Per un sistema territoriale di sorveglianza sanitaria delle scuole
Le “Indicazioni” del 21 agosto 2020del Gruppo di Lavoro ISS, Ministero della Salute, Ministero dell’Istruzione, INAIL, Fondazione Bruno Kessler, Regione Emilia-Romagna, Regione Veneto, oltre a definire in modo dettagliato le procedure operative da seguire “ per la gestione di casi e focolai di SARS-CoV-2 nelle scuole e nei servizi educativi dell’infanzia”, prefigura di fatto la creazione di un vero e proprio sistema territoriale di sorveglianza sanitaria delle scuole e di gestione dei casi che poggia sulla stretta interazione tra tre soggetti: i Dipartimenti di Prevenzione per l’ambito scolastico e per la medicina di comunità delle singole ATS o ASL competenti per territorio, che devono individuare uno o più Referenti in base al numero delle scuole che dovranno seguire; i singoli istituti scolastici, a cui spetta a loro volta individuare ciascuno uno o più Referenti che dovranno mettersi in rete con le scuole viciniori; i Medici di Medicina Generale degli studenti e del personale scolastico o i Pediatri di Libera Scelta per gli studenti più giovani, che entreranno in gioco nella triangolazione nel momento in cui un loro assistito dovesse presentare sintomi sospetti.
Un lavoro necessariamente di rete
Come si può facilmente intuire si tratta di creare dal nulla delle vere e proprie strutture operative in rete. Il loro compito principale è la tempestiva notifica incrociata dei casi sospetti in modo che possa avviarsi la sequenza di adempimenti prescritti nelle “Indicazioni”. Una delle raccomandazioni preliminari richiede infatti “una chiara identificazione, messa a punto e test di funzionamento anche del canale di comunicazione reciproca tra “scuola”, medici curanti (PLS e MMG) e DdP (attraverso i rispettivi referenti) che andrà adattato in base alla tecnologia utilizzata (es. messaggistica breve, e-mail, telefono etc.)”, ma non solo, sarà infatti molto probabile che il Referente scolastico e il Referente del Dipartimento dovranno interagire in modo più stretto e articolato nel caso si debba organizzare la quarantena di una classe o di gruppi di alunni , se si debba decidere come modificare le misure di protezione adottate a seguito del verificarsi di qualche focolaio, oppure nel caso si debba valutare se un dato trend di assenze rilevato possa essere anomalo o no in base alle storie personali degli studenti e alle situazioni a conoscenza della scuola.
E’ del tutto evidente che tanto più la rete opererà in modo efficiente e organizzato, tanto più efficace sarà l’azione di sorveglianza sanitaria, la gestione dei casi e la rapida estinzione degli eventuali focolai con il relativo contenimento dei contagi e la possibilità di mantenere attivo il servizio scolastico in presenza nelle scuole della rete. Un compito estremamente importante per garantire il diritto allo studio in presenza ad un’intera comunità scolastica. Questo vuol dire che i Referenti (scolastico e del Dipartimento) una volta costituita la rete dovranno concordare tra loro modalità operative adeguate al proprio interfacciamento e che ciascun Referente dovrà organizzare a sua volta una struttura operativa all’interno della propria scuola e del proprio Dipartimento per attuare quanto di competenza.
Quale ruolo per il Referente scolastico COVID-19?
Questa premessa serve per far capire come la figura del Referente scolastico per il Covid-19 non è semplicemente una persona di buona volontà a cui si chiede di comunicare al Dipartimento eventuali casi, di telefonare alla famiglia o di correre a destra e a manca per prelevare gli studenti con sintomi dalle classi, ma una figura di sistema che ha un ruolo organizzatore all’interno del proprio istituto e una funzione fondamentale di collegamento con il SSN (Servizio Sanitario Nazionale) in questa neonata struttura di prevenzione che si vuole attivare perché direttamente immerso nella realtà da sorvegliare. Cerchiamo di pensare in grande e non solo agli adempimenti.
Un soggetto a cui si richiede una visione di insieme di ciò che accade nel proprio istituto sul piano epidemiologico, di organizzare e coordinare l’applicazione delle indicazioni all’interno della scuola a seconda dello scenario che si presenta, prendersi cura dei casi sospetti o conclamati seguendone l’evoluzione fino al rientro a scuola ed essere fonte privilegiata di informazioni per lo staff del dirigente per le decisioni da prendere nella gestione organizzativa in itinere dell’istituto, in base alla situazione epidemiologica interna e del territorio.
