Il favoloso Gianni Rodari

2020: siamo ancora rodariani?

I colori dei mestieri

I colori dei mestieri

 

Io so i colori dei mestieri:
sono bianchi i panettieri,
s’alzano prima degli uccelli
e han la farina nei capelli;
sono neri gli spazzacamini,
di sette colori son gli imbianchini;
gli operai dell’officina
hanno una bella tuta azzurrina,
hanno le mani sporche di grasso:
i fannulloni vanno a spasso,
non si sporcano nemmeno un dito,
ma il loro mestiere non è pulito.

Gianni Rodari

I talenti di Rodari

 

Io so i talenti di Rodari:
son luminosi, puri e chiari,
creano binomi e fantasie
con parole, storie e poesie;
sono stranianti e creativi,
hanno i colori più caldi e vivi;
gli operai della parola
hanno un bel compito nella scuola,
sotto la guida del grande Maestro:
prendersi cura con humor ed estro,
nutrire menti intere e creative,
farle sentire feconde e vive.

(solo per gioco) Lorella Zauli

Un duplice anniversario

Il favoloso Gianni incoraggiava a usare l‘immaginazione con materiali presi dalla realtà, ad affidarsi alla fantasia come facoltà creatrice, a scoprire la funzione positiva del riso buono. Rispondendo a questo invito e solo come omaggio al Maestro, di cui si celebrano nel 2020 i cento anni dalla nascita (ma anche i quaranta dalla morte) mi sono permessa questa umile emulazione, nel massimo rispetto del grande autore, che mi perdonerà l’ardire.

Sono convinta che Rodari, vincitore di diversi riconoscimenti, fra cui il prestigioso premio Andersen, sia ancora attuale e contemporaneo e che le sue opere non appartengano alla cronaca bensì alla storia: della letteratura, non solo per ragazzi, della pedagogia che pure, a suo parere, da sola non bastava, della cultura nel suo significato più profondo.

Una grammatica sui generis, ma ineguagliabile

A 47 anni dalla sua pubblicazione, la Grammatica della fantasia continua ad esempio a essere uno dei capisaldi metodologico-didattici die maestri e delle maestre: le associazioni linguistiche, il binomio fantastico, le storie rovesciate, il piacere della lettura, il valore della fiaba e tanto altro. Rodari parla ancora agli insegnanti con la stessa potenza evocativa e dirompente di diversi decenni fa, a partire da una citazione di Friederich von Hardenberg, poeta romantico tedesco meglio conosciuto come Novalis, che Rodari inserisce nella prima pagina della sua Grammatica: “Un giorno, nei Frammenti di Novalis (1772-1801), trovai quello che dice: «Se avessimo anche una Fantastica, come una Logica, sarebbe scoperta l’arte di inventare». Era molto bello. Quasi tutti i Frammenti di Novalis lo sono, quasi tutti contengono illuminazioni straordinarie”.[1]

Un autore che parla a tutti

È anche per questo che giustamente su tutto il territorio nazionale stanno fiorendo in questi mesi interessanti iniziative che ne celebrano l’anniversario. Non algide celebrazioni a posteriori, ma autentiche narrazioni del suo stile ineguagliabile e dei suoi messaggi letterari, poetici ed educativi.

A Forlì, ad esempio, l’equinozio di primavera (20 e 21 marzo 2020)2 porta con sé la brezza di una due giorni rodariana aperta a tutti gli ordini di scuola, con una mostra dedicata e una serie di seminari diffusi e disseminati in luoghi significativi della città: dal piacere di leggere prima di leggere (seminario per docenti di scuola dell’infanzia) agli usi creativi della lingua (per docenti delle scuole secondarie di secondo grado), passando attraverso l’imparare la lingua con leggerezza (docenti di scuola primaria) e i giochi metalinguistici con la lingua (docenti delle scuole secondarie di primo grado). Attenzione, però, perché il piacere della lettura può riguardare anche gli adolescenti e i più piccini hanno poco da imparare, se non addirittura da insegnare, sull’uso creativo della lingua!

Filastrocche in cielo e a scuola

Non si può tacere che ci sono persone che non considerano Rodari un vero e proprio poeta, poiché pongono le filastrocche, di cui il Nostro fu altissimo rappresentante, in un gradino inferiore all’autentica poesia. Può essere: le filastrocche rappresentano della poesia la forma popolare, ma è innegabile che nella loro genuinità e immediatezza esse parlino alla parte più profonda di ciascuno di noi, con un linguaggio semplice, ma mai banale e un ritmo e una musicalità che colpiscono, per la loro naturalezza e autenticità, grandi e piccini. D’altra parte, i geni e le grandi menti della storia sono stati tali anche perché hanno saputo raccontare piccoli o grandi frammenti di universo e i moti dell’animo umano non da accademici, ma con un linguaggio semplice e comprensibile a noi comuni mortali: potenza dell’immagine, della metafora, della musica!

E non si può infine negare che quando dal nome di un autore si genera un aggettivo (rodariano), è evidente che quell’autore ha colpito nel segno, ha lasciato una traccia, è entrato nella storia. E noi di quella storia vogliamo ancora continuare a fare parte.

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[1] Gianni Rodari, Grammatica della fantasia. Introduzione all’arte di raccontare storie, Einaudi ragazzi, Trieste, 2010, pag. 7.

[2] Cidi, Giscel, ACLI, Liceo Classico Morgagni, di Forlì: Gianni Rodari: gli usi creativi della lingua. Forlì, Sala Icaro, viale Roma 1 – Forlì (venerdì 20 marzo ore 15-19: convegno; sabato 21 marzo ore 9-13: quattro seminari). Collaborano TECNODID, Palumbo ed.. Centro Didattico Romagnolo. E’ stato chiesto il patrocinio del Comune di Forlì e dell’Ufficio Scolastico di Forlì-Cesena.