Stato di attuazione del Dlgs 65/2017 e del Piano nazionale di sviluppo del sistema0-6
In un precedente intervento (marzo 2019) avevamo dato conto dell’andamento dei finanziamenti previsti attraverso canali vari e diversi canali per lo sviluppo del Piano nazionale del sistema 0-6.
Può essere utile proporre un aggiornamento di quel quadro alla data di oggi alla luce di quanto è stato complessivamente realizzato nel triennio 2017-2019, tenendo anche conto dei cambiamenti plurimi intervenuti nella compagine di governo nel periodo considerato, con le conseguenti variazioni di linea politica e di incarichi di direzione e coordinamento in ambito ministeriale.
Piano nazionale nel periodo 2017/2020: un bilancio positivo con qualche punto in sospeso
Il Piano d’Azione Nazionale triennale è scaduto con il 2019. Per il 2020 è stato realizzato un piano-ponte sulla annualità 2020. Dal 2021 dovrebbe riprendere la “pluriennalità” della programmazione nazionale. In questo anno di emergenza è stato realizzato il calendario previsto dal precedente piano che vedeva appunto il completamento al mese di luglio. Sarebbe auspicabile che il prossimo piano riprendesse una programmazione pluriennale e una indicazione delle procedure da concludere entro il mese di luglio. Questo consentirebbe a Regioni e Comuni di mettere in atto delle pianificazioni in tempi adeguati e non in chiusura di anno solare e di esercizio. Resta da risolvere la questione di un monitoraggio effettivo ed efficace degli interventi attivati attraverso il Fondo nazionale. A questo scopo l’apposita Cabina di Regia dovrà elaborare una scheda di rilevazione adeguata all’obiettivo ma anche sostenibile, modificando quella proposta precedentemente che è risultata troppo complicata per essere corrisposta in tempo utile da parte delle regioni.
Commissioni e cabine di regia
Nel triennio 2017/2019 sono stati anche attivati formalmente gli organismi previsti nel Dlgs 65/2017 e Piano nazionale 0-6 (Cabina di regia per il monitoraggio del Piano Nazionale di sviluppo del sistema 0-6 e Commissione tecnica per la redazione delle Linee guida per la continuità educativa per i bambini da 0 a 6 anni). Occorre però segnalare che mentre la Commissione tecnica (ancorché riattivata solo nel corso del 2020) ha di fatto compiuto buona parte del lavoro assegnato e sia ormai imminente la pubblicazione del documento programmatico (che dovrebbe poi essere sottoposto ad un’ampia consultazione nazionale), la Cabina di regia invece non è riuscita a realizzare il monitoraggio degli interventi previsto anche per problemi di natura tecnica e organizzativa (es. la mancanza di una unità di supporto tecnico all’interno della struttura del Miur). Ad oggi si può solo evidenziare che dovrebbe essere ricostituita ex novo con un provvedimento per la definizione di un ulteriore Piano triennale 2021-2024.
Il Fondo nazionale 0-6 entità e modalità di erogazione delle risorse finanziarie nel triennio
L’importo complessivo deI fondi ministeriali previsti per l’attuazione del Piano nazionale nel triennio è aumentato come previsto da 204 a 249 milioni di euro annui su scala nazionale. I parametri e le modalità di erogazione dei contributi sono stati definiti sulla base di indirizzi nazionali concordati nell’ambito della Conferenza Unificata Stato-Regioni-Comuni.
Nel triennio è rimasta sostanzialmente invariata la modalità di attribuzione diretta da parte del Miur ai Comuni o loro unioni sulla base della programmazione regionale (a volte con qualche criticità relativa poi al passaggio successivo dai comuni ai soggetti gestori privati autorizzati).
Per quanto riguarda le destinazioni dei contributi quelle prevalenti (sulla base dei pochi dati disponibili a questo riguardo) parrebbero risultare quelle del sostegno al funzionamento e della riduzione delle rette.
Restano da definire meglio per il futuro alcune destinazioni a livello nazionale per vincolare a questo scopo anche quota parte degli interventi di regioni e comuni. Mi riferisco qui ad una quota specifica da destinare alla formazione degli operatori dei servizi di ogni tipologia di gestione e all’attivazione della funzione di coordinamento pedagogico territoriale e funzionale compredendendo in questo ambito anche le scuole d’infanzia statali.