A questo punto del discorso non si può non stigmatizzare con rammarico e rassegnazione il fatto che questo documento come altri sia arrivato all’ultimo momento. Ci si domanda perché questa attesa quando gli scenari descritti sono quelli già noti fin da maggio se non da prima. E’ un grave ritardo che mette le scuole in difficoltà nell’ individuare la figura del Referente, fornirgli preventivamente la dovuta formazione e dargli la possibilità di organizzare con il DS l’applicazione delle indicazioni predisponendo una struttura e una procedura interna. Inoltre, impedisce a questa rete interistituzionale di essere già perfettamente funzionante all’inizio delle attività scolastiche che, come previsto dalla normativa è il primo settembre e non il giorno di inizio ufficiale delle lezioni come si affanna a dire il Ministero.
Detto questo, vediamo ora più nel dettaglio la figura del Referente.
Chi può svolgere il ruolo di Referente scolastico per il Covid-19?
Innanzi tutto cominciamo da chi può svolgere tale incarico poiché nelle “Indicazioni” non ci sono vincoli precisi. Per motivi organizzativi è sconsigliabile che sia il dirigente scolastico anche se le “Indicazioni” non lo escludono. L’incarico richiede una costante reperibilità e lo svolgimento di non pochi adempimenti come vedremo in seguito, da svolgersi con tempestività e costanza nel tempo. Immagino che qualche dirigente, magari poco propenso alla delega, possa pensare di occuparsene personalmente vista la delicatezza del compito. Tale tipo di impegno però mal si concilia con le incombenze a cui è chiamato il dirigente nella gestione dell’istituto, soprattutto in un periodo particolare come quello del prossimo anno. Lo stesso dicasi per i collaboratori del dirigente. Il risultato sarebbe una sovrapposizione dei carichi di lavoro che hanno tempistiche diverse che finirebbe per penalizzare entrambi i ruoli.
Per motivi diversi sarebbe opportuno a mio avviso non coinvolgere gli Assistenti amministrativi, anche quelli che si occupano di didattica e sono soliti comunicare con le famiglie, sia perché l’ufficio di segreteria non è il contesto adatto per svolgere i compiti richiesti per via della privacy, sia perché come si è detto il compito richiede un lavoro ulteriore rispetto alla semplice comunicazione per cui dovrebbe essere ridotto adeguatamente il mansionario amministrativo anche nel caso che venga riconosciuta una funzione aggiuntiva. Comunque sarà una valutazione che dovrà fare il DS. Rimangono i docenti.
A tal proposito non è possibile esimersi da un’altra critica rilevando come i decisori politici abbiano l’abitudine di richiedere alle scuole di nominare questo o quel referente dimenticando che spesso si tratta di incarichi impegnativi e delicati, come in questo caso, che richiedono un impegno considerevole se svolti professionalmente, e, mancando un “middle management”, possono essere attivati solo se sono accettati da parte docente e se viene prevista una retribuzione aggiuntiva che finisce però per essere forfettaria ed esigua perché recuperata dal fondo di istituto da cui si attingono le risorse per tutti gli incarichi. In questo caso nulla si sa su una possibile assegnazione di ulteriori fondi riservata a tale figura, come sarebbe opportuno, per cui si dovrà giocoforza discuterne nella contrattazione interna. Una soluzione potrebbe essere quella di considerarla una funzione obiettivo vera e propria.
Una procedura per individuare il Referente scolastico
Per l’individuazione del Referente tra i membri del collegio, ritengo che la procedura per la nomina delle funzioni obiettivo, prevista dal contratto e ormai consolidata, al di là di considerarla tale dal punto di vista della retribuzione, sia la migliore sia sul piano dell’equità che per la possibilità che offre di scegliere la persona più adatta.
Per prima cosa vanno individuate le competenze richieste per l’incarico che possono essere selezionate, senza sempre inventare l’acqua calda, tra quelle previste nel Bilancio delle competenze e adattate rispetto ai compiti previsti. Ad esempio:
– Contribuire alla gestione delle relazioni con i diversi interlocutori (parascolastici, di quartiere, associazioni di genitori, insegnamenti di lingua e cultura d’origine)
– Curare i rapporti con le équipe multidisciplinari ed i servizi specialistici
– Impegnarsi negli interventi di miglioramento dell’organizzazione scolastica
– Coinvolgere i genitori nella vita della scuola
– Organizzare riunioni d’informazione e di dibattito sui problemi della prevenzione del COVID
– Comunicare ai genitori le procedure adottate per la prevenzione
– Assicurare un rapporto personalizzato e accogliente verso singoli genitori degli studenti con sintomi sospetti.
– Rispettare regole, ruoli e impegni assunti all’interno del proprio contesto professionale
– Ispirare la propria azione a principi di lealtà, collaborazione, reciproca fiducia tra le diverse componenti
– Rispettare la privacy delle informazioni acquisite nella propria pratica professionale
– Utilizzare le tecnologie per costruire reti e scambi con altri colleghi anche nell’ottica di una formazione continua
– Curare e organizzare la documentazione.
Le “Indicazioni” e il Documento di Valutazione dei Rischi (DVR)
Va poi meglio precisato e contestualizzato il compito che pur dovrà comparire nell’incarico che dovrà essere dato dal dirigente scolastico. Questa è un’operazione delicata in quanto implica ragionevolmente un adattamento di quanto previsto dalle “Indicazioni” al contesto organizzativo di una scuola, a mio avviso possibile in virtù dell’art. 21 della Legge 59/97 per fortuna ancora vigente.
Se vogliamo che questa sia una figura efficace dobbiamo vederla come un coordinatore del Servizio di Prevenzione e Protezione del rischio biologico, in questo caso del rischio COVID e incastonare tale ruolo e la struttura organizzativa che si dovrà creare nell’ambito del DVR visto che le stesse “Indicazioni” richiamano in modo chiaro “ogni datore di lavoro del contesto scolastico” ad “integrare il DVR con tutte le misure individuate da attuare per contenere il rischio da SARS-CoV-2”.
Si tratta di costruire nella pratica e in forza dell’autonomia scolastica un profilo specifico che non esiste, ma che potrà essere abbozzato in via sperimentale e poi formalizzato nel rispetto ovviamente della ratio dell’introduzione di tale figura con la relativa struttura organizzativa a cui è preposto.
Un Referente stretto tra gli adempimenti presenti nelle “Indicazioni” e le esigenze organizzative della scuola
Alcuni degli adempimenti presenti nei diversi scenari delle “Indicazioni” non è necessario che vengano materialmente eseguiti dal Referente se si vuole puntare sull’efficienza dell’azione.
La ratio dell’introduzione di un Referente scolastico per il COVID-19 è che all’interno di un istituto ci sia un operatore scolastico in grado di venire tempestivamente a conoscenza del manifestarsi di ciascun caso sospetto e che per questo abbia una visione di insieme della situazione che possa permettergli di interfacciarsi con gli altri soggetti della rete territoriale direttamente e senza interferenze e intermediazioni per mettere in moto gli adempimenti spettanti per competenza a ciascun soggetto e inoltre possa seguire con attenzione lo sviluppo di ciascun caso. Il Referente chiunque esso sia non può essere sempre presente e disponibile anche quando è a scuola. A chi lascerebbe la classe in cui sta facendo lezione in caso di intervento? Anche se fosse completamente distaccato dall’insegnamento, quale dovrebbe essere il suo orario di lavoro? Non può esserci qualcuno a caso che lo sostituisca bonariamente se non è presente nel prelievo dello studente! Chi ha scritto le “Indicazioni” probabilmente non aveva ben presenti i vincoli organizzativi di un istituto, pertanto credo che spetti alle scuole, anzi sia dovere e assunzione di responsabilità, trovare le modalità migliori per garantire l’efficienza di quanto richiesto facendo gli opportuni accomodamenti.
Un unico referente, con un team di supporto
Cominciamo con gli adattamenti più importanti. Per prima cosa ritengo che il Referente debba essere uno solo per ciascun istituto contrariamente a quanto suggeriscono le “Indicazioni”, per poter meglio svolgere il ruolo di interfaccia istituzionale e per essere una vera e propria figura di sistema. E’ a mio avviso invece possibile individuare e nominare oltre al sostituto, delle figure che possano collaborare con lui e su sua delega con modalità e compiti da decidere (ad esempio la raccolta della documentazione per il contact tracing in un plesso, il controllo dei registri di classe, il monitoraggio delle assenze, ecc.) costituendo così un team operativo da lui però formalmente coordinato a cui potrebbe partecipare quando necessario anche il Medico competente per l’emergenza se nominato, lo stesso dirigente scolastico nel caso di sviluppo di focolai che richiedono modifiche organizzative e il RSPP.
Come il Referente può organizzare la gestione dei casi e la sorveglianza sanitaria
Detto questo vediamo ora più nel dettaglio i compiti del Referente sulla base di quanto previsto nelle “Indicazioni” e in che modo possono essere calati nell’organizzazione di un istituto scolastico con gli opportuni aggiustamenti.
Comincio dalla presa in carico dello studente con sintomi segnalato dall’insegnante. Questo adempimento attribuito nelle “Indicazioni” al Referente scolastico può essere eseguito con la stessa efficacia dalla squadra o dall’addetto al primo soccorso già prevista nell’organigramma del DVR, secondo le modalità prescritte dalle “Indicazioni” che possono integrare il mansionario ordinario previsto per tale funzione. In buona sostanza il concetto di “primo soccorso” può essere esteso a mio avviso al caso di manifestazione di sintomi sospetti che richiedono la messa in sicurezza del soggetto, per essere affidato alle cure di chi di dovere.
