastro europeo dei diritti sociali: trasformare i principi in azioni concrete, Comunicato stampa della Commissione (4/3/2021) che definisce il piano d’azione, descrive il contesto e delinea gli obiettivi fino al 2030 (lavoro, formazione, inclusione sociale) nel quadro di una ripresa sostenibile e inclusiva; Dialogo con i cittadini per la democrazia. Costruire un’Europa più resiliente, Dichiarazione comune sulla Conferenza sul futuro dell’Europa approvata dal Consiglio della UE (5/3/2021) che indica che l’evento si realizzerà in uno spazio pubblico di dibattiti e discussioni avviati su iniziativa dei cittadini per condividere idee e proposte e contribuire a plasmare il futuro comune, coinvolgendo più persone possibile e rafforzando il legame con le istituzioni al loro servizio.
L’inaugurazione del percorso istituito congiuntamente da Parlamento, Consiglio e Commissione è stata ospitata dal Parlamento europeo a Strasburgo nella Giornata dell’Europa 2021. Anche se decurtata nella durata, la Conferenza dovrà confrontarsi pure con la necessità di creare l’Europa della salute dopo che la pandemia ha evidenziato le scarse competenze in materia sanitaria attribuite dai Trattati all’Ue il che nella pandemia ha comportato problemi e attivato misure diverse.
Infine, la Conferenza è un tentativo di mostrare che l’Ue – dopo anni di quasi esclusiva gestione di crisi (migratoria 2015, finanziaria 2008-2009, economica 2020) – è capace di riformarsi dall’interno e non solo per spinte indotte dall’esterno, anche se si configura come un ibrido tra negoziato interistituzionale e dialogo con i cittadini per elaborare idee su come far progredire l’integrazione europea e non è così ancora chiaro quale sarà il prodotto di questo esercizio a causa delle riserve di molti governi nazionali. Tuttavia non si può non osservare che la Conferenza offre l’occasione, se ben sfruttata, di dare una nuova spinta al processo di riforme dell’Ue, se ci sarà la capacità di legare le varie tendenze in un compromesso fattibile.
L’incontro al vertice di Porto
L’incontro (7-8/5/2021) ha previsto due sessioni di lavoro (Da Gothenburg a Porto e Implementazione/realizzazione del Pilastro europeo dei Diritti sociali), una tavola rotonda (Occupazione e lavoro) e una riunione informale dei Capi di Stato e di Governo che hanno adottato la Dichiarazione di Porto (diffusa dal Comunicato stampa del Consiglio dell’UE 8/5/2021) articolata in 13 punti in cui si afferma che «l’Europa deve essere il continente della coesione sociale e della prosperità» attraverso «il percorso di riforma verso una ripresa equa, sostenibile e resiliente» in grado di fortificare «la dimensione sociale e il ruolo dell’Europa sulla scena mondiale», dando «la priorità alle azioni a sostegno dei giovani» – che «rappresentano una fonte indispensabile di dinamismo, talento e creatività per l’Europa» – affinché «diventino la forza trainante della ripresa verde e digitale inclusiva per contribuire alla costruzione dell’Europa del futuro». Particolarmente interessante il punto 8 in cui si dichiara l’impegno a mettere «l’istruzione e le competenze al centro della … azione politica» poiché «le transizioni verde e digitale offriranno enormi opportunità ai cittadini europei, ma comporteranno anche numerose sfide che richiederanno maggiori investimenti in materia di istruzione, formazione professionale, apprendimento lungo tutto l’arco della vita nonché miglioramento del livello delle competenze e riqualificazione, in modo da stimolare le transizioni occupazionali verso settori con una crescente domanda di manodopera. Allo stesso tempo, i cambiamenti legati alla digitalizzazione, all’intelligenza artificiale, al telelavoro e all’economia delle piattaforme richiederanno un’attenzione particolare al fine di rafforzare i diritti dei lavoratori, i sistemi di sicurezza sociale e la salute e la sicurezza sul lavoro».
Centralità dell’educazione e dell’istruzione
In tutti i documenti citati c’è un riferimento forte a questo tema che ben si accompagna all’impegno sostenuto nel 2009-2018 per adeguare complessivamente il sistema di istruzione e metterlo in grado di affrontare le sfide di oggi garantendo a tutti i giovani europei il possesso di abilità in grado di renderli capaci di affrontare con autonomia e in modo costruttivo la diversità e l’imprevisto ed essere resilienti.
Per approfondire
Per l’istruzione si rimanda ai seguenti articoli in «Scuola7»:
- Verso nuove competenze chiave in Europa n. 80 del 05/03/2018
- Le nuove competenze chiave europee n. 92 del 04/06/2018
- Insegnamento/apprendimento in Europa: quali valori comuni? n. 95 del 25/06/2018
- Verso il riconoscimento reciproco dei diplomi in Europa n. 121 del 23/01/2019
- Bravi i giovani, per l’Europa n. 136 del 13/05/2019
- Avvio del riconoscimento reciproco dei diplomi in Europa n. 165 del 23/12/2019
Due libri particolari sull’Europa consigliati dall’autore
- Jeremy Rifkin Il sogno europeo. Come l’Europa ha creato una nuova visione del futuro che sta lentamente eclissando il sogno americano, Mondadori, Milano settembre 2004
- Anu Bradford Effetto Bruxelles. Come l’Unione Europea regola il mondo, FrancoAngeli, aprile 2021
Libri editi da Tecnodid specifici sull’Europa
- Mario G. Dutto, L’autonomia delle scuole in Europa e altrove, Tecnodid, Napoli, luglio 2019
- Leonilde Maloni, Rosa Seccia, Richiamo all’Europa. Politiche scolastiche, sistemi educativi e professionalità, Tecnodid, Napoli, marzo 2019