Mentre martedì sera, 6 aprile 2021, leggevo la prima e tanto attesa nota ministeriale firmata dal neo Capo Dipartimento per il sistema educativo d’istruzione e formazione, Stefano Versari[1], fulmineo è stato il collegamento ad un piccolo grande libretto che ci ha “donato” lo scorso giugno un caro e saggio Maestro che giunge al compiere i suoi primi… cento anni di vita, l’8 di luglio prossimo venturo: Edgar Morin.
Cambiamo strada: le quindici lezioni del coronavirus
Il suo ultimo pamphlet riposa accanto a me, sul comodino. Spesso e volentieri, già dallo scorso ottobre, al termine delle giornate annebbiate dal coronavirus mi dà la buonanotte. Nelle oramai sdrucite centoventuno pagine di “Cambiamo strada. Le quindici lezioni del coronavirus”[2], scritte con la collaborazione della moglie Sabah Abouessalam, le sage grand-père Edgar Morin ha sintetizzato il suo lunghissimo e luminoso percorso di ricerca. Il cammino di una vita che possiamo ripercorrere nell’ultracentenaria raccolta di libri, saggi, articoli e convegni. Una sintesi che riprende quanto già aveva anticipato in un altro prezioso libretto del 2015 “Insegnare a vivere. Manifesto per cambiare l’educazione”[3], ovviamente tenendo conto della tragedia pandemica che stiamo affrontando.
Così come Edgar Morin ci ricorda che “l’esperienza del confinamento deve anzitutto aprirci all’esistenza di coloro che lo subiscono (nell’indigenza e nella povertà)”[4] anche Stefano Versari si raccomanda affinché tutti ci “doniamo il tempo necessario per la riflessione critica e per l’elaborazione dei complessi e dolorosi momenti che viviamo”[5].
Con questa frase, il forlivese sembra quasi rilanciare le parole ed i pensieri del grand-père… “Le costrizioni del confinamento hanno portato ciascuno di noi a interrogarsi sul proprio stile di vita, sui veri bisogni, sulle proprie aspirazioni, represse in coloro che subiscono una condizione chiusa tra casa e lavoro, dimenticate in coloro che godono di una vita meno asservita e mascherate in genere dall’alienazione del quotidiano o rimosse nel divertissement pascaliano che ci distoglie dai veri problemi della nostra condizione umana”[6].
La virtù della prudenza
Già dalla data dell’insediamento di Stefano Versari (subentrato a Marco “Max” Bruschi) da più parti si poteva cogliere la curiosità e l’attesa della sua prima comunicazione nelle nuove vesti ministeriali.
Il nuovo Capo Dipartimento è stato chiamato da Bologna a Roma dal Ministro Patrizio Bianchi, suo affiatato “compagno di viaggio” sin dai tempi in cui era Assessore della Regione Emilia-Romagna per Scuola, Formazione Professionale, Università, Ricerca e Lavoro nei due mandati amministrativi (compiuti prima con il Presidente Vasco Errani, 2010/2014, poi con Stefano Bonaccini, 2014/2018).
A ritroso, dal 6 aprile sino alla toccante lettera di saluto del 12 marzo 2021 indirizzata ai Dirigenti scolastici, ai Docenti, al Personale delle scuole dell’Emilia-Romagna di cui, per dieci anni, è stato Direttore generale dell’Ufficio Scolastico Regionale, erano passati venticinque giorni.
C’è chi si è lamentato per le giornate silenti, chi ha tirato un respiro di sollievo. Altri, come il sottoscritto, non sono rimasti sorpresi, anzi. Gli abiti che ha vestito Versari nei primi venticinque giorni, sono come le foglie primaverili degli alberi di Viale Trastevere, dalle quali si può cogliere il senso leggendo l’ultimo paragrafo della sua nota. Il nostro già Direttore regionale, così come ci ha per anni abituato, ha infatti continuato a muoversi facendo affidamento a quella… “virtù della prudenza, che non è lentezza, ma fare nel tempo dovuto”[7]. Una virtù che raccomanda a tutti di recuperare.