Una formazione specifica sul comportamento da tenere può essere data al personale dallo stesso Referente una volta formato egli stesso, in modo da snellire e semplificare le procedure di coinvolgimento in questo compito degli addetti al primo soccorso che sono ordinariamente più di uno dovendo coprire l’intero periodo di presenza a scuola degli studenti (comprese le attività extrascolastiche, se presenti). Una squadra o un addetto al primo soccorso deve essere sempre disponibile pertanto la copertura richiesta dalle “Indicazioni” è garantita sia per gli studenti che per gli operatori scolastici. La telefonata alla famiglia può essere fatta come le stesse “Indicazioni” prevedono da “altro componente del personale scolastico” ad esempio da un assistente della segreteria individuato preventivamente con il suo nominativo in un apposito organigramma. Non dobbiamo dimenticare per la privacy che per questo livello di interazione si tratta sempre della comunicazione di un malore sospetto e non della comunicazione di una diagnosi.
Dalla prima emergenza alla “presa in carico” della situazione
Con questa procedura si fa fronte alla prima fase e all’urgenza di isolare il sintomatico e di allontanarlo dalla scuola senza che si debba ricorrere al Referente e senza che questo infici gli obiettivi della procedura prescritta nelle “Indicazioni”.
Ciò che è importante è la reperibilità del Referente che deve essere informato dell’evento da chi telefona alla famiglia dell’alunno o da chi avvia al proprio domicilio l’operatore scolastico con sintomi.
La fase invece in cui diventa essenziale il coinvolgimento diretto del Referente o quella di un suo collaboratore, come si è detto sopra, è quella successiva all’evento perché è da quel momento che inizia la presa in carico del soggetto con la segnalazione al Dipartimento dell’apertura di un caso e con il monitoraggio a distanza passo passo della sua evoluzione, sia che si concluda con un esito negativo ed con un rientro a scuola, sia invece che sia positivo e debba iniziare la fase di contact tracing.
Tutta questa fase che segue l’allontanamento del sospetto è quella più importante ai fini della prevenzione e può essere svolta dal Referente a scuola fuori dalle ore di lezione (non è necessario che abbandoni la sua classe) o addirittura a casa. Teniamo presente che probabilmente la maggior numero di allontanamenti si concluderà (ci si augura) con un nulla di fatto e con il rientro in classe anche se richiederà comunque attenzione.
Modulistica, controllo della documentazione e registrazione dei contatti
L’individuazione di un unico Referente con funzioni organizzatorie permette un approccio uniforme e coerente alla predisposizione della modulistica e alla raccolta ordinata della documentazione utile in caso anche di contestazioni.
Un compito importante sarà predisporre una modulistica che permetta di tracciare tutte le operazioni svolte nella gestione del caso (prelievo dalla classe, arrivo del genitore, comunicazione al Dipartimento ecc) una sorta di “diario” e organizzare le modalità di archiviazione di tale modulistica e della documentazione correlata.
Rientra nei compiti anche accertarsi che le certificazioni siano effettivamente conformi a quanto richiedono le “Indicazioni” nel caso di rientro dopo il tampone negativo o dopo la guarigione. Ancora nulla si sa sull’eventuale ripristino dell’obbligo della certificazione dopo 5 giorni di assenza. E’ appena il caso di ricordare che proprio tali assenze dovranno essere oggetto di attenzione da parte del Referente se rimarranno non certificate poiché possono nascondere dei rischi per la collettività. Peccato che di questo non si renda conto il Ministero.
Un altro compito importante del Referente o dei suoi collaboratori sarà quello di raccogliere la documentazione richiesta nelle “Indicazioni” per permettere al Dipartimento di procedere al contact tracing nel caso di focolai. Anche in questo caso si tratta di un lavoro che non richiede l’obbligo di presenza a scuola, ma la disponibilità al bisogno di poter avere a disposizione tutte le informazioni necessarie. Per avere una corretta documentazione soprattutto non improvvisata, è naturale quindi che sia proprio il Referente a definire le indicazioni per i docenti, che saranno poi formalizzate dal dirigente, per annotare perentoriamente e scrupolosamente i contatti avvenuti durante le ore di lezione sul Registro di classe che a tutti gli effetti è un atto pubblico e ha rilevanza giuridica in caso di contenzioso ad esempio per errori o sviste nel tracciamento. Un problema da risolvere sarà come prendere nota dei contatti avuti fuori dalle ore di lezione nei movimenti nell’edificio scolastico. Come si vede si tratta di un lavoro di progettazione organizzativa complesso che richiede anche un approccio professionale.