Vivere nell’incertezza
A distanza di quasi un anno dall’inizio della pandemia la scuola italiana si prepara nuovamente allo svolgimento di scrutini in tempo di Covid, in una condizione in cui l’unica certezza è rappresentata dall’incertezza e dalla precarietà della condizione che caratterizza tutti gli scenari di riferimento nelle tante sfaccettature cromatiche cha dal rosso portano al bianco.
Affrontiamo ancora un fine quadrimestre che vede impegnati gli addetti ai lavori nella messa in campo di azioni in grado di restituire agli stakeholder di riferimento comunicazioni sugli esiti di apprendimento nell’ottica della trasparenza valutativa e in prospettiva di miglioramento.
Fronteggiare l’emergenza
I precedenti scrutini, pur disciplinati da norme e regole “nuove”[1] appositamente predisposte per fronteggiare l’emergenza sanitaria, si erano svolti a conclusione di uno zoppicante anno in cui tutti gli ordini di scuola avevano sperimentato, dal mese di marzo, l’avvio forzato della didattica a distanza, con le mille inevitabili improvvisazioni di un mondo scolastico impreparato ad affrontare un cambiamento tanto significativo quanto inatteso delle prassi didattiche consolidate.
Se le operazioni conclusive dello scorso anno avevano come matrice comune quella di giungere al termine di un periodo in cui le innovate condizioni imposte dalla DAD e il mancato rientro in presenza accomunavano tutte le scuole[2], differenti possono considerarsi le disparate situazioni di contesto operativo che precedono gli scrutini attuali, sia rispetto agli ordini di scuola che alle aree geografiche di riferimento.
In contesti operativi mutevoli
I primi quattro mesi di scuola si sono svolti sull’onda dell’alternanza di attività didattiche in presenza e a distanza con differenziazioni di rilievo anche tra le classi.
Nel primo ciclo si è passati dalla didattica in presenza per tutte le classi (nel periodo prenatalizio) alla didattica a distanza temporanea post natalizia, all’attuale ritorno in presenza della scuola primaria e delle classi prime di scuola secondaria di primo grado, mentre le classi seconde e terze hanno continuato ad operare a distanza: nel secondo ciclo studentesse e studenti hanno interrotto le attività didattiche in presenza ormai da fine ottobre, e con possibilità di ritorno in presenza al 50%, almeno fino a febbraio[3], soltanto in alcune regioni, nonostante le aspettative disattese di rientro annunciato per tutti post natalizio.
Una conclusione di quadrimestre a macchia di leopardo considerando gli scenari variabili determinati dalle colorazioni delle diverse aree geografiche, nel passaggio dal rosso all’arancione, dal giallo al bianco.
Le novità normative nella scuola primaria
Da un punto di visto normativo il sipario sugli scrutini dell’anno in corso si apre all’insegna della disomogeneità tra gli ordini di scuola determinata principalmente dall’emanazione dell’ O.M. n. 172 del 4 dicembre 2020 che sancisce, per la scuola primaria, il tanto atteso superamento della valutazione espressa con i voti in decimi e introduce il giudizio descrittivo “nella prospettiva formativa della valutazione e della valorizzazione del miglioramento degli apprendimenti” (art. 3, comma 1).
Il nuovo impianto valutativo, ben descritto dalle “Linee guide per La formulazione dei giudizi descrittivi nella valutazione periodica e finale della scuola primaria” prefigura come elementi costitutivi:
- l’ancoraggio al curricolo di scuola desunto dalla Indicazioni Nazionali, con l’individuazione degli obiettivi di apprendimento, oggetto della valutazione di ciascun alunno in ogni disciplina;
- la definizione dei livelli[4] di acquisizione degli obiettivi definiti sulla base delle 4 dimensioni (autonomia, tipologia della situazione, risorse, continuità) che caratterizzano l’apprendimento e che consentono la formulazione del giudizio descrittivo.
Tutto ciò rappresenta un vero e proprio cambiamento del paradigma valutativo che riporta l’attenzione sugli aspetti formativi e consente di sostituire “il voto con una descrizione autenticamente analitica, affidabile e valida del livello raggiunto in ciascuna delle dimensioni che caratterizzano gli apprendimenti”[5].
La discontinuità negli Istituti comprensivi
Si affida, peraltro, a ciascuna scuola il compito di definire il modello di documento di valutazione, come già previsto dall’articolo 4 del DPR n. 275/1999[6]: nel complesso una questione non di poco conto se si considera la precarietà in cui si opera e il fatto rilevante che gli scrutini sono alle porte.
E non meno difficoltoso da gestire si palesa il rischio della discontinuità potenziale tra gli ordini di scuola, con particolare riguardo agli istituti comprensivi, visto che nella scuola secondaria di I grado la valutazione dei livelli di apprendimento e di rendimento scolastico continuerà ad essere affidata al voto in decimi.
Il rischio incombente, in mancanza di un adeguato piano informativo, potrebbe essere quello di generare confusione interpretativa e comunicativa con alunni e famiglie.
Verso una valutazione formativa per tutti
Se nella scuola primaria la recente normativa disegna un quadro che garantisce agli alunni lo svolgimento di scrutini orientati verso una preminente funzione formativa della valutazione, la stessa certezza dovrebbe permeare anche gli altri ordini di scuola.
Nella scuola secondaria di I e II grado gli scrutini arrivano a conclusione di un travagliato periodo in cui le scuole hanno cercato autonomamente di fronteggiare le difficoltà dettate dell’emergenza sanitaria organizzando al meglio il lungo periodo di attivazione della didattica a distanza.
In questi mesi, in applicazione di quanto previsto dal decreto del Ministro dell’istruzione 26 giugno 2020, n. 39, che ha fornito un nuovo quadro di riferimento entro cui progettare la ripresa delle attività scolastiche, le scuola si sono dotate di un Piano per la Didattica Digitale Integrata, in cui sono state esplicitate le modalità organizzative per garantire a tutti gli studenti le stesse possibilità di accesso e di partecipazione, adattando la progettazione dell’attività educativa e didattica alla modalità a distanza, anche in maniera complementare.
Collegi docenti e consigli di classe, pur dovendo utilizzare la votazione in decimi, si sono attrezzati oltre che nella rimodulazione delle progettazioni didattiche, anche nell’individuazione di criteri valutativi della DDI che, come suggerito dalle stesse Linee guida, privilegiano la dimensione formativa della valutazione, cercando di superarne l’aspetto sommativo che affida alla mera media aritmetica la valutazione degli apprendimenti e relega il momento valutativo ad una sterile misurazione di prestazioni.
Attenzione soprattutto al processo
Una scelta che avvicina alla portata innovativa della recente ordinanza destinata alla scuola primaria[7] e induce ad una riflessione sui vantaggi del superamento del voto nell’ottica della funzione formativa e autoregolativa della valutazione in tutti gli ordini di scuola.
La valutazione descrittiva presuppone la scelta di elementi costitutivi ancorati al curricolo di scuola e agli obiettivi di apprendimento; è finalizzata al miglioramento, è significativamente rappresentativa di una valutazione incoraggiante che pone il soggetto in apprendimento al centro del processo formativo. Si dà più valore ad una modalità valutativa che continua a mantenere la disciplina al centro del processo di insegnamento-apprendimento e relega al voto, e alla mera media aritmetica di votazioni riportate nelle singole prove di verifica, la valutazione degli esiti di apprendimento.
Per gli studenti in età adolescenziale e ancor più oggi, in tempo di Covid, appare quanto mai necessario confrontarsi con pratiche valutative in cui l’attenzione venga posta al processo più che al prodotto, e siano in grado di “sostenere e potenziare la motivazione al continuo miglioramento a garanzia del successo formativo e scolastico”[8], per contenere e superare il disagio psicologico, lo stress e la profonda demotivazione che stanno investendo questa fascia d’età.
Incoraggiare è meglio che curare
Pensare di contrastare il disimpegno formativo degli studenti, già provati dal prolungarsi dell’isolamento sociale e della sospensione delle relazioni in presenza, con una valutazione pensata solo in chiave punitiva e sanzionatoria (in caso di esiti negativi), equivarrebbe a snaturare il senso vero ed autentico del valutare, specie se interpretata, in sede di scrutinio, come un modo per contrastare la svalorizzazione dell’esperienza scolastica.
Soltanto il buon senso e la deontologia professionale di docenti e dirigenti, potranno scongiurare l’utilizzo di criteri e di strumenti valutativi che possano risultare demotivanti e scoraggianti per gli studenti del I e del II ciclo, perché vincolati ad un processo valutativo visto in chiave misurativa ed attento esclusivamente alla prestazione, che mette in ombra lo sviluppo dei processi (cognitivi e metacognitivi, emotivi e sociali), di fondamentale importanza nella maturazione delle competenze.
L’auspicio è che gli scrutini al tempo del Covid possano essere d’aiuto per gli studenti di tutte le fasce d’età e possano realisticamente servire per conoscere la progressione dei loro apprendimenti, incentivando le loro abilità metacognitive, sostenendo e incoraggiando la fiducia, il miglioramento, l’autostima[9].
[1] Con l’Ordinanza Ministeriale n.11 del 16 maggio 2020 si fornivano indicazioni per la “Valutazione finale deli alunni per l’anno scolastico 2019/2020” per gli studenti del I e del II ciclo, in attuazione del Decreto Legge 8 aprile 2020 n. 22 e in deroga ad alcuni articoli del DPR 22 giugno 2009 n. 122 del Decreto Legislativo 13 aprile 2017 n. 62.
[2] Il decreto-legge 8 aprile 2020, n. 22, convertito, con modificazioni, con Legge 6 giugno 2020, n. 41, all’articolo 2, comma 3, stabilisce che il personale docente assicura le prestazioni didattiche nelle modalità a distanza, utilizzando strumenti informatici o tecnologici a disposizione, ed integra pertanto l’obbligo, prima vigente solo per i dirigenti scolastici ai sensi del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 4 marzo 2020, articolo 1, comma 1, lettera g), di “attivare” la didattica a distanza.
[3] Secondo quanto previsto dall’art.4 del Decreto legge 5 gennaio 2021, n. 1 Ulteriori disposizioni urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19.
[4] Sono individuati quattro livelli di apprendimento: avanzato; intermedio; base; in via di prima acquisizione.
[5] Dalle LINEE GUIDA allegate all’OM n. 172/2020 “La formulazione dei giudizi descrittivi nella valutazione periodica e finale della scuola primaria”.
[6] Il DPR n. 275/1999 all’articolo 4, comma 4 stabilisce che le scuole “Individuano inoltre le modalità e i criteri di valutazione degli alunni nel rispetto della normativa nazionale”.
[7] Si ricorda che già con la legge n. 517/77 si era avviata nella scuola del primo ciclo la stagione della sperimentazione di nuove modalità valutative con il passaggio dal voto al giudizio, fino all’emanazione del DPR n. 122/2009 con cui si ripristina l’utilizzo della valutazione in decimi.
[8] Dalle LINEE GUIDA allegate all’OM n. 172/2020 “La formulazione dei giudizi descrittivi nella valutazione periodica e finale della scuola primaria”.
[9] Cfr. G. Cerini, 2020.