Fare nel tempo dovuto
Ad alcuni non è inoltre passato inosservato il fatto che il “tempo dovuto” e necessario per la pubblicazione della nota, forse in maniera casuale o forse no (chissà) ha implicitamente risposto all’invito fatto dal Presidente Antonello Giannelli dell’ANPcon il comunicato del 13 marzo scorso, scritto a seguito della nota ministeriale n. 662 del 12 marzo 2021 di Antimo Ponticiello. Pur condividendo l’affermazione del principio di inclusione richiamato dalla nota medesima (che lo stesso Versari conferma pienamente con la sua nota 491) il Presidente dell’Associazione Nazionale Presidi segnalava al Ministro che “nell’arco di undici giorni (ndr. prima dell’arrivo di Versari) il Ministero ha emanato ben tre note riguardanti il medesimo tema – l’organizzazione delle attività in presenza nelle cosiddette zone rosse – offrendo di volta in volta ricostruzioni del quadro normativo parzialmente diverse e talvolta contraddittorie”. Un richiamo senz’altro fermo e doveroso che, nel confermare la totale disponibilità della professionalità dei dirigenti scolastici, pronti in ogni loro momento alla raccomandata versariana “doverosità dell’azione”[8], si chiudeva auspicando che “non subentrino ulteriori chiarimenti, tanto più in un momento drammatico come l’attuale che impone indicazioni certe e univoche”.
Perché la nota ministeriale
Una prima risposta è già possibile trovarla nel titolo stesso della nota che si pone come “quadro sintetico e note di supporto per le istituzioni scolastiche”. Basta leggere le sue precedenti note per capire che non è sua l’abitudine di dare “ulteriori chiarimenti”. Negli anni che ha vissuto operosamente sin dal 2002 all’USR Emilia Romagna (istituito venti anni fa) sia al fianco dei Direttori Generali Emanuele Barbieri (2001/2002), Lucrezia Stellacci (2002/2006), Luigi Catalano (2006/2009), Marcello Limina (2009/2011), sia al vertice apicale (che lo ha visto dal 2011 al 2014 come reggente e dal 2014 al 2021 come Direttore Generale), Stefano Versari ha avuto ben chiara la necessità e la ferma volontà di porsi come un civil servant, per le scuole dell’Emilia Romagna. Al riguardo, basta scorrere le pagine del suo ultimo libro “La scuola della nostra fiducia. Materiali per il tempo del Covid e oltre”[9] che raccoglie le riflessioni, gli strumenti, elaborati nel “tempo del coronavirus” ed offerti alle scuole come una “serie di note di supporto, contenenti informazioni, valutazioni e suggerimenti tecnici, non prescrittive né sostitutive delle disposizioni emanate dalle Autorità Sanitarie. Denominate “materiali per la ripartenza”, le note sono state emanate nei mesi estivi, dal 15 giugno al 18 settembre 2020, in numero totale di venti”[10].
Onorando l’autonomia delle Istituzioni scolastiche e sulla base dei principi di responsabilità, rispetto e dialogo, l’aiutare, il far luce, il mettere in ordine il mare magnum normativo scolastico e il promuovere nuovi percorsi operativi e progettuali, possono essere considerate come le azioni che hanno contraddistinto il percorso professionale del Versari prendendo corpo anche nella nota n. 491 di martedì 6 aprile scorso, quasi giunta alle comunità scolastiche come una metaforica torcia donata e racchiusa nell’uovo pasquale. Utile sia per non perdere di vista l’orizzonte nella navigazione tra gli atti legislativi, sia per proseguire il cammino di ri-nascita che vede il mondo della scuola “già da più di un anno pesantemente interessato dagli effetti della pandemia, anche per la vasta entità di studenti e personale che compongono la comunità̀ educativa”[11].