Sezioni Primavera e Poli scolastici 0-6
Nulla di nuovo sul fronte delle sezioni primavera per le quali di anno in anno si è prorogata l’intesa attuativa del fondo sempre più esiguo nel corso degli anni (ad oggi circa 10 milioni di euro), nonostante le richieste di revisione espresse dall’Anci nel quadro di una riflessione più generale. Gli Usr, a seconda del tipo di accordi stabiliti con le singole regioni, hanno provveduto a istruire bandi ad hoc e i provvedimenti di erogazione. Non risultano ad oggi ancora assunti da parte del Miur i provvedimenti di assegnazione effettiva delle risorse corrispondenti all’a.s. 2020-21.
Tutto fermo invece per quanto riguarda il Fondo istituito con apposito DM nel 2017 per la costruzione dei Poli scolastici sperimentali 0-6 nel numero predefinito da 1 a 3 per singola regione. Non risultano agli atti provvedimenti attuativi del Miur successivi alla raccolta dei progetti e degli atti programmatori specifici delle regioni in materia. Risulta per altro che la procedura di verifica preventiva del Miur sia ancora in corso su aspetti specifici di dettaglio di natura amministrativa in ordine alla definizione dei costi per unità di progetto e per tipologie di costo.
La ricerca ISTAT e Ca’Foscari
La costituzione di un sistema informativo nazionale efficace tempestivo sui servizi educativi per la prima infanzia rappresenta una esigenza ormai improrogabile non solo a fini conoscitivi, ma anche a fini di monitoraggio delle politiche avviate su diversi fronti di iniziativa.
Il report di ricerca elaborato da Istat in merito alla produzione, diffusione e analisi dei dati sui servizi educativi per l’infanzia presentato nel mese di giugno 2020, costituisce il primo frutto di un accordo di collaborazione di durata triennale, siglato in data 12.12.2018 tra il Dipartimento delle Politiche per la famiglia, l’Istat (Istituto Nazionale di Statistica), l’Università Ca’ Foscari Venezia – Facoltà di Economia (vedi al link: https://www.istat.it/it/files//2020/06/report-infanzia_def.pdf).
Non decolla un sistema informativo sullo 0-3
Ora sarebbe da cogliere la occasione determinata dalla erogazione dei fondi per le mancate entrate relative al periodo di lockdown per raccogliere i dati dagli Usr e costituire così una prima anagrafe nazionale dei servizi educativi per la prima infanzia portando a regime i frutti di un lavoro iniziato negli anni scorsi con il progetto SINSE (Sistema Informativo Nazionale Servizi educativi prima infanzia), promosso dal Ministero Politiche sociali e Dipartimento per la famiglia con 18 Regioni e Istat). La sperimentazione si è conclusa nel 2017 quando è stato approvato il DLGS 65 che prevedeva un passaggio competenze dalle Politiche Sociali al Miur.
In varie sedi e occasioni è stata ribadita la necessità di una raccolta omogenea dei dati a livello nazionale in quanto alla base delle politiche di intervento, delle programmazioni e dei riparti dei fondi e dei loro monitoraggi. Sollecitazioni che, in raccordo con il MIUR, sono state assunte dal Dipartimento Politiche della famiglia. Si stratta a questo proposito di analizzare anche le caratteristiche tecniche dei sistemi di rilevazione regionali e valutare in che modo possono interfacciarsi con quello nazionale (che dovrebbe in ipotesi essere realizzato dal MIUR (?); nonché di determinare un allineamento temporale delle indagini e del consolidamento/scarico dei dati.
L’indagine dell’Istat: l’ultimo Report
L’ISTAT nell’ambito della spesa sociale Comuni, fin qui rilevava il dato dei bambini iscritti nei servizi educativi a gestione diretta, indiretta e convenzionati. Negli ultimi anni ISTAT ha aggiunto la rilevazione di ulteriori dati ovvero rileva i posti di tutti i servizi educativi. Quindi per quanto riguarda i posti esiste una rilevazione nazionale complessiva, mentre per quanto riguarda il numero dei bambini iscritti l’informazione è parziale poiché manca il dato relativo ai soggetti gestori privati non convenzionati, cosicché i 2 flussi di dati ISTAT (posti/iscritti) non risultano comparabili. Pur con questi limiti l’ultima rilevazione fatta DA ISTAT e con i dati consolidati è relativa all’a.s. 2018/2019.
Riferimenti al Report ISTAT del 27 ottobre 2020: