Dalla didattica a distanza (DAD) alla didattica digitale integrata (DDI)
È ancora fresco e doloroso il ricordo della seconda parte dello scorso anno scolastico e delle prime lezioni svolte in didattica distanza.
In queste condizioni è terminato lo scorso anno scolastico caratterizzato, da Marzo in poi, da videolezioni più o meno riuscite.
Era il tempo del lockdown e, forse, era quanto di meglio la scuola italiana, impreparata a vivere quello scenario, potesse fare.
In previsione di un autunno ancora critico dal punto di vista epidemiologico, il 7 Agosto 2020, Il Ministero dell’Istruzione ha pubblicato il Decreto e le Linee Guida per la Didattica Digitale Integrata (DDI), previste dal Piano per la ripresa di settembre.
Con le linee guida si passa ufficialmente dalla didattica a distanza alla didattica digitale integrata che, nelle stesse, viene intesa come metodologia innovativa di insegnamento-apprendimento, che è rivolta a tutti gli studenti della scuola secondaria di II grado, come modalità didattica complementare che integra la tradizionale esperienza di scuola in presenza, nonché, in caso di nuovo lockdown, agli alunni di tutti i gradi di scuola, secondo le indicazioni impartite nel documento stesso.
La regolazione degli impegni di lavoro per la DDI
Si tratta di un cambiamento radicale di tutto il processo di insegnamento apprendimento che, conseguentemente, ha introdotto modalità di lavoro non adeguatamente contemplate dal CCNL vigente e, per questo, stabilite spesso, nelle singole istituzioni scolastiche, in modo unilaterale.
Il personale della scuola e, quindi, le organizzazioni sindacali, hanno richiesto di regolare per via contrattuale gli obblighi connessi alle prestazioni di lavoro in modalità a distanza.
Si è così giunti alla data del 25 ottobre, data in cui, alcune sigle sindacali (alla trattativa hanno partecipato tutte le OO.SS.) hanno sottoscritto il CCNI che, nel pieno rispetto della libertà di insegnamento e dell’autonomia professionale del lavoro del docente delle competenze degli Organi collegiali e dell’autonomia progettuale e organizzativa delle istituzioni scolastiche, regola le prestazioni di lavoro dei docenti rese in modalità DDI.
In uno scenario in cui, specie negli ultimi giorni, sono stati emanati numerosi DPCM e tante Ordinanze Regionali a volte confliggenti con i DPCM stessi, la presenza di un CCNI, consente la definizione di principi e l’individuazione dei luoghi preposti all’assunzione delle decisioni.
Il luogo ed il merito delle decisioni
Le istituzioni scolastiche, nella loro autonomia, devono decidere se il docente deve svolgere l’attività a distanza a scuola o a casa. Si tratta di decisioni che non possono non risentire della presenza di specifiche Ordinanze Regionali, ma che dipendono anche da variabili interne ed esterne alla scuola (quarantene, quote di alunni in presenza e quote a distanza, presenza di alunni diversabili, orari dei mezzi di trasporto, etc…).
Le garanzie contenute nel CCNI
– Gli impegni del personale docente sono definiti dal piano delle attività deliberato dal collegio dei docenti e, quindi, anche nel caso di sospensione delle attività didattiche in presenza deve essere garantito a tutti il “Diritto alla Disconnessione”;
– l’insegnamento si svolge esclusivamente nelle proprie classi anche se poste anch’esse in quarantena fiduciaria;
– se le classi svolgono attività in presenza, il docente non malato ma in quarantena o isolamento fiduciario svolgerà la DDI da casa laddove sia possibile garantire la compresenza con altri docenti non impegnati nelle attività didattiche previste dai quadri orari ordinamentali;
– gli obblighi orari sono quelli previsti dal CCNL vigente, sia per le attività di insegnamento che per le attività funzionali all’insegnamento;
– il docente assicura le prestazioni dovute in modalità sincrona (ossia in collegamento diretto), utilizzando gli strumenti informatici o tecnologici a disposizione, operando sull’intero gruppo classe o su gruppi ristretti di alunni;
– non si procede al recupero delle ore non prestate a causa di impossibilità oggettive;
– la formazione obbligatoria in materia di sicurezza e salute dei lavoratori deve prevedere un modulo sull’uso degli strumenti tecnologici utilizzati per la DDI;
– è garantito l’esercizio di tutti i diritti sindacali “compresa la partecipazione alle assemblee sindacali durante l’orario di lavoro” svolte in modalità telematica;
– deve essere assicurata la riservatezza delle informazioni, dei dati personali, dell’identità personale e tutto ciò che riguarda un corretto e sicuro utilizzo delle piattaforme informatiche. Le istituzioni scolastiche dovranno fornire le necessarie informazioni anche a studenti e famiglie;
– il registro elettronico è lo strumento deputato a rilevare le presenze del personale e degli alunni.
Le questioni irrisolte
Un Contratto Collettivo Integrativo non ha la forza per poter risolvere questioni che, per la loro importanza e caratteristica, hanno bisogno di un confronto più complessivo con l’amministrazione e con i soggetti politici. Ecco che, purtroppo, mancano le risposte in merito a:
– l’efficacia e talvolta la stessa presenza delle reti di connessione;
– la garanzia di disponibilità delle tecnologie necessarie in ogni nucleo familiare.
– individuare piattaforme sicure e affidabili.
Le motivazioni della sottoscrizione
Concludendo è apparsa evidente la necessità di sottrarre la gestione della materia ad atti unilaterali, cui l’assenza di una norma contrattuale avrebbe reso inevitabile il ricorso; per questo e per altro, alcune sigle sindacali, in primis la Cisl Scuola, hanno deciso di sottoscrivere il contratto.
La Cisl Scuola ha ritenuto di “apporre la propria firma, essendo state raggiunte sulle questioni di merito mediazioni efficaci e positive ed essendo invece ancor più urgente disporre di una regolazione contrattuale nel momento in cui la drammatica emergenza conseguente alla crescita dei contagi da Covid 19 determina l’estensione del ricorso alla DDI, col rischio che si ripropongano tutte le criticità già sperimentate nei mesi del lockdown”.
Uno sguardo oltre il Contratto
Nell’immediato futuro ci sono altri obiettivi da perseguire quali ad esempio:
– rendere accessibile la didattica a distanza a tutti, a prescindere dal luogo di residenza e del potere d’acquisto delle famiglie;
– assicurare anche al personale a tempo determinato, attraverso l’attribuzione della card docenti, il sostegno economico per dotarsi dei necessari supporti tecnologici.