Un nuovo documento progettuale per settembre
In data 7 Agosto, mentre nei Social imperversavano vivaci discussioni sul tema âbanchi e metroâ, sono state pubblicate dal MIUR le âLinee guida sulla Didattica digitale integrata[1]â giĂ presentate nel Decreto Ministeriale 26 Giugno 2020 n.39.
Inviate a tutti gli istituti scolastici, forniscono le indicazioni per la stesura del Piano Scolastico di Didattica Digitale che ogni scuola, nessuna esclusa, dovrĂ elaborare e che andrĂ ad integrare il Piano Triennale dellâOfferta Formativa. Il Piano dovrĂ essere adottato fin dal mese di settembre in modo complementare alla didattica in presenza negli istituti di Secondo grado, mentre âqualora si rendesse necessario sospendere nuovamente le attivitĂ didattiche in presenza a causa delle condizioni epidemiologiche contingentiâ sarĂ operativo in tutti gli altri ordini di scuola.
Digitale: unâopportunitĂ per una scuola proattiva
Si evidenziano alcuni aspetti interessanti nelle Linee guida da non trascurare. Primo fra tutti il richiamo alla âcapitalizzazione dellâesperienza maturata durante i mesi di lockdownâ.
à necessario che ogni singola scuola non perda e vanifichi tutto ciò che è stato costruito nei mesi di apprendimento a distanza ma, dopo una dovuta riflessione, cerchi di tesaurizzare le buone pratiche, renderle sostenibili ed inclusive con lo scopo di metterle a sistema.
Altro punto fondamentale è quello di riprogettare la didattica âevitando che i contenuti e le metodologie siano la mera trasposizione di quanto viene svolto in presenzaâ. Anche in questo caso viene sottolineato che ogni scelta debba inserirsi in una cornice metodologica e pedagogica condivisa in cui può trovare la sua dimensione anche la proposta individuale del singolo docente. Team dei docenti, consigli di classe avranno il compito di ripensare la didattica adottando metodologie âfondate sulla costruzione attivaâ.
Come docenti, avremmo sicuramente desiderato che la parte metodologica fosse maggiormente curata nel documento ministeriale tenendo conto che, non solo le videoconferenze ma anche le lezioni in presenza, possono âagevolare il ricorso a metodologie didattiche piĂš centrate sul protagonismo degli alunniâ e che altre metodologie, oltre a quelle citate, possono essere applicate in una Didattica Digitale Integrata come gli EAS (Episodi di Apprendimento Situato) del prof. Rivoltella e il PBL (Project Based Learning) del prof. Zecchi.
Lâorganizzazione, gli strumenti e il Regolamento
Bisogna prendere atto che, purtroppo, lâapprendimento a distanza non è stato condotto con la stessa modalitĂ in tutte le scuole a causa di numerose variabili come la mancanza di dispositivi e connessione e le difficoltĂ nellâapprontare unâinfrastruttura di strumenti e risorse da mettere a disposizione di tutti, nonostante un Piano Nazionale Scuola Digitale attivo fin dal 2015. Il primo passo, quindi, è quello di costruire un impianto organizzativo che possa anticipare e risolvere tutte le criticitĂ emerse durante lâemergenza.
Partiamo, perciò, da unâimmediata rilevazione del fabbisogno che comprenda sia la connettivitĂ che la strumentazione tecnologica, tenendo ben presenti le nuove classi in entrata. Si afferma, quindi, la necessitĂ di coinvolgere il Consiglio dâ Istituto per approvare criteri trasparenti e regolamentare, cosĂŹ, il comodato dâuso rispettando sempre la protezione dei dati personali. Sicuramente, come giĂ sottolineato precedentemente da Gabriele Benassi[2], questa nuova prospettiva darĂ un impulso allâAzione#6 del Piano Nazionale Scuola Digitale per lâuso del BYOD (Bring Your Own Device). E nello stesso tempo âogni scuola assicura unitarietĂ allâazione didattica rispetto allâutilizzo di piattaforme, spazi di archiviazione, registri per la comunicazione e gestione delle lezioni e delle altre attivitĂ â. Lâanticipare e risolvere le criticitĂ e la necessitĂ di andare âoltreâ implica la configurazione di uno scenario proattivo. La costruzione di un Repository comune, unitario di attivitĂ , buone pratiche, pacchetti di lezioni giĂ pronte rappresenta quel #saperepratico che ogni scuola dovrebbe poco alla volta implementare. A questo si aggiunge la predisposizione partecipata, anche attraverso un patto di corresponsabilitĂ , di un Regolamento[3] delle videolezioni e utilizzo di piattaforme che potrĂ essere parte integrante del nuovo curricolo di Educazione Civica. Garanti di questa prospettiva saranno sia lâAnimatore che il Team digitale che avranno il compito di supportare i colleghi meno esperti sia nelle attivitĂ pratiche che nellâutilizzo delle risorse messe a disposizione. Lo spazio fisico si trasferisce cosĂŹ nel virtuale diventando accessibile ed inclusivo per tutti.
Il âtempoâ per la didattica digitale (a distanza)
Le Linee guida si soffermano sullâorganizzazione âtempoâ: nel caso di Didattica esclusivamente a distanza sono previste 20 ore per la Secondaria di secondo grado, 15 ore per le scuole del Primo ciclo, 10 solo per la prima classe della primaria. Un passo necessario programmare e vincolare il âtempo scuolaâ, visto che la gestione è stata demandata completamente alle scuole creando cosĂŹ orari completamente differenti e a âmacchia di leopardoâ. Non aver differenziato, invece, in modo chiaro lâorganizzazione del tempo tra le classi della Scuola Primaria e quelle di Primo Grado lascia perplessi. Come sostenere le famiglie in un apprendimento a distanza che coinvolge i piĂš piccoli per ben tre ore al giorno?
Il coinvolgimento delle famiglie
Fondamentale è il coinvolgimento delle famiglie, in un contesto che favorisca il cammino comune dellâintera ComunitĂ educante. Nelle Linee Guida, infatti, è specificato che la Scuola informi le famiglie sia sulle scelte dellâorganizzazione, di orari e di strumenti adottati. E ancora la famiglia è parte integrante nel coinvolgimento degli alunni piĂš fragili e con bisogni educativi speciali in attivitĂ di Didattica Digitale Integrata. Uno specifico paragrafo è dedicato ai rapporti scuola-famiglia âattraverso attivitĂ formali di informazione e condivisione della proposta progettuale della didattica digitale integrataâ, come giĂ accaduto in alcuni istituti durante la chiusura di emergenza[4].
Le istituzioni scolastiche hanno lâobbligo di rispettare, anche in condizioni di emergenza, tutte le attivitĂ di relazione e comunicazione con le famiglie previste dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro, ma, attenzione âavendo cura di esplicitare i canali di comunicazione attraverso cui essi potranno avvenire.â Non strumenti improvvisati, quindi, ma sarĂ necessario dichiarare preventivamente i canali di comunicazione utilizzati, seguendo sempre rigorosamente le norme per la protezione della Privacy e dei dati personali.
La formazione in servizio dei docenti
âPermanente, strutturale e obbligatoriaâ, come definita nella legge 107/2015, la formazione rappresenta il volano del miglioramento e di una possibile innovazione. Il DigCompEdu[5], il Framework europeo per le Competenze Digitali del docente, anchâesso citato ma non in modo corretto nelle Linee Guida, fornisce perfettamente i sei diversi ambiti di competenza sui quali si possono costruire percorsi formativi: sviluppo professionale, risorse digitali, apprendimento/insegnamento, valutazione, valorizzazione degli studenti, supportare lo sviluppo delle competenze digitali degli studenti secondo il DigComp2.1. PerchĂŠ, quindi, considerare âprioritaria la formazione sulle piattaforme in uso da parte dellâistituzione scolasticaâ e non attivarsi, invece, con una visione olistica del digitale che possa racchiudere tutti gli ambiti del DigComp?
A tale proposito si suggerisce una struttura organizzativa basata sullâautoformazione (Repository di istituto), unâAccoglienza Digitale per tutti i nuovi docenti con lo scopo di far conoscere loro gli strumenti adottati, un secondo livello per tutti i docenti ancora non troppo esperti nellâuso del Cloud ma sempre utilizzando le diverse metodologie come sfondo integratore.
Quale Modello per un Piano scolastico dedicato alla Didattica Digitale Integrata?
Come tradurre tutti gli input delle Linee Guida per il Piano Scolastico della DDI finora analizzati in azioni concrete davvero âagiteâ e non semplicemente dichiarate?
Il DigCompOrg[6], il quadro delle competenze digitali delle organizzazioni educative, può essere adottato come strumento e traccia di lavoro. Declinando i sette macroambiti presenti, Dirigenza e gestione dellâorganizzazione, Pratiche di insegnamento e apprendimento, Sviluppo professionale, Pratiche di valutazione, Contenuti e curricolo, Collaborazioni ed interazioni in rete, Infrastruttura, come suggerito dal documento citato, ogni scuola potrĂ elaborare il Piano Scolastico della DDI tenendo presente le indicazioni delle Linee Guida.
Tab.1 – Tabella di corrispondenza tra il DIGCompOrg e le Linee Guida DDI
DigCompOrg | Linee Guida DDI |
Dirigenza e Gestione dellâorganizzazione | Regolamento, orario delle Lezioni, Criteri per il Comodato dâuso, Scuola/Famiglia, Tutela e protezione privacy e dati |
Pratiche di insegnamento e apprendimento | Metodologie: Flipped, EAS,PBL,Debate |
Sviluppo Professionale | Formazione docenti |
Pratiche di Valutazione | Valutazione |
Contenuti e Curricolo | Educazione civica, Risorse digitali |
Collaborazioni ed interazioni in Rete | Utilizzo delle piattaforme con gli studenti |
Infrastruttura | Rilevazione del fabbisogno, scelta della piattaforma dâistituto |
Il Sistema Scuola non può permettere di trovarsi impreparato di fronte ad una nuova emergenza, ma deve riuscire a guardare oltre per costruire un piano di miglioramento e innovazione.
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[2] https://www.scuola7.it/2020/196/