Neo assunti a distanza : lontani ma vicini
Con la nota n. 278 del 06 marzo 2020, il Ministero dell’Istruzione, in considerazione dell’emergenza sanitaria in atto, ha stabilito che le attività formative, rivolte ai docenti neoassunti 2019/2020, fossero realizzate in modalità telematica.
In considerazione di quanto sopra riportato, i laboratori si stanno svolgendo in modalità a distanza, con attività sincrona e/o asincrona, con creazione di classi virtuali e caricamento di materiali (file video, documenti, pubblicazioni, presentazioni).
Scuola dell’infanzia? – Ci sono! Telecamera e microfono accesi !-
In qualità di coordinatrice di alcuni laboratori formativi, rivolti ai docenti di scuola dell’infanzia, ho raccolto una molteplicità di esperienze ricche e vivaci.
I laboratori proposti a distanza, si sono caratterizzati intorno all’esperienza dell’atelier creativo, con i suoi molteplici linguaggi e materiali.
Ciò ha reso possibile la valorizzazione e lo sviluppo di una formazione partecipata, riflessiva e contestualizzata nelle prassi dell’esperienza diretta.
La modalità virtuale non ha impedito si attivassero quei processi creativi che si sviluppano quando bambini e adulti vivono, con emozione, l’esperienza del “giocare con l’arte”, l’esperienza e l’intelligenza della creatività.
La dimensione dinamica e operativa del fare è esplosa con tutta la sua voglia di libertà “uscendo” con forza dagli schermi dei nostri dispositivi.
Un “fare a distanza” profondamente poiètico.
I bambini e le bambine, tra i 3 e i 6 anni, e i loro maestri/e, reclusi in casa, hanno creato, prodotto, fatto e disfatto.
Gli uni arte-fici del reale, gli altri arte-fici della propria formazione, entrambi al centro di un cambiamento, per tutti, inaspettato.
Se tu dai una DAD a me io poi do una DAD te
I laboratori “adulti” si sono svolti proponendo, da parte del formatore, in modalità sincrona e asincrona, percorsi ludici di approccio all’arte.
“Fate come se foste i bambini della vostra sezione, coinvolgendo anche i vostri figli se lo desiderate.”
E gli insegnati sono stati al gioco, ritrovando entusiasmi e riattivando la motivazione, in una casa che è diventata scuola.
Tavoli e scrivanie apparecchiate con carte colorate, stampe, colori a tempera, pennelli.
Veri e propri atelier casalinghi.
Nella fase successiva, i docenti hanno rilanciato a distanza, ai bambini e alle bambine delle loro sezioni, le pratiche vissute nel laboratorio formativo.
Come un boomerang, le esperienze dei bambini sono ritornate in digitale agli insegnanti e dagli insegnanti alla banca di esperienze della piattaforma, per una fruttuosa condivisione.
Una specie di domino della formazione.
La didattica a distanza si è trasformata in “didattica di vicinanza”.
Opere d’arte da rielaborare, storie da narrare, video, tutorial, allestimenti domestici, documentazione e condivisione.
Una didattica formativa, più attiva che mai. Un viaggio dentro di sé e dentro le nostre case, fatto di colori, emozioni e di complicità.
Formazione neo assunti a distanza ? A salvarla è stata la progettualità operativa condivisa
La forma del laboratorio, in questo caso prima “adulto” poi “bambino”, si è rivelata ancora una volta vincente, al punto da superare le barriere della distanza, bucare gli schermi e trasformarsi in vicinanza operativa.
Questo a dimostrazione che la formazione, al pari della didattica, non è innovativa in quanto si appoggia a strumenti tecnologici ma lo è grazie alla metodologia, alla capacità di agganciare interessi, di stimolare, di appassionare, di motivare, di fare apprendere.
La DAD e la FORMAZIONE possono essere tremendamente tradizionali, nell’accezione più negativa del termine, se attuate in modalità espositiva, unilaterale e prive di ricaduta esperienziale.
Se ciò che racconto è potuto accadere, pur a distanza, è perché, docenti e bambini, si sono coinvolti in un progetto comune, anche se lontani fisicamente.
Ed potuto accadere perché il formatore ha “prestato” la propria esperienza sul campo, proponendo e rilanciando situazioni di apprendimento che arrivassero ai bambini attraverso gli insegnanti.
La rivincita dell’infanzia “pioniera”, di cui nessuno parla
All’interno del dibattito socio-politico di questa fase di destabilizzazione, la scuola dell’infanzia è risultata invisibile e insieme a lei, i bisogni dei bambini e delle bambine.
Tuttavia, il vivace e colorato mondo 0/6 non è rimasto a guardare.
La competenza lo ha salvato.
Gli sforzi pionieri delle maestre e dei maestri non hanno mollato le menti assorbenti, per eccellenza,dei bambinipiù piccoli, promuovendo mondi possibili e generando idee, creatrici di altre idee. Li hanno incoraggiati, sostenendo la loro creatività, pur scontrandosi con una disomogeneità di condizioni familiari, elemento su cui urge un intervento mirato.
Tuttavia, pochi si sono accorti delle meravigliose esperienze imbastite dalle scuole dell’infanzia, per raggiungere a distanza i piccoli utenti.
Un brulicare di letture animate, musiche, filastrocche, manufatti, laboratori e tutorial creativi, dirette sui canali social, coinvolgimento attivo delle famiglie.
Là dove è stato possibile alcuni genitori hanno offerto i propri talenti artistici, musicali, culinari, mettendoli a disposizione di tutti.
Una “didattica della vicinanza” che è arrivata al cuore.
Il gioco è bello se dura poco
Anche nell’esperienza formativa, a cui hanno partecipato i docenti neo assunti del mio gruppo, tutto ciò si è svelato nella sua meravigliosa operosità.
I bambini hanno vissuto i laboratori proposti a distanza, restituendo percorsi di apprendimento attivo ed esperienze affettive autentiche.
Certo è impensabile un futuro educativo e didattico a distanza.
La scuola è per certi versi la nostra casa, ma la casa non è la scuola, se non in situazioni di emergenza eccezionale.
Pensiamo, ad esempio, ai tantissimi alunni italiani della scuola in ospedale o in regime di istruzione domiciliare; per loro, la scuola a casa, è un ponte verso la vita normale, ma non può essere la normalità.
Lo stesso deve valere per tutti noi, in questo nostro tempo storico.
La didattica a distanza, soprattutto per i primi gradi scolastici, non può che essere un’emergenza, una sfida educativa generatrice di nuovi scenari: come dicevano le nonne il gioco è bello se dura poco.
Alla distanza ti disaffezioni, dopo una prima fase di novità, anche se ludico-creativa.
La presenza è respiro, la scuola è soprattutto fisicità e apprendimento alla vita.
Siamo tutti d’accordo che la vita virtuale è una contraddizione, quasi un ossimoro ?
È tempo di una nuova pedagogia, soprattutto per la scuola dei più piccoli, in cui dovranno essere ripensati, luoghi e modi di stare insieme.