Il cammino professionale del nuovo Capo Dipartimento
Il cammino professionale di Stefano Versari, come si evince dalla sua lettera di saluto del 12 marzo sopra citata, si riconduce in maniera diretta e immediata allo “sforzo enorme di tutta la Scuola emiliano-romagnola in occasione delle due grandi crisi che ci hanno colpito: il terremoto dell’Emilia nel 2012 e la pandemia che sta colpendo tutti da oltre un anno. Nel terremoto, affrontare l’emergenza, gestirla, uscirne e ricostruire fu uno sforzo di tutti, espressione della dedizione di una comunità. L’esperienza della crisi, della morte, della paura si rinnova nei tempi che siamo chiamati ora ad affrontare, in cui la pandemia lascia intatte le case, le fabbriche, le strade, ma ruba vite umane e porta l’ansia di un nemico che non si vede, che non conoscevamo”. Ma non solo.
Per diversi motivi, già a partire dal delicatissimo e importantissimo tema dell’inclusione degli alunni con bisogni educativi speciali, il bilancio amministrativo e pedagogico di Versari può distinguersi, come un modello a livello nazionale ed il suo cammino professionale (e umano) è ben rappresentato sia dall’intervista concessa a Repubblica sia dal video con cui saluta le scuole emiliano romagnole che ha diretto per dieci anni. Mentre gli orizzonti di senso per il cammino del futuro che verrà, oltre che dalla nota 491, si possono senz’altro intuire leggendo il documento “Idee e proposte per una scuola che guarda al futuro” elaborato dalla Commissione di lavoro dei 18 esperti (a cui ha portato i propri contributi in qualità di componente) istituita dal Ministro Lucia Azzolina e presieduta dal Prof. Patrizio Bianchi prima che, a sua volta, divenisse Ministro.
Una nota che accompagna e sostiene l’agire responsabile
Leggendo i nove punti della prima nota ministeriale di Versari possiamo senz’altro ritrovare linee di continuità con il suo già noto stile, attraverso il quale offre alle scuole note di supporto, informazioni, valutazioni e suggerimenti tecnici sul Decreto Legge 1° aprile 2021, n. 44. A tutti gli effetti, si potrebbe anche considerare come una vera e propria dichiarazione di intenti che si configura nella volontà, da parte dell’Amministrazione, di “accompagnare, sostenere e favorire per quanto possibile l’agire responsabile delle istituzioni scolastiche nel quotidiano divenire della realtà”[12]. E ciò a partire dalla raccomandazione di una “costante rivisitazione secondo il principio di prudenza, delle modalità di contenimento del contagio adottate in ciascuna singola istituzione scolastica”[13]. Senza però smettere di “continuare a promuovere il valore educativo di comportamenti rispettosi delle regole e attenti alla salute dell’altro”[14].
Equilibrio tra cura del sé e dell’altro da sé
Versari conferma perciò l’invito al mondo della scuola al mantenere una tensione continua alla ricerca di equilibrio tra gli aspetti correlati alla cura del sé e dell’altro da sé, tra gli aspetti sanitari e quelli educativi ed al “costruire con costanza e responsabilità, spazi di relazionalità paziente”[15] nei tempi di una “scuola pesantemente interessata dagli effetti della pandemia”[16].
Oltre alle piene competenze sugli aspetti giuridici ed amministrativi, dalle righe della nota si coglie il grande interesse e la conoscenza delle scuole da parte del nuovo Capo Dipartimento, nonché la necessità di essere vicino alle stesse, così come ha fatto lungo il corso del suo cammino come Direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale in Emilia-Romagna.
Una vicinanza che anche Mario Giacomo Dutto (uno tra i maggiori conoscitori del mondo scolastico e dell’amministrazione pubblica, nonché già Direttore Generale del Miur), in un incontro organizzato nel 2014 dall’ANDIS regionale dell’Emilia-Romagna[17], raccomandava al Ministero di curare, riducendo con la massima urgenza possibile le eventuali distanze esistenti tra l’ordinarietà apicale di Viale Trastevere e la quotidianità basale delle scuole.
Un abbraccio educativo da viale Trastevere
Una quotidianità verso la quale, come fa presente Versari nel paragrafo “Una conclusione di metodo” della nota 491, l’intero Paese è “particolarmente e comprensibilmente “sensibile”. Una sensibilità che va accolta come pure, per certi aspetti, contenuta. Il contenimento, che è com-prendere e che si realizza con l’abbraccio educativo, è quanto di cui ogni essere umano sente maggiormente la necessità. Soprattutto oggi, in cui l’abbraccio fisico è impedito”[18].
Com-prendere, prendere con sé attraverso una relazionalità paziente, abbracciare educativamente “per essere meglio attenti e dediti alla cura del vissuto, non poche volte sofferto, dei nostri studenti”[19].
In varie occasioni, il nostro ex Direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale invitava i Dirigenti Scolastici a proseguire il cammino di fronte alle difficoltà secondo il principio di “spes contra spem”. Oggi non dobbiamo dimenticare che “il post-coronavirus è inquietante tanto quanto la crisi stessa. Potrebbe essere sia apocalittico sia portatore di speranza”[20]. Ciò starà ad ognuno di noi, ad ogni persona nella propria semplice e complessa quotidianità straordinaria. “Sapremo trarre una lezione da questa pandemia che ha rivelato a tutti gli umani una comunità di destino e strettamente connessa con il destino bioecologico del pianeta? Eccoci entrati nell’era delle incertezze. L’avvenire imprevedibile è oggi in gestazione. Auspichiamo che sia per una rigenerazione della politica, per una protezione del pianeta e per un’umanizzazione della società: è tempo di cambiare strada”[21].
[1] Stefano Versari, “Decreto Legge 1° aprile 2021, n. 44 “Misure urgenti per il contenimento dell’epidemia da COVID-19, in materia di vaccinazioni anti SARS-CoV-2, di giustizia e di concorsi pubblici”. Quadro sintetico e note di supporto per le istituzioni scolastiche.” Nota del Capo del Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione nr. 491 del 6 aprile 2021.
[2] Edgar Morin, “Cambiamo strada. Le quindici lezioni del coronavirus”, Raffaello Cortina Editore, Milano, 2020.
[3] Edgar Morin, “Insegnare a vivere. Manifesto per cambiare l’educazione”, Raffaello Cortina Editore, Milano, 2015.
[4] Edgar Morin, “Cambiamo strada. Le quindici lezioni del coronavirus”, p. 27.
[5] Stefano Versari, già citato, p. 4.
[6] Edgar Morin, già citato, p. 27.
[7] Stefano Versari, già citato, p. 4.
[8] Stefano Versari, “Anno scolastico 2020/21 e covid-19. Materiali per la ripartenza. – 1 – Riflessioni introduttive circa i principi e la doverosità dell’azione”, Nota dell’USR Emilia-Romagna, nr. 8355, 15 giugno 2020.
[9] Stefano Versari, “La scuola della nostra fiducia. Materiali per il tempo del Covid e oltre”, Collana “I Quaderni dell’Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia-Romagna”, Quaderno n. 45, Tecnodid Edizioni, Napoli, febbraio 2021.
[10] Ibidem, p. 18.
[11] Nota del Capo del Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione nr. 491 del 6 aprile 2021, p. 4.
[12] Ibidem.
[13] Ibidem, p. 24.
[14] Ibidem.
[15] Ibidem.
[16] Ibidem.
[17] ANDIS Emilia-Romagna, 3 novembre 2014 “La BUONA SCUOLA: la politica ascolta i dirigenti scolastici”. Confronto su professionalità, organico funzionale, cicli scolastici, ruolo del dirigente. Ospiti: Giancarlo Cerini, Maurizio Tiriticco, Paolo Ferratini, Giuseppe Pedrielli, Mario Giacomo Dutto, Francesca Puglisi (attualmente capo della Segreteria Tecnica del Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi) Alessandra Francucci.
[18] Stefano Versari, Nota nr. 491 del 6 aprile 2021.
[19] Ibidem, p. 4.
[20] Edgar Morin, già citato, pp. 24-25.
[21] Ibidem.