La riapertura delle scuole tra diritto alla salute e diritto all’istruzione

Da un DPCM all’altro

L’emergenza epidemiologica generata dalla diffusione del virus SARS-CoV-2 ha modificato le regole di convivenza civile e ha portato in evidenza tra i diritti civili, la rilevanza del diritto alla salute, da sempre considerato prioritario per il bene dei cittadini, tale da porre in subordine quello all’istruzione. La sospensione delle attività didattiche fino al termine delle lezioni, disposta progressivamente dai diversi DPCM, da Ordinanze regionali e da note dei Dipartimenti del Ministero dell’Istruzione, dall’ultima settimana del mese di febbraio 2020 ad oggi[1], su tutto il territorio nazionale ha messo in luce la rilevanza del servizio scolastico e nel contempo la fragilità del sistema che, nel suo funzionamento, non aveva considerato modi e procedure per fronteggiare la prevenzione al contagio di un virus poco conosciuto e con un tasso di pericolosità elevata per il numero di decessi tra i contagiati nel nostro paese.

Questa situazione ha fatto emergere una serie di studi e di gruppi di lavoro nelle diverse istituzioni ed enti territoriali per contenere e ridurre il contagio e nel contempo per studiare la ripresa delle attività scolastiche.

Voglia di ritornare a scuola…

L’opinione pubblica, una volta compresa l’evoluzione positiva del contenimento sulla circolazione del virus, si è mobilitata a vario titolo per richiedere l’apertura delle scuole, spesso con esigenze di natura sociale e di servizio, in un secondo tempo anche per la riconosciuta diversità nella qualità degli apprendimenti se resi in presenza.

La pedagogia e gli esperti di educazione hanno iniziato ad esprimersi in interviste, rigorosamente a distanza, in interventi sulla stampa su vari aspetti quali: la necessità di garantire alcuni momenti cruciali in presenza come la conclusione dell’anno scolastico, il colloquio nell’esame di Stato del 2° ciclo, in quanto situazioni imprescindibili a tutela del valore educativo del percorso scolastico degli studenti e come salvaguardia del valore simbolico assegnato alla chiusura di un anno di lavoro anomalo, caratterizzato da relazioni in distanziamento e quindi di una povertà sociale che in educazione necessita di una cura integrativa.

Il documento tecnico della Presidenza del Consiglio dei Ministri (CTS)

È particolarmente interessante il documento prodotto dal Comitato tecnico scientifico del Dipartimento della Protezione Civile del 28 maggio 2020 titolato ‘Modalità di ripresa delle attività didattiche del prossimo anno scolastico’[2]. In questo contributo si riportano in forma sintetica alcuni punti contenuto nello stralcio del verbale 82 perché possono fornire autorevole riferimento alle scuole sulle misure per la ripartenza delle attività didattiche.

Occorre anche ricordare che sono circolati e sono in elaborazione diversi documenti sullo stesso tema da tavoli diversificati afferenti al Ministero della famiglia congiuntamente alla Sanità, dal Ministero dell’Istruzione, da enti esterni come il Politecnico di Torino[3], dalle Regioni su aspetti specifici (apertura centri estivi 3-17, servizi infanzia 0-6; esami di Stato 2 ciclo…). Questa proliferazione di testi denota da un lato l’attenzione ai servizi educativi e scolastici in generale, dall’altra la complessità del settore che conta 40.749 sedi con una percentuale pari al 69,2% di infanzia e primaria, il 17,7% della secondaria di 1 grado e il 13,1% della secondaria di 2 grado. Le misure proposte nel documento del 28 maggio 2020 raccolgono le raccomandazioni dell’OMS, dell’UNESCO e le esperienze maturate in altri Paesi europei.

Interessante leggere nel testo che l’elemento principale del rischio nelle scuole è l’aggregazione, il commento che segue sembra scritto dal mondo delle scienze dell’educazione e costituisce un esempio dell’intreccio sempre più necessario della pedagogia con la salute e la sicurezza. Si dice che l’aggregazione ‘rappresenta la forza e l’energia propulsiva del sistema educativo. La sospensione delle attività scolastiche e il successivo isolamento hanno determinato una significativa alterazione della vita sociale e relazionale dei bambini e dei ragazzi determinando al contempo una interruzione dei processi di crescita in autonomia, di acquisizione di competenze e conoscenze, con conseguenze educative, psicologiche e di salute che non possono essere sottovalutate’.

Le Raccomandazioni internazionali per la riapertura

L’OMS e l’UNESCO, unitamente alle esperienze raccolte da altri paesi europei, hanno proposto alcune raccomandazioni strategiche per incoraggiare e sostenere le riaperture delle scuole poiché le chiusure sono considerate un rischio senza precedenti per l’educazione, la protezione e il benessere dei bambini. Si vuole con questo riferimento rendere una parziale risposta alle numerose famiglie e gruppi di genitori, che in diverse parti d’Italia inviano ogni giorno mail e lettere anche circostanziate al Ministero e agli USR per la richiesta di avere in attenzione la riapertura dei servizi educativi e scolastici. Questo documento mostra lo sforzo e l’impegno di tutte le istituzioni per rendere concreta questa possibilità, ritenuta cruciale per la salvaguardia culturale ed educativa della popolazione giovane.

Vengono indicate a riferimento tre strategie chiave da considerare per riaperture in sicurezza delle strutture:

1. Disponibilità del sistema con la valutazione delle dotazioni di persone, infrastrutture, risorse e capacità di riprendere le funzioni;

2. Continuità dell’apprendimento: garantire che l’apprendimento riprenda e continui nel modo più regolare possibile dopo l’interruzione;

3. Resilienza del sistema: costruzione e rafforzamento della preparazione del sistema educativo per anticipare, rispondere e mitigare gli effetti delle crisi attuali e future.

Va anche ricordato, a titolo informativo, che l’INAIL[4] ha classificato il settore scolastico con un livello di rischio integrato medio-basso ed un rischio di aggregazione medio-alto in correlazione con le strategie e tale impostazione sorregge le basi di sicurezza su cui fondare le opzioni di ripresa delle attività scolastiche.

I protocolli di settore

Dalle indicazioni strategiche sono stati previsti dei criteri-guida per le attività scolastiche, attese le specificità di contesto. Si reputano validi i principi cardine che hanno caratterizzato le scelte e gli indirizzi sui comportamenti di base da seguire per la prevenzione, quali:

1. il distanziamento sociale (mantenendo una distanza interpersonale non inferiore al metro);

2. la rigorosa igiene delle mani, personale e degli ambienti;

3. la capacità di controllo e risposta dei servizi sanitari della sanità pubblica territoriale e ospedaliera.

Su questi principi si stanno declinando le misure operative a livello organizzativo e di sistema preventivo. A questo livello diventano rilevanti i documenti tecnici di imminente uscita del Ministero dell’Istruzione per la presa in carico diretta delle misure in materia specifica ossia a livello di risorse e ordinamentali.

Le misure di sistema e organizzative

La numerosità delle sedi scolastiche e la diversificazione dei servizi nei territori richiedono la formulazione di linee di indirizzo generali a cui riferirsi e rimandano alle valutazioni locali sui contesti specifici, per questo i protocolli regionali trovano senso operativo e maggiore incidenza. Il problema in tal caso è la discussione congiunta di esperti del settore sanitario e dell’educazione, proprio per concretizzare ipotesi di scambio e di interrelazione tra le irrinunciabili condizioni pedagogiche e quelle di prevenzione e protezione.

Interessante a questo proposito il recente documento prodotto dal gruppo nazionale 0-6, titolato’ Sistema 0-6. Orientamenti pedagogici sui Legami educativi a Distanza’, trasmesso dal MI con nota DPIT n.667 del 13.05.2020, in cui, per il segmento 0-6 anni, vengono delineati aspetti educativi indispensabili da mantenere anche con le misure di protezione per salvaguardare la mission educativa.

In ogni caso strategie e indicatori proposti dal Comitato Tecnico Scientifico della Protezione Civile potrebbero comportare la necessità di rimodulare alcuni aspetti relativi all’organizzazione scolastica che richiederanno apposite, seppur transitorie, modifiche in capo all’amministrazione scolastica centrale (es. ridefinizione monte ore delle discipline scolastiche, implementazione fondi per il miglioramento dell’offerta formativa, regolamento refezione scolastica, etc.) a quella degli enti locali (spazi e servizi), a quella delle scuole autonome per la gestione organizzativa e didattica. Si rinvia alla consultazione del testo per la lettura dei temi affrontati (spazi, aule, spazi comuni, palestre, mensa, alunni disabili, scuola dell’infanzia, mascherine e comunicazione) che possono aiutare a comprendere gli aspetti da trattare per prepararsi fin da subito al momento delle riaperture con le necessarie intese a livello locale e con le risorse dei territori.

trasporti pubblici

Nella riapertura delle scuole andranno previste soluzioni specifiche relativamente all’utilizzo dei mezzi di trasporto pubblico da parte degli studenti, soprattutto nelle aree di maggior concentrazione di utenti che utilizzano i mezzi di trasporto collettivi.

Mappatura degli spazi

Ciascuna realtà scolastica dovrà effettuare una mappatura degli spazi destinati a tutte le attività didattiche in rapporto al numero di alunni e di personale, al fine di assicurare quanto più possibile la didattica in presenza seppur con possibili rimodulazioni/riduzioni orarie. E’ ritenuto indispensabile dagli esperti di educazione garantire attività in presenza per la fascia 0-6 e 6-12 anni di età, ossia per i servizi educativi, le scuole dell’infanzia e primaria che rappresentano i punti di erogazione più numerosi e capillari.

Sarà necessario valutare tutte le possibili situazioni di assembramento con un’analisi di dettaglio dei punti comuni (es. gestione dei percorsi di entrata, uscita, spostamenti interni alla scuola, orari, ricreazione, refezione, attività motorie, etc.) al fine di definire misure organizzative di prevenzione e protezione atte a mitigare il rischio ponendo particolare attenzione anche alle situazioni a rischio di affollamento e aggregazione non strutturati (fuori dal contesto dell’aula).

Le aule

Il layout delle aule destinate alla didattica andrà rivisto con una rimodulazione dei banchi, dei posti a sedere e degli arredi scolastici, al fine di garantire il distanziamento interpersonale di almeno 1 metro, anche in considerazione dello spazio di movimento.

Ciascuna istituzione potrà definire, in virtù dell’autonomia scolastica, modalità di alternanza / turnazione / didattica a distanza proporzionate all’età degli alunni e al contesto educativo complessivo. In particolare, per gli ordini di scuola secondaria di I e II grado, al fine di ridurre la concentrazione di alunni negli ambienti scolastici, potranno essere in parte riproposte anche forme di didattica a distanza.

Altri locali della scuola

In tutti gli altri locali scolastici destinati alla didattica, ivi compresi aula magna, laboratori, teatro – dovrà essere considerato un indice di affollamento tale da garantire il distanziamento interpersonale di almeno 1 metro anche in considerazione delle attività didattiche specifiche proprie degli istituiti tecnici o professionali; dei licei coreutico musicali che richiedono un aumento significativo del distanziamento interpersonale.

Spazi comuni

Negli spazi comuni, aree di ricreazione, corridoi, dovranno essere previsti percorsi che garantiscano il distanziamento tra le persone, limitando gli assembramenti, anche attraverso apposita segnaletica.

Per lo svolgimento della ricreazione, delle attività motorie e didattiche programmate, ove possibile e compatibilmente con le variabili strutturali e metereologiche, privilegiarne lo svolgimento all’aperto, valorizzando lo spazio esterno quale occasione alternativa di apprendimento.

Educazione fisica

Nelle prime fasi di riapertura delle scuole sono sconsigliati i giochi di squadra e gli sport di gruppo, mentre sono da privilegiare le attività fisiche sportive individuali che permettano il distanziamento fisico. Nei luoghi chiusi dovrà essere garantita adeguata aerazione e un distanziamento interpersonale di almeno 2 metri.

La mensa

Anche per la refezione le singole realtà scolastiche dovranno identificare soluzioni organizzative che consentano di assicurare il necessario distanziamento attraverso la gestione degli spazi (refettorio o altri locali idonei), dei tempi (turnazioni), e in misura residuale attraverso la fornitura del pasto in “lunch box” per il consumo in classe. Si reputa utile questo servizio includendo la refezione come un momento educativo di protezione sociale.

Le mascherine

La scuola garantirà giornalmente al personale la mascherina chirurgica, che dovrà essere indossata per la permanenza nei locali scolastici.

Gli alunni dovranno indossare per l’intera permanenza nei locali scolastici una mascherina chirurgica o di comunità[5] di propria dotazione, fatte salve le dovute eccezioni (ad es. attività fisica, pausa pasto).

Si precisa che, in coerenza con i commi 2 e 3, art. 3 del DPCM 17 maggio 2020, “non sono soggetti all’obbligo i bambini al di sotto dei sei anni, nonchéi soggetti con forme di disabilitànon compatibili con l’uso continuativo della mascherina ovvero i soggetti che interagiscono con i predetti.

Anche per tutto il personale non docente, negli spazi comuni dovranno essere garantite le stesse norme di distanziamento di almeno 1 metro, indossando altresì la mascherina chirurgica.

Gestione studenti con disabilità

Per l’assistenza di studenti con disabilità certificata, non essendo sempre possibile garantire il distanziamento fisico dallo studente, potrà essere previsto per il personale l’utilizzo di ulteriori dispositivi.

Scuola dell’infanzia

Occorre in tal caso assicurare indicazioni e risorse addizionali circa la pulizia assidua delle superfici, il lavaggio frequente delle mani, criteri di riduzione del numero dei bambini contemporaneamente presenti nelle sezioni.

Relativamente alla numerosità dei gruppi sezione, trattandosi per caratteristiche evolutive e metodologie didattiche di un contesto dinamico, è opportuno prevedere un affollamento ulteriormente ridotto rispetto ai criteri applicati nel contesto di classi di ordine superiore. Il documento prodotto dal Ministero della famiglia individua un rapporto 1:5 e comunque un range che non superi le 7 unità per ogni educatore.

Gli alunni della scuola dell’infanzia NON dovranno indossare la mascherina, come peraltro già previsto per i minori di 6 anni di età.

Informazione e comunicazione

Il Dirigente Scolastico assicurerà adeguata comunicazione efficace alle famiglie, agli studenti, al personale scolastico, in modalità telematica (sito web scuola o webinar dedicati) e anche su cartellonistica, o altro supporto fisico, ben visibile all’ingresso della scuola e nei principali ambienti, da realizzare tutto o in parte prima dell’inizio dell’anno scolastico.

Sarà utile estendere le azioni di informazione e formazione anche ai famigliari degli allievi perché assumano un comportamento proattivo per il contenimento del rischio di trasmissione del contagio.

Si suggerisce di organizzare apposite esercitazioni per tutto il personale della scuola, senza gli studenti, al fine di prendere migliore dimestichezza con le misure di prevenzione e protezione.

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[1] https://www.istruzione.it/coronavirus/index.html

[2] Stralcio del verbale n.82 della riunione tenuta presso il Dipartimento della Protezione Civile del 28.05.2020. Presidenza del Consiglio dei Ministri, Modalità di ripresa delle attività didattiche del prossimo anno scolastico.

[3] http://www.impreseaperte.polito.it/i_rapporti/scuole_aperte_societa_protetta

[4] INAIL, Documento tecnico sulla possibile rimodulazione delle misure di contenimento del contagio da SARS-Cov2 nei luoghi di lavoro e strategie di prevenzione. Aprile 2020

[5] Si definiscono mascherine di comunità “mascherine monouso o mascherine lavabili, anche auto-prodotte, in materiali multistrato idonei a fornire un’adeguata barriera e, al contempo, che garantiscano comfort e respirabilità, forma e aderenza adeguate che permettano di coprire dal mento al di sopra del naso” come disciplinato dai commi 2 e 3, art. 3 del DPCM 17 maggio 2